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L'idraulico: come una settimana nata storta può prendere una piega inaspettata


di passivocaserta
24.07.2014    |    16.552    |    3 9.6
"Sapeva di aver squarciato una falla enorme ed ora assestava il colpo finale : “Da cosa si è vestito per carnevale?”, mi chiese guardandomi dritto negli occhi..."
Mi ero già alzato controvoglia. Il Lunedì è dura ricominciare la settimana lavorativa e per giunta mi attendevano giorni di fuoco…purtroppo solo lavorativamente parlando.
Mi accorsi con mia grande irritazione che si era riotturato lo scarico del bagno. Che rottura di palle, proprio questo non ci voleva. Avevo iniziato alla grande la giornata e la settimana.
Mi recai al lavoro più scocciato del solito. In mattinata chiamai il mio idraulico di fiducia, un tranquillo signore di mezza età tutto lavoro e famiglia, insomma un tipo che mi induceva alla vita monacale, per sempre.
“ Senta, mi si è otturato di nuovo lo scarico del bagno. Potrebbe venire quanto prima possibile?” lo pregai. Mi rispose che per quella settimana era stracarico di impegni e che non sapeva nemmeno se fosse riuscito ad ottemperare a quelli già programmati.
Inutile descrivere il mio stato di malumore. Ero incazzatissimo. Mi collegai ad internet per reperire il recapito di qualche idraulico della zona. Ne cercai uno che non fosse molto distante da dove abitavo.
“Pronto? Mi scusi avrei bisogno di una riparazione al bagno. Preciso però che è un lavoro che dovrebbe essere svolto con una certa urgenza!”, così comunicai alla voce che aveva risposto dopo che avevo digitato il numero del primo recapito di zona che avevo trovato.
Mi rispose una voce giovanile, infastidita e poco interessante. Pensai : “Andiamo bene ! Per questi la settimana è iniziata peggio che a me!”.
Presi appuntamento con lui per il pomeriggio lasciandogli le indicazioni relative al mio recapito.
Alle 16.00 sentii suonare il citofono. Era lui, era puntuale e questo già mi faceva predisporre bene nei suoi confronti.
Appena aprii la porta mi trovai al cospetto di un bono della madonna, un ragazzo tonico, muscolosetto ma soprattutto bello. Moro, due grandi occhi neri e labbra carnose, pelle scura come piace a me. Indossava una tuta blu che subito mi condusse a fantasticare sul tesoro che avrebbe potuto nascondere e custodire.
Nel mentre gli indicai la strada del bagno e gli descrissi il guasto, mi autoimposi di calmare i miei bollenti spiriti passionali. Pensai che non dovevo fare lo stupido, che il tipo non era cosa per me.
Tuttavia mentre gli preparavo un buon caffé nero e bollente –come lui- la mia mente iniziò a proiettare scene di sesso spinto in cui gli attori eravamo io e l’idraulico che stava lavorando a pochi metri da me.
Gli servii il caffé caldo e iniziai a parlare con lui nel momento di pausa che si concesse.
Dopo un inizio freddo, in cui era stato di poche parole e chiuso a riccio, cominciò a mostrarsi cordiale e simpatico.
Pensai che dovevo ricredermi, la settimana non era poi iniziata così male.
Il tipo, si mostrò subito anche molto intelligente e perspicace. Osservò qualche mi sguardo di troppo e soprattutto le varie direzioni che prendevano i miei sguardi.
Mentre assistevo al suo lavoro, ebbi l’impressione che sfiorasse la sua patta più di una volta.
Pensai che fosse un caso, il frutto dell’immaginazione di chi- come me- in quel momento era preda delle sue pulsioni sessuali.
Gli comunicai che mi allontanavo un attimo perché avevo da sistemare la mia camera da letto lasciata in disordine la mattina per andare al lavoro. In ogni caso poteva chiamarmi nel caso avesse avuto bisogno di qualcosa.
Dopo una decina di minuti , mentre stavo dando una passata di lucido ai mobili, fui colto di sorpresa perché me lo trovai dietro, come un fantasma. “ Ma lei abita da solo qui? “ , mi chiese entrando nella stanza.
Gli risposi di sì, che ero single. E lui con sfacciataggine osservò : “ Ma io vedo il comodino pieno di trucchi e profumi da donna –si capiva dalle confezioni che erano palesemente profumi da donna. Per giunta vedo due parrucche, una rossa e una scura, di chi sono questi oggetti?”.
Colto di sorpresa, arrossii e iniziai a farfugliare una risposta che avesse un senso:”Ahhh, sì, stavo riponendo queste cose al loro posto, sono oggetti che ho usato per il Carnevale scorso”.
Sapeva di aver squarciato una falla enorme ed ora assestava il colpo finale : “Da cosa si è vestito per carnevale?”, mi chiese guardandomi dritto negli occhi.
“Ma sa, sono giochi che si fanno, io e due miei amici, per scherzo ci siamo vestiti da donna”, gli risposi.
A quel punto notai che la patta della sua tuta era diventata enorme e che lui, ora in maniera non più casuale, vi passava la mano sopra più di una volta.
Dovevo interrompere quel momento di imbarazzo: “Scusi perché è venuto qui, cosa le occorreva?” , gli chiesi.
“Mi serve uno straccio per pulire l’acqua”, mi rispose continuandomi a fissare.
Andai in cucina a prenderlo e glielo portai nel bagno. Gli porsi lo straccio e mentre lo prendeva mi prese la mano e me la portò sul suo pesce. Iniziò a strusciarmi la mano lungo tutto il volume occupato dal suo cazzo. Ogni centimetro della mia pelle bruciava dal desiderio.
“Mentre io termino i lavori, tu vai di là e ti travesti per me. Ti travesti come fai sempre, non solo a carnevale. Ho capito che ti travesti in privato e che sei una grandissima troia. L’ho capito dal tuo sguardo appena ho messo piede a casa tua”, mi disse mentre continuava a strusciare la mia mano sul suo cazzo e mentre mi passava le sue dita sulle labbra arse dal desiderio.
Cercai di dire che si stava sbagliando, che aveva frainteso.
Mi disse che se aveva frainteso si scusava, nel caso contrario mi dava dieci minuti di tempo per travestirmi per lui.
Andai nella mia camera da letto e mi travestii con più passione e ardore che mai. Mi truccai a dovere e tirai fuori la lingerie più particolare. Indossai la parrucca rossa lunga, con la frangetta sul davanti. Mi guardai allo specchio e vidi una troia all’ennesima potenza.
Dopo che ebbe terminati i lavori entrò nella mia camera da letto e rimase folgorato dalla mia trasformazione.
“Allora mi sbagliavo o no?”, mi disse con tono di rimprovero.
Mi avvicinai a lui e mi abbassai sulle ginocchia. Iniziai a mordicchiargli il cazzo da sopra la tuta.
Era di marmo, arrapato e sensualissimo.
Da sotto alzavo il viso per guardare il suo volto arrapato. Gli mostravo la lingua e gli facevo capire che la mia voglia del suo pesce era più grande di quella che lui immaginava.
Si tolse la tuta e restò solo con gli slip. Adoro gli uomini in slip, così tremendamente sexy. I suoi erano come piacciono a me, a tinta unita scura con fascia elastica larga.
Si sedette sul bordo del letto e sempre inginocchiata tra le sue gambe, iniziai a succhiargli le palle, a prenderle tutte in bocca , a salire con la lingua lungo il pesce fino alla cappella.
Trovai una cappella bagnata che servì a dissetare un po’ le mie labbra arse.
Mi prese la testa me la alzò e mi slinguò.
Sentivo tutta la sua virilità, il suo essere un maschio doc.
Mi prese e mi fece accomodare sul letto a pecora. Iniziò a slinguarmi il culo dopo aver spostato la minigonna e il perizoma.
Dio, l’ardore con cui passava la sua lingua sul mio buchetto. Cercava di farla entrare dentro, manco se la sua lingua fosse stato un piccolo pene.
Dopo aver lavorato il buchetto con la lingua e con le dita, affondò il suo cazzo dentro me, prima piano piano e poi con foga.
Iniziai a gemere dal piacere e dal dolore. Un cazzo largo e doppio che mi stava spaccando le viscere. Ad ogni colpo del suo pesce mi sentivo sempre più donna. Tuttavia il mio cazzo era dritto e la mia eccitazione era al massimo.
Sentivo le sue mani sul mio petto che stringevano i capezzoli, la sua bocca che cercava la mia.
Dopo svariati minuti in cui mi sfondò il culo, mi girò e mi mise il cazzo in bocca. Iniziai a succhiarglielo con passione, pochi colpi e mi inondò la bocca della sua sborra. Tirò fuori il cazzo e me lo passò sbrodolante sul viso. Mi alzò la testa e mi fece ingoiare tutto il suo miele. Mi tappò la bocca con la sua e slinguandomi mi disse all’orecchio : “ Che grandissima troia che sei, meno male che ti sei travestita solo per Carnevale !”.
Fu così che i miei guasti idraulici divennero sempre più frequenti. Sarà stato un caso ma spesso si rompeva qualche tubo che aveva bisogno urgente dell’intervento di quel toro di idraulico, scoperto per caso, all’inizio di una settimana cominciata male.












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