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LA MIA PRIMA VOLTA


di Angela58
21.09.2018    |    12.035    |    25 9.9
"Accelera ancora di più i colpi, ancora più a fondo: lo sento grugnire mentre gode e i suoi ultimi colpi fanno godere anche me..."
Mi è sempre piaciuto indossare abiti femminili, in particolare biancheria
intima: calze, reggicalze, reggiseni, mutandine e guaine sono per me un'autentica passione; però non avevo mai osato uscire di casa indossando questi capi.
Una sera di alcuni anni fa, non so bene per quale motivo, decisi di provare.
Ricordo bene l'eccitazione che mi prese, mentre lentamente cominciai a vestirmi; dapprima il reggicalze nero, poi le calze nere velate, che pian piano srotolo lungo le gambe e allaccio ai gancetti.
Continuo con il reggiseno e le mutandine in pizzo nero: mi fermo un attimo e mi ammiro.
L'effetto è immediato: mi devo calmare, altrimenti le mutandine faranno fatica a contenere la mia eccitazione.
Copro il tutto con un paio di pantaloni e una maglia; sopra indosso il giaccone ed esco di casa; il cuore mi batte forte, mi sembra che tutti capiscano cosa indosso; inoltre sentire i gancetti del reggicalze e i pantaloni che scivolano lungo le calze di nylon, contribuisce non poco ad aumentare la mia agitazione.
Mi dirigo verso dei giardini dove so che è possibile fare degli incontri e faccio un giretto, con finta noncuranza, passeggiando nei vialetti: non incontro nessuno, sembra proprio non sia una sera fortunata.
Mi dirigo verso il parcheggio e in quell'istante arriva un'auto, che si ferma; a bordo un ragazzo, avrà si e no trent'anni, piuttosto tarchiato, barbuto.
Lui scende, non mi degna di uno sguardo, lo guardo allontanarsi di qualche passo e allora io rompo gli indugi e lo seguo.
Lui si ferma, mi osserva e fa per allontanarsi.
"Scusa - gli faccio - sai che ore sono?"
Mi sento cretino, ma ottengo lo scopo desiderato; infatti lui torna sui suoi passi, sorride, guarda l'orologio.
"Sono le dieci e trenta. Cerchi anche tu compagnia?"
"Si, però qui non mi piace, preferirei cercare un altro posto"
"Possiamo andare via con la mia macchina"
"Volentieri. Andiamo"
Ci avviamo alla sua auto, saliamo e partiamo.
Non riesco a parlare, sono teso e anche un po’ preoccupato.
Mi chiede come mi chiamo: "Giovanni, e tu?"
"Roberto. Vai spesso in quei giardini?"
"Raramente, quel posto mi incute un po’ di timore"
"Non ti preoccupare; cerchiamo un posto dove possiamo stare tranquilli"
Mentre parla sento la sua mano posarsi sulla mia gamba e accarezzarla.
Oddio, penso, ora sentirà il gancio del reggicalze….prendo il coraggio a quattro mani:
"Senti, ho addosso intimo femminile, spero non ci siano problemi…" e lo
guardo con timore e attesa.
Rimane un attimo in silenzio, mi guarda, sorride: "No, no, nessun problema".
Continua a guidare in silenzio e di tanto in tanto la sua mano mi accarezza l’interno della coscia: lo lascio fare, mi sto rilassando; allargo un po’ le gambe per favorire i suoi toccamenti: mi sento un po' porcella.
Non facciamo tanta strada: dopo un po’ di giri parcheggia in una stradina, certamente poco frequentata, ma sicuramente non adatta per gli scopi che mi prefiggo.
Roberto sembra leggermi nel pensiero, perché sorride e mi invita a scendere e seguirlo.
"Andiamo a casa mia. Lì nessuno ci disturberà."
Ho un tuffo al cuore: le mie più segrete fantasie sembra stiano per realizzarsi.
Sono eccitata, ma anche impaurita: se fosse tutto uno scherzo? Saremo
veramente soli in casa? Ho un po’ di paura, ma il desiderio e l'eccitazione superano le perplessità e lo seguo.
Entriamo in casa e mi fa accomodare in salotto: mi tolgo il giaccone mi siedo sul divano.
Mentre chiude le tapparelle, mi offre un bicchierino di whisky, che accetto volentieri: mi aiuta a sciogliere un po’ la tensione che mi attanaglia.
Lui si scusa, deve andare in bagno; ne approfitto per dare un'occhiata alla sua casa.
E' piccola e in un attimo mi rendo conto che effettivamente siamo soli.
Torno a sedermi più tranquilla, finisco il liquore e aspetto il suo ritorno.
Roberto rientra nella stanza, mi guarda, prende il bicchiere vuoto dalle mie mani e lo appoggia sul mobile.
"Fammi vedere cosa hai addosso!"
Mi prende un po’ alla sprovvista, ma il tono è perentorio ma anche rassicurante: mi alzo, mi tolgo la maglia e comincio a slacciarmi pantaloni; intanto lo guardo: è seduto sulla poltrona e non mostra nessuna reazione.
E' la prima volta che mi spoglio davanti a un uomo, tuttavia la cosa comincia a piacermi.
Mi sfilo anche i pantaloni e rimango con le mutandine, il reggiseno, calze e reggicalze.
Lui non dice una parola, mi guarda e sorride; mi risiedo sul divano e con naturalezza mi aggiusto le calze e intanto penso di essere Angela.
Vedo lui che si alza e viene a sedersi sulle mie gambe e mi accarezza i capelli: rompo gli indugi e tasto la sua patta.
Quello che sento è la sua eccitazione, la sua voglia; continuo a toccarlo, ad accarezzarlo attraverso la stoffa dei pantaloni. Slaccio la cintura e abbasso la cerniera, gli calo i pantaloni e subito dopo i boxer.
"Che bel cazzo": il pensiero mi attraversa come un lampo il cervello mentre lko prendo in mano e comincio piano a menarglielo…..
"Angela, sono Angela, finalmente" sussurro dentro di me!
Appoggio la testa allo schienale del divano, Roberto si alza e si toglie rapidamente pantaloni, boxer, maglia e maglietta e mi si rimette a cavalcioni: scivolo un po’ verso il basso e il suo cazzo, bello, maestoso, grosso, duro mi si piazza proprio davanti agli occhi. Lo tocco, lo meno delicatamente, gli accarezzo i coglioni lo avvicino al viso, me lo
sfrego sulle guance, lo bacio, lo lecco.
Apro la bocca e lo ingoio tutto, lo succhio, lo sfilo e lo guardo.
Lui gradisce, lo sento gemere, sospirare.
Lo ingoio ancora e lo succhio con gusto: mi piace questo momento; è proprio come l'ho sempre sognato.
"Sono Angela, sto facendo un pompino e lui gradisce” sono contenta, mi piace il suo profumo, il suo sapore. Mi piace sentire la sua asta che mi riempie la bocca, che mi arriva alla gola: vorrei inghiottirlo ancora di più.
Sento le sue mani sulla testa che mi scompigliano i capelli e accompagnano il ritmo.
Continuo a ciucciare, ora più lentamente, a mordicchiarlo di tanto in tanto; lo sfilo e gli faccio sentire la lingua lungo tutta l'asta, assaggio i suoi coglioni, con le mani stringo le sue natiche e lo attraggo ancora di più contro di me: sono al settimo cielo, sono contenta, eccitata, mi sento una gran porca, ma mi piace, dio quanto mi piace!
Dopo un po’ lui si alza; mi inginocchio davanti a lui e continuo a spompinarlo: mi piace troppo per fermarmi, ma lui ha altre intenzioni.
Si fila dalla mia bocca, mi fa alzare e mi bacia: sento la sua lingua frugarmi in bocca e le sue mani che mi accarezzano; si infila sotto il reggiseno e mi strizza un capezzolo: la libidine mi sta annebbiando il cervello.
Gli piace giocare con gli elastici delle mutandine e coi gancetti del
reggicalze: le sue mani mi toccano tutta.
Ora mi cala le mutandine, che faccio scivolare a terra; mi inginocchio e lo riprendo in bocca: ora succhio con più foga.
Lo sento armeggiare, aprire un cassetto, prendere qualcosa: sono troppo impegnata per preoccuparmi di quello che sta per accadere.
Si allontana un po’ e vedo che si infila un preservativo; da un barattolo prende due ditate di crema che si spalma sull'uccello, ne prende ancora un po’ sulle dita si avvicina, mi fa girare e me la spalma sul buchetto.
Sono messa a quattro zampe, lo lascio fare, mi piace sentire le sue dita che mi frugano, sono eccitata, anche impaurita: è la prima volta che faccio l’amore con un uomo, però lo voglio, sì, lo voglio; voglio sentirmi Angela fino in fondo!
Toglie le dita, si inginocchia tra le mie gambe che allargo ben bene, sento le sue mani che mi allargano le natiche, mi sento guardata fino in fondo!
Poi sento finalmente il suo cazzo che si appoggia al mio buchetto e comincia spingere, lentamente, lo sento entrare, piano, piano, lo sento entrare tutto.
Non sento dolore, solo mi sento riempire, sento la sua asta che scivola dentro di me e mi piace....
Inarco la schiena per prenderlo tutto, lo voglio sentire bene: lui sembra
rendersene conto e comincia a spingere poi si ritrae e poi ancora dentro, prima piano poi più forte… mi manca il fiato, chiudo gli occhi e gemo, godo, mi piace sentire i suoi colpi.
"Sei la mia troia…Ti piace, vero?"
"Sì, sì…."
"Sei una puttanona…. hai un cazzo piantato nel culo….e ti piace…lo senti il mio cazzo, vero? ...sei una troia… senti come ti sto chiavando? Ti sto inculando, brutta troia….Dimmi che ti piace…..Su, dimmelo!”
“Sì, sì….è vero, mi piace….Sbattimi forte….Ancora, dai….Chiavami ancora più forte….”
Spinge sempre più forte; non pensavo di poter godere tanto…appoggio la faccia a terra e inarco ancor più la schiena, ho le gambe allargate al massimo: lo sento tutto, mi sta chiavando con forza con il suo bel cazzone grosso e duro, i suoi colpi mi squassano e mi fanno godere.
Accelera ancora di più i colpi, ancora più a fondo: lo sento grugnire mentre gode e i suoi ultimi colpi fanno godere anche me.
Si sfila e mi sento svuotare; mi sdraio su un fianco: ho bisogno di riposare un attimo, mi manca il fiato, mi ha maltrattata, ma ho goduta come una porca!
Dopo un momento vado in bagno, ho ancora le gambe che tremano. Mi guardo allo specchio e vedo Angela, felice di aver trovato un uomo che l'ha fatta sentire una vera donna, che l'abbia usata, che l'abbia goduta; felice di aver goduto di tutto ciò.
Esco, mi rivesto e lo saluto; vorrei rivederlo, ma lui mi chiede di non cercarlo più.
Mi riaccompagna in centro: prima di scendere dalla sua auto lo guardo per l'ultima volta, poi me ne torno a casa contenta.
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