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Trans-pompa nel cesso del treno.


di gretatrav
27.02.2012    |    35.409    |    1 8.8
"Dopo un quarto d’ora di sbocchinamento, prima di arrivare alla stazione di Padova, mentre la segavo lei mi sborrò in faccia, un paio di schizzi..."
Era ottobre di sei anni fa, stavo alla stazione di Mestre, dovevo prendere il treno per Milano delle 5 e mezza del mattino, mentre aspettavo passeggiando per il binario in attesa del treno, ho riconosciuto una trans che stava nei siti di annunci di Mestre, Kessia Kiss, non era molto femminile, super-tettona, sul massiccio e alta un po’ più di un metro e ottanta, nelle foto aveva un cazzone penzolante grosso come un missile.
Mi avvicino e le chiedo se è lei, quella degli annunci, lei risponde di si; subito le dico che è molto meglio dal vivo che sulle foto dell’annuncio, che ha delle tettone stupende, un culone lussurioso, che è una gran bella figa; lei gradisce i complimenti, ha un timbro di voce roco e flebile misto portoghese-italiano che mi attizza, è alla mano anche se sembra un po’ fuori di testa; mi dice che si trasferisce a Milano per lavoro, in zona stazione Centrale.
Nel frattempo arriva il treno, saliamo insieme e ci mettiamo seduti vicini; inizio a farle delle proposte indecenti, che vorrei vederla nuda, toccarla e baciarla dappertutto, leccarle le sue grosse tette, che mi fa sesso alla grande, che vorrei vederla godere come una cagna, che mi arrapa; le mostro il pacco gonfio per farle capire che ho voglia di lei e inizio a toccare le sue tettone, lei mi allontana dicendo che la gente ci guarda, non c’è nessuno sul nostro vagone, siamo completamente soli, penso tra me che questa è un po' strana, anzi è proprio fuori di testa.
Incuriosito dalla bestia che aveva in mezzo alle gambe sulle foto le dico se vuole venire nel bagno per farmi una pompa, ma in realtà non vedevo l’ora di fargliela io, lei accetta, ci alziamo e ci chiudiamo in bagno; il treno nel frattempo era appena partito.
In bagno mi mette subito la lingua in bocca, mi prende la mano e mi fa tastare l’arnese, sembra un grosso cetriolone, allora mi siedo sul cesso, sbottono i pantaloni e glielo tiro fuori, bingo, è un super-cazzone siliconato, grossissimo e duro; inizio a succhiarlo, quando lo scappelli ha la punta fine come tutti i cazzi siliconati, ma è duro e succhio alla grande quel bel giocattolone; sembra un paguro.
Me lo infilo in gola fino a vomitare litri di saliva, gli sputo sopra e me lo ciuccio come un gelato, ogni tanto mi fermo per osservare quella strana bestia siliconata, lo succhio fino a soffocarmi, lei con voce flebile, mugola e mi dice che succhio bene, come una puttanella; me lo tengo ben stretto con due mani e lo sego e lo succhio avidamente, lo sbavo tutto che quando lo sego mi scivola la mano alla grande.
A volte, quando il treno aveva qualche scatto sui binari, lei mi “franava” addosso, l’equilibrio era instabile, in quei momenti se avevo il boa in bocca, mi si infilava di colpo in gola fino a soffocarmi, con scatti di vomito che subito gli risputavo sul cazzo, mi sembrava di essere come quelle troie dei film americani che ingoiando grossi cazzoni neri fanno fontane di saliva; a volte me lo sbattevo in faccia quel grosso pezzo di carne al silicone, situazione hard spettacolare.
Sarà stato che era mattina, la situazione porno di essere chiusi in cesso, il rumore del treno, le luci al neon strane, ma avevo un gran voglia di cazzo, di prenderlo in culo, ma non si poteva, un cazzo di quelle dimensioni è impegnativo, ci vuole calma e tempo, ma soprattutto un posto comodo, non un piccolo cesso di treno, ricordando che lei ha un fisico imponente e le manovre erano difficoltose.
Dopo un quarto d’ora di sbocchinamento, prima di arrivare alla stazione di Padova, mentre la segavo lei mi sborrò in faccia, un paio di schizzi.
Ci pulimmo e come niente fosse successo rientrammo ai nostri posti nel vagone che si stava riempendo di gente, ogni tanto ci scambiavamo occhiate di complicità e soddisfazione reciproca.
Io scesi a Brescia e lei proseguì per Milano Centrale; prima di scendere mi ha lasciato il numero del cellulare e mi ha chiesto di andarla a trovare a Milano, perché gli piacevo e aveva voglia di scoparmi, per finire quello che avevamo iniziato, mi diceva che voleva farmi godere come una puttanella con il suo boa siliconato piantato tutto nel culo.
Un mesetto dopo sono andato a trovarla a Milano, ma questa è un’altra storia…
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