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Vacanze a Rimini


di DanaB
07.02.2018    |    30.803    |    18 9.6
"- -Cosa ti devo fare?- -Infilami il costume..."


Era la prima volta che passavamo le vacanze a Rimini. Avevamo affittato una villetta molto carina insieme ad un’amica di mia moglie. Era un po’ distante dal mare ma era comodissima. Un giardino non molto grande ma molto bello tutto circondato da una siepe di alloro ci permetteva di starci in piena liberta.

Al piano terra c’era un saloncino, la cucina e un bagno. Al primo piano due camere ed un bagno mentre in mansarda c’era una camera non molto grande.

Prima di partire per la vacanza ero un po’ dispiaciuto pensando che durante quel periodo non avrei potuto avere la possibilità di coltivare la mia passione del travestitismo. Ho sempre adorato indossare vestiti da donna e quando posso rimanere solo in casa indosso abiti femminili anche ora che sono sposato. Mi piace vedermi donna, atteggiarmi come una donna, adoro truccarmi. Mi piace tanto sentirmi donna che mi piace scrivere di me parlando al femminile.

Come dicevo, avevo paura che durante la vacanza non avrei avuto la possibilità di rimanere sola per qualche ora in casa in modo di dare sfogo alla mia passione. La mia paura si rivelò subito infondata. Nel bagno in cui andavamo c’era un bar che preparava degli spuntini molto buoni e delle ottime insalate. Decidemmo di pranzare tutti i giorni li. Le donne dopo mangiato tornavano al mare. Io colsi al balzo l’occasione e dissi che io volevo fare il riposino comodo. Appena pranzato andavo a casa e non tornavo più al mare. Avevo tutto il pomeriggio a mia disposizione per giocare a fare la donna. Mia moglie ne approfittava per lasciarmi da fare delle faccende. Inizialmente cose di poco conto. Poi però comincio a chiedermi sempre di più. Comunque in un certo senso anche fare quelle faccende mi faceva sentire donna e le facevo vestita da donna.

Mia moglie e Lidia tornando dal mare spesso comperavano in rosticceria la cena. Dopo cena andavamo per negozi. A Rimini c’è una via che arriva fino a Riccione ed è piena di negozi di tutti i generi. Moltissimi di abbigliamento femminile. Spesso capi molto sexy.

Mia moglie e Lidia andavano pazze per quei negozi. Io le stimolavo a provare tutto e spesso a comperare dei capi che mi piacevano. Pensavo gia che poi li avrei provati io. La prima sera le convinsi a comperarsi il bikini con lo slip a perizoma, dicendo loro che in spiaggia lo portavano tutte. La seconda sera ne comperarono un altro ciascuna. Alcuni capi erano molto osé e loro due istigate da me ogni sera ne provavano qualcuno più sexy.

Le prime sere stanche andavamo a letto abbastanza presto anche se lungo il passeggio, PR di varie discoteche, ci davano biglietti sconto per andare a ballare.

I miei pomeriggi erano sempre più eccitanti un giorno appena tornata a casa, fatta la doccia mi passai tutta di crema idratante profumata e poi mi vestii per uscire. Sotto i pantaloni di lino indossai un tanga di mia moglie e sopra una sua maglietta che poteva alla lunga passare per unisex. Salii in macchina e andai verso Riccione fermai la macchina in una zona dove non arrivavamo mai durante le passeggiate serali. Avevo voglia di fare qualcosa di eccitante. Li non mi conosceva nessuno. Scesa dalla macchina comincia a passeggiare lungo la via dei negozi. Volevo comperarmi un perizoma tutto mio. Mi fermai a vedere l’esposizione di un negozio di intimo. Mentre osservavo i capi, mi si avvicinò la padrona del negozio. Avevo programmato di dire che erano per mia moglie invece quando la signora mi chiese se poteva aiutarmi ebbi l’impulso di osare. Le dissi che mi piaceva il perizoma rosso che era esposto. Mi sembro di leggere nel suo sguardo una certa meraviglia. Forse aveva capito che lo volevo per me. In fondo volevo che lo capisse. L’idea mi eccitava e quando mi chiese la taglia le dissi :

-Lei che dice? – Mi aspettavo che mi chiedesse spiegazioni, invece lei mi guardo e poi mi prese la terza. Quella situazione mi piaceva e volevo prolungarla. Mi feci vedere indecisa sul colore. Lei mi consiglio di prenderlo nero.

Ritornata a casa lo provai subito. Era uno schianto. Quella sera avevamo deciso di andare in discoteca e il mio piano prevedeva di andarci con il perizoma sotto i pantaloni.

Mia moglie e Lidia la sera precedente si erano comperate quello che si sarebbero messe per andare in discoteca.

Più o meno simili cambiava solo il colore.Un top con la schiena nuda e minigonna elasticizzata cortissima. Io indossai un paio di pantaloni neri di cotone finissimo e una camicia di seta.

Andammo a ballarein una mega discoteca sulla collina. Un Pullman della discoteca faceva la spoletta per chi non voleva andare in macchina. Noi decidemmo di andarci col pulman. Verso le undici e mezzo ci trovammo al punto di raccolta più vicino alla nostra casa. Quando si fermo era già pieno fu una lotta per salire eravamo pigiati come sardine. Le donne salirono prima e quando salii io erano gia state spinte verso il centro del pullman. Era una cosa che non avevo previsto ma la trovai eccitantissima. La maggioranza dei passeggeri erano maschi. I pantaloni sottilissimi mi facevano sentire benissimo il contatto dei corpi che mi stavano intorno. Il perizoma mi lasciava le natiche nude sotto i pantaloni e percepivo benissimo cosa mi strusciava. Mi venne da pensare a mia moglie e Lidia con quelle minigonne. La cosa mi eccito ancora di più. Cercai andare avanti. La cosa era quasi impossibile ma mi piaceva muovermi alla ricerca di contati piacevoli. Mi strusciavo passando a ragazzi sentendo benissimo il loro bozzo e approfittando dei sobbalzi dell’autobus premevo le natiche contro quei piselloni.

Arrivammo alla discoteca e mi riunii alle donne mi accorsi che erano alquanto turbate. Ero sicura che avevano provato qualche palpata. Sicuramente mia moglie a letto al nostro ritorno me ne avrebbe parlato. Lo sapeva che a me piaceva sentirla raccontare di aver fatto eccitare qualcuno. La discoteca era enorme ballammo come pazzi scatenandoci.

Verso le tre uscimmo per tornare a casa, alla partenza del pulman cera tantissima gente. Mi colpi un tizio che aveva un aria da porco che mi stuzzicava avrà avuto una quarantina di anni. Per salire fu una bolgia. Io approfittavo per strusciare le mi chiappe.

Salito mi accorsi che l’uomo che avevo notato alla fermata era poco distante da me. Avevo una voglia pazza di strusciare le mie natiche sull’uccello di quell’uomo. Era quasi impossibile muoversi ma feci di tutto finche non mi trovai davanti a lui. Sentii il suo pacco premermi sul sedere. Lidia e mia moglie erano poco più avanti ma io non mi mossi più. Ero eccitatissimo e avevo una gran voglia di muovere il sedere ma mi trattenei per un po’. Poi sentii l’uccello poggiato sul mio sedere ingrossarsi. Mi stava proprio tra le natiche. Anche lui indossava dei pantaloni sottili. Approfittando dei sobbalzi del pulman mi muovevo come a massaggiarlo. Lui sentiva certamente che sotto i pantaloni le mie chiappe erano nude e si aprivano sotto la pressione del suo cazzo. Era eccitantissimo. Lui capiva benissimo che io sentivo benissimo il suo cazzo arrapato tra le mi chiappe e che mi piaceva. Purtroppo stavamo arrivando alla nostra fermata. Vedevo le donne strette tra un gruppo di ragazzi. Chissà cosa stavano facendo. Poco prima della fermata mi premetti in modo plateale contro di lui che ricambio la spinta e mi poggio le mani su fianchi per fare forza. Alla fermata scesi con tanto dispiacere. Le donne erano più turbate che all’andata.

A letto mia moglie mi racconto che sia all’andata ma soprattutto al ritorno l’avevano palpata spudoratamente. Le avevano alzato la mini quasi sopra le anche palpandole le chiappe nude. Si era sentita spingere addosso uccelli eccitati. Me lo raccontava perché sapeva che a me eccitava sentirle raccontare che altri uomini avevano sbavato per lei. Facemmo l’amore. Io mentre scopavo con mia moglie pensavo all’uomo del pulman al suo cazzo gonfio che mi premeva tra le chiappe.

Ci svegliammo tardissimo quella mattina le donne andarono al mare verso mezzogiorno io dissi loro che me ne restavo a prendere il sole in giardino e che mi sarei fatto il riposino dopo aver mangiato un panino per pranzo. Mia moglie mi ordinò di fare il letto e di far partire la lavatrice e di lavare a mano la biancheria delicata.

Appena andate via feci quello che mi aveva detto di fare mia moglie poi indossai il perizoma di un bikini di mia moglie e scesi in giardino a prendere il sole. Verso le tre stanco di stare al sole decisi di uscire un po’. Mentre mi facevo la doccia mi accorsi che si vedeva il segno del perizoma o meglio parti sempre coperte dal mio costume solito ora erano arrossate. Ebbi un momento di sgomento ma poi trovai la scusa, avrei detto che stando in giardino, dove non mi vedeva nessuno, mi ero arrotolato lo slip.

Indossai una camicia che va di moda adesso aderente e spiegazzata e un paio di calzoncini di jeans molto stretti con l’orlo sfilacciato sotto avevo indossato il perizoma. Ai piedi i sandali a striscette. Guardandomi allo specchio ebbi un attimo di esitazione. Ho le gambe abbastanza tornite e le depilo con la scusa che faccio ciclismo amatoriale. E quelle lunghe gambe abbronzate e incorniciate dai calzoncini mi davano un’aria parecchio femminile. Ma ero gia eccitatissima e avevo voglia di osare. Andai a passeggiare lungo la solita via dei negozi ma verso il centro. Anche se non volevo confessarlo neanche a me stessa, c’era un motivo per cui andavo da quella parte. Il pulman della discoteca nel percorso di ritorno dopo la nostra discesa proseguiva verso il centro di Rimini. L’uomo abitava in qualche albergo da quella parte. Avevo la speranza di incontrarlo, anche se poi non sapevo cosa avrei fatto.

Passeggiai eccitatissima guardando i negozi e guardandomi intorno in cerca del mio uomo. Era improbabilissimo trovarlo ma ci provavo. Prolungai la passeggiata anche più del previsto. Rischiavo che le donne tornassero prima di me e sarebbe stato imbarazzante che mi avessero vista con i calzoncini di mia moglie.Feci appena in tempo a rientrare e cambiarmi che loro arrivarono.

Dopo cena andammo a prendere un gelato e a passeggiare per negozi. Ebbi l’impulso di fare una cosa molto azzardata. Feci in modo di entrare insieme a mia moglie e a Lidia in un negozio dove ero stata nel pomeriggio e avevo chiesto parecchi prezzi. Il proprietario mi riconobbe la cosa mi elettrizzava. Feci provare a mia moglie un paio di calzoncini bianchi sgambatissimi che avevo ammirato nel pomeriggio e alla fine li comperò.

Il giorno dopo pur alzandoci presto dissi che non mi andava di andare al mare. Mia moglie mi disse che visto che io rimanevo a casa potevo pulire la casa e rifare il letto. Mi chiese anche di mettere un po’ di ordine in camera dove aveva lasciato un sacco di vestiti buttati sulla sedia.

Andate loro al mare, indossai una mini e un toppino e mi misi a fare le faccende. Mi eccitava moltissimo soprattutto riordinare il guardaroba di mia moglie. Finite le faccende mi misi il perizoma e mi stesi al sole. Rimasi in giardino fino alle quattro. Asciugandomi dopo la doccia mi accorsi che il segno dell’abbronzatura denunciava chiaramente cosa indossavo mentre prendevo il sole. Mi preparai per la mia passeggiata. Mi vestii come il giorno precedente. Solo la camicia di un colore diverso.

Andai a passeggiare nello stesso posto ma non incontrai il mio uomo. La sera a cena proposi di andare in discoteca ma mia moglie e Lidia dissero che c’era una festa sulla spiaggia e volevano andare la. Io dissi che non me la sentivo di sentire la solita musica romagnola e dissi che mi sarei vista la televisione. Gia pensavo che sarei potuta uscire e di notte avrei potuto osare un po’ di più.

Attesi con pazienza che loro uscissero pensando a come vestirmi. Appena loro furono uscite, indossai i calzoncini nuovi di mia moglie e sopra una camicia bianca di seta quasi più lunga dei pantaloni. Ai piedi i soliti sandaletti.

Grazie ai miei capelli un po’ lunghi da dietro sembravo una donna. Eccitatissima uscii. Mi sentivo guardata e la cosa mi eccitava. Stavo osando moltissimo, ma mi piaceva da morire. Entrai nel negozio dove avevamo comperato i pantaloncini.

Mi eccitava l’idea che il proprietario mi riconoscesse e infatti mi riconobbe e riconobbe certamente anche i calzoncini. Gli chiesi il prezzo di una minigonna. Lui mi disse con aria complice che però non aveva la taglia. Io non gli avevo chiesto che taglia volevo, ebbi un brivido, lui pensava che era per me. Me ne fece vedere un’altra. Io dissi che mi piaceva di meno ma lui insistette dicendo che in dosso era una favola. Che andava provata. Si avviò verso il camerino. Io quasi svenni per l’eccitazione. Non ebbi il coraggio di seguirlo, gli dissi che ci avrei pensato e uscii con le gambe che mi tremavano.

Tornai a casa poco prima delle donne. A letto mia moglie mi racconto della festa e che parecchi uomini ci avevano provato. Mentre mi raccontava i particolari cominciammo a fare l’amore. Notò anche il segno della mia abbronzatura.
-Ma che costume hai messo!?-
-Quello rosso.- Mentii io – Me lo sono arrotolato per avere meno segni che sia possibile. Tanto qui in giardino non mi vede nessuno.-
-Mi piaci con l’abbronzatura quasi totale. Sei molto sexy! Però si rovina il costume arrotolandolo. Visto che tanto in giardino non ti vede nessuno mettiti il sotto di un mio bikini.-
Avrei voluto dirle che era quello che facevo di solito ma feci finta di rimanere un po’ sorpreso poi feci:
-Dici che potrei? -
-Ma certo tesoro è uno slip come un altro. Mica ti metti il reggiseno. -

La mattina dopo mentre stavano per andare al mare mia moglie mi ricordò le cose da fare e tra l’altro mi disse che c’erano dei sui slip e altre cose delicate da lavare a mano. Lidia disse che anche lei aveva biancheria da lavare a mano ma che lo avrebbe fatto in serata. Mia moglie intervenne dicendole di darmela che l’avrei lavata io. Lidia mi diede un sacchetto prima di uscire. Passai buona parte della mattina a fare faccende. Poi mi misi al sole. Avevamo gia deciso di andare in discoteca la sera, per cui mi riposai e non andai fuori nel pomeriggio. Subito dopo cena cominciarono i preparativi. Mia moglie e Lidia dopo essersi fatte la doccia si misero in camera a prepararsi. Mia moglie mi ordinò di raccogliere i loro costumi e di lavarli. Lidia mi chiese di stirarle la camicetta che si sarebbe messa.

Io mi preparai per ultima. Lidia propose di andare con la macchina ma io dissi che non mi andava di guidare soprattutto al ritorno. Avrei voluto dir loro la verità, che speravo di ritrovare l’uomo della volta precedente sul pullman.

Non lo incontrai. Ma il pullman era sempre pienissimo e io ero schiacciata tra la calca. Cercai di spostarmi finche non mi trovai davanti ad un giovane, perché mentre gli passavo davanti sentii che spingeva volontariamente il suo ventre contro di me. Mia moglie e Lidia erano poco più avanti. Io cercavo di fare l’indifferente perché loro erano rivolte verso di me. Sentii il cazzo dell’uomo dietro gonfiarsi. Esagerando ogni movimento del pullman si muoveva massaggiandomi col suo cazzo le mie chiappe.

Alla fine non ce la facevo più e cominciai a muovermi un po’ anch’io anche se vedevo che Lidia soprattutto, ogni tanto mi guardava poteva capire quello che stavamo facendo. Con mio grande dispiacere arrivammo alla discoteca e scendemmo.

Lidia e mia moglie mi vennero subito accanto e entrammo in discoteca.

Lidia quella sera fu rimorchiata da un tizio con il quale lasciò la discoteca verso le due. Io e mia moglie rientrammo verso le quattro quando la ressa sul pulman era maggiore. Si creo una situazione incredibile. Come al solito venimmo separate dalla ressa e ci ritrovammo però abbastanza vicine. Mia moglie era stretta fra due uomini e si capiva benissimo che la cosa la turbava anche se lei faceva l’indifferente ed io mi trova con un uomo dietro che mi premeva contro un sedile. Come io vedevo benissimo che i due uomini la stavano stringendo anche lei probabilmente poteva vedere che l’uomo che mi stava dietro, mi si strusciava sul culo e che io assecondavo il movimento. Forse riusciva anche a leggere quello che provavo sul mio viso.

Quando scendemmo non mi disse nulla. Mi racconto solo quello che avevano fatto a lei, sapendo di eccitarmi nel raccontarmelo.

Il giorno dopo ci svegliammo a mezzo giorno. Lidia si era portato l’uomo li ha casa e questi se ne era andato prima che noi ci svegliassimo.Le donne andarono subito al mare. Uscendo Lidia mi disse di lavare anche le lenzuola del suo letto. Cominciavo a sentirmi dominata da entrambe le donne. Mi trattavano come la loro servetta. A me non dispiaceva, anzi mi eccitava. Mi chiesi però il perché di quel cambiamento di comportamento. Cominciai a sospettare che avessero cominciato a capire qualcosa di me. Lo sospettai ancora di più quando andai a rifare la camera di Lidia. Era un caos, oltre le lenzuola con i segni evidenti della notte d’amore, trovai i vestiti di Lidia buttati da tutte le parti. Gli slip erano tra le lenzuola e per terra vicino al comodino trovai due preservativi usati e annodati.

Ebbi parecchio da fare e potei mettermi al sole molto tardi. Non ebbi il tempo di fare nessuna uscita. Quando tornarono loro dal mare si fecero la doccia mentre io apparecchiavo. Lidia, che si era fatta la doccia per seconda, quando uscii dal bagno mi disse di andare a prendere i costumi per lavarli. Era sempre più autoritaria.

A cena mi dissero che c’era un’altra festa sulla spiaggia. Io dissi subito che non mi andava. Andarono loro. Appena uscite io mi preparai per uscire Indossai un pantalone di garza nero stretto sulla vita da una fettuccia con i cosciali corti alla pescatora.

Sopra una maglietta di viscosa dello stesso colore. Presi la macchina e mi diressi verso il centro passeggiai per un po’ fino ad arrivare al negozio delle gonne. Entrai, ero eccitatissima, il proprietario mi riconobbe subito. Io comincia a guardare qua e la mentre lui serviva una cliente. Dopo un po’ la cliente usci dal negozio salutandolo amichevolmente con un “Ciao Maurizio” cosi conobbi il suo nome. Però rimasi un po’ deluso perché pensavo che sarebbe venuto subito da me invece proprio dalla parte opposta ma la delusione scomparve subito quando vidi che tornava verso di me con la gonna che mi aveva proposto la volta precedente. Me la mostro chiedendomi se ero tornata per quella poi senza aspettare risposta andò verso in camerino, appese la gonna al gancio dentro al camerino e mi guardo facendomi segno di andare da lui. Mi avviai. Sentivo di fare una cosa pazzesca ma non resistetti. Entrai nel camerino. Mi sfilai i pantaloni e elettrizzata mi infilai la gonna. Il Maurizio mi chiese come stava e appena gli risposi che era della mia misura lui apri la tenda. Io ebbi un attimo di smarrimento poi pero il sentirmi esposta cosi a quell’uomo mi piacque. Avevo perso ogni controllo. Lui mi disse se volevo provarne altre appena arrivate. Io dissi di si. Avevo la salivazione azzerata. Eccitatissima. Volevo prolungare quella situazione eccitante anche se mi esponevo tantissimo. Lui andò verso uno scaffale. Da li mi disse di raggiungerlo per sceglierle. Io esitai un attimo. Temevo entrasse qualcuno. Poi mi feci coraggio e mi avvicinai a lui. Che guardandomi mi disse di nuovo che mi stava d’incanto. Mi misi a guardare le gonnelline. Ne scelsi una e tornai nello stanzino. Me la provai. Mi feci vedere da lui. Poi pero dissi che non mi convincevano entrambe e che se a lui non dispiaceva avrei voluto provare un paio di calzoncini. Mi chiese di mostrarglieli. Uscii dallo stanzino con la gonna. Mi avvicinai alla vetrina e gli mostrai i calzoncini. Me li porto in camerino. Erano sgambatissimi. Mi stavano benissimo. Lui ne convenne e mi disse di tenerli indosso e prima che io potessi replicare prese i miei pantaloni di garza e li porto alla cassa . Ero al massimo dell’eccitazione e non replicai. Sapevo benissimo di essere vestita in modo vistosissimo ma l’eccitazione mi fece perdere ogni pudore. Non mi vergognavo di nulla. Mentre camminavo mi sentivo notata da tutti.

Rientrai a casa poco prima delle donne. Mia moglie a letto mi raccontò che alla festa erano state corteggiate moltissimo da due tizi di Milano e che Lidia si è appartata per un ora con uno di loro in una cabina. Mi chiese di farla sfogare perché la corte di quell’uomo l’aveva eccitata moltissimo. Mentre facevamo l’amore le chiesi fino a che punto si era fatta corteggiare e lei mi disse che all’inizio l’aveva stretta un po’ mentre ballavano. Poi quando Lidia era andata via con l’altro erano rimasti a sedere su un lettino della spiaggia e lui l’aveva baciata. Lei però non aveva ricambiato. Per evitare rogne aveva chiesto di tornare a ballare e mentre ballavano l’aveva stretta moltissimo.
-Capirai!- Faccio io mentre mi struscio a lei eccitata.- Con quel miniabito cosi sottile che sembra velo di cipolla. E stato come se ti stringesse nuda.-
-Tesoro non è colpa mia. Quel vestito me l’hai consigliato tu.-
-Non ti sto incolpando amore. Volevo solo dire che immagino come si sarà eccitato.-
-Era arrapatissmo te lo assicuro. Non capiva più nulla. Quando è finito il ballo ha provato a baciarmi di nuovo.-
-E tu!?-
-Io niente. Sono riuscita a farlo smettere con un po’ di difficoltà.-
-Ma l’ha fatto li in mezzo a tutti?-
-No. Stai tranquillo non ci ha visto nessuno. L’ha fato mentre passavamo dietro le cabine per andare a sederci sulle sdraie. L’unico che ci ha visto è Sergio il gestore del bagno. Stava andando verso il suo ufficio e ci è passato vicino. Il fatto che passasse lui mi ha aiutato a farlo smettere.-
-Avrà capito che era lui che ci provava ma tu non ci stavi?-
-Non lo so cosa ha visto lui. Io mi sono accorta di lui quando ci è passato vicino. In quel momento io ho scostato Gustavo e credo che mi abbia sentito che gli dicevo che sono sposata e non posso tradire mio marito. Pero non so quando lui si è accorto di noi.-
-Ma tu non l’hai respinto subito?-
-Mi ha preso impreparata ed ero anche un po’ frastornata, mi ha schiacciato contro una cabina all’improvviso. Non puoi capire con che irruenza e con che passione mi sono sentita prendere.- Il fatto che si passato Sergio mi ha aiutato.-
-Pero ti ha visto e credo che ora pensi che tu hai fatto la ritrosa solo perché passava lui ma che sostanzialmente ci stavi.-
-Anche se fosse stai tranquillo non è un pettegolo, non lo dirà in giro.-
Io cerca di non farlo capire tutto quello che mi raccontava mi eccitava da morire. Ho goduto mentre le chiedevo cosa intendeva dire che quando lui la baciata lei era frastornata.-
-Tesoro avevo ballato due lenti consecutivi con un uomo eccitato come un mandrillo che mi stringeva come una piovra. Secondo te cosa intendo dire con frastornata?-



La mattina dopo mentre si preparavano per andare al mare dalla camera mi chiamò Lidia. Entrai in camera e la trovai che era appena uscita dalla doccia e si stava asciugando i capelli. Mi indicò gli slip che erano su una sedia dicendomi:
-Mi si sono strappati. - Era un tanga piccolissimo, due triangolini uniti ai lati da due striscette. Una di questa era rotta. Mentre io li guardavo lei aggiunse:
-Lina dice che tu sei in grado di ripararli, che con l’ago hai le mani di fata. –
-Ci provo. Come ti è successo? – Le feci io.
-Me li ha strappati il tipo con cui sono stata ieri sera. Quello non ha le mani delicate come te. - Intanto arrivò mia moglie che veniva a chiedere a Lidia una crema.
-E’ li sul comò . Me ne metti un po’ sulle spalle anche a me? – Le disse togliendosi l’accappatoio. Era nuda davanti a me come se fosse la cosa più naturale del mondo e anche per mia moglie era normale. Stavo per uscire ma Lidia mi disse di raccogliere anche le altre cose da lavare. Me lo disse con un tono di comando che mi eccitò molto. Lidia facendosi vedere nuda davanti a me con mia moglie presente faceva capire che in me non vedeva un maschio. Si comportava come se al posto mio ci fosse una servetta alla quale dare ordini e mia moglie era chiaramente d’accordo.

Andarono al mare verso le dieci. Alle undici, stavo ancora sbrigando le faccende di casa, quando ricevetti una loro telefonata. Mi dicevano che avevano deciso di andare a fare una crociera nel pomeriggio. Un battello molto carino partiva verso le sei da porto e faceva un lungo giro lungo la costa e tornava al porto verso mezza notte. Si cenava a bordo e si ballava. Io dissi che non ne avevo voglia perché avevo paura di soffrire il mal di mare. In realtà non mi sembrava vero di avere un pomeriggio e una sera tutta per me. Loro mi dissero che ci sarebbero andate.
Tornarono a casa verso le quattro. Mia moglie si fece subito una doccia intanto Lidia mi chiamo in camera per chiedermi un consiglio su che vestito portare per la sera. Sarebbero partite con il costume ma poi si sarebbero cambiate per cena . Gli consigliai un vestito rosso a tubino cortissimo. Mentre le mostravo il vestito, lei si sfilò bikini e me lo diede in mano dicendomi di lavarlo. Intanto mia moglie era uscita dal bagno e asciugandosi andò in camera nostra. Mi chiamò per passarle un po’ di crema. Mentre le spalmavo la crema le chiesi se voleva che le accompagnassi all’imbarco. Temevo decidessero di andare loro con la macchina ed io sarei rimasta appiedata.
-Non ce n’è bisogno ci passa a prendere l’amichetto di Lidia.-
-Quale amichetto?-
-Quello di ieri sera. Quello che le ha strappato le mutande.- Fa lei ridendo
-L’amico di quello che ti stava dietro?-
-Si sono amici.-
-Allora in crociera verra anche lui.-
-Non lo so. Sono sicura che viene Attilio perché me l’ha detto Lidia. Mi scegli il vestito da mettere sono sempre indecisa.-
Scelsi un top e una minigonna cortissima. Intanto lei si era messa il bikini ed era andata in camera di Lidia. Mi sentii chiamare da Lidia che si era fatta la doccia e avvolta in un telo da bagno si era messa lo smalto alle dita. Soffiandosi sulle mani mi fa:
-Mi aiuti tesoro? Si sta facendo tardi e ho lo smalto ancora fresco.-
-Cosa ti devo fare?-
-Infilami il costume. Il bikini che è sul letto.- E cosi dicendo lascia che il telo da bagno cada a terra. Mi stava trattando come la sua ancella, mi dava ordini come ad una schiava. E la cosa mi eccitava da morire. Ero eccitatissima. I motivi erano tanti,il sentirmi sottomessa dalle due donne, l’attesa per quello che pensavo di fare dopo la loro partenza e anche la consapevolezza che mia moglie si sarebbe rivista con Gustavo durante la crociera.

Dalla finestra vidi la loro partenza. Sulla macchina che venne a prenderle c’erano due uomini. Rimisi un po’ in ordine le camere come mi avevano ordinato, poi mi vestii per uscire. Un look unisex molto sbilanciato al femminile. Dopo una passeggiata in una zona lontana da casa verso le sette e mezzo mi riavviai verso casa.

Prima di risalire in macchina comperai un po’ di pizza per cena in una pizzeria dove sentii addosso gli sguardi dei commessi.

Finii di cenare verso le otto e mezzo e iniziai i preparativi per la pazzia che volevo fare. Cominciai a truccarmi. Sono molto brava a farlo. Lo feci con molta cura. Il risultato mi lasciò soddisfatta. Avevo gia scelto il reggiseno da mettermi. Era di un bikini nero di Lidia. Mia moglie ha una quarta e i suoi sono troppo grandi. Le coppe sono rinforzate e con della gomma piuma avevo fatto un’imbottitura. Sopra indossai una camicetta legata in vita alla caprese. Ed infine sopra un perizoma nero, i pantaloncini che mi ero comperata.

Mi guardai allo specchio prima di uscire. Mi vidi perfetta; mancava solo un particolare ed era quella la pazzia che volevo fare quella sera. Erano le nove e mezza, uscii da casa e dopo un breve tragitto in macchina, scesi per la prima volta in pubblico come donna. Ero super eccitata. Mi sentivo come se tutti guardassero me. La mia follia era cominciata ma la cosa più trasgressiva doveva ancora venire. Mi avviai verso il negozio delle scarpe davanti al quale avevo sostato tante volte. Un negozio di scarpe trendy. Tutte scarpe molto alla moda e soprattutto sexy.

Avevo deciso di entrare in quel negozio e comperarmi un paio di scarpe che avevo gia scelto. Lungo la strada per qualche istante pensai di rinunciare ma poi l’eccitazione vinse sulla prudenza. Mi stavo esponendo moltissimo ma non riuscivo a frenarmi. Entrai nel negozio. C’era solo il proprietario. Vedendomi non ha avuto nessuna aria di meraviglia. Non credo però che non si sia accorto che non ero una donna vera, soprattutto dalla voce. L’idea di essere preso per una trans mi eccitava ancora di più.

Mi fece provare le scarpe. Un paio di sandali argentati con tacco molto alto. Due striscette sulla punta e un cinturino alla caviglia. Mi piacciono da morire. Mi guardai allo specchio sotto gli occhi dell’uomo che mi diceva che mi stavano bene e mi valorizzavano la gamba.

Stavo svenendo dalla libidine. Me li lasciai ai piedi e dopo aver pagato uscii ancheggiando. Cammino benissimo con i tacchi. Li ho indossati tante volte in casa.

Ero in trance. Mi sentivo guardata e la cosa mi piaceva. Salita in macchina, mi avviai verso la zona dove era il negozio di abbigliamento in cui avevo comperato i calzoncini. Scesi dalla macchina e mi avviai verso il negozio. Entrai e per un attimo il proprietario non mi riconobbe. Quando mi riconobbe mi salutò con trasporto. Mi fece dei complimenti molto carini.
Gli dissi che non volevo comperare nulla, che ero passata solo per curiosare un po’. Lui mi disse che ero la benvenuta.

Mi provai alcune gonne e un completino nero composto da un top e una microgonna. Mi stava carinissimo ma non comperai nulla.

Tornai a casa verso mezza notte giusto in tempo per struccarmi e farmi trovare a letto. Loro arrivarono verso l’una.

Mia moglie si getto sul letto vestita dicendomi che era stata una bella gita.
-Ci siamo divertite moltissimo. –
Io sdraiandomi accanto a lei le dissi:
-Ho visto che nella macchina che vi è venuta a prendere c’erano due uomini. Chi erano? –
Lei mi si strusciava addosso come una cagna in calore senza rispondermi e invece mi fece:
-Spogliami tesoro. - Io cominciai a farlo. Quando le sfilai le mutandine le sentii fradice. Lei sicuramente sentiva che ero eccitata e approfitto per dirmi all’orecchio:
-Uno era l’amico di Lidia, l’altro era quello che mi ha corteggiato l’altra sera. -
-Gustavo? Ci ha provato ancora? –
Le chiesi io. Lei per un po’ non mi rispose continuando a strusciarsi a me. Io allora insistetti e le feci:
-Era una domanda sciocca vero? Ci hai fatto l’amore?-
Io intanto l’avevo penetrata ero entrata in lei con estrema facilità, più facilmente del solito. Appena lei mi disse di si me ne venni dentro di lei.
Continuando a strusciarsi contro di me, cominciò a raccontarmi cos’era accaduto nei minimi particolari. Io sentendola raccontare mi eccitai ancora. Facemmo di nuovo l’amore. Era chiaro che lei capiva quanto mi eccitava sentirla raccontare quello che aveva fatto. Lo faceva senza pudore.
-Quel porco, mi ha fatto sentire proprio una troia. Me lo ha messo dappertutto. Mi ha fatto godere da matti. –
Questa volta me ne venni mentre lei mi diceva che lui aveva un cazzo molto più grosso del mio.
La mattina dopo ci svegliammo abbastanza tardi. Prima di andare al mare mi dissero che la sera volevano andare in discoteca io dissi che ero contentissima.
Alla fermata del pullman della discoteca vidi ad attendere l’uomo che mi aveva strusciato la prima volta che avevamo preso quel pullman. Incontrai il suo sguardo. Sicuramente anche lui mi aveva riconosciuta. Lidia e mia moglie salirono prima di me. Mi accorsi che l’uomo aspettava la mia salita. Infatti sali subito dopo di me. Mi ritrovai pigiato ad un metro da Lidia e mia moglie. L’uomo mi stava dietro e mi fece subito sentire il suo uccello. Io dovevo fare uno sforzo per cercare di non far trasparire quello che provavo. Ad una fermata la ressa ci separò e solo poco prima dell’arrivo lui riuscì ad accostarsi di nuovo a me. Durante la serata lui gironzolo sempre intorno a noi. Riprese il pullman insieme a noi. Durante il viaggio mi fu sempre incollato dietro. Io corrispondevo le sue spinte e i sui strusciamenti. Le donne erano molto vicine a me. Anche se cercavo di controllarmi non potevano non capire cosa stava succedendo. Ma non me lo dissero apertamente.
Una volta a casa però , appena in camera, Lina si strinse a me e con le mani andò sulle mie natiche poi mi slaccio i pantaloni baciandomi lascivamente. Poi si scosto un attimo facendo cadere i pantaloni. Mi guardo interessata e mi disse con voce roca che mi stava bene. Che la eccitavo. Mi venne dietro stringendosi a me mi premeva il suo pube sul culo.
Io eccitato le chiesi:
-Ma che fai? -
-Voglio capire cosa sentiva l’uomo che ti stava dietro sul pullman. -
-Non capisco di cosa stai parlando. - Provai a replicare io che però avevo capito benissimo e avevo la salivazione azzerata per l’eccitazione.
-Non far finta di non capire. Lo sai di cosa parlo. Si vedeva benissimo che quell’uomo ti stava strusciando l’uccello dietro. -
-Ma che dici! - Faccio io.
-E’ inutile che lo neghi. E si vedeva pure che tu ci stavi. –
-Ma scherzi!? –
-No tesoro. Dico sul serio. Si vedeva che ti piaceva. Vuoi negarlo? –
Io senza replicare mi girai e l’abbracciai con passione. Facemmo l’amore e mentre la penetravo lei mi carezzava tra le natiche e mi chiedeva se mi sarebbe piaciuto sentirci un uccello. Me ne venni con un suo dito tra le natiche.

La mattina dopo quando mi svegliai mi stavo per infilare un paio di calzoncini con mutandine incorporata quando mia moglie mi stese il perizoma e mi disse di metterlo. Non feci obbiezioni neanche quando lei mi stese una sua maglietta e mi disse di andare a preparare la colazione cosi. Quando arrivo Lidia a colazione non disse niente del mio abbigliamento. Mi diedero ordini ancora più perentori del solito, prima di andare al mare. Sulla porta mia moglie mi disse che mi avrebbero portato in discoteca anche quella sera. Ero elettrizzata. Sarei salita di nuovo su quel bus e mi sarei strusciata a qualche uccello sapendo che mia moglie lo sapeva. Speravo che ci fosse il solito uomo alla fermata ma non c’era. Trovai lo stesso uno a cui strusciarmi, sia all’andata che al ritorno. A letto mentre ci abbracciavamo e ci carezzavamo mia moglie mi chiese:
-Cosa provavi mentre quell’uomo sul pullman ti premeva l’uccello sul culo? –
-Oh no! Ti prego. Lo sai. –
-Voglio sentirtelo dire. –
-Cosa? –
-Quello che provavi. –
-Mi piaceva. Si, mi piaceva. Sei contenta? –
Lei giocava con il mio sedere. Ad un certo punto sentii le sua dita particolarmente viscide. Le aveva unte con qualche crema.
-Ci provavi gusto? Scommetto che ti premevi contro di lui per sentirlo meglio.-
Sentii che voleva entrare con un dito nel mio buchetto.
-Si. Mi dava gusto! – Sospirai io, mentre cercavo di penetrarla. Quando riuscii a farlo lei era riuscita ad entrare con due dita dentro il mio culetto. Poi sentii qualche altra cosa poggiarsi tra le mie chiappe le dita di mia moglie si sfilarono e sentii qualcosa di più grosso premere sul mio culetto. Era Lidia entrata senza farsi sentire che mi penetrava con un vibratore. Sentii un forte dolore poi il vibratore mi fu tutto dentro. Me ne venni in pochi attimi.

La mattina mi lasciarono dormire mentre loro andarono al mare. La sera ci preparammo per andare in discoteca.
Mia moglie come al solito mi chiese di aiutarla a scegliere le cose da mettersi.
Io cominciai a tirare fuori le cose che mi sarebbe piaciuto avesse indossato.
Quando gli mostrai il perizoma che avevo scelto lei mi disse: - Ti piace tanto quello? –
Era piccolissimo bianco di pizzo. –Si. A te no? - Feci io.
-Se ti piace tanto, mettilo tu. Io indosso questo. -
E io lo indossai. Sopra indossai un paio di pantaloni di garza senza forma, stretti in vita da una fettuccia. Sopra una blusa a casacca.
Alla fermata c’era il mio uomo. Ci cercammo e ci appiccicammo subito. Oltre a Mia moglie e Lidia forse se ne accorsero anche gli altri di cosa facevamo. In discoteca lui gira sempre intorno. Mia moglie mi stuzzica facendomelo notare.
-Gli hai fatto perdere la testa. -
-Ma che dici!?- Cercai di schermirmi io.
-Tesoro, credi che non si vedeva come stava sul pullman? Stava per venirsene. Non dire che non te ne sei accorto! -
-Be era abbastanza eccitato! -
-E tu? -
-Io cosa? -
-Anche tu eri eccitato. Ti piace vero? -
-Cosa? -
-Il tipo. Sentirtelo addosso. Non vedi l’ora di risentirlo. Aspetti con ansia il viaggio di ritorno. Vero? Allora vai a casa. Io e Lidia ci fermiamo ancora molto e tu sei impaziente. -
-In effetti ho un po’ sonno. -
-No. Tu hai voglia. -
Erano le due ed io mi avviai verso la fermata del bus. Il mio uomo mi segui.
Quando sull’autobus ci riappiccicammo. Quando arrivammo alla mia fermata scesi e lui mi seguì. Mi avviai verso casa e lui mi affiancò. Passammo in un punto molto buio e lui mi passò una mano intorno alla vita io mi fermai mi girai verso di lui. Ci baciammo.

Dopo un lunghissimo bacio ci avviammo verso casa. Appena dentro lo guidai in camera nostra, mi sfilai i pantaloni e mi accostai a lui. Ci baciammo di nuovo. Lui si sfilò i pantaloni. Ci gettammo sul letto. Avevo il suo cazzo in mano era stupendamente grosso. Avevo voglia di sentirlo in bocca. Lui sembrò capirlo, con una leggera pressione della mano sulla mia nuca mi spinse verso il suo cazzo.

Cominciai a succhiarlo. Mi piaceva. Avevo voglia di sentirlo sempre più dentro. “Voglio incularti”. Furono le prime parole che gli sentii dire. Lo volevo da morire anch’io mi sfilai dalla bocca il suo uccello e mi girai offrendogli il mio culo. Me lo lubrificò con la saliva poi comincio a spingere. Sentivo un dolore atroce ma lo volevo dentro. Quasi di colpo fini il dolore e mi sentii pieno era dentro e mi pompava. Fu breve ma fantastico, un orgasmo pazzesco. Dopo l’orgasmo ebbi un attimo di vergogna ma duro pochissimo. Sentii subito una nuova ondata di eccitazione salirmi dentro. Mentre lo accompagnavo alla porta mi strinsi a lui come una puttanella. Gli dissi che avrei voluto rivederlo, ma purtroppo lui aveva finito la vacanza.

Mi ero addormentato da poco quando fui svegliato da Lina che si era sdraiata accanto a me e strusciava lascivamente e all’orecchio mi ripeteva:
-Lo hai preso. Vero? …ti è piaciuto? –
-Cosa? Cosa mi è piaciuto? –
_Il cazzo tesoro. Lo hai preso. Vero? -
-Ma che dici!? Sei tu che l’avrai preso sicuramente! –
- Si. L’ho preso! –
-Per questo mi hai suggerito di tornare a casa prima. Avevi appuntamento con il tuo amichetto. –
-No l’ho conosciuto li appena sei andato via tu. Dopo un po’ che ballavamo mi ha chiesto se volevo andare a vedere un panorama stupendo da un’altura vicino la discoteca. Io ho accettato e l’ho seguito. Era ad un centinaio di metri, un spiazzetto protetto da una balaustra di legno da dove si vedeva il mare . C’era un’altra coppia che però invece di ammirare il panorama si baciava. Lui mi ha guidato verso la balaustra, lontano dall’altra coppia. , restando dietro a me, con la scusa di indicami e descrivermi le varie cose che vedevamo, intanto si era appoggiato a me e facendomi sentire tutta l'eccitazione del suo randello duro nel solco del culetto che solo il leggerissimo tessuto della mia mini lo separava dal mio forellino....sentire quel randello mi aveva dato subito una scarica di piacere che mi aveva fatta bagnare tutta.....ma invece di staccarmi da lui, iniziai a muovere il bacino inarcando il culetto per meglio sentirlo strusciandomi addosso a lui....poi, il suo bacio sul collo con la lingua, mi aveva mandata completamente in estasi e fatto perdere tutti i freni e le resistenze che ancora potevano avere.
Ci sapeva fare da morire e la carica erotica era fortissima.....io mi sciolsi girandosi verso di lui e appiccicando le mie labbra sulle sue succhiandogli la lingua.....scivolai lungo il suo corpo e mi inginocchiai , abbassai i bermuda e ne feci uscire il cazzo duro e dritto sormontato da una cappella dura e gonfia a forma di fungo....iniziai un pompino magistrale....le mie labbra lentamente e dolcemente si sono posate sulla cappella....con la punta della lingua ho iniziato lente leccatine.....e ad ogni tocco il cazzo vibrava....ho aperto la bocca e con le labbra ho iniziato ad avvolgerlo fino ad arrivare alla base facendo entrare tutta l'asta dentro .. la mia gola calda gli dava un piacere immenso.......poi un lento risucchio mentre lo facevo uscire dalla bocca....un lento entra ed esci dalla bocca.......lui intanto mi teneva con le mani la testa e la dirigeva muovendola come un mouse a disegnare lunghi cerchi.....poi mi ha sdraiato a terra su un tappeto di foglie di canne e ha iiziato a prendermi in tutti i modi possibili facendomi provare delle emozioni uniche.......ed il fatto che qualcuno avrebbe potuto spiarci mi ha eccitato ancora di più. Ho goduto da morire e anche lui è esploso schizzandomi in bocca, ho sentito arrivarmi in gola tre, quattro schizzi di sborra calda che ho ingoiato ripulendo poi tutto il cazzo ancora dritto –
-Sei un troia fantastica. -
-Si è vero. Sono una gran troia. E a te piace. Vero? Se mi baci e mi lecchi intorno alla bocca senti ancora il sapore del suo sperma. –
Ci baciamo con passione e lo sento il sapore della sborra dell’uomo che la scopata. La cosa mi eccita da morire. Lei mi sta carezzando tra le chiappe premendo le dita sul mio bucchetto Sente che sono fuori controllo e incalza:
-E’ inutile che neghi lo so che te lo ha dato. Dai confessalo ti ha scopato. -
-Si è vero. Sei contenta ora? –
-Ne ero sicura. Ti è piaciuto, Vero? –
-Si. Non puoi capire quanto. –
-Si che lo posso capire. Lo so benissimo che gusto da un bel cazzo nel culo. – Disse lei baciandomi ancora e premendo di più con le dita sul mio buchetto.
-Lo vorresti ancora vero? Sei una puttanella. Non ti basta mai! –
-Perché dici che non mi basta mai? Guarda che l’ho preso solo una volta! -
-Volo dire che ne vorresti ancora, che non ti è bastato quello che ti ha dato quell’uomo. Che ti sento ancora arrapato.-
-Ma è colpa tua, sei tu che mi hai fatto tornare la voglia. -
-Purtroppo io non posso dartelo, però posso aiutarti con questo. – Fa lei prendendo dal comodino il vibratore.
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