trans
camion

16.05.2025 |
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"Mi guardavo intorno a volte, vedevo la strada poco illuminata e noi che scopavamo..."
Mi piace alternare, sento di farlo come spontaneamente la voglia del giorno mi guida, versione completamente maschile oppure en-femme. En-femme quando ci si sente esibizionista, ricettiva, provocatrice, vogliosa di soddisfare e di essere soddisfatta.Parte l'ormone opposto, come si dice, e allora si cercano dei tacchi vertiginosi, una minigonna, un trucco, una parrucca da indossare e si va a cercare il piacere, la trasgressione, forse anche l'esagerazione.
Quella sera in zona industriale non c'era nessuno ma io con scarpe decolletè nere tacco 12, minigonna inguinale plissettata, sotto reggicalze sottilissimo e calze a rete. Tutto di colore nero. La parrucca dai capelli neri mossi lunghi, rossetto nero, occhi dal contorno marcato nero che faceva risaltare i miei occhi chiari. Profumata, e con una voglia fortissima di mostrarmi, di farsi guardare e desiderare.
Giravo così in auto per le vie tra i capannoni ma...nessuna anima viva.
Sul tardi è arrivato un camion dalla targa turca. Ha parcheggiato, si è fermato.
Sono passata più volte davanti la cabina con l'auto scorgendo talvolta i movimenti di una persona all'interno. Ricordo di aver anche provato a fermarmi di fianco alla cabina per farmi vedere, ma nessun cenno.
Al limite del desiderio ho deciso, quindi, di scendere dall'auto davanti alla cabina e di farmi vedere mettendo qualche passo. Nessuna risposta.
Sono ripartita in auto facendo altri giri nella zona per poi tornare al camion, ancora.
Questa volta il camionista era per strada accanto al camion, stava sistemando alcune cose sotto la fiancata.
Super eccitata non ce l'ho fatta, e con coraggio, imbarazzo, eccitazione, voglia di..tutto, sono scesa dall'auto e sono andata verso il camion ma dall'altra parte da dove era il camionista.
Qualche passo, poi una sosta, poi ancora qualche passo. Avevo perso di vista il camionista.
Improvvisamente ho sentito una mano sui fianchi.
In estremo silenzio, forse imbarazzato e privo di coraggio anche lui, il camionista era arrivato da me.
Mi sono girata, ci siamo guardati, entrambi vogliosi di...tutto. Lui ha tirato giù la cerniera dei pantaloni e ha estratto una...cosa molto grande. Uno spettacolo!!
Ho ricambiato girandomi un pò, e mostrandogli il fianco ho tirato su la minigonna quel che bastava per mostrarli reggicalze e culo.
Non ha perso tempo, mi ha girata completamente, con forza mi ha fatta piegare tirandomi su quel poco che c'era ancora di minigonna. In silenzio, ha messo la protezione, mi ha sputato sull'ano che teneva ben visibile tirandomi le chiappe e poi lo ha appoggiato.
Avevamo una voglia pazzesca entrambi. In silenzio. Ha cominciato a spingere con gentilezza ma dopo circa tre tentativi ha osato.
Mi ha messo quella cosa enorme dentro con forza. Ho gridato. Ho provato a spostarmi ma mi teneva con le braccia, era fortissimo e infoiato.
Sentivo il suo fiato e i suoi colpi forti, aveva una voglia pazzesca e forse mille arretrati.
Praticamente mi ha violentata, non so per quanto tempo. I suoi colpi erano esagerati. Alternavo dolore intenso a piacere fisico e mentale.
Mi guardavo intorno a volte, vedevo la strada poco illuminata e noi che scopavamo. Io con le gambe sempre più piegate e divaricate sostenuta dalla forza del camionista.
A un certo punto, più in là ho scorto un'auto con un signore distinto che guardava e che poi ha aperto lo sportello per mostrare che si stava masturbando godendosi la scena.
Il camionista mi ha assestato gli ultimi colpi ed è venuto dicendo qualcosa nella sua lingua in modo affannato. Subito si è ricomposto ed è andato in cabina.
Io ho tirato su il perizoma mentre il signore guardava ancora. Ci siamo guardati, io l'ho fatto con malizia. Mi sono sistemata mentre lui osservava i miei movimenti e la mia figura.
Io volevo qualcos'altro ancora.
Il signore però è andato via senza tornare.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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