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il mio Angelo custode


di femminadentroTO
15.08.2023    |    1.775    |    6 9.6
"Vestirmi da femmina con intimo sexy e andare in direzione autostrada per poi entrare in un autogrill e fiondarmi nei bagni maschili in attesa che qualche bel..."
Il mio Angelo Custode
Era da tanto tempo che ci pensavo e finalmente avevo trovato il coraggio di farlo.
Vestirmi da femmina con intimo sexy e andare in direzione autostrada per poi entrare in un autogrill e fiondarmi nei bagni maschili in attesa che qualche bel maschio di passaggio si accorgesse di me.
Presi la macchina e oltrepassato il casello autostradale mi fermai in una piazzola per potermi vestire con tutta calma.
Era sera, ma ogni macchina che passava mi faceva sobbalzare dalla paura che qualche automobilista si fermasse e vedesse la scena del mio travestimento.
Scarpe tacco 10 decolletè nere, body molto fasciante con gancetti per le calze velate, nere anch'esse velatissime, mascara, fard e rossetto per poi concludere con orecchini e parrucca bionda riccia.
Ero molto sensuale, mi riguardavo per cercare difetti e iniziavo a fare le smorfie tipiche delle donne civettuole.
Gambe lunghe ben depilate e velate, scarpe lucidissime con quel tacco che mi avrebbe fatto impazzire per rimanere in equilibrio e soprattutto il cuore che pulsava all'impazzata.
Tanti dubbi invadevano la mia mente, paure di qualsiasi genere mi spingevano a tornare velocemente a casa ma, un ultimo sguardo allo specchio ed ho visto una bellissima donna pronta a far impazzire qualche maschietto eccitato e questo mi ha rincuorato e spinto ad avventurarmi nel mio proposito lussurioso.
L'autogrill lo avevo scelto con cura, sapevo che era frequentato anche e soprattutto la sera da camionisti di passaggio e quando mi ero fermata in altre occasioni avevo sempre trovato diversi uomini sia all'interno che all'esterno.
Il mio obiettivo era quello di arrivare al bagno all'interno senza dare troppo nell'occhio ma con quell'abbigliamento era difficile.
Mi portai uno spolverino con il quale riuscivo a coprire fino al ginocchio.
Mi tremavano le gambe, con quelle scarpe facevo molta fatica nella guida e quando vidi in lontananza l'autogrill illuminato sentii vibrare il mio ano.
Non sapevo esattamente cosa aspettarmi.
Magari sarei stata cacciata appena messo piede all'interno dell'autogrill ma sapevo che i bagni erano molto vicini all'ingresso dunque si trattava di fare solo pochi passi.
Misi la freccia e svoltai verso i parcheggi.
Le tempie pulsavano dall'emozione e facevo fatica a controllarmi.
Parcheggiai e prima di scendere mi chiesi se fosse veramente il caso di farlo.
Poi riguardando le mie belle gambe mi feci coraggio e scesi dalla macchina.
Il piazzale non era molto affollato, erano le 22 di un venerdì e chiusa la macchina iniziai a camminare con una certa disinvoltura tenendo le gambe ben chiuse come una signora d'alta classe.
Ormai mancava poco, solo una piccola rampa di scale mi separavano dall'ingresso quando il sangue mi si gelò di colpo.
Una mano forte e muscolosa mi afferrò il braccio facendomi sobbalzare dallo spavento.
Morta dalla paura mi girai e dietro di me mi accorsi della presenza di un gruppo di camionisti probabilmente slavi.
In un italiano stentato l'uomo che mi aveva afferrata mi chiese dove andavo e mi invitò a seguirli per bere una birra nel suo camion.
Terrorizzata cercai di divincolarmi ma l'uomo era troppo forte e rideva nel vedermi spaventata ed in difficoltà.
Scivolai sul gradino e mi ritrovai per terra circondata da tre uomini ubriachi, pronti a saltarmi addosso.
Nelle mie tante fantasie una scena del genere l'avevo sempre sognata, ma si trattava di ragazzi carini e profumati, vogliosi di godere del mio corpo senza violenza.
Immaginavo i loro piselli già duri dentro i pantaloni che, bramosi di essere succhiati, spingevano per uscire dalle mutande.
Mi sentivo persa...
Speravo fosse solo un brutto incubo ma ero lì, alla mercè di quei camionisti e di romantico non vedevo niente.
Rassegnata, mi feci aiutare a rimettermi in piedi e con qualche spintone mi dirigevano verso il camion di uno di loro.
Una mano iniziava ad accarezzarmi le gambe e facevo fatica a spostarla visto l'insistenza.
Palpavano e ridevano, ormai lo spolverino non copriva più niente e la banda delle calza iniziava a far capolino sotto il vestito.
Pensavo a quelle povere prostitute maltrattate.
Ora ero nella loro condizione e per certi versi mi dicevo che poteva essere un'esperienza anche questa.
Ad un tratto sentii alle mie spalle un urlo!
Un uomo distinto sulla sessantina si dirigeva verso di noi intimando quegli uomini di lasciarmi andare altrimenti avrebbe chiamato le forze dell'ordine.
Imperioso, afferrò il mio braccio e lo divincolò dalla presa del camionista.
Con fare circospetto, tenendo d'occhio i tre camionisti, mi allontanò da loro dirigendomi verso la sua macchina.
Salii in fretta senza pensare a chi fosse quell'uomo o cosa sarebbe successo se veramente avesse chiamato qualcuno.
La vergogna sarebbe stata tantissima e la mia vita ne sarebbe rimasta sconvolta.
Non proferimmo parola per qualche minuto, ero ancora sconvolta per quanto successo qualche istante prima e mi dicevo che grazie a quell'uomo avevo evitato di essere violentata selvaggiamente.
Ero stata ingenua, nei miei pensieri doveva essere tutto più soft, un bell'uomo sarebbe entrato nei bagni pubblici, mi avrebbe accarezzato il corpo ed io gli avrei fatto un bel pompino per poi essere dolcemente scopata.
Tutto si era svolto in modo caotico ed imprevisto.
Ora mi ritrovavo in macchina, con un uomo che non conoscevo e che mi portava chissà dove.
-Hai paura ? - mi chiese all'improvviso.
-Si, sono sconvolta e non so dove mi porti - risposi dopo qualche secondo.
La sua voce infondeva fiducia, lasciai che mi portasse dove voleva, di sicuro sarei stata più tranquilla che stare nella cabina di un camion con quei tre energumeni.
Uscimmo ben presto dall'autostrada e ci dirigemmo verso l'aperta campagna fino a raggiungere un casolare.
Una volta dentro mi disse che quella era una sua proprietà e potevo stare tranquilla con lui.
-Questo era il mio rifugio quando volevo stare tranquillo con una mia amica, si chiamava Mary ed era una trav come te. - mi confessò.
- Ci incontravamo tre volte a settimana e Lei era la mia donna in tutto e per tutto. Cucinava, stirava e facevamo l'amore. Era una persona fantastica, molto curata nell'aspetto e passionale a letto. Allora ero sposato e dovevo fare i salti mortali tra casa, lavoro e Mary.-
Rimasi sconcertata, avevo trovato un uomo fantastico, proprio quello che cercavo da tanto tempo.
La casa era arredata con gusto, la camera da letto aveva un tocco di femminile con tendine in pizzo e quadri ispiranti all'eros orientale.
In bagno era presente la jacuzzi e tutti gli ambienti erano profumati di fragranza soave.
Mi guardai in giro, rendendomi conto che ancora indossavo i vestiti femminili e che il mio pisellino iniziava a risvegliarsi.
Mi fece vedere dentro gli armadi, colmi di abiti femminili, gonne, vestiti intimo di ogni genere.
La cara Mary era coccolata e viziata da quello che potevo vedere.
-Che fine ha fatto la tua amica ?- gli chiesi.
-La moglie era una famosa avvocatessa, molto conosciuta nella zona, tanto da essere contattata da un famoso studio di avvocati e così decise di trasferirsi portando con sè la mia dolce Mary-.
-Immagino il tuo dispiacere.. non so come ti chiami -
-Franco, questo è il mio nome-.
-Il tuo ? hai un nome d'arte ?-
-Veramente no, non ho mai dato troppa importanza ai nomi, se vuoi scegline uno, credo che tu abbia buon gusto-.
-Sarai Melissa, ti piace ? mi ricorda tanto la prima trav che ho conosciuto, molto raffinata e sensuale, tra l'altro ti somiglia fisicamente-.
Detto queste parole iniziò ad accarezzarmi le gambe. Infilava la mano dentro la calza fino a risalire dietro l'elastico dell'autoreggente. Iniziò a baciarmi il petto e il collo, tirandomi a sè per sentire il mio corpo aderente al suo.
Il suo profumo confondeva i miei sensi già messi a dura prova dagli eventi di quella nottata.
Andammo in cucina e prese dal frigo una bottiglia di spumante e due calici.
-Brindiamo al nostro incontro, sperando che sia l'inizio di una intensa amicizia- le sue ultime parole prima di tirar giù un bel sorso e poi sparire nel nostro talamo d'amore.


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