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Il Gelataio Siciliano - (Compro sempre tanto vino bianco, ghiacciato e leggermente frizzante)


di Irondick
07.03.2018    |    1.104    |    3 10.0
"A tali pensieri, ben presto, il suo cazzo giovane e fresco si indurì e si ingrossò sollevando l'orlo del costume, lasciando la cappella rossa e già umida..."
Quell'estate avevo preso una casetta prospiciente la spiaggia, a Terrasini, nel bellissimo paese dove stavi lavorando. Così ti sarei stato più vicino e tu mi avresti potuto raggiungere facilmente anche nelle ore di intervallo dal lavoro.

Il sabato e, a volte, anche la domenica sera, avevamo preso l'abitudine di cenare in piazza, nei risto pub alla moda difronte il Duomo. Dopo cena prendevamo sempre il gelato nella gelateria che stava tra i due risto pub all'inizio della piazza, tanto ché era nata una certa amicizia con il giovane proprietario della gelateria, tale Mario, il quale non faceva nulla per nascondere la sua simpatia nei tuoi confronti. Anzi, spesso sottolineava questa sua simpatia quando, preparandoti il gelato preferito, abbondava straordinariamente in cioccolato, nocciole, leccornie varie e panna. Ti faceva un gelato così esagerato, che quando te lo serviva, al tavolo, ti guardavano tutti con grande invidia. Alcune ti invidiavano per il gelato, ma molte di più ti invidiavano per quel torello locale tutto muscoli e cazzo che ti coccolava apertamente. Almeno ... così avevo sentito dire in giro dalle ragazzette troiette del paese che avevano fatto addirittura un turno per condividerselo equamente. Era sì magro, quasi esile, ma a nudo dicevano mostrasse una muscolatura da statua greca e un cazzo da scimmione siciliano infoiato.
Inoltre, il giovane bulletto, amava spalmare sul tuo cono l'ultima eccezionale cucchiaiata di panna e cioccolata calda servendotela al tavolo, davanti a tutti! ... e mentre la panna calda colava da tutti i lati, si divertiva a provocarmi suggerendoti: "Lo lecchi tutto attorno e subito!, mia bella signora ... glielo dico per evitarle lo sgocciolamento e non farle perdere neanche una goccia di questa panna calda, molto speciale, che preparo con un procedimento particolare appositamente ed esclusivamente per le mie migliori clienti." ... e poi aggiungeva infine con un filo di voce ... "Le strafighe come lei"...
Non osavo neanche pensare a quali ingredienti avesse potuto mischiare per offrirti una panna appositamente pensata per la tua bocca!

A te non sfuggiva certamente la provocazione verbale, ne la gestualità volgare ma eccitante con cui il caro gelataio spalmava la panna sul tuo enorme cono di cioccolato ... quasi fosse una parte del tuo corpo da ricoprire e spalmare con tanta crema calda di ... ben altro dolce! che, sono sicuro, ti avrebbe volentieri fatto leccare.
Tu reagivi a tali provocazioni e davi il primo assaggio al tuo cono divertendoti a leccare tutta quella panna risucchiandola tra le tue labbra, fino a riempirti la gola. Infine lasciavi fuoriuscire con sensuale maestria qualche rivolo di cioccolata che, sporcandoti leggermente attorno alle labbra, subito ripulivi con veloci ed abili colpi di lingua. Le tue provocanti risposte non sfuggivano certo al nostro giovane amico che, socchiudendo gli occhi, quasi lanciava un gridolino di piacere che a me sembrava sentissero anche i clienti dei tavoli più vicini. Credo che, ogni volta, immaginasse di mettere il suo caldo membro al posto di quel grosso cono che ti preparava con tanta passione e generosità e credo che accusasse quei tuoi colpi di lingua, rapidi e precisi, come dati alla punta della sua cappella ... nel mentre che, coperto dal grembiule da gelataio, si stringeva forte tra le gambe quel cazzo rozzo e affamato di figa. E così era! per almeno due volte alla settimana.

Spesso uscivamo dal locale di corsa, giusto in tempo, prima di scoppiare a ridere e, mano nella mano, andavamo a casetta nostra a fare di corsa l'amore, eccitati come dei ragazzini.

Nel tempo, tra un gelato e l'altro, eravamo diventati cordiali conoscenti e, la domenica, ce lo ritrovavamo in spiaggia spesso disteso vicino a noi, anzi a te, sempre gentile e pieno di attenzioni.

Tu, ridendo, mi dicevi che era solo un bulletto di paese di neanche trent'anni e che non dovevo preoccuparmi di quell'innocente gioco di provocazioni, perché anche se non ti era indifferente ... insomma ti piaceva e me lo avevi anche detto! ... non avresti mai ceduto alle lusinghe di nessuno, perché tu eri tutta e soltanto per me! Inoltre era anche magro, anzi esile, e quindi probabilmente non era neanche particolarmente dotato ... Insomma ... secondo te aveva l'uccello piccolino. E tu eri molto esigente in tema di dote maschile. Io me ne rimanevo zitto e ti celavo quello che avevo saputo sul bulletto Mario.

Feci appena a tempo a tranquillizzarmi ripensando a queste tue parole anche quel giorno, in spiaggia, quando lo stronzetto riuscì ad innervosirmi mettendosi in una posa molto provocante rispetto al tuo punto di vista. Disteso alla tua destra infatti, si pose leggermente più in basso di te e sono certo che iniziò a pensare alle tante cose porcelle che avrebbe voluto farti. A tali pensieri, ben presto, il suo cazzo giovane e fresco si indurì e si ingrossò sollevando l'orlo del costume, lasciando la cappella rossa e già umida fare un leggero capolino ... ti vedo-non ti vedo ...

L'effetto era molto forte, devo ammetterlo. Tu non resistesti a quella vista rubata della sua intimità e ti vidi sbirciare con curiosità più volte, di nascosto a me ed anche a lui.

Lui sapeva benissimo quando tu sbirciavi il suo grosso sesso spuntare da sotto il costume, era come se sentisse il tuo sguardo posarsi con curiosità sul suo cazzo che ancor più si eccitava rischiando di esplodergli dentro. Quando sentiva il tuo sguardo timido ma curioso cercare quel suo palo ruvido di vene calde, pompava la sua asta con tale forza, come soltanto i giovani ragazzi impertinenti sanno fare ... e questa si alzava ed innalzava il costume ancor più per lasciarsi ammirare. Ogni volta che il costume si impennava scorgevo il tuo sguardo frugare lì sotto e non capivo se ancora potevo credere a quello che mi avevi detto o no, circa la tua fedeltà assoluta al mio amore.

Quella mattina sulla tarda, dopo troppi sguardi furtivi su quella grossa cappella arrossata dal desiderio di te, fui colto da folle gelosia e lo mandai a quel paese dicendogli di ricomporsi e di coprire meglio quel cazzetto piccolo e moscio che spuntava sfacciato da sotto il costume. Poi ... non so come, ne perché, raccolsi il tuo suggerimento di farmi perdonare di tanta scortesia, chiedendogli scusa e sorprendendoti lo invitai a cena per la sera. Lui, che era in ferie, fu ben felice di accettare. Tu non proferisti parola.

Il pomeriggio notando una certa agitazione nei tuoi movimenti e nel tuo parlare, ti invitai a rilassarti preparando la cena, mentre io ti andavo a comprare un vestito degno della serata. Quel vestito, lo avevi guardato a lungo alcuni giorni prima e lo avevi molto desiderato, come a lungo avevi guardato e forse desiderato, durante tutta la mattina, quel grosso cazzo giovane ed accaldato non soltanto dal sole d'agosto. Era sempre così, finivo sempre per comprarti tutto ciò che desideravi. Non sapevo negarti nulla.

Prima di uscire però, ti feci promettere che avresti messo il vestito senza le mutandine, così da permettermi di accarezzarti la passerina di nascosto durante tutta la cena. Tu sapevi quanto mi piaceva fare questi giochetti erotici in barba agli ospiti. Prima mi dicesti di no, ma poi ripensando al vestitino tanto desiderato ... ma forse non soltanto a questo ...

Il vestito era molto bello ... la tua passerina profumata stava lì, sotto quel leggero velo, ed il suo profumo sembrava riempire la stanza da pranzo.

La cenetta che avevi preparato era a base di crostacei e frutti di mare, il tutto spruzzato di un vino bianco ghiacciato e frizzantino che si beveva con facilità e rendeva tutto semplice e sfrontatamente possibile.

Il tuo decolté era messo in risalto dallo scollo del vestito appena appena trasparente. Guardavo il nostro amico gelataio che non riusciva a sbucciare i crostacei senza sporcarsi perché era troppo distratto dal tuo seno generoso e invitante ... ti veniva da ridere, ma ti trattenevi.

La cena procedeva tra risa e battute un pò osé, tipiche delle comitive un pò brille. La discussione non degenerava mai, perché io smorzavo le battute del nostro amico mettendo un freno all'atmosfera erotica che si sarebbe potuta creare.

Avevi voluto che ti promettessi di tenere tutto sotto controllo, perché tu non eri interessata ad andare troppo oltre il gioco della seduzione. Almeno così mi avevi detto!

Il vino ghiacciato scendeva lungo le nostre gole senza trovare argine e tu eri sempre più allegra e rilassata.

Ad un certo punto andasti a sedere sul divano difronte a noi e nell'accavallare le gambe dimenticasti, forse, di essere senza le mutandine.

Io quasi caddi dalla sedia, mentre il gelataio si versò sulla camicia l'ultimo bicchiere di chardonnay ghiacciato...

Tu per tutta risposta allargasti le gambe ancor più, dando luce alla passera più bella e calda di Terrasini. Io ripensai a tutte quelle volte che in spiaggia Mario ti aveva provocato facendoti sbirciare furtivamente il suo cazzo indurito da pensieri maiali che certamente ti avevano riguardato.
Adesso ti stavi forse vendicando?

Il nostro amico ne fù così tanto sorpreso che, balbettando, chiese dove fosse il bagno e si allontanò per risistemarsi. Era visibilmente sconvolto, rosso come un peperone e con la patta che stava per esplodergli! Si vedeva ad un kilometro di distanza che il cazzo gli stava scoppiando nei pantaloni.

Mentre lui andava verso il bagno degli ospiti, io mi sedetti accanto a te e ti baciai con desiderio e passione infinita. Tu mi assecondasti e presa dall'eccitazione, liberata dal vino e stimolata dai miei tocchi sapienti che ti facevano fremere ovunque, cominciasti a penetrarti la passerina, già tutta bagnata, con le dita della mano sinistra. Poi dicendomi all'orecchio che avevi cenato benissimo e che quel fantastico vino pretendeva un degno dessert, mi tirasti giù la patta dei pantaloni e iniziasti un fantastico pompino sulla mia cappella grossa e già bruciante di desiderio di te.

Eri un pò brilla e tanto eccitata ... ma, ricordandoti che avevamo ospiti, mi dicesti di avvertirti non appena avrei sentito richiudere la porta del bagno perché temevi che Mario, il gelataio, potesse riapparire all'improvviso, senza farsi sentire, sorprendendoci in quella scena di sesso.

In effetti nessuno sentì la porta del bagno aprirsi e richiudersi, nessuno sentì i passi leggeri di quel ragazzo così magro che poteva volare. D'un colpo si materializzo sulla soglia della porta e rimase di stucco. Lo vidi traballare sulle gambe, si appoggiò alla spalla della porta e non disse nulla ... guardava ... quasi intimorito e rosso in volto.

Tu non ti eri accorta di nulla, eri troppo eccitata e forse anche troppo brilla per ricordati ancora del nostro ospite in bagno. Mentre la tua lingua scorreva la mia grossa verga rendendola turgida, la mia cappella ti sbatteva sul viso e tu gemevi dimentica di tutto.

Desideravi il cazzo grosso e duro, eri adorante... sembravi impazzita di desiderio per il mio sesso.

Con mano leggera sollevai quel vestitino che fasciava la tua vita e copriva il tuo bel culo di femmina ammaliatrice lasciandogli intravedere fino al buchetto più desiderato, lo coprivo e lo scoprivo ancora ... provocandolo!

Mario guardava allibito e la patta dei pantaloni sembrava gli si riempisse sempre più, stava sudando ... guardava arrapatissimo il tuo magnifico culo. Io con maestria ti aprivo e ti chiudevo il buchetto davanti ai suoi occhi e ti spingevo dalla nuca ad imboccare il mio cazzo per intero. Ti sussuravo:" succhiamelo tutto amore mio! Facci venire tra le tue labbra! ... sussuravo piano, ma non troppo da non farlo sentire al tuo gelataio, che ancora stava sulla soglia della porta ... Tu mi dicevi: " Si amore mio, godimi in bocca dissetamiiiii!" e lo dicevi senza sapere che il nostro amico era lì, ti guardava e ti ascoltava ... ormai impazzito dal desiderio .... si era tratto fuori l'uccello e se lo menava davanti ai miei occhi.

Aveva il cazzo grosso e duro di un venticinquenne, ricco di venature e rosso di sangue bollente. Io lo guardavo indurirsi mentre il tuo culo lo invitava provocante, complice io che lo allargavo proprio sotto i suoi occhi ... e non solo i suoi occhi ...

La tua bocca calda ingoiava per intero la mia mazza, non capivo più niente ed invece di fermare quell'amplesso pubblico, ti carezzavo e sfregavo il buchetto del culo già in bella mostra.

Mentre io ti chiedevo di cavalcarmi e tu, infoiata, mi saltavi addosso sbattendoti il mio cazzo in fiamme dentro la figa bagnata, Mario il gelataio si era avvicinato senza fare rumore e aveva iniziato a stringerti i seni da dietro. Incredibilmente ... tu eri così eccitata che non ti accorgesti neanche che i tuoi seni erano nelle mani di un altro, mentre... le mie erano piene del tuo culo ancora sodo e bellissimo nonostante i tuoi cinquant'anni.

Io ti chiesi: " amore mio ma sei così tanto brilla? le senti le bollicine del vino ghiacciato che ti scivolano lungo le fessurine?"

Il gelataio capì e, presa la bottiglia del vino, lasciò scivolare l'ultimo rigagnolo profumato e freddo lungo ia spacca del tuo fantastico culo, che sembrava in preda agli spasmi per come si apriva e chiudeva di motu proprio senza più bisogno del mio aiuto.

Quella carezza ghiacciata ti fece gemere di piacere e ti destò un poco, facendoti tornare con la mente a qualche minuto prima, corrugasti la fronte dicendomi: " amore mio sono così brilla che mi è sembrato che tu avessi tante mani che mi toccavano ovunque ... è stata un esperienza bellissima e strana."

-"Uhmmmmm, amore ... sento le bollicine che frizzano sul mio culetto e poi scivolano sulla fighetta piena del tuo uccello. Uhmm. ... amore mi fai impazzire se mi strusci così, con il collo della bottiglia ...."

-"Tesoro, ti piace?"

“Siiiiiiii”

“Quanti ne vuoi amore mio?”

-"Due, si ... dueeee"

-"Ahiiiiiii .... piano, piano ...ma non è igienico amore mio ... con la bottiglia ..."

-"Amore, ma non è la bottiglia quella che senti spingere nel tuo culetto ... non lo senti?"

-"Siiii, sento il tuo cazzo che affonda nella mia fica impazzita di piacere e il culetto innaffiato di vino che mi ubriaca di sensazioni erotiche come se avessi un altro uomo che mi scopa assieme a te."

-"Amore mio ... è Marioooo ... è tornato dal bagno da un pò! .... non ricordi ? il gelataio che ti riempie il cono di pannaaaa."

-"Uhmmmmmmm, che cazzo che ha questo Mario .... mi sta aprendo tuttaaaaa ...(sorridevi leggermente, pensando che io scherzassi.... era un gioco che facevamo sempre, con un dildo si fingeva di fare l'amore con un altro uomo) ...quando me lo presentiiii?

"Adesso lo conosci meglio di me amore mio ... non lo senti?" e fu allora che Il gelataio diede il colpo di reni fatale .... Tu gridasti prima di dolore e poi ...................... il piacere riempi il tuo volto e cominciasti a gridare e ansimare .... sembrava ti mancasse il respiro , mi stringesti le braccia con le mani, così' forte, da farmi male.

Mentre i nostri uccelli ingrossavano dentro di te spingendo sempre più veloci, tu muovevi il culo in avanti e indietro come impazzita.

Sentivo quel giovane cazzo darti un piacere irresistibile e ti vedevo chiudere gli occhi ed aprire la bocca come per farlo uscire da lì.

-"Ti piace amore? lo senti?"

- "Siiiiiiiiiii, è bellissimo .... questo vino ti fa sembrare tutto vero...... lo dobbiamo comprare più spesso ....."

- "Uhmmmm, furbetta! avevi chiarissimo che quella che ti stava pompando facendoti godere dal culo era la mazza furiosa del giovane Mario. Ma volevi farmi credere che eri così ubriaca da non capire più nulla!" Come dire che tu eri solo mia, ma se ti ubriacavo non eri capace ne di intendere ne di volere ....

Ma di volare, si! che eri capace ... guardavo il tuo viso in estasi, ascoltavo il tuo gemere sotto i colpi dei nostri cazzi ancora pieni .... le mie mani ti allargavano e stringevano il culo per il massimo piacere del Mario che ti teneva per i seni mentre ti inculava a fondo facendoti squirtare senza controllo.

-"Uno in figa, uno nel culetto più bello di Terrasini .... come piace a te amore mioooo, come piace a te! Godi amore mio, godiiiii!!"

-"Si amore mio, scopatemi così .... in mezzoooooo, siiiiiiiii .... è bellissimooooooooooo ..... giurami che comprerai tante bottiglie di questo vino buonissimoooooo amore mio, giuraaaaaaaaaa ...."

-" SI amore, ti comprerò tante bottiglie di vino buono .... amore mio ... ubriacati amore mio, ubriacati fino in fondoooo...

Non feci a tempo a finire la frase che il tuo corpo cominciò a vibrare come avesse preso la scossa e fosse rimasto attaccato alla presa scoperta. Gridavi senza voce .... e sembrava quasi che ti stesse venendo un colpo, ma poi ti liberasti raggiungendo l'orgasmo con un grido che sentirono, credo, pure in piazza Duomo, dove c'era la gelateria del nostro giovane amico".

Sfinita ti accasciasti su di me, mentre Mario finalmente realizzava il suo sogno di gelataio .... stava spalmando la sua panna calda sul tuo culetto appena sfondato!"

Hai assaggiato tanti altri gelati da allora e il nostro amore è cresciuto sempre di più, ma un giorno dovremo tornare nella gelateria di Mario .... dopo tanti anni .... chissà come fa il gelato adesso! Il vino lo compro sempre io, bianco, ghiacciato, con le bollicine ...........

insomma come piace a te!

All'amore della mia vita

Un bacio

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