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Un gioco trasgressivo (segue alea iacta est)


di hatless
07.09.2020    |    12.163    |    1 6.5
"L'asso di cuori fu dato a Cinzia mentre intanto Nora, l'asso di picche, si alzava e si posizionava al centro chiamando con i piegamenti dell'indice proprio..."
Era nata per caso l'amicizia tra Cinzia, suo marito e me, ed aveva generato un rapporto a tre interessante anche se discontinuo data la lontananza. Il marito, inizialmente privo di iniziativa, aveva scoperto la sua bisessualità ed era attratto dal mio sesso.
In realtà generalmente ci dedicavamo insieme al godimento della moglie che non sapeva più rinunciare alle doppie penetrazioni; Alfonso aveva accettato la sua omosessualità quindi cercava da me collaborazione, fino a chiedermi un giorno esplicitamente di essere sodomizzato: mi rifiutai, gentilmente ma in modo deciso, in quanto non ero interessato ai rapporti gay né attivi e men che meno passivi.
Lui si accontentava di intrufolarsi mentre scopavo la moglie, lappando entrambi. Spesso approfittava della fuoriuscita del mio membro dalla fica per agguantarlo e suggerlo un poco prima di introdurlo, lui stesso, nella moglie.
Una sera dopo le evoluzioni sessuali, mentre nudi stavamo sul lettone, si incominciò a fantasticare su come potevamo coinvolgere altre persone nei nostri incontri. Decidemmo di contattare per chat altre persone, preferibilmente coppie.
Dopo un mese avevamo conosciuto due coppie, una ligure e l'altra toscana, che tenevamo sotto osservazione in più Cinzia aveva trovato una sua collega single da accoppiare a me.
Quando fummo abbastanza tranquilli sulla serietà delle due coppie arrivò il giorno in cui concordammo tutti ed otto di vederci sempre a casa dei miei amici.
Il mio treno, manco a dirlo, portò ritardo, quindi arrivai ultimo e trovai tutti e sette ad aspettarmi nel salone a chiacchierare del più e del meno.
Feci la conoscenza di Marilena, la collega di Cinzia, una donna spigliata sulla quarantina, magra, mora, occhi verdi che sprizzavano gioia di vivere e sicurezza in sé stessa: la sua bellezza non era abbagliante, passava un po' in sordina, ma per chi sapeva guardare attentamente non poteva passere inosservata.
La prima coppia proveniva da un capoluogo di provincia ligure, era ben assortita: entrambi erano di piccola statura, lei addirittura aveva un corpo estremamente minuto, con pochissimo seno, mani piccole e affusolate. Se non si guardava in faccia la si poteva scambiare per un'adolescente tanto era minuta e fresca anche nella pelle. Il volto grazioso, circondato da un caschetto di capelli biondi, pur apparendo con poche rughe, le dava l'aspetto dell'età che aveva: trentacinque anni. L'uomo, di carnagione scura, magro quasi smunto, completamente rasato in testa, vestito di un serioso abito scuro, aveva un aspetto quasi tetro accentuato anche da uno sguardo intenso e penetrante.
La seconda coppia, nata in paesino umbro si era trasferita da tempo in una città vicina a quella dove abitavano i padroni di casa. Lei invece era giunonica ma non grassa, alta, bionda, seno enorme ma decisamente non era bella. La sua statura le dava un’aria goffa e grossolana in più la faccia era rovinata da un grosso naso aquilino. Personalmente non mi piaceva molto anche se devo riconoscere che il suo corpo, ed in particolare il suo seno, erano semplicemente stupendi. Solo a guardarle le sue tette uno aveva la voglia di affondarci la faccia: figuriamoci come doveva essere una spagnoletta con lei.
Lui invece non era alto e al confronto quasi spariva. Ciò che colpiva subito di lui era l'eleganza, i modi affettati molto signorili. Per il resto poteva passare inosservato perché non aveva caratteristiche particolari che lo evidenziassero in qualche modo.
La coppia ligure si presentò come Luigi e Nora mentre gli altri due dissero di chiamarsi Franco e Stefania.
Eravamo tutti in salotto a parlare di tutto fuorché del motivo per cui ci trovavamo lì. I padroni di casa avevano offerto stuzzichini e bevande analcoliche per sciogliere il ghiaccio tra noi senza ottenere risultato. L'imbarazzo era palpabile.
Fui io il primo ad entrare nell'argomento proponendo un gioco che riscaldasse l'ambiente.
Tutti presero la palla al balzo e sembrarono entusiasti della proposta: mi chiesero quale gioco avessi in mente.
La finalità del gioco era quella di scoprire i gusti dei partecipanti e contemporaneamente presentarsi agli altri: il gioco non doveva mettere nessuno in condizione di accettare ciò che non desiderava, quindi non doveva essere né violento né coercitivo.
Cinzia, sapendo i gusti del marito, chiese nel caso ci fosse qualcuno bisex come garantirgli soddisfazione senza scontentare gli eteri. Il dibattito durò a lungo in quanto gli eteri, me in testa, non volevano assolutamente avere rapporti gay.
Alla fine fu deciso che i bisex non potevano avere ruoli attivi e potevano chiedere solo rapporti orali nei quali loro avevano il ruolo passivo.
Organizzammo quindi il gioco. Vennero distribuiti agli uomini gli otto re delle carte francesi ed alle donne le relative regine. Alfonso aveva i due re di cuori e la moglie le due donne, io e Marilena le i re e le regine di quadri, Luigi e Nora quelli di picche ed infine Franco e Stefania i reali di fiori.
Vennero presi l'asso di cuori, quello di picche, i quattro 2, il sette ed un tre di cuori. Queste carte, dopo averle mischiate sono state distribuite due a testa in modo che ognuno di noi aveva, oltre le due figure, le due scartine.
Vennero prese due scatoline, una rosa dalla quale avrebbero pescato le donne ed una azzurra dalla quale avrebbero pescato gli uomini, nelle quali ogni partecipante doveva mettere due carte. I bisex avrebbero messo una figura per scatola accompagnata da un'altra carta mentre gli eteri avrebbero messo entrambe le figure nella scatola dalla quale avrebbe pescato il sesso opposto e le due scartine nella scatola opposta: in tutti i casi visto che ognuno metteva due carte coperte in ciascun gruppo gli altri non potevano sapere a priori i gusti di chi metteva le carte
Ci spogliammo tutti in modo da rimanere coperti il torso e le parti intime: le donne in reggiseno e mutandine gli uomini in canottiera e slip.
Ci mettemmo tutti in modo da formare un cerchio dal diametro molto stretto così che al centro potesse esserci spazio solo per una persona: ci eravamo mischiati come coppie ed ognuno aveva al fianco due persone di sesso opposto ma che non fosse il proprio partner nella vita.
Per ragioni di ospitalità e galanteria fu concesso di iniziare a Cinzia, la padrona di casa, la quale si alzò e si pose al centro, si tolse il reggiseno e si piegò per pescare dalla scatoletta rosa due carte.
La prima parte del gioco era una sorta di presentazione: una volta al centro del cerchio si sceglievano, attraverso le carte due persone, alle quali offrire il proprio sesso per un fugace rapporto orale della durata massima di un minuto. Gli altri assistevano ma potevano toccare e anche penetrare con uno o più dita in chi si esponeva. Chi stava al centro era obbligato ad accettare almeno un dito mentre i successivi potevano esplorarlo solo dopo esplicito consenso.
Cinzia pescò il re di cuori(Alfonso) e quello di fiori(Franco). Il re di cuori fu rimesso nel mazzo, pescò al suo posto l'asso di cuori che conservò da una parte ed infine estrasse la regina di picche(Nora).
Le due persone estratte presero le mutandine e le calarono lasciando Cinzia nuda al centro. Lei dopo essersi fatta ammirare e toccare da tutti si avvicinò a Franco che da seduto arrivava proprio all'altezza della fica e incominciò a leccarla avidamente. Lei gli teneva la nuca per avvicinarlo il più possibile nel frattempo le mani degli altri percorrevano la sua pelle e qualcuno infilò il suo dito nell'ano della donna che prese a dimenarsi ancora di più. Passato il minuto si diresse verso Nora, che manifestò così la sua bisessualità, e le offrì il suo sesso sempre più bagnato.
Tra le mani che la carezzavano in tutto il corpo, le dita che ogni tanto la frugavano, e la sapiente opera di Nora, il piacere che provava era molto intenso e non si accorse che anche il secondo minuto era trascorso. Dovette, suo malgrado, staccarsi dalle labbra della donna di picche e rimettersi al suo posto: non aveva goduto ma l'eccitazione era veramente alle stelle.
Io ero il secondo, mi alzai, mi tolsi la canottiera e mi misi al centro prendendo due carte. Il mio sesso svettava sotto le mutande, forse più per l'imbarazzo che per eccitazione anche se il primo spettacolo si era rilevato assai eccitante. Estrassi la donna di cuori (Cinzia) e quella di fiori (Stefania)
Le due donne assieme mi calarono gli slip quindi mi avvicinai prima alla regina di fiori che prese in modo deciso la mia asta e cominciò a suggerla con notevole sapienza mentre nel frattempo qualcuno, non so chi, mi carezzava le cosce ed i glutei. Il minuto passò in fretta e mi diressi da Cinzia che super eccitata dalle precedenti attenzioni non perse tempo ed incominciò subito anche lei un pompino da favola.
Mentre ero tutto concentrato qualcuno violò con un dito il mio orifizio: mi girai e vidi Nora con le sue mani piccoline carezzarmi ed entrare aritmicamente con un ditino nel mio corpo.
La sensazione provata era alquanto piacevole forse per la non invadenza del suo dito. Finito il secondo minuto anch'io andai a sedermi di nuovo con un batacchio durissimo in mezzo alle gambe.
La terza del cerchio dell'amore era proprio Nora che estrasse il mio re di quadri e ed il re di cuori.
La donna si mise al centro si tolse il reggiseno e noi le togliemmo il perizoma poi si avvicinò a me inarcando un poco la schiena per offrirmi il suo fiore. Essendo lei piccolina mi sono dovuto piegare indietro con il busto appoggiandomi sulle braccia e permettendo a lei di avanzare fino a trovare la mia bocca.
Era bagnatissima ed emanava l'odore acre caratteristico della donna in calore. Mi dedicai, con estrema lentezza e delicatezza alle labbra esterne, poi a quelle interne ed infine al bottoncino rosa.
L'eccitazione per la vista dei precedenti partecipanti e per il mio lavoro le fece raggiungere il culmine del piacere entro il mio minuto. Nel godere gli si piegarono le gambe e si appoggiò al mio petto per non cadere.
Si alzò e si diresse verso Alfonso, il quale scelse un approccio più rude, dando anche piccoli succhiotti al clitoride. L'azione di Alfonso la portò di nuovo verso il piacere che però non raggiunse e dovette staccarsi da lui senza non poca ritrosia.
A Nora succedette Franco che estrasse Alfonso e Marilena. Franco si avvicinò prima ad Alfonso che prese con cura il pisello barzotto e prima lo segò lentamente e poi si cimentò in un pompino da film Hard.
Franco, gradì molto in modo evidente fino a raggiungere, in tempi molto brevi, l'erezione. Passato il tempo velocemente si spostò da Marilena che concluse l'opera iniziata. Anche Franco non riuscì a godere e ritornò al suo posto nudo ed eccitato come un mandrillo.
Ora l'aria si era fatta bollente e tutti eravamo eccitatissimi: se non era per le regole che ci eravamo dati sarebbe scoppiata subito un'orgia con i fiocchi.
Ma dovevamo ancora portare i nostri sensi verso il limite estremo prima di concludere.
Il giro continuò finche tutte le carte furono estratte, stabilendo così la presenza di due bisex uomini (Franco e Luigi) e due donne (Nora e Stefania).
La prima parte del gioco, che avevamo definito di presentazione, era finita e ci ritrovammo tutti nudi e seduti in circolo.
Chi aveva pescato carte che non erano figure se le era conservate in quanto sarebbero servite per la seconda parte del gioco: l'esibizione.
Qualsiasi rapporto sessuale per quanto sia bello e bravo il partner, ha una durata comunque limitata: l'arte dell'erotismo è quella di allungare i tempi del rapporto con tutti i mezzi in modo da aumentare o far ritornare l'eccitazione.
Il voyeurismo e l'esibizione sono un esempio di queste possibilità. Chi si esibisce in un rapporto sapendo di esser visto e giudicato, se non ha frustrazioni particolari che lo bloccano, riceve una carica erotica aggiuntiva soprattutto se i partecipanti fanno avvertire la loro presenza. Analogamente chi vede viene stimolato, oltre dall'istinto, anche dalla volontà di essere protagonista, ritrovando così nuova vigoria del desiderio sessuale.
Come nella prima parte, chi non era direttamente coinvolto nell'azione, poteva usare le mani per toccare i protagonisti (o se stessi) ma non gli altri spettatori.
Gli assi erano stati pescati da Luigi quello di cuori e da Nora quello di picche mentre io avevo uno dei quattro 2 e Franco, Cinzia e Stefania gli altri. Il tre di cuori era finito nelle mani di Marilena mentre il sette ad Alfonso.
Chi aveva l'asso di cuori, aveva la possibilità di scegliere una persona dell'altro sesso e comandare l'amplesso decidendo le posizioni da assumere. Una volta giocato l'asso questo doveva passare al primo, in senso orario, che non era stato coinvolto nel gioco.
Il tempo concesso era di due minuti precisi, passati i quali i protagonisti dovevano rimettersi ai propri posti in modo da continuare con altri partecipanti.
L'asso di picche aveva le stesse prerogative ma con rapporti omosex e con il solo proprietario della carta come protagonista assieme ad un atro di sua scelta, compatibilmente nel rispetto dei gusti delle persone coinvolte. Proprio per questo motivo, la carta poteva essere passata, in senso antiorario, senza essere giocata ma chi lo faceva doveva comunque sottoporsi ad una specie di punizione: tutti gli altri 7 partecipanti, uno alla volta, dovevano sodomizzare con il dito medio chi rinunciava alla carta.
Se l'asso di cuori arrivava in mano ad una persona che possedeva un due il numero delle persone che potevano essere scelte ed il tempo a disposizione raddoppiavano: la seconda persona non era obbligatorio che fosse dell'altro sesso. Il tre di cuori le persone da coinvolgere salivano con le stesse regole a 3. Il sette invece era una carta che obbligava il possessore a coinvolgere tutti gli altri giocatori e doveva essere giocata alla fine e una volta sola.
Luigi quindi si alzò, col suo cazzo svettante, e passò avanti a tutte le donne manifestando così la sua indecisione ed alla fine si fermò avanti a Marilena e si sporse in avanti fino ad appoggiare la cappella alla bocca della donna che capì ed aprì le labbra per consentirne l'introduzione.
Lui appoggiò le mani dietro la nuca per accennare al movimento stimolante e mentre ciò avveniva indietreggiò fino a trovarsi al centro del cerchio. Fece quindi sdraiare Marilena sempre curando di non perdere il contatto con la sua bocca e dopo lui si calò sopra formando la classica posizione del 69 al quale si dedicarono abbastanza a lungo.
Dalla mia posizione vedevo la lingua di Luigi affondare nella fica di lei e gli umori che le uscivano copiosi si univano alla saliva di lui. Approfittai per accarezzarle l'interno delle cosce fino ad arrivare a sfiorare l'ano dove penetrai con la sola falangetta: nel contempo anche altri facevano la stessa cosa con lui.
Bruscamente Luigi si alzò repentinamente posizionandosi sopra e la penetrò con un solo colpo. I suoi movimenti erano quasi frenetici come per raggiungere un agognato orgasmo che invece raggiunse subito la donna.
La scena era quasi bestiale: lei gradiva senza ritegno e lo incitava, lui grugniva per lo sforzo mentre nel silenzio assoluto degli spettatori echeggiavano i rumori provenienti dai loro sessi.
Anche lui raggiunse l'orgasmo nei due minuti consentiti scaricando nella vagina di lei il suo seme quindi si rialzarono insieme e si sedettero ai loro posti.
L'asso di cuori fu dato a Cinzia mentre intanto Nora, l'asso di picche, si alzava e si posizionava al centro chiamando con i piegamenti dell'indice proprio Cinzia stessa che si alzò e si posizionò al centro.
Nora cominciò a baciarla sul collo, poi sui seni soffermandosi a carezzarli e poi sempre più giù fino ad arrivare al sesso. Cinzia pur essendo etero, ad occhi chiusi si godeva il trattamento: poi, stanca della posizione si sedette in terra, appoggiata sui gomiti, con le gambe oscenamente aperte: Nora a sua volta le si inginocchiò affianco della testa, ed avendo spazio, si intrufolò con la testa in mezzo alle sue gambe prendendo subito a lappare in un modo così perfetto da portare in poco tempo Cinzia vicina all'orgasmo.
Improvvisamente Cinzia allungò una mano fino a sfiorare timidamente il sesso dell'altra: si vedeva che doveva vincere una sua istintiva ritrosia. Poco dopo le carezze si fecero più intime e più profonde fino a diventare una vera masturbazione.
Nora da parte sua, questa attenzione saffica la fece ancor di più eccitare proprio per la consapevolezza della passione irrefrenabile che aveva suscitato nell'altra femmina: decise quindi di forzare gli eventi scavalcando la testa di Cinzia ponendosi con la sua fica sulla faccia dell'altra.
Cinzia si irrigidì fermandosi ad osservare la fica di Nora che ora aveva a pochi centimetri dal naso: poteva annusare l'acre odore del piacere dell'altra donna ma rimase ferma come per trovare il coraggio dell'iniziativa.
Nora allora si alzò sul busto fino a sedersi quasi sulla faccia dell'amica strusciandole così il sesso sulle labbra. Dopo qualche secondo finalmente Cinzia trovò il coraggio di aprire le labbra e far spuntare la punta della lingua tenuta ferma e rigida: in pratica era Nora che muoveva il suo sesso sulla lingua usata come un minuscolo cazzetto. Nora quindi cominciò a muoversi in modo da ottenere il massimo del piacere possibile fino al raggiungimento dell'orgasmo.
A quel punto però Cinzia incominciò a prendere l'iniziativa facendo lei i movimenti , le leccate e le piccole penetrazioni secondo i sui gusti e le sue sensazioni e permise quindi a Nora di stendersi riposizionandosi tra le gambe della donna e restituire così il piacere. Un nuovo ed intenso orgasmo per Nora ma soprattutto per Cinzia che scoprì i piaceri di saffo.
Nora passò a me l'asso di picche e si rimise seduta mentre rimase al centro in quanto ora toccava a lei giocare l'asso di cuori che giocò assieme al due.
L'eccitazione per un maschio è un fatto evidente, manifesto ma per capire se e quanto una donna è eccitata bisogna guardarla negli occhi, bisogna osservare l'espressione del volto e tanti altri piccoli particolari: Cinzia in quel momento sprizzava eccitazione da ogni suo poro, lo sguardo era languido e il volto colorito di rosso. Nulla e nessuno in quel momento poteva fermarla. Scelse così tra i due maschi Franco e suo marito Alfonso si avvicinò a loro e prendendoli per il loro sesso li trascino, delicatamente, al centro della scena.
Li posizionò uno vicino all'altro. Si inginocchiò di fronte a loro, ed iniziò a giocare con i sessi turgidi, soppesò i testicoli, leccò gli scroti e li spompinò alternativamente per un breve periodo.
Comandando il gioco, come l'asso di cuori le consentiva, fece sdraiare Alfonso si sedette sopra di lui prendendo il suo cazzo che lo introdusse da se stessa calandosi sopra di peso: prese subito a muoversi salendo e scendendo tanto freneticamente da essere quasi un movimento scomposto, sgraziato ma si vedeva che i suoi orgasmi erano intensi e ravvicinati poi di colpo si fermò invitando il secondo uomo a penetrarla contro natura.
Franco prese un po' di saliva ed umettò il buchetto di Cinzia poi dopo aver lubrificato anche il suo sesso si posizionò alle sue spalle iniziando a penetrarla lentamente.
Entrò ed uscì dall'intestino della donna più volte conquistando ogni volta qualche centimetro fino a che i testicoli si adagiarono sul solco del sedere.
A quel punto Cinzia ordinò ai due uomini di stare fermi perché voleva essere lei a dettare il ritmo, scopare anziché essere scopata e così, gli uomini assunsero una posizione comoda lasciando tra di loro lo spazio sufficiente perché Cinzia potesse muoversi abbastanza agevolmente e lei riprese il movimento, prima lentamente poi via via sempre più veementemente.
Non credo che gli uomini provassero un gran piacere, ed infatti nessuno dei due raggiunse l'orgasmo, ma sicuramente Cinzia in tutta la sua vita, non aveva mai goduto come in quei quattro minuti.
Quando il tempo finì lei si sfilò dai due cazzi, si lasciò cadere spossata e così rimase per diversi secondi prima di alzarsi e a carponi riguadagnare il suo posto ed infine passò l'asso a me che ero alla sua sinistra.
In quel momento l'andamento del gioco aveva portato nelle mie mani entrambi gli assi ma per primo dovevo giocare quello di picche che passai subito alla mia destra a Cinzia (di nuovo coinvolta) ma mi toccò subire la punizione. Fui invitato a mettermi al centro, in ginocchio con la testa bassa appoggiata per terra ed il sedere più in alto possibile. I presenti cominciarono a carezzarmi tutto, soffermandosi sul sesso, sui testicoli e soprattutto sull'ano fino a penetrare nell'intestino per tutta la lunghezza del dito medio. Francamente la cosa non mi piaceva per nulla, anzi mi dava fastidio, ed alla fine avevo il sedere dolorante ma quando si gioca si deve sottostare alle regole e comunque sempre meglio che avere rapporti gay.
Quindi era venuto il momento di divertirsi e dopo un po' di sofferenza il piacere è ancora più intenso.
Il possesso di un due mi consentiva di scegliere due donne e così feci: scelsi Marilena e Stefania. Mi sdraiai supino e chiesi alla prima di accovacciarsi sulla mia faccia mentre alla seconda di dedicarsi a lui.
Se non si sono mai vissute esperienze a tre non è possibile immaginare le sensazioni che si provano quando hai due donne da toccare, da leccare e che contemporaneamente ti ricambiano le attenzioni.
Il cervello sembra esplodere, è come essere in una stanza nella quale vengono proiettate su una parete immagini diverse e sovrapposte e contemporaneamente più musiche vengono suonate: non riesci a discernere ogni singola immagine o ogni singolo suono ma comunque l'insieme è armonico tanto da darti un piacere immenso.
Dopo un breve (credo) periodo le ho fatte scambiare di posto e così potevo assaporare Stefania mentre Marilena mi carezzava tutto e mi spompinava alla grande.
Non volevo venire in quella maniera quindi mi fermai e feci mettere le donne entrambe a carponi una vicina all'altra piazzandomi alle loro spalle: da questa posizione avevo a disposizione del mio sguardo i quattro ingressi delle femmine ed avevo intenzione di violarli tutti.
I cunnilingui effettuati ad entrambe aveva prodotto gli effetti desiderati in quanto la lubrificazione era abbondante mentre i culetti avevano bisogno di qualche attenzione e così, uno alla volta, li cosparsi di saliva cercando di farne entrare un poco anche all'interno.
Presi anche un lubrificante che tenevamo a portata di mano e ne misi una buona dose sulla mia asta e quindi alla fine tutto era pronto.
Iniziai con Marilena entrando nella sua fica con un colpo secco che la fece sobbalzare e tenendola per i fianchi iniziai, lentamente, a possederla, fino a portarla alle soglie dell'orgasmo che le volli evitare per far accrescere di più il desiderio.
Mentre ero intento e concentrato nella scopata sentivo che di nuovo mani estranee frugavano i nostri corpi in particolare una persona prese prima a carezzarmi la schiena, poi il sedere e poi di nuovo violò il buchetto con un dito. Non contenta tentò di raddoppiare il numero delle dita ma con uno scossone feci capire il mio disaccordo e quindi passo allo scroto.
Questa presenza, inizialmente non gradita, spezzò il ritmo del movimento quindi mi fermai aspettando che si togliesse dalle palle (in tutti i sensi).
Mi girai con la testa e vidi Nora in ginocchio accanto a me ed aspettai che finisse ciò che aveva intenzione di fare e se ne andasse.
Prese di nuovo a muovere la mano e sentivo che usava solo un dito per carezzare: arrivò così alla base del pene e lo seguì fin dentro la vagina di Marilena.
Le sue mani piccole le consentivano di intrufolarsi abbastanza agevolmente tra i nostri corpi, e pure da inserirsi anche tra i due sessi.
Le dita divennero prima due, poi tre e così via fino ad introdurre tutta la mano, almeno fino alle nocche. La sua presenza aveva schiacciato il cazzo sulla parte superiore della fica proprio sul clitoride.
Si fermò per un poco in questa posizione soprattutto per vedere se la donna protestasse per la ingombrante presenza: non essendoci stata nessuna manifestazione contraria proseguì, fino ad infilare tutta la mano che poi richiuse a pugno attorno al mio pene.
In quel momento io mi ritrovavo con una mano che mi cingeva il pisello, e Marilena con un cazzo enorme dentro di lei.
Nora con l'altra mano iniziò a spingermi dalle reni per farmi muovere quindi mi ritrovai a scopare ed essere segato contemporaneamente mentre mano e cazzo assieme scopavano la donna. Situazione incredibile anche a raccontarla figuriamoci a viverla: Marilena godette quasi subito ed io se non mi fermavo allontanandomi da entrambe sarei esploso.
Passai quindi all'altra donna, ma attesi un poco per ritrovare un controllo che avevo quasi perso e ripercorsi, con lei, tutte le tappe appena fatte con l'altra meno l'intrusione di Nora.
Non sapevo se fossero vergini o meno ma comunque sapevo che la seconda entrata sarebbe stata più difficile da percorrere e cosi fu, almeno in parte.
Inizia di nuovo da Marilena perché non si - freddasse - troppo appuntai il glande sull'ano ed iniziai , delicatamente, a spingere: fu evidente che aveva già avuto esperienze analoghe in quanto l'ingresso non fu traumatico e quindi con pochi colpi raggiunsi il massimo della penetrazione.
Iniziai a scoparla così, con movimenti sempre più forti e sempre più ravvicinati tra loro fino a quando lei non raggiunse un secondo orgasmo.
Mi tolsi da lei e rimasi a guardare i muscoli anali rimasti dilatati che lentamente ritornavano a stringersi mentre erano ancora presenti piccole contrazioni residue di piacere.
Mi spostai quindi dietro a Stefania la quale prima che mi avvicinassi mi disse - Fai piano per favore. E' la prima volta. -
Presi una ulteriore dose di unguento e ne passai intorno e dentro il suo buchetto e, malgrado non fosse necessario perché già fradicio degli umori di Marilena, anche sul mio pene.
Malgrado tutte queste precauzioni la deflorazione fu lunga e dolorosa soprattutto per lei ma alla fine riuscii ad entrare. Qualche lacrima le rigò il volto e forse se avesse potuto sarebbe scappata ma la mia presa era possente, senza essere né violenta né dolorosa, ma non aveva alcuna possibilità di divincolarsi.
Mi fermai a lungo in modo da farle alleviare il dolore e dopo circa un minuto fu lei a muoversi lentamente, anzi quasi impercettibilmente.
Come fosse un via ripresi io l'iniziativa e con una lentezza esasperante iniziai ad uscire per poi, altrettanto lentamente rientrare. Questa seconda penetrazione fu decisamente meno difficoltosa e quindi meno dolorosa. Alla quarta ormai il dolore era sparito del tutto ed il piacere ne aveva preso il posto.
Lo sfintere era ancora stretto al punto che mi sembrava come se ci fosse, come prima, la mano di Nora, che stringeva il mio sesso con forza.
Il ritmo delle inculate aumentò sempre più, alla stessa maniera anche il piacere per entrambi raggiunse apici incredibili fino a quando, in contemporanea, raggiungemmo all'unisono un travolgente orgasmo. Scaricai nell'intestino il mio liquido seminale e rimasi così fermo, cercando di guastami fino a fondo il momento e contemporaneamente aspettando la riduzione delle dimensioni del pene. Erano passati solo cinque minuti da quando avevamo iniziato ma mi pareva che fosse durato un'eternità e non ho ricordo di un’altra eiaculazione di tale intensità
Mi alzai spossato ma felice, mi sembrava di essere un guerriero appena reduce, vincitore, da una dura battaglia e stavo lì al centro dell'attenzione degli altri quasi con un pizzico di superbia, mostrando il miei 185 cm di altezza, la poco sexy pancetta e il mio membro ormai in stato di quasi riposo.
Tornando al mio posto diedi il mio asso a Nora mentre le due donne, un poco doloranti, si sedettero ai loro rispettivi posti.
Tocco a Cinzia giocare la sua carta di picche e chiamò al centro Stefania che sapeva già essere bisex e con lei ebbe un nuovo, ma breve, rapporto saffico al termine che non fu soddisfacente per nessuna delle due forse perché Cinzia stessa non aveva ancora ricaricato le batterie della libido. L'asso di picche fu dato a Luigi mentre Nora tornò al centro dell'attenzione col suo asso di cuori e scelse, per la sua performance, Alfonso.
Non mi soffermo su il loro amplesso perché i partecipanti non furono coinvolgenti: la posizione assunta banale ma soprattutto la scarsa carica erotica non attirò l'attenzione del pubblico o, almeno, della mia. L'asso di cuori fu dato da Nora a Franco.
Luigi, come me passò subito il suo asso di picche, come se bruciasse, ma anche per lui ci fu il supplizio delle esplorazioni rettali. Stavolta io ero uno dei carnefici e non vittima e, quasi con un desiderio di vendetta, affondai il dito fino alla radice dentro l'uomo. Quando tutti ebbero compiuto il loro dovere, Luigi passò l'asso alla sua vicina Stefania ma non potette nascondere l'erezione che nel frattempo era sopraggiunta segno che almeno un poco gli era piaciuto.
Ora era il turno di Franco a giocare l'asso di cuori unito al 2 si alzò e si pose al centro. Si guardò attorno facendo un giro su sé stesso fino poi a chiamare Stefania e Alfonso.
La presenza di due bisex contemporaneamente già faceva supporre ciò che aveva in mente il giocatore. Fece mettere i due prescelti a 69 invitandoli alla reciproca azione alla quale si dedicarono subito con trasporto. Mentre i due operavano i loro rapporti orali lui gli girava attorno dettando le regole su chi doveva stare sopra e chi sotto più guardava e più intensamente si masturbava passando a pochi centimetri dalle facce dei spettatori. Probabilmente non era un caso: voleva essere guardato e desiderato sia dalle donne che dagli uomini anche se etero che cercò di urtare, - casualmente - , mentre passava. Io riuscii ad evitare il contatto mentre a Luigi lo colpi sul naso col pisello lasciandoci sopra una piccola striscia di liquido seminale. Data l'apparente casualità Luigi non reagì ma era evidente la sua contrarietà.
Dopo questa specie di danza rituale si sdraiò su Stefania e la penetrò da dietro proprio mentre Alfonso la stava penetrando con la lingua: l'intrusione però non lo fece fermare, anzi, si dedicò in misura uguale ad entrambi sommando così, al piacere della scopata, anche quello delle sue attenzioni.
La donna, malgrado i precedenti orgasmi, ne ebbe un altro molto soddisfacente avvertito da Luigi che immediatamente si fermò e si rimise in posizione eretta. Fece cambiare posizione facendoli continuare da sdraiati su di un fianco e continuò a girargli intorno.
Si sdraiò di nuovo ma questa volta alle spalle di Alfonso che intuì subito le intenzioni.
Come ho già detto ad inizio racconto, Alfonso era ormai cosciente della sua bisessualità ma, pur avendo richiesto a me più volte di essere sodomizzato io non lo avevo mai accontentato e quindi lui non aveva ancora perso la verginità. Al massimo era stato sodomizzato con dei piccoli falli di gomma che la moglie gli aveva introdotto durante i loro giochini.
Luigi prese il lubrificante e unse bene lo sfintere, sia esternamente sia internamente, introducendo 2/3 dita dentro il retto con il duplice intento di lubrificare e allentare la muscolatura dell'uomo.
Si posizionò comodamente sulla rosetta e spinse con decisione senza badare ai lamenti sommessi di Alfonso: entrò dentro con un unico movimento, graduale, inesorabile ma non violento.
Anche Luigi ebbe l'accortezza di fermarsi per consentire a chi aveva perso la verginità di sopire il dolore ma riprese forse troppo presto e con foga.
Alfonso soffriva parecchio ma poi, come natura vuole, i muscoli si adattarono alla nuova presenza consentendogli di provare un nuovo ed intenso piacere.
La posizione dei tre non cambiò per un po’ fino a che Luigi ordinò a Stefania di girarsi la quale ubbidì docilmente. I due uomini si erano fermati mentre la donna si accovacciò ad Alfonso dandogli le spalle. Appena giunta a tiro Luigi prese in mano l'uccello dell'uomo che stava sodomizzando e lo spinse a sua volta nello sfintere della donna: visto che era lui che muoveva le fila era come se stesse inculando due persone contemporaneamente.
Cominciarono di nuovo a muoversi ma ci misero un poco a trovare la giusta sincronia. Stefania di nuovo raggiunse l'apice del piacere seguita a ruota da Alfonso che venne dentro di lei.
Luigi a questo punto che non aveva ancora goduto fece mettere entrambi in ginocchio facendosi spompinare alternativamente ora dalla donna ora dall'uomo. Quando capì di essere in procinto di godere prese la testa di Alfonso e spinse il cazzo più in profondità possibile, fino a stimolare conati di vomito al malcapitato e praticamente gli venne dentro la gola.
Alfonso non poteva assorbire tutto lo sperma per cui tossì copiosamente mentre sputava il liquido assieme all'aperitivo gustato in precedenza. Si arrabbiò non poco per questo trattamento e tutti guardammo Luigi con evidente rimprovero il quale chiese scusa per il raptus. Qualcosa mi diceva che in seguito si sarebbe pentito di questa cattiveria visto che Alfonso doveva ancora giocare.
L'asso di cuori fu ceduto a Marilena mentre a Stefania toccava giocare quello di picche e scelse Nora. Assistemmo di nuovo ad un rapporto lesbico di eccezionale dolcezza ma di altrettanta carica erotica. Furono quattro minuti di leccate, di penetrazioni con più dita che stimolarono molto la partecipazione dei presenti che la manifestarono carezzando in molti le due donne, e quando possibile introducendo anche tutte le dita dentro le loro caverne accoglienti. Godettero entrambe anche prima del termine del tempo concesso. Stefania ritornando al suo posto pose la carta davanti al successivo proprietario: Alfonso
Ora toccava a Marilena che poteva giocare anche il suo 3 chiamando così al centro tutti gli uomini fuorché a me, forse per via della precedente performance avuta assieme.
Considerando che il gioco si stava protraendo già dal un bel po' con già molteplici godimenti gli uomini non erano in perfetta forma: i loro attrezzi erano barzotti per via degli spettacoli offerti da chi era al centro ma non erano in grado ancora di soddisfare una donna.
Allora con pazienza, grazie anche 6/7 minuti a disposizione, li fece in piedi attorno a lei che si era inginocchiata al centro cominciò un lungo lavoro per ripotenziare i maschi. Slinguate, morsetti, dolci carezze, introduzioni nella sua famelica bocca, smanettate ora dolci ora quasi violente, si alternarono sui tre sessi fino a renderli rossi ma duri come le pietre. Soddisfatta per il suo lavoro ordinò a Franco di sdraiarsi supino per potersi impalare. Subito dopo dispose Alfonso in modo da posizionare il suo cazzo fra le loro bocche e, in perfetto accordo con Franco, iniziarono a baciarlo. A Luigi chiese di prenderla da dietro e fu subito accontentata. Fu per lei un sandwich che la fece godere come non mai. Infatti dopo ci confessò che le doppie penetrazioni le aveva sempre desiderate ma per un motivo o per un altro non aveva mai potuto esaudire questo desiderio. In più essere lei a dirigere il gioco le aveva dato una ulteriore carica erotica. Nessuno degli uomini riuscì a godere.
Come era accaduto in precedenza a me ora era Alfonso che, ricevuto l'asso di cuori da Marilena, si trovava con entrambi gli assi in mano con l'obbligo di giocare prima quello di picche ed indovinate chi scelse? Franco ovviamente!
Franco aveva il vantaggio di non essere più vergine perché erano da anni dediti, assieme alla moglie, a scambi di coppia con altri bisex e quindi era da parecchi anni che aveva perso la verginità.
Lo fece mettere inginocchiato avanti a lui e gli dette il membro da spompinare, poi lo fece mettere a carponi e posizionatosi alle spalle lo inculò con una forza tale da fargli sbattere violentemente la faccia per terra.
Lo aiutò a rimettersi a carponi mentre un rivolo di sangue usciva dal naso e lui incurante proseguì la sodomizzazione fino quasi a venire interrompendo l'azione in tempo e uscendo dall'intestino dell'uomo. Non contento, iniziò ad introdurre prima un dito, poi via via tutti gli altri, fino a che la mano non entrò tutta nel culo di Franco, che provò un acuto dolore.
Alfonso si stava vendicando però quando provo ad introdurre le dita dell'altra mano venne fermato più che da Franco dagli altri partecipanti.
Allora si alzò e lo prese per i capelli e senza tirarglieli troppo lo costrinse a girarsi sempre prono e sottomesso fino a quando non si trovò all'altezza giusta per il finale pompino. Lo ripagò con la stessa moneta venendogli quasi in gola, solo che Franco, con sguardo di sfida ingoiò tutto senza nessun singulto.
L'asso di picche passò a Marilena mentre Alfonso che aveva esaurito le risorse fisiche chiamò me e Cinzia al centro con il compito di eseguire i suoi desideri. Anche se prima non l'ho specificato una tale eventualità era stata prevista nelle regole ovvero quella di non essere tra i protagonisti dell'amplesso ma solo il regista.
Si divertì a farci assumere molte posizioni, tra le quali la più scomoda fu un 69 all'impiedi mentre la più erotica, sempre con me in piedi e Cinzia appesa al mio collo con le gambe cinte al mio bacino che, con l'iniziativa del movimento. Forse per la scomodità delle posizioni assunte forse per le forze che scemavano non godemmo nessuno dei due. Deluso tornò al posto lasciando a Stefania l'asso di cuori.
Entrambi gli assi non furono giocati perché le due donne erano sazie ma anche Marilena dovette subire la punizione. Una volta al centro tutti cominciarono a turno a carezzarla, a titillarle il clitoride, a masturbarla con un e più dita, non solo nella fica ma anche nel sedere: dopo due minuti di questo trattamento era di nuovo eccitata ma oramai non potette terminare il gioco.
Avevamo terminato il gioco rimaneva però l'ultima carta il sette: come detto questa consentiva al proprietario di usufruire di tutti gli altri partecipanti e toccava ancora ad Alfonso essere il protagonista.
Ci alzammo tutti e ci mettemmo tutti attorno a lui in modo da essere all'altezza giusta e si dedicò a tutti leccando e pulendo quindi i cazzi ormai mosci e le fiche grondanti ancora di liquidi di varia natura per poi a passare a dedicarsi ai sette sfinteri leccati ancora con dedizione e meticolosità.
Poi tutti stremati e soddisfatti ci mettemmo a parlare raccontandoci a vicenda ciò che più ci aveva fatto godere o ci aveva colpito ed eccitato di ciò che avevamo visto fare.
Eravamo tutti sdraiati per terra, io con la testa sul seno di Nora, mentre Stefania e Alfonso si erano poggiati entrambi attorno al mio inguine. Altri stavano seduti a gambe incrociate poggiati di spalle tra loro.
Rimanemmo così per un tempo lunghissimo fino a che poco a poco i sensi ripresero il sopravvento facendoci scatenare in un’orgia completa.
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