trio
Giovanna, la burattinaia

31.05.2025 |
827 |
5
"In realtà si stava esibendo per dare spettacolo di se..."
Dopo aver narrato quale fu il "raggiro" nel racconto "piacevolmente raggirato" ( link: https://www.annunci69.it/racconti-erotici/trio/Piacevolmente-raggirato_158778.html ) mi pare opportuno e doveroso narrare anche il cosa e il come rese piacevole quel raggiro.=====
Mauro ci aspettava già davanti al portone della casa di Giovanna, con un sorrisetto strano sulla bocca, tra l'ironico, il beffardo ed il furbesco. Insomma più un atteggiamento studiato che un sorriso spontaneo.
Mentre io e Giovanna scendevamo dalla macchina disse "Vedo che non vi siete persi"
Giovanna , fredda, oserei dire sprezzante rispose "Saprò bene dov'è casa mia. O no?"
Io usai un tono di voce più normale ma non fui più gentile nel dirgli "Noi no, non abbiamo perso tempo e non ci siamo persi in giri di parole come qualcuno che mi telefona da mesi senza riuscire a dirmi le sue vere intenzioni."
"E' un rimprovero?"
"Non esattamente. Forse hai fatto bene. Se la proposta me l'avessi fatta tu probabilmente non avrei accettato, ma fatta da Giovanna è tutt'altra cosa.."
"Di quale proposta parli?"
Giovanna intervenne con "Dobbiamo parlare qui in strada? Non è meglio salire di sopra? Ne parliamo a casa mia"
Mauro: "Ma io volevo portare lui fuori, a cena "
E lei "Ed io voglio portarlo dentro, a letto. Facciamo scegliere lui?"
Ops. Mi venne il sospetto di essermi ficcato in un bel pasticcio.
Cominciavo a non raccapezzarmi più.
Chi era sincero tra i due?
Forse Giovanna che mi aveva... ...come dire? ..adescato? ...agguantato? ...stuzzicato?... Oppure Mauro che mi aveva sempre detto di Giovanna che era capricciosa, imprevedibile, strana?
Mauro mi aveva detto la verità in quanto a definirla bellissima, rossa, amante dei vestiti di pelle aderenti. Perché non dovevo credergli anche nella descrizione caratteriale di Giovanna?
Semplice! Perché inconsciamente io volevo credere a Giovanna, ci guadagnavo. Diamine io quella ormai me la volevo e dovevo scopare e, almeno di questo ero quasi certo, anche lei aveva voglia almeno di me, forse di tutti e due noi uomini.
Mi accorsi che mi guardavano entrambi, quasi aspettando da me la decisione ultima.
Proposi: "Si può accontentare tutti? Andiamo a prendere un aperitivo su da lei e poi andiamo tutti a cena. Ovvio che voi scegliete il ristorante perché io non conosco quale sia il migliore, ma la cena la offro io.
...ma a pensarci bene, a voi lettori, quanto può interessare cosa ci siamo detti e come abbiamo fatto per finire tutti in casa di Giovanna? Perché narrarvi anche i minimi dettagli che allungano solo il brodo?
La sostanza è che (dopo un bel tergiversare a dire il vero) non solo entrammo in casa ma finimmo anche in camera da letto..., non ancora per trombare ma ancora per discutere, almeno tra Mauro e Giovanna.
Mi resi conto che davvero Mauro era cotto e stracotto della donna, e che lei lo soggiogava, intimidendolo e rimbambendolo.
Sì, Giovanna era proprio tanto strana per quanto bella, più volubile che estrosa ed era in grado di far fare a Mauro tutto quello che voleva lei, un poco con le lusinghe, un poco con i ricatti.
Più che una donna dal carattere forte, direi una donna mezza matta, ma bona, bona, bona, bella da impazzire, sensuale da far perdere la testa, Non oso dire anche "gran troia", non perché non si sia comportata da tale ma perché non sta bene parlar male del piatto dove si è abbondantemente mangiato.
Mentre lei parlava confondendo il povero Mauro, si era diretta in camera da letto con la scusa di cambiarsi d'abito. Mauro l'aveva seguita come un qualsiasi compagno avrebbe fatto, ma lei aveva detto anche a me: "Vieni, vieni pure tu, non vorrai stare in castigo da solo? Ci metto un attimo" e... - ragazzi che spettacolo....-, incominciò a spogliarsi e con che arte, con quanto eros!
Ve la immaginate lei che si sfila i pantaloni aderentissimi di pelle? Come se si sfilasse le calze!? Con civetteria e sexy appeal! Appoggiata con il sedere a bordo letto, spingendosi con le spalle all'indietro mentre sollevava una gamba per volta e mandava lentamente giù i pantaloni con maliziose e carezzevoli spinte delle mani.
Il mio cazzo si ergeva su a scatti, ad ogni spostamento in giù di quella guaina di pelle. Non potevo contenerlo nei calzoni. Fui costretto a toccarmelo per posizionarlo meglio.
Lei non finse di non vedere ma sottolineò il mio gesto con un sonoro "Che fai? Ti tocchi??"
Mauro esplose con un "Ah, ma allora provochi? Chi? Me o lui? Stronza lo sai che mi fai impazzire quando fai così. Va bene se lo fai quando siamo soli, ma ora c'è lui. Ci godi a mettermi in imbarazzo?"
Lei, con tono perfidamente divertito e non so se più con cattiveria o con ironia, disse: "Non credo che sia tipo da scandalizzarsi. Se anche lui è uno che frequenta Annunci69 sarà anche lui uno alla ricerca di occasioni per fare da terzo elemento in una coppia...Io e te siamo una coppia mi pare e un tempo eravamo anche noi su Annunci"
"Un tempo eravamo una coppia, ora non più mi pare"
"Eppure mi gironzoli ancora intorno. Sei sicuro che non siamo più una coppia io e te?"
Intervenni con uno "Scusate ma non vorrei essere di troppo tra voi . Se avete da chiarire qualcosa tra di voi io vado di la, vi aspet..."
Non finii la parola che Mauro la pronunciò lui la parola che stavo per dire io: "No. Tu aspetti qui!"
Poi rivolto a Giovanna "E tu se volevi prenderti gioco di me potevi scegliere un'altra occasione. Rivestiti se vuoi venire con noi che così sembri ...sembri...."
Lo disse lei "Una puttana vuoi dire?"
Mauro cercò si tamponare con "Ho detto che lo sembri, non che lo sei"
Mi ero veramente infastidito del sentirmi un nulla, un niente, un nessuno in mezzo alla loro discussione che doveva avere radici antiche e a me non poteva e non doveva interessare chi recitava e chi no; forse entrambi.
In un baleno capii che non me ne fregava niente di nessuno dei due neppure come "persone amiche" perché era solo neo conoscenza quella con Giovanna e conoscenza su un sito internet con Mauro. L'amicizia è tutt'altra cosa. Non capivo loro ma avevo ben chiaro cosa volevo io.
Andarmene?
Neanche per sogno!
Volevo scopare quella gran figona che, rimasta "vestita" di solo intimo di pizzo nero, disinvoltamente continuava a muoversi fingendo di voler scegliere il vestito da indossare. In realtà si stava esibendo per dare spettacolo di se.
Non a caso mi guardava da vicino ad un'anta aperta dell'armadio, al cui interno vi era uno specchio a tutta altezza, così lei poteva mostrasi nella sua prorompente bellezza "anteriore (dal vero) e "posteriore (dall'immagine riflessa).
Intervenni di nuovo, ma in modo brutale. Se volete da cafone (riconosco di non avere avuto alcun tatto) dicendo: "Ehi, ragazzi, andiamo al dunque, Che vogliano fare? Discutere o...viste le circostanze, trombare?"
Mauro spalancò gli occhi, forse impallidì anche un poco.
Giovanna sorrise e disse al "suo uomo": -"Visto come sono i maschi? Decisi come il tuo amico. Impara a non girarci intorno alle cose ma a dire chiaramente quello che desideri nella vita"
Mauro le saltò letteralmente addosso, facendola vacillare per l'impeto con cui "saltò" verso lei e, cingendole il collo con un braccio e la vita con l'altro le disse "Voglio te stronza. Lo sai che voglio te" e la baciò un maniera appassionata.
Penso che fu più lei che lui a spostarsi verso il letto (bastavano pochi centimetri) e lasciarsi andare su di esso. Giovanna finì sotto, Mauro sopra, avvinghiati.
Quello fu il momento in cui mi sentii fuori posto, certamente di troppo.
Chissà forse mi sarei defilato alla chetichella, lasciando non solo la stanza ma proprio la casa, se Giovanna , pur facendosi baciare e strapazzare da Mauro, non avesse allungato un braccio verso me e con un dito non avesse fatto il gesto d'invito ad avvicinarmi.
Tanto bastò a non farmi sentire più di troppo ma invitato e, siccome le voglie erano rimaste intatte, non esitai ad avvicinarmi fino a farmi sfiorare da quella mano e di mia iniziativa , cominciai a spogliarmi. La mano di Giovanna palpeggiò la mia patta. Quando l'aprii fu lesta ad entrare nelle mie mutande dalla vita e ad afferrare il mio cazzo durissimo mentre io mi liberavo dei vestiti. dalla vita in su.
Mauro si accorse della mia vicinanza e per un attino sembrò sorpreso, fissandomi dal basso dove si trovava da sdraiato, rispetto al mio stare in piedi.
L'incoscienza mia o l'atmosfera del momento bastarono a non farmi imbarazzare ma con naturalezza gli sorrisi ed alzai le spalle quasi a dire "Che ci cuoi fare? Siamo in ballo, balliamo".
Si spostò dal corpo di Giovanna per scendere dal letto e spogliarsi anche lui. Io già seminudo ci misi un attimo a sfilarmi anche i calzoni e gli "sottrassi" la posizione, mettendomi io sopra Giovanna, la quale mi stava già tirando su di se.
A differenza di Mauro che l'aveva baciata sulla bocca io mi misi con il corpo ad arco e non disteso, per poter strofinare il mio membro (fuori dalle mutande che non mi ero ancora sfilate) sulle sue mutandine striminzite e per poterle baciare i seni, leccarle i capezzoli e "l'alone roseo" che li circondava, mentre lei infilando un braccio tra i nostri corpi, con la mano mi toccava il pisello come se stesse masturbandomi.
Era piacevolissimo quell'inizio ma poi alzai la faccia da quei soffici seni con i sodi capezzoli e...mi trovai innanzi il cazzo di Mauro infilato nella bocca di Giovanna che stava iniziando a fargli un pompino.
Mi eccitò la bocca piena di lei, non mi scandalizzò molto la troppa vicinanza della parte intima di Mauro alla mia faccia, perché in quel momento la mia gioia fu immensa per una ragione semplicissima: finalmente eravamo usciti dal guado dei chiarimenti, stuzzicamenti, bugie vere o finte e stavano vivendo l'unica cosa vera che mi interessava: eravamo passati tutti e tre a fatti piacevoli e concreti.
Il cercare una posizione a lui più comoda da parte di Mauro, disturbò la mia posizione così mi mossi, anche per sfilarmi le mutande e sfilare anche quelle di pizzo nero a Giovanna. Tornai in azione di bocca, questa volta tra le cosce di lei, su quella figa depilata dalle piccole labbra che sporgevano appena dalle grandi, nelle quali fu piacevole poggiare le labbra della mia bocca, ed infilare la mia lingua. Le mani correvano carezzevoli sul corpo di lei che mi carezzava la testa e si attanagliava con le gambe al mio corpo.
Si sentivano solo i respiri e qualche gemito di piacere fino a quando, quasi sottovoce e come se io non potessi ascoltare sentii Mauro chiedere "Vuoi che ti scopo io o lui in figa?"
Ero sprofondato con la faccia sulla figa per poter vedere che espressione o segno fece Giovanna la quale dovette rispondere a gesti. o segni o espressioni, non avendo io sentito alcuna sua parola ma essendosi mosso Mauro quasi subito dopo aver fatto la domanda.
Sentii sfiorare le mie spalle da una mano ed intuii che non era di Giovanna . Credetti che fosse una specie di "colpetto di richiamo" di Mauro per dirmi o di spostarmi per fare posto a lui o di penetrare io la donna.
Era una carezza e non un richiamo.
Questo sì, mi diede leggermente fastidio. Non mi importavano i contatti involontari tra me e Mauro, né la visione delle sue nudità, ma non volevo da lui attenzioni e non volevo dedicargliene. Doveva essere Giovanna al centro, dovevano goderci la donna, quel popò di donna, da uomini, veri uomini e non ambigui maschietti.
Questo secondo me, a livello conscio.
C'era anche una parte inconscia che non volevo far esprimere. Non so per quale motivo. Semplicemente so che era così. Stop.
Volevo cosi tanto essere uomo con quella donna che subito andai alla conquista della sua femminilità con la mia mascolinità, senza stare ad aspettare che fosse lei a scegliere da chi farsi scopare in figa. Guadagnata la posizione non badai più a null'altro, mi dedicai alla fantastica scopata, me dedicai solo a Giovanna, mi abbandonai al piacere. Lei era fantastica per come si aggrappava a me con gambe e braccia , come si appiccicava con la sua bocca alla mia bocca. La sentivo mia, tutta mia, solo per me.
E Mauro? Vorrei poter dire "E chi ci pensava più alla sua presenza?".
Non posso farlo perché fu lui a farmela sentire. facendo esattamente quello che io non avrei mai voluto: piazzandosi sopra noi due, facendo leva sulle sue ginocchia e le sue braccia, senza appoggiarsi a noi ma solo muoversi a sfioramento su....beh, io stavo di sopra, quindi a sfiorare me, o meglio le mie natiche, con il suo pisello.
Capite ora che questo non voleva il mio conscio, ma, con mia sorpresa, piacque al mio inconscio.
Confesso che nel pompare a stantuffate Giovanna sollevavo al massimo il mio bacino non tanto per allungare "le corse" nella vagina, quando per percepire più sostanziosamente il contatto con l'uomo sopra di me, a ponte sui suoi arti, ma pur sempre sopra di me, pur sempre a giocherellare con il suo cazzo nel solco tra le mia natiche.
Giovanna mi bisbigliò in un orecchio "Ti piace?"
Le feci segno di si con gli occhi, forse anche con un lieve cenno del capo.
Subito lei si aggrappò con le mani alle mie natiche e le dilatò. Con perfetto sincronismo Mauro puntò il suo randello sul mio orifizio.
La parte predominante di me si ribellò.
Sgattaiolai velocemente sottraendo al pericolo le mie terga ma perdendo anche "il piacevole territorio " che stavo "espugnando".
Sembrò quasi che nessuno degli altri due se ne accorgesse. Come se tutto fosse ovvio, logico. Mauro mi sostituì sopra e dentro Giovanna ed io, non so se per vendetta o per desiderio, presi la precedente posizione di Mauro. Io però non mi tenni sulle braccia tese e le ginocchia, per sfiorarlo appena. Io mi adagiai sopra i due andando subito all'espugnazione del buco di lui.
Nessuna obiezione o reazione negativa, anzi cooperazione massima e di uovo il conscio tacque e l'inconscio godette: non era vero che non volevo ricevere e dare attenzioni all'altro uomo. Avevo gradito i suoi sfioramenti, apprezzai ancora di più, proprio molto il piacere dell'incularlo.
Ipocritamente però, a godimento raggiunto da tutti, più per non ammettere di aver apprezzato tutto che per vero dispiacere, mi lamentai con "Io però volevo scopare Giovanna non te"
Fu lei a dire: "Io non salto la cena che ci avevi promesso ma non rifiuto un eventuale dopocena dopo questo aperitivo" e rivolta a Mauro, quasi con perentorietà gli disse "Telefona al Battello e prenota un tavolo per tre".
Il Battello era il nome del ristorante dove andammo tra l'aperitivo ed il dopocena.
Giovanna non manovrava solo Mauro. Riuscì a far fare anche a me quello che lei voleva.
Forse per la paura di diventare un suo burattino come Mauro, più che per la distanza geografica che ci separava, che in seguito non li incontrai più di persona e, gradualmente anche le telefonate tra ne e Mauro prima scemarono poi cessarono.
A distanza di tempo dico:"Peccato"
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Giovanna, la burattinaia:
