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Trasformato in Troia - Solitudine (cap.16)


di shinigami83ge
19.08.2015    |    11.095    |    10 9.1
"“uoah… è stato davvero piacevole questa improvvisata” “posso dormire qui stanotte??” gli chiedo E lui, posandomi una mano sulla spalla mi accompagna in..."
(Storia di fantasia. In questo capitolo forse la parte narrativa è un po’ più lunga di quella erotica, siate clementi con il giudizio, mi rifarò con il prossimo capitolo. Come sempre graditi commenti, non mi spiacerebbe anche stilare una classifica del personaggio che piace di più. Se non sei iscritto qui e vuoi comunque condividere con me i tuoi pensieri ho attivato un indirizzo mail apposito: [email protected], non chiedete cose assurde. Segui anche il mio blog su tumblr: http://shinigami83ge.tumblr.com/ e vedi le foto a cui mi ispiro per i miei persoanggi. BUONA LETTURA)

AVVISO:
Questo è un racconto di transizione, quindi più lento di altri e con una componente erotica molto marginale, ma volendo dare un costrutto alla storia mi serviva. Spero di non deludere troppo i miei fan
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Esausto, nudo, ricoperto di sperma e con la bocca pervasa dal sapore di cazzi e sborra, lentamente cerco di recuperare le forze e sollevarmi da terra.
I miei movimenti sono lenti e pesanti, ma in fondo sono appena stato usato come un oggetto sessuale da una folla di almeno 30 uomini, che mi hanno scopato la bocca e il culo come più gli aggradava, trasformati dalla situazione in animali assetati di sesso e senza nessuno che li controllasse.
Finalmente in piedi cerco lo sguardo dei miei aguzzini: il biker ed il poliziotto, cercando di capire se adesso sarei stato libero o avevano altro in serbo per me.
“allora, che altro volete farmi adesso?” chiedo con fare strafottente ormai certo che nessun’altra prova potrà umiliarmi, stremarmi o rendermi troia di così.
Alle mie parole il biker si avvicina a me e afferrandomi per i capelli mi piega la testa indietro e con voce crudele mi dice:
“allora troia? hai goduto? ti è piaciuto farti sbattere da tutti quei maschi?”
Ignorando le sue parole, con la testa dolorante per la presa cerco di liberarmi dalla stretta delle sue mani, ma innervosito dal mio gesto il biker rende la sua presa ancora più salda e con voce più alta mi ripete
“allora hai goduto troia?”
A quel punto capisco che lui vuole sentirsi dare una risposte e rassegnato, con un tono di voce più alto di quello che avrei voluto usare gli rispondo
“sì… bastardi… sì.. ho goduto… ho goduto moltissimo… ho goduto come si ci aspetta dalla troia nella quale mi avete trasformato”
E pronunciando quelle parole mi rendo conto che essere costretto ad ammettere le proprie debolezze, le proprie vergogne o in generale mettersi a nudo è, e rimarrà sempre una cosa umiliante nonostante tutto quello che tu possa aver già fatto o subito.
Dopo aver soddisfatto le richieste del biker spero che la pesa sui mie capelli si allenti, ma mi sbaglio e lui continua dicendo:
“brava, hai risposto bene… spero che tu abbia capito che ormai è questo il tuo destino, essere una troia a disposizione degli uomini. Ogni volta, ogni fottutissima volta che un uomo tirerà fuori il suo cazzo in tuo presenza tu dovrai solo desiderare di poterti mettere in ginocchio davanti a lui ed implorante, sperare, pregare che ti permetta di succhiarlo. E quando avrai il consenso inizierai a succhiare e succhiare e succhiare finché schizzi di sborra calda non ti riempiranno nuovamente la bocca. Ti è chiaro troia?”
“sì.. mi è chiaro mi è chiaro” rispondo con un misto di sensazioni che non so descrivere fra l’impaurito, il rassegnato, l’umiliato e l’eccitato
“e se la tua bocca non sarà sufficiente tu gli darai il tuo culo e ti farai sfondare per ore.. basta che un cazzo ti faccia sentire la troia che sei…. Chiaro anche questo?”
“sì.. sì” balbetto sperando che quella tortura finisca.
E finalmente libero, mi massaggio il cuoio cappelluto, ma il mio destino non si è ancora concluso
“avanti troia, cammina, dobbiamo ancora andare in un posto”
Incredulo ed amareggiato del fatto che quel gioco perverso non sia ancora terminato mi volto ed inizio a mettermi nuovamente in cammino.
Umiliato e depersonalizzato cammino fra la gente suscitando reazioni diverse: schifo, curiosità, ilarità, ma ormai poco importa, anche se ad accentuare il mio disagio ci si mette la sfiga, perché ovunque volga lo sguardo vedo solo uomini, come se fossi finito in un mondo immaginario privo di donne e ciò mi eccita anche se non vorrei.
I miei aguzzini mi seguono a distanza, come ad attendere che un’altra folla di persone sia pronta a rapirmi, poi improvvisamente sento un DLING DLING in lontananza e dopo poco mi trovo il ragazzo francese in bicicletta nuovamente di fronte a me.
“avanti sali” mi grida a voce alta
Senza riflettere su quello che sto facendo salgo in sella alla sua bici, mi aggrappo e lui e partiamo.
Il biker e il poliziotto spiazzati dalla situazione provano a ricorrermi ma senza successo.
Pedaliamo per diversi minuti nei quali la mia mente si riempie di interrogativi da porre al ragazzo, ma nulla mi poteva preparare a quello che stavo per vedere, svoltiamo in un vicolo ed improvvisamente la città si interrompe davanti ad un grandissimo muro di cemento.
Il ragazzo si ferma e mi fa scendere dalla bici, mi passa la sua giacca per coprirmi alla bene meglio poi velocemente si dirige verso il muro.
Stupito mi volto e vedo alle mie spalle il quartiere dove sono già stato diverse volte e che conosco bene. La gente passeggia, le macchine sfrecciano, poi mi volto di nuovo e vedo un muro lì dove non dovrebbe esserci. Sbalordito, cercando di capire dove mi trovo vengo richiamato all’attenzione dal ragazzo francese che mi grida
“avanti muoviti” e mi accorgo che nel muro si è aperta una porta.
Lo raggiungo e come supera la soglia mi accorgo che mi trovavo all’interno di un immenso capannone vicino al porto.
“dobbiamo allontanarci da qui, sali in sella” e veloci ci rimettiamo in marcia.
Viaggiamo per circa una decina di minuti, poi arriviamo in un piccolo vicolo dove ci fermiamo, il ragazzo apre una porta e mi invita ad entrare.
“non temere, questa è casa mia”
Vorrei fare mille domande a quel ragazzo, ma non sapendo da quale cominciare finisco con il rimanere in silenzio finché lui con dolcezza non mi si avvicina e porgendomi un asciugamano mi dice:
“a breve ti piegherò tutto.. o almeno, tutto quello che so…. Ma prima è meglio che ti fai una doccia, sei ricoperto di sborra e soprattutto hai ancora quella scritta sbavata sul petto”
Mi guardo il petto e vedo nuovamente la scritta che mi ha fatto il biker
TROIA SUCCHIA CAZZI, ABUSATE DI ME
Ringraziando timidamente vado in bagno ed inizio a lavarmi facendo scivolare via con l’acqua anche parte delle angosce che mi attanagliano la mente.
Seduto in accappatoio nel salotto aspetto che quindi il ragazzo francese mi dia delle spiegazioni
“ciao, innanzitutto mi presento, io sono Jean, e sono un giornalista… cercherò di essere sintetico.. ma tu lasciami parlare senza interrompermi”
“ok va bene” rispondo desideroso di fare chiarezza
“ti starai chiedendo come facevo a sapere che eri lì e per quale motivo ti ho salvato… bhè… devi sapere che , se così volgiamo chiamarlo, che ruota intorno a te ormai non è più una cosa limitata alla tua città, ma è diventato una sorta di evento mediatico, ormai i video dei tuoi stupri sono su qualunque sito porno youporn, xtube, redtube ed altri e sono piaciuto così tanto che la gente non solo li ha guardati raggiungendo valori folli di visualizzazioni, ma ha anche iniziato a commentare quello che avrebbero voluto vederti fare… così quello che era un progetto piccolo ed insignificante si è ingrandito a tal punto da consentire di creare un vero e proprio set tutto per te, come quello dal quale ti ho appena liberato”
Incredulo, nel sentire quel racconto, annuisco con il testa, ma la mente, confusa, cerca di assimilare con fatica tutte quelle informazioni.
Ho voglia di scappare, nascondere e prima mi viene in mente l’omone, vorrei essere nascosto da uno dei suoi potenti abbracci mentre mi bacia appassionatamente, ma lui non vuole ricambiare i miei sentimenti, così il pensiero si sposta su Giorgio, il mio vicino di casa. Sono entrato in contatto con lui grazie a questo gioco perverso, ed ogni giorno sono costretto a nutrirmi della sua sborra, ma ormai siamo entrati in sintonia e il calore del suo abbraccio mi fa sentire protetto, ma mi rendo conto che in quel gioco c’è molta più amicizia che vero amore. Poi mi torna alla mente Fabio, sto rovinando tutto con lui. Questa sera avremmo dovuto vederci, quando poi sono stato rapito da Carlo (il biker) e il poliziotto. Essere diviso fra tutte quelle persone senza poterne afferrare nessuna mi fa improvvisamente sentire solo.
Tornando di colpo alla realtà e liberandomi da quel pensiero chiedo
“ebbene, chi è che ha avviato questo come lo chiami tu?”
“mi stai chiedendo un po’ troppo amico mio, io ti ho salvato sperando che tu potessi darmi queste informazioni. Ho sempre pensato che tu fossi d’accordo a tutti quegli stupri… ti ho visto bere una quantità di sborra e piscio incredibile”
“mi spiace, ma in questo progetto mi hanno davvero trasformato in una troia, ma a mia insaputa”
Per un attimo avevo sperato in qualcosa, non so bene cosa, ma un cambiamento, invece quel ragazzo è risultato solo l’ennesima fregatura, un giornalista interessato solo allo scoop.
Alla fine si dimostra meno peggio di quel che è… mi offre la cena, parliamo… gli concedo qualche foto ed alla fine mi riaccompagna a casa.
Chissà cosa prevedeva la seconda parte del set se la prima era una gang bang con 30 persone.
Tra il curioso, l’eccitato e l’intimorito entro in casa. Provo ad accendere la luce, ma prima di farlo mi accorgo che in quello spazio, adesso, c’è per me un silenzio assordante decido quindi di andare da Giorgio.
MI apre la porta con lo sguardo assonnato grattandosi la pancia. Indossa solo un paio di boxer che mettono subito in evidenza il suo gran cazzo.
Senza dire una parola entro in casa.
“cosa ci fai qui a quest’ora? È tardi, saranno le due di notte
Ma senza dire nulla mi inginocchio, gli abbasso le mutande ed inizio a succhiarlo.
Ho voglia di lui, ho voglia di qualcosa di conosciuto, qualcosa che mi appartenga e che possa dominare ed in questo momento il modo migliore in cui riesco ad ottenerlo è questo.
Sentire il grosso cazzo di Giorgio in gola, sentire i suoi ansimi di piacere sono un toccasana per la mia mente ed il mio corpo e quando finalmente sento il suo sperma sciogliersi nella mia bocca mi sento felice.
“uoah… è stato davvero piacevole questa improvvisata”
“posso dormire qui stanotte??” gli chiedo
E lui, posandomi una mano sulla spalla mi accompagna in camera da letto, almeno questa notte non mi sentirò solo.
E spero di ignorare il nuovo messaggio che mi incita nuovamente a scopare con il mio capo.
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