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Rapito 2 - Guardami


di shinigami83ge
02.07.2014    |    18.098    |    7 9.3
"Dling dlong Qualcuno suona al campanello..."
Cap 2 - Guardami
(Storia di fantasia. Temi: BDSM, costrizione, dominazione, master/slave, umiliazione. Sia che tu sia iscritto o no se vuoi puoi condividere con me i tuoi pensieri o sapere quando pubblicherò un nuovo racconto puoi farlo attraverso l’indirizzo mail: [email protected], (p.s. non chiedete cose assurde). Segui anche il mio blog su tumblr: http://shinigami83ge.tumblr.com/ e vedi le foto che ispirano i miei personaggi. BUONA LETTURA)

Nudo in un angolo del pavimento della camera da letto osservo i piedi del mio nuovo Padrone, un energumeno tatuato, sbordare dal materasso sul quale sta russando in boxer e maglietta, dopo essere entrato in casa mia ed aver abusato di me come più gli aggradava.
Trasformato in un oggetto sessuale, venduto come pegno da colui che consideravo un amico per saldare un debito di droga, per la prima volta nella mia vita mi sono trovato costretto a succhiare il cazzo di un altro uomo e ad essere violentato sentendo il mio culo che veniva sfondato a forza da un cazzo e date le dimensioni del mio Padrone il termine sfondare è senz’altro il più appropriato.
Non ho idea da quanto tempo sia passato da quanto mi sono messo ad osservarlo, la mia mente è stata troppo impegnata ad analizzare ogni possibile alternativa di fuga, ma che si trattasse di colpirlo di sorpresa, scappare o semplicemente mandare a qualcuno una richiesta di aiuto tramite SMS; ma la corta catena attaccata al mio collare, il bavaglio alla bocca ed i lucchetti che tengono uniti fra loro i miei polsi e le mie caviglie attraverso le asole delle mie nuove polsiere e cavigliere di cuoio, non solo me lo impediscono, ma mi ricordano il mio nuovo status di schiavo in casa mia.
Dling dlong
Qualcuno suona al campanello.
La sveglia sul comodino segna le 3 di notte, non ho idea di chi possa suonare a casa mia a quell’ora. Forse qualche vicino insospettito dai rumori che ha sentito prima, forse qualche mio amico mezzo sbronzo che viene a chiedere asilo in casa mia per non dover guidare; qualche rara volta è successo.
Chiunque sia sento un barlume di speranza accendersi dentro di me, anche legato sono comunque in grado di fare abbastanza casino da poter attirare la sua attenzione.
Dling dlong il campanello suona un'altra volta svegliando il mio Padrone che scazzato inizia a destarsi dal suo sonno farfugliando qualcosa di incomprensibile.
Dling dlong riecheggia nuovamente il campanello a distanza ravvicinata
Dling dlong lo sconosciuto suona ancora come se fosse impaziente di entrare
Dling dlong
“premi ancora una volta quel cazzo di campanello e giuro che te lo faccio ingoiare” grida nervoso il mio Padrone alla porta di ingresso ormai completamente sveglio
Cala un silenzio pesante. La persona al di là della porta ha capito di dover stare al suo posto, o forse, più semplicemente, se n’è andata mandato in fumo tutti i miei piani.
Il mio Padrone si stropiccia la faccia con le sue grosse mani, e dopo essersi messo a sedere sul bordo del letto guarda l’orologio come ad accertarsi di essere in orario per un appuntamento. Si accorge che lo fisso e ricambiando il mio sguardo mi sorride soddisfatto massaggiandosi vistosamente il pacco e facendomi capire chiaramente che prima si è divertito per bene con me e che ha di nuovo voglia di giocare.
Si alza e prima di andare ad aprire la porta si avvicina a me e afferrandomi la testa con una mano mi spinge con forza contro i suoi boxer e strusciandomi la faccia contro la stoffa mi fa sentire l’inizio di eccitazione che già ha in corpo.
“ti piace il mio cazzo troia?” domanda più rivolto a se stesso che a me ed eccitandosi nel dirlo “lo so che lo vuoi ancora, faccio un cosa e sono subito da te” e con quella frase, che per me suona come una condanna a morte, mi lascia di nuovo libero di respirare liberamente e va ad aprire la porta.
“sei in ritardo” sento dire al mio Padrone “la prossima volta non sarò così clemente da aprirti di nuovo la porta. Avanti entra”
Dopo poco, il mio Padrone entra nella camera da letto seguito da un uomo tra i 30 e i 40, robusto, con gli occhiali, vestito in giacca e cravatta. Ha la tipica espressione da impiegato. Vedendomi per terra, legato ed incatenato in un angolo della stanza, sbarra gli occhi restando interdetto ed indeciso se entrare o meno nella camera da letto.
Impossibilitato a parlare con gli occhi cerco di implorare il suo aiuto, ma lo sconosciuto pare ancora più spaventato di me e in breve vedo ogni mia speranza svanire in una nuvola di fumo
“avanti entra ed ignoralo come vedi non può farti del male” gli dice con tono non curante il mio Padrone mentre rovista nel suo borsone tirandone fuori un pacchetto.
Lo sconosciuto continua a fissarmi, riesco ad immaginare i mille pensieri che ora invadono la sua mente, ma poi, dopo ancora un attimo di esitazione entra e si avvicina al mio Padrone che porgendogli il pacchetto gli dice:
“sono 400”
“ma… come… io… eravamo d’accordo per 300” dice in tono lamentoso l’uomo preso alla sprovvista da quella richiesta
“i 100 extra sono per il ritardo e per avermi svegliato, così la prossima volta ci penserai due volte prima di mancare un appuntamento, ora tira fuori i soldi o levati dalle palle”
Amareggiato, ma succube della sua dipendenza e della presenza fisica del mio Padrone lo sconosciuto apre il portafoglio, tira fuori 100 € e li aggiunge all’interno di una busta che ipotizzo contenga già gli altri soldi, prende infine il suo pacchetto e dopo aver dato un’ultima occhiata nella mia direzione con un’espressione e metà fra il disgusto e la compassione lascia l’appartamento accompagnato dal mio sequestratore.
Poco dopo il mio Padrone fa nuovamente capolino sulla soglia della stanza e mentre entra si sfilla la maglietta buttandola per terra mostrandomi per la prima volta il suo torso nudo. Posso finalmente notare che il grande tatuaggio tribale che gli ricopre il braccio destro salendo fino al collo prosegue anche su parte del suo petto leggermente villoso, mettendo in evidenza i grossi pettorali. Per quanto riguarda l’addome non spuntano addominali a tartaruga, ma nel complesso la sua figura tozza e muscolosa mi trasmette un’idea di prestanza fisica e potenza anche superiore a quella che avevo percepito quando era vestito.
“detesto essere svegliato quando dormo” dice nervoso il mio Padrone sfilando anche i boxer e gettandoli di lato con noncuranza mostrando il suo enorme cazzo già quasi in erezione “e quando questo succede divento nervoso” continua a lamentarsi avvicinandosi a me sovrastandomi con la sua fisicità “e quando sono nervoso l’unico modo che ho per calmarmi è scopare” aggiunge segandosi e strusciandomi il suo cazzo in faccia “ora se non vuoi vedere come sono quando sono arrabbiato vedi di fare bene il tuo lavoro puttana” e così dicendo mi libera la bocca dal bavaglio.
Duro, venoso, grosso; osservo l'enorme cazzo del mio rapitore che punta la mia bocca e l’idea di succhiarlo nuovamente mi disgusta, ma sono troppo spaventato da quel che può succedermi se non lo facessi e con la punta della lingua inizio ad accarezzare la sua cappella venendo subito investito dal gusto di uomo del mio Padrone.
“che cosa aspetti per iniziare a succhiare troia?” mi chiede innervosito dalla mia titubanza
Con le mani legate dietro la schiena e le caviglie unite fra loro cerco di trovare il mio punto di equilibrio ed infine, spaventato dalle possibili reazioni dell’uomo mi faccio forza ed ingoio la sua cappella. Inizio a dare un paio di ciucciate e per la prima volta percepisco chiaramente il gusto del suo cazzo nella mia bocca, sulla lingua, lungo il palato e giù fino allo stomaco.
Il sapore di per se non è male, mi aspettavo qualcosa di disgustoso e che ne sapesse di piscio, ma per fortuna l’igiene del mio Padrone è buona, ma l’idea di avere in bocca il cazzo di un altro uomo mi blocca a livello cerebrale e con i conati che salgono istintivi mi blocco ed iniziando a tossire, cercando di espellere quella sensazione dalla gola, e per non perdere l’equilibrio appoggio la fronte contro la coscia muscolosa del mio Padrone.
“succhia” dice perentorio il mio Padrone incurante delle mie reazioni
“io… io non ci riesco” gli rispondo sincero con il cuore in gola
“succhia” ripete lui con il tono di chi sta cercando di apparire calmo ma ha ormai perso la pazienza da molto tempo
“ti prego… io…” ma non ho il tempo di formulare nessuna frase o aggrapparmi a qualche nuova scusa che subito il mio Padrone fa un passo in avanti spingendomi all’indietro e privo di appoggio ed equilibrio finisco col sbattere la testa contro la parete alle mie spalle.
“forse non sono stato abbastanza chiaro con te… non me ne fotte un cazzo se impazzisci di lussuria a succhiare un uccello o se la cosa ti disgusta… se ti dico di succhiare tu lo fai e basta… ti è chiaro così puttana?”
Afferra quindi la catena legata al mio collo e tirandola verso l’alto mi forza nuovamente in ginocchio davanti al suo pacco, poi con una mano mi afferra la testa per i capelli e con l'altra, tenendo ben saldo il suo cazzo, me lo spinge in bocca con forza.
Senza poter più controllare la situazione e succube della sua nuova rabbia, sento il suo palo di carne entrarmi in gola in profondità ed in pochi secondi mi trovo con le labbra alla base del suo cazzo. Istintivamente cerco di ritrarmi, ma vengo trattenuto da entrambe le sue mani dietro la testa che mi spingono con forza verso il suo bacino, sento lasciarmi via di scampo.
"È così che devi succhiarmelo troia" dice con voce carica di rabbia cercando, per quanto possibile, di spingermelo ancor più in profondità "da adesso in poi tu vivrai in funzione del mio cazzo e delle mie voglie" aggiunge iniziando a fottermi la gola "dovrai farmi sborrare ogni volta che ne ho voglia e bere ogni goccia della mia sborra" dice aumentando il ritmo “e leccarla come se fosse la cosa più buona che tu abbia mai assaggiato” mi incalza mentre a fatica riesco a stargli dietro “ti è chiaro puttana?” mi domanda continuando a spingere il suo cazzo nella mia bocca “ti è chiaro?” ribadisce cattivo aspettandosi una risposta, ed io, con le lacrime agli occhi, nell’impeto della sua collera, cerco di annuire riuscendo a placare almeno un po la sua ira e riuscendo a fermare quel supplizio dopo poco più di un minuto. Vedendo uscire il suo enorme cazzo dalla mia bocca mi domando come fosse riuscito ad entrare tutto nella mia gola senza arrivare allo stomaco.
"Bene spero sia tutto chiaro ora" dice con ritrovata tranquillità
Spaventato come non mai annuisco nuovamente remissivo, facendogli capire che adesso farò tutto quello che vuole e lui, conscio di avermi dominato, recupera le chiavi dei lucchetti e mi libera dalle mie catene, infine si va a sdraiare sul letto e tenendo ben puntato verso l'alto il suo cazzo mi dice
"Avanti puttana, vieni qui e fammi vedere come me lo succhi adesso"
Titubante gattono fin sopra al letto prendendo posto fra le possenti gambe del mio Padrone e chiudendo gli occhi prendo in bocca il suo cazzo iniziando a succhiare.
“guardami negli occhi mentre succhi puttana” mi ordina lui volendomi umiliare fino in fondo.
Tenendo sempre in bocca il suo grosso palo di carne apro gli occhi iniziando a fissare i suoi, neri e profondi, che di rimando mi fissano facendomi percepire la soddisfazione che prova nell’avermi dominato e sottomesso ad ogni suo volere.
“brava… così… fissami e succhia… fammi vedere quanto ti piace il cazzo del Padrone”
Doverlo fissare, mentre gode del mio pompino, è svilente, non solo il gesto in se è per me denigrante, ma facendomi osservare il suo piacere mi impedisce di distrarmi da quel che sto realmente facendo.
“avanti, voglio vederti giocare con il mio cazzo, leccalo, strusciatelo in faccia, segalo, fammi vedere quanto ti piace far godere un uomo” dice con tono fra l’eccitato e divertito.
Odiando dal profondo del cuore quell’uomo che mi costringe a chiamarlo Padrone, continuando a fissarlo negli occhi, inizio a leccare il suo cazzo dalla base fino alla cappella ed una volta giunto in cima, torno alla base strusciando la guancia lungo il suo palo di carne.
Giocare con il suo cazzo in quel modo mi costringe a percepirlo con maggiore intensità e incredulo mi accorgo che è davvero duro, largo e lungo.
“sei proprio una gran puttana… ce l’ho duro che mi fa male.. continua così… usa pure le mani”
Cercando di imitare ciò che ho visto fare in molti film porno, inizio a strusciare la sua cappella sulla mia lingua mentre con una mano comincio a segarlo.
“sì… così… “ dice ansimando e accompagnando la mia sega con leggeri movimenti di bacino “succhia puttana…”
con la bocca piena del suo cazzo continuo a fissarlo cercando con gli occhi di comunicargli tutto il disprezzo che provo per lui, ma il suo sguardo, penetrando il mio, mi rende consapevole che ormai non sono più solo insulti le sue parole, ma sono diventato davvero la sua puttana e volendo punirmi per l’arroganza del mio sguardo mi ordina
“avanti ora prendilo tutto in bocca come prima”
Conscio di non potermi sottrarre a quella prova serro le mie labbra intorno alla sua cappella gonfia di desiderio e lentamente inizio a spingere la testa verso il basso facendo scivolare il suo palo in bocca, ma è troppo lungo per una persona inesperta come me e più volte sono costretto a ritrarmi ancor prima di arrivare a metà della lunghezza del suo cazzo.
“avanti, voglio che lo prendi tutto” mi incita dopo al mio settimo fallimento e così dicendo mi afferra la testa e nuovamente mi spinge il suo cazzo in gola con forza, facendomi ritrovarela sua cappella in gola e le narici immerse nei suoi peli pubici.
“quando ti ordino di prenderlo tutto è questo che intendo puttana” mi dice tenendomi la testa premuta verso il basso mentre il suo cazzo mi toglie l’aria “vedrai che con un po’ di esercizio ti ci abituerai” aggiunge ridendo.
Mi tiene premuto per diversi secondi, che mi sembrano un’eternità infine liberandomi mi lascia spazio per riprendere aria, ma la mia libertà ha durata breve ed afferrato dietro la nuca mi ritrovo di nuovo il cazzo del mio Padrone in bocca.
Questa volta non me lo spinge tutto in gola, ma mi costringe a succhiarlo al suo ritmo.
“sì troia succhia…..fammi sborrare….”
Geme il bastardo mentre mi scopa la bocca come più preferisce
“avanti… dimmi che ti piace il mio cazzo in bocca.. dimmelo” mi chiede aumentando il ritmo e costringendomi a dargli la risposta che vuole sentire e con la bocca piena del suo sesso cerco di mugolare una sorta di sì.
Soddisfatto il mio Padrone da ancora alcuni affondi più secchi ed infine inizia a sborrarmi in bocca una quantità enorme di sperma.
I primi schizzi sono così violenti che sono costretto ad ingoiarli, i successivi invece, mi riempiono la bocca colando in parte fuori dalle mie labbra.
“bevi puttana” mi ordina tenendomi saldo per i capelli sopra il suo cazzo.
Sentire tutto quello sperma nella mia bocca è strano, ma cercando di non pensarci chiudo gli occhi ed ingoio quel seme caldo e denso sentendo che quel gesto, in qualche modo, mi sta rendendo ancora più succube e schiavo del mio aguzzino.
“brava… ora fammi vedere quanto ti piace la sborra del tuo Padrone” e raccogliendo con la mano quella che mi è colata fuori dalla bocca inizia a spalmarmela sulla faccia.
“lecca puttana e vedi di essere convincente”
e mentre la sua grossa mano mi si struscia sul volto inizia a leccarla alla ricerca delle ultime gocce di sborra passando la mia lingua sul palmo e fra le dita.
“sì così… brava” mi dice lui spingendomi il suo pollice in bocca e facendomelo succhiare
infine soddisfatto, mi costringe ad andare a prendere la catena che avevo legata al collo, e mettendomi di nuovo al guinzaglio mi permette di dormire nel letto affianco a lui.
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