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Gay & Bisex

Trasformato in troia - Sentimenti


di shinigami83ge
22.12.2013    |    15.080    |    5 9.3
"“non c’è problema, se vuoi scoparmi, o farmi bere la tua sborra o qualche altra cosa ormai sono pronto, dovresti saperlo dopo quello che mi hai fatto..."
(eccomi qui, dopo lunga assenza. con un nuovo racconto, in questo capitolo c'è una trama di passaggio, quindi è forse meno eccitante di altri, ma mi piaceva inserirlo nella trama del mio racconto, siate clementi con i voti :-) buona lettura)
Nudo e con il culo pieno della sborra di due uomini che mi hanno iniziato alla pratica della doppia penetrazione resto disteso sul letto mentre i miei stupratori: il mio vicino Giorgio e il suo amico Sergio, si vestono per andarsene incuranti di quello che hanno appena fatto.
Come ultimo sfregio, prima di uscire dalla stanza, Giorgio si avvicina ancora a me, e schiaffeggiandomi forte il culo mi dice “Sei davvero una troia fantastica, non ho mai visto un uomo così voglioso di cazzo come te, ci divertiremo ancora molto insieme io e te” e con questo ultimo gesto si congeda uscendo dal mio appartamento.
Troia: ormai questo epiteto è diventato molto, forse anche troppo, ricorrente nelle mie giornate e come un tarlo mi sta divorando l’anima. Non voglio essere solo un oggetto sessuale, uno svuota cazzi per uomini infoiati, eppure quella parola, quello che rappresenta, l’assenza di limiti che impone mi eccitano. Razionalmente provo a oppormi a questo destino, ma il mio corpo mi costringe ad essere sincero con me stesso, essere trattato da troia mi eccita in modi inaspettati.
Incazzato con me stesso e le mie pulsioni affondo la testa nel cuscino pensando che se qualche mese fa avessi pensato al mio futuro probabilmente mi sarei visto sposato, insieme alla mia ex Laura, in una bella casa in centro con un bambino o magari due, ma mai avrei immaginato di ritrovarmi trasformato in un bevitore di sborra con il culo abituato a prendere così tanti cazzi da consentire anche alla bestia più grossa di entrare senza problemi.
E pensando a cazzi enormi la mia mente non può fare a meno di pensare a lui, l’omone. Un uomo massiccio di cui ancora non conosco il nome e che insieme al suo amico carabiniere mi ha fatto scoprire il mio lato gay, per ordine di qualcuno che ancora non mi si vuole rivelare. Impresso ancora a fuoco nella mia anima c’è il ricordo del mio primo incontro a casa sua e in un attimo si accende in me il desiderio di rivederlo e assecondando questo mio istinto mi faccio una doccia ed esco dirigendomi a casa sua.
Davanti alla porta del suo appartamento resto un po’ titubante pensando a quando sono idiota a tornare di mia spontanea volontà dal mio stupratore, ma durante il nostro incontro ho provato sensazioni bellissime e la voglia di sentirmi nuovamente stretto in un suo abbraccio e catturato da un suo bacio è troppo forte e suono sperando che sia in casa.
Dopo alcuni istanti si apre la porta e vestito solo di un paio di boxer, eccolo lì, davanti a me, l’uomo del mio desiderio.
“cosa sei venuto a fare?”
“ecco.. io… io.. vorrei stare un po’ con te”
“Guarda che non sono il tuo ragazzo, tu sei solo uno che devo trasformare in una troia assetata di cazzo, quindi se vuoi entrare accomodati, ma sappi che ti aspetta una bella bevuta di sborra”
Eccola di nuovo lì, la parola del mio destino: troia. Forse sto sbagliando tutto, forse non dovevo tornare in questo appartamento illudendomi di qualcosa che non può essere, ma decido di andare avanti.
“non c’è problema, se vuoi scoparmi, o farmi bere la tua sborra o qualche altra cosa ormai sono pronto, dovresti saperlo dopo quello che mi hai fatto fare”
Con un ghigno divertito l’omone si scosta leggermente e mi fa cenno di entrare, e deciso varco la soglia di casa. Appena chiude la porta non resisto e volendo giocare d’attacco mi butto fra le sue braccia e lo bacio.
Per un attimo l’omone resta interdetto, ma poi inizia a ricambiare il mio bacio e io felice mi godo quel momento riscoprendo nuovamente quella sensazione di calore che avevo provato con il mio primo bacio omosessuale con lui.
Le nostre lingue giocano e si cercano per un tempo che non saprei quantificare, poi come tornando in se, l’omone mi allontana di forza
“che cazzo stai facendo troia… tu per me sei lavoro, non metterti in testa strane idee”
“non mi importa quello che dici, o le motivazioni per cui mi stai facendo quello che fai, non so cosa ci sia di bacato nella mia testa ma tu…”
Mi fermo un attimo, come a prendere coscienza di quello che sto dicendo e poi aggiungo:
“ma tu… tu mi piaci” alzando la voce senza volere, come se tirare finalmente fuori quelle parole, dare concretezza a quel pensiero avessero richiesto uno sforzo immane; attraverso quelle semplici parole avevo ammesso a me stesso che mi ero innamorato di un altro uomo, un’attrazione reale senza nessun tipo di costrizione.
“se ti aspetti che ora, dopo avermi detto che ti piaccio, arrivi il lieto fine con io che ti dico quanto sono innamorato di te o altre cazzate da femminuccia che di solito ronzano in testa a voi troie ti sbagli di grosso. Ti scopo perché i soldi che ci guadagno nel farlo mi servono per vivere”
“non ti credo, non può essere solo questo”
“mi spiace se la realtà ti fa male, ma tu per me sei solo soldi”
“allora perché poco fa hai ricambiato il mio bacio? Perché mi hai baciato la prima volta che mi hai scopato qui in casa tua?”
A quelle parole l’omone distoglie un attimo lo sguardo e poi dice “un bacio non vuol dire un cazzo”
“no, sono sicuro di piacerti, perché non lo vuoi ammettere”
Incalzato dalle mie parole l’omone si tira un attimo indietro
“smettila di sparare cazzate, non mi è mai importato niente di te e continuerò a farlo”
“stai mentendo, lo sento, non so per quale motivo tu non voglia ammetterlo ma…”
A quelle mie parole vedo gli occhi dell’omone accendersi in modo diverso e improvvisamente una rabbia violenta vibra nei suoi occhi. Non riesco neppure a terminare la frase che lui mi si scaraventa addosso sbattendomi contro il muro.
“ti ho detto di smetterla di dire cazzate” e mi sputa in faccia “tu sei solo una troia e come tale servi solo come trastullo”
Mi gira quindi spalle al muro con violenza bloccandomi con un braccio intorno al collo che quasi mi soffoca e prima che possa fare qualcosa mi cala i pantaloni.
“ora ti farò vedere per l’ennesima volta a cosa servi? Servi a questo..”
E come sua abitudine mi spinge su per il culo il suo cazzone enorme duro come l’acciaio, ma questa volta con un impeto e una rabbia a me sconosciuti.
“ecco, lo senti dentro troia?? Ti piace? Bene ora preparati che sti sfondo per davvero”
Strozzato dal suo braccio e impalato dal suo cazzo, a fatica i miei piedi riescono a toccare il pavimento e inizia a fottermi con foga animalesca.
“ecco quello che possiamo fare io e te… scopare”
Lo sento violento dentro di me, che mi riempie e mi fa male. Eppure sento che in quella rabbia si nasconde un sentimento diverso dal rancore. Mi scopa con foga per alcuni minuti, poi mi riempie il culo della sua sborra.
Mi libera quindi dalla sua presa ed io senza fiato mi accascio al suolo per riempire nuovamente i miei polmoni d’aria, ma mentre sono lì che cerco di riprendermi l’omone inizia a pisciarmi addosso e mi schiaccia la faccia a terra con il suo piedone nudo.
“spero che ora la tua posizione ti sia più chiara”
“è inutile che cerchi di denigrarmi, sento di non sbagliarmi, non ti sono indifferente, ma non so perché tu non possa ammetterlo”
Forse è solo una mia illusione, ma sono sicuro che le mie parole hanno colpito nel segno.
“forse devo tapparti la bocca diversamente” dice lui ancora più innervosito, mi afferra quindi per i capelli e mi spinge in gola il suo cazzo.
“vediamo se dopo questo trattamento avrai ancora voglia di stare con me”
La mia testa è poggiata contro il muro e tenuta ferma dalla sue mani e il suo cazzone enorme, di nuovo duro, mi scopa la bocca in profondità causandomi conati.
Seppur abituato, è davvero difficile riuscire a reggere il suo ritmo e il colpo di grazia arriva con la nuova sborrata che mi schizza con violenza praticamente direttamente nello stomaco.
“spero che il trattamento sia stato sufficiente, ora pulisci e vattene”
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