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Trasformato in troia - Confusione – (Cap.14)


di shinigami83ge
10.05.2014    |    11.951    |    4 9.3
"Un colpo unico e secco che me lo infila tutto dentro fino in fondo..."
(Storia di fantasia. In questo capitolo forse la parte narrativa è un po’ più lunga di quella erotica, siate clementi con il giudizio, mi rifarò con il prossimo capitolo. Come sempre graditi commenti, non mi spiacerebbe anche stilare una classifica del personaggio che piace di più. Se non sei iscritto qui e vuoi comunque condividere con me i tuoi pensieri ho attivato un indirizzo mail apposito: [email protected], non chiedete cose assurde. Segui anche il mio blog su tumblr: http://shinigami83ge.tumblr.com/ e vedi le foto a cui mi ispiro per i miei persoanggi. BUONA LETTURA)
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Stento ancora a credere che quel che è successo sia avvenuto veramente, eppure la sensazione di umido della sborra nelle mie mutande e della piscia lungo i miei pantaloni me lo conferma con prepotenza.
E se già tutto questo non fosse sufficiente a crearmi abbastanza disagio, ci pensa pure lo strappo nei miei pantaloni all’altezza del mio buco a complicare le cose, infatti, sento chiaramente iniziare a uscir fuori la copiosa sborrata con cui lo stronzo mi ha riempito godendo del mio corpo.
Mi sento svilito ed umiliato, sono stato trasformato in una troia ben più troia di quanto pensassi, ormai qualsiasi persona abbia voglia di svuotarsi le palle si sente in diritto/dovere di poter abusare del mio corpo e ciò che è peggio è che non so quante persone sappiano del mio percorso di trasformazione e chi già ha in abusato del mio corpo.
Sento uno strano senso di angoscia salire dallo stomaco, non sono abituato ad avere così poco controllo su di me e su ciò che mi circonda, ma al contempo il mio corpo è ancora eccitato da quel che è successo, e grida con prepotenza alla mia mente di smetterla di opporsi e di piegarsi al mio vero essere; lasciare andare ogni inibizione e diventare a tutti gli effetti una troia assetata di cazzo pronta a soddisfare qualsiasi uomo purché si abbassi la zip in mia presenza.
Respiro profondamente cercando di calmare ansia ed eccitazione e timidamente alzo lo sguardo per osservarmi intorno, in fondo sono ancora sull’autobus dove uno sconosciuto mi ha scopato.
Incrocio lo sguardo di almeno 6 persone, il modo in cui mi guardano, il mix di espressioni fra il divertito e il disgustato mi fa capire che ciò che è successo non è passato inosservato. Sento i loro sguardi mettermi a nudo,qualcuno voglioso di chiedermi se mi è piaciuto, quasi desideroso di essere al mio posto, altri vorrebbero invece gridarmi quanto gli faccio schifo. Provo a guardare fuori dal finestrino, ma l’umido dei miei pantaloni mi mette a disagio e il borbottare delle persone sembra tutto rivolto a me, sguardi insistenti che si fanno sempre più pesanti ed alla fine, incapace di reggere oltre la tensione, più rapido che posso, alla prima fermata, scendo dall’autobus e mi infilo in un vicolo.
Sono libero, e con l’aria che entra nuovamente nei polmoni mi appoggio al muro e lentamente scivolo per terra stremato dalla tensione nervosa.
Devo decidere cosa fare, ma da brava troia nella quale mi hanno trasformato i miei pensieri non riescono a spostarsi dallo sconosciuto dell’autobus, dal modo in cui mi ha posseduto e dominato, dal suo cazzo dentro il mio culo e dall’orgasmo intensissimo che mi ha dato su un autobus pieno di persone.
Dling dling, il suono di un campanellino interrompe i miei pensieri
Alzo lo sguardo, ad aver suonato è un ragazzo in bicicletta
“ehi tu tutto bene?”
È un ragazzo giovane, 20 anni, forse nemmeno, con uno spiccato accento francese, ha un grosso zaino sulle spalle. Lo guardo meglio per capire chi è, ha un look davvero essenziale: sneakers, jeans, maglietta e un capello basco, di quelli con cui normalmente si identificano i pittori
“ehi, parlo con te, vedo che hai i pantaloni bagnati sul davanti. Tutto bene?”
Scende dalla bicicletta, si avvicina a me e porgendomi una mano mi aiuta ad alzarmi. Osservando il suo viso più da vicino non posso fare a meno di pensare che abbia un’espressione che comunica dolcezza: capelli corti castano scuro, una leggera barbetta sul mento e occhi di un bel nocciola
“tutto bene?” mi ripete “capisci quello che dico?”
Scuoto leggermente la testa come se quel gesto fosse sufficiente a cancellare almeno per un attimo i pensieri nella mia mente
“sì… sì… ti capisco benissimo, grazie, è tutto apposto davvero”
“sei sicuro? A me non sembra, e a giudicare da quel che vedo… bhè.. ecco.. è chiaro che ti sei pisciato addosso. Vuoi che chiami qualcuno?”
Sento che quella conversazione sta prendendo un piega che non mi piace, l’idea di dover dare spiegazioni mi mette in imbarazzo
“non ti preoccupare, davvero, va tutto bene, ti pregherei di lasciarmi solo… grazie davvero”
Il ragazzo mi guarda con un’espressione fra il preoccupato e il perplesso rimanendo davanti a me ancora alcuni istanti come ad accertarsi che non abbia qualche ripensamento
“ok, come preferisci… buona giornata”
risale in sella alla sua bici e si rimette in viaggio.
Appoggio nuovamente la testa contro il muro e osservo il cielo chiedendomi cosa sto facendo, ma soprattutto cosa sto diventando. Oggi il cielo è di un azzurro intensissimo; era da tanto tempo che non mi perdevo nella sua immensità e una nuova calma si impossessa di me.
Rapido torno alla realtà, devo assolutamente uscire da quella situazione del cazzo, non posso andare in giro conciato in qual modo. Mi guardo intorno e per una volta penso che la fortuna sia dalla mia parte. Non molto lontano da me vedo una fontana pubblica e dall’altra parte della strada un negozio di abbigliamento.
Vado quindi alla fontana a inondarmi di acqua per crearmi un abili, una scusa, con cui poter giustificare in modo più semplice la vistosa macchia sui miei pantaloni e togliere anche l’eventuale odore di urina, infine vado al negozio di abbigliamento e con la scusa di essere caduto per terra quando lo spruzzo della fontana mi ha colpito spiego il segno di umido e lo strappo sui pantaloni e con un forte imbarazzo compro dei nuovi vestiti pensando fra me e me che quella scopata mi è costata cara.
Esco dal negozio con i miei nuovi vestiti addosso e quelli vecchi in un sacchetto, sacchetto dove si trovano anche le mie mutande, lo stronzo mi ha fatto sborrare tantissimo e non essendo un articolo del negozio non ho potuto prenderne di cambio. Mi fa davvero strano indossare i pantaloni senza intimo, ma mi trasmette anche un piacevole senso di libertà che non avevo mai provato.
Guardo l’orologio, quello che prima era un ampio anticipo si è trasformato in un pauroso ritardo e trafelato mi reco a lavoro.
Ansimante prendo posto alla mia scrivania
“eccolo il ritardatario, abbiamo fatto le ore piccole ieri?” mi schernisce Bruno il mio collega dalla scrivania di fronte
“e sì, avevo a casa almeno 5 ragazze ieri, mica potevo andare a letto presto”
“azz, sono invidioso, la prossima volta mi devi invitare”
“e che gli diciamo a tua moglie?” gli domando divertito
“azz… ma allora sei proprio stronzo dentro tu, almeno lasciami sognare… vabbè, è meglio cambiare discorso, hai concluso quella relazione per la Softonic”
“sì, aspetta che te la stampo”
Bruno si avvicina alla mia scrivania per prendere i fogli che ho appena stampato.
Da bravo uomo orso e massiccio qual è ha sempre molto caldo ed anche oggi, senza eccezione, si è tolto la giacca dell’abito ed ha avvolto le maniche della camicia fino all’avambraccio. Le sue braccia sono robuste e pelose e qua e là si può osservare il rilievo di qualche vena, più lo osservo e più mi trasmette una sensazione di possenza e virilità.
Sento l’odore della sua pelle, cazzo, mi eccita da impazzire e prima che possa controllare i miei istinti sento qualcosa muoversi nelle mutande, anzi no, nei pantaloni, dato che l’intimo non ce l’ho.
“sei strano, qualcosa che non va?” mi chiede Bruno
“no, scusami, ero sovrappensiero”
“ok… grazie per la relazione” e si allontana.
Bruno è un mio amico di lunga data, sposato e con figli, non posso pensare a lui in termini di sessuale, non posso essere così troia da voler mandare a puttane un’amicizia per una scopata.
Mai come in questi ultimi giorni mi sento confuso, non so più dare un filo sensato ai miei pensieri, non so più cosa desidero davvero fare, cosa posso fare e cosa sono costretto a fare.
Imbarazzato mi accorgo che il non avere le mutande mi ha privato di quello strumento inconsapevole con cui è più semplice nascondere un’erezione dentro i pantaloni ed imbarazzato mi spingo qui con la sedia maggiormente sotto la scrivania per nascondermi.
Cerco di pensare ad altro, ma ormai il mio ormone è partito e con insistenza lo sguardo si posa su Bruno, sulle sue spalle larghe; sulle labbra che spuntano dalla folta barba; sul collo, scendendo poi verso l’apertura della camicia attraverso la quale si intravede il petto villoso; sulla stoffa della camicia tesa dal contrarsi dei bicipiti.
Mi sento letteralmente il cazzo scoppiare dentro i pantaloni; la voglia di sborrare è altissima e nonostante cerchi di trattenermi, la mia mano si oppone alla mia volontà cercando di darmi sollievo nel modo più semplice che c’è: segandomi.
Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo, cazzo, sono in ufficio devo controllarmi; poso le mani sulla scrivania e chiudo gli occhi e dopo alcuni secondi li riapro trovandomi a fissare il monitor del mio computer.
Lo sguardo mi cade sulla cartella del desktop denominata “Io e Lara”, ormai i miei trascorsi etero mi sembrano una cosa lontana e mai avrei pensato che la mia ex potesse vedermi mentre venivo scopato da un uomo, anzi due.
E subito nella mente tornano ad affollarsi nuovi pensieri: Fabio, questa sera dobbiamo vederci; Giorgio, questa notte ho dormito fra le sue braccia e domani mattina dovrò bere nuovamente la sua sborra; il tipo con il pizzetto, non mi darà mai tregua; l’omone, ormai non riesco più a capire i miei sentimenti per lui; il tipo dietro gli sms; la prigione; casa mia; il marciapiede; il fruttivendolo; il panettiere; il polizziotto; la stanza dei glory hole. Cazzi, uomini, ansimi, sborra, piscia, sudore, piacere, dolore.
Bip bip
Arriva un messaggio, è di Fabio
-per questa sera ho prenotato in un bel posto, ti vengo a prendere all’uscita dall’ufficio a dopo. Un bacio grande-
Sapere che esiste un barlume di normalità nel caos che è diventata la mia vita mi trasmette un po’ di serenità, riprendo quindi a lavorare cercando di non pensare ad altro e prima che me ne renda conta diventa sera.
Nell’ufficio siamo rimasti io e il capo, di solito è sempre l’ultimo ad andarsene.
Bip bip
Arriva un altro messaggio, ma questa volta è del mio carnefice
-il tuo tempo sta per scadere-
Mi guardo in giro. Come fa? Come riesce ad osservarmi e a capire cosa ho fatto e cosa no? Eppure il mio capo non è d’accordo o mi avrebbe già scopato lui.
Osservo ancora il cellulare ed infine capisco che non avrò pace finché non avrò fatto ciò che vogliono che faccia, prendo quindi un lungo respiro e vado nell’ufficio del Capo senza nessuna idea precisa sul come fare.
“come mai ancora qui? Qualche problema?”
Mi viene quasi da sorridere, oggi è la terza volta che mi chiedono se va tutto bene.
“sì tutto bene” mento “ mi sono fermato un po’ di più per finire la relazione per la Digimat”
“ah già, ricordo, bell’affare quello”
Devo trovare un modo per buttare l’attenzione della conversazione sul sesso, sul corpo, sulla fisicità
“ti trovo particolarmente bene questa sera Capo, fatto qualcosa di diverso?”
“dici? Io mi sento sempre lo stesso, anche se in effetti mia moglie sta cercando di mettermi a dieta”
No, no, no, non dobbiamo finire a parlare di cibo
“te lo assicuro, se non fossi un uomo potrei dire che sei quasi sexy” non so cosa sto facendo, ma ogni pretesto è valido per avvicinarmi a lui
“ahahaha, hai voglia di sfottermi questa sera? Ma se c’ho una pancia che sembro un tricheco”
“bhè, non sei solo grasso, sei robusto, e poi esiste un detto: uomo di panza, uomo di sostanza”
“ahahaah, questo non lo conoscevo, me lo devo segnare da qualche parte così lo ripeto a mia moglie quando mi rompe le palle con le sue insalate scondite”
Se vado avanti così non arrivo da nessuna parte, devo osare di più
“hai mai pensato di tradire tua moglie?”
Cazzo la domanda mi è uscita male ed inquisitoria
“ma che domande fai? Certo che no, sono un uomo all’antica io”
Per fortuna io e il mio capo siamo molto in confidenza. Devo propormi, devo espormi o non combino nulla
“peccato ed io che volevo propormi per farti un pompino” dico ridendo cercando di fare passare quella frase per una battuta
“ahahaha… caro mio, caschi male e poi ho un uccello così grosso che ti troveresti a soffocare” si pavoneggia il mio capo come fanno tutti gli uomini che a tutti i costi vogliono sembrare virili, ed ammetto che sentirlo parlare del suo cazzo in quel modo mi piace
“bhè, per un aumento potrei correre il rischio e se mi offri la cena ti faccio pure l’ingoio”
“mi dispiace, certi favori al capo in questa ditta si fanno a gratis solo per mantenere il posto” dice ridendo, ignaro dei miei veri intenti
“bhè, allora devo proprio farlo, non posso perdere il mio lavoro” ed inizio ad avvicinarmi a lui e facendomi più audace di quanto pensassi gli poso una mano sul pacco, in effetti per essere ancora completamente mollo la dotazione non sembra male. La sensazione di un cazzo tra le mani accende subito la mia anima più troia e vogliosa e senza volere calco un po’ troppo la mano.
Il capo si allontana da me di scatto e mi guarda perplesso, inizia ad avere il sentore che tutto quello non è solo uno scherzo. Ora o mai più, devo fargli capire che lo voglio, che lo desidero.
Squilla il suo cellulare.
Cala un lungo silenzio imbarazzato
“scusami devo rispondere, ci vediamo domani mattina ok?”
Mentre vedo la mia occasione sfumare rispondo con un sommesso “ok.. a domani” ed esco dall’ufficio mentre il mio capo risponde “sì pronto?... ”
Mi sento svilito, per un attimo ho pensato che tutto stesse andando nel verso giusto, ed irritato per la mia sfiga prendo le mie cose ed esco dall’ufficio.
La giornata di oggi ha dato forma alla confusione nella mia mente e mi ha reso chiaro che io non posso avere una storia con qualcuno, finirei solo con il farlo soffrire, quindi, prima di mandare tutto a puttane devo troncare con Fabio.
Mi guardo in giro cercando la sua macchina, ma non è ancora arrivato, poi una voce alle mie spalle mi dice
“se aspetti il tuo amico credo che sarà impegnato per un bel po’ con una pattuglia dei carabinieri”
Mi volto di scatto e mi trovo davanti il poliziotto nei suoi abiti neri che gli conferiscono il suo classico look da master in leather.
“perché sei qui? Cosa vuoi?”
“non fare finta di non sapere cosa sia successo. Tu avevi degli ordini ben precisi da svolgere e non li hai svolti, quindi la lezione dell’altra volta non è stata sufficiente a trasformarti nella troia che vogliamo tu sia”
“ma io ci ho provato e…”
“appunto, ci hai solo provato, è quello il tuo limite. Se tu fossi una vera troia non avresti problemi a privarti della dignità pur di succhiare un cazzo, ma dopo questa sera ti assicuro che sarai una troia perfetta”
D’istinto, senza quasi riflettere cerco di scappare, ma c’è già un’altra persona alle mie spalle pronta a fermarmi.
È un uomo rasato, barba folta e lunga, più alto di me, pancia prominente e braccia grosse e possenti come le gambe. Indossa dei jeans, stivali di cuoio, una t-shirt bianca a maniche corte che lascia intravedere anche la folta peluria delle braccia, un gillet e occhiali da sole, insomma, è il ritratto perfetto del classico biker americano di Harley Davidson.
“ehi bambolina dove credi di andare” mi dice in tono di scherno mentre mi afferra saldamente “ora io e te andiamo in giro a divertici” e quasi fossi un manichino mi solleva di peso e mi carica nel vano di un furgone parcheggiato lì vicino.
“possiamo andare” dice rivolto al poliziotto, dopodiché, sale nel retro del furgone con me mentre il suo compare si mette alla guida
SBAM
Il suono del portellone che si chiude e del mio nuovo delirio che inizia.
“avanti bambolina, inizia a spogliarti se non vuoi che lo faccia io”
Reticente, ma certo di non avere alternative inizio a spogliarmi sotto gli occhi indagatori di quel nuovo sconosciuto che sembra scrutarmi sotto la pelle, come se la mia nudità non fosse sufficiente a soddisfare le sue voglie
“bene, adesso che sono nudo sei soddisfatto?”
“ma certo bambolina, sapevo che saresti stata abbastanza intelligente da non opporti ai miei ordini, ed ora passiamo alla fase successiva” e così dicendo si avvicina a me, rovista nelle tasche e ne tira fuori un pennarello nero, toglie il tappo, dopodiché, con mia sorpresa, mi spinge con la schiena contro la parete del furgone, mi afferra i polsi con la salda stretta di una sua mano e sollevandomi le braccia verso l’alto me le blocca sopra la testa, infine, piazzando la sua grossa gamba sinistra tra le mie gambe con il ginocchio proprio a contatto con i miei genitali mi blocca pure i movimenti della parte inferiore.
“vedi di non muoverti troppo bambolina, non mi piace sbavare” mi dice ridendo con il suo volto così vicino al mio da farmi il solletico con la sua barba, dopodiché ridendo inizia a scrivermi con il pennarello sul petto.
Sono spaventato, ma al contempo, la brava troia che è in me ha iniziato ad eccitarsi percependo l’odore di maschio di quell’uomo e mentre scrive inizio a diventare barzotto.
“vedo che la bambolina è vogliosa” dice ridendo l’uomo e nel mentre continua a scrivere.
Finalmente terminato di scrivere guarda il mio petto un po’ più da distante e dice soddisfatto
“direi che ho fatto proprio un ottimo lavoro” e ride, poi tornando a guardarmi aggiunge “certo che devo ammettere che sei proprio un bel bocconcino” ed inizia ad accarezzarmi con le sue grosse mani callose e ruvide e carico di un’eccitazione animalesca già contenuta a stento mentre mi spogliavo mi volta faccia al muro e piegandomi le braccia dietro la schiena fa leva verso il basso costringendomi a mettermi a novanta.
“ma che bel culetto bambolina” e con la sua grossa mano inizia a sculacciarmi
SCIAFF
Uno schiaffo forte, che mi brucia un po’ la pelle e mi fa ondeggiare il gluteo.
SCIAFF uno schiaffo sull’altro gluteo SCIAFF nuovamente il primo
“hai proprio un bel culo sodo”
SCIAFF, SCIAFF continua ancora.
Sento la pelle bruciarmi, probabilmente adesso il mio culo deve essere rosso fuoco, fortunatamente il suo intento non è sculacciarmi, ma dimostrarmi che adesso è lui che comanda e che può fare di me quel che vuole.
Mi sputa sul buco e usando la sua saliva come lubrificante inizia a dilatarmi infilandomi il suo grosso pollice su per il culo, mentre con le altre dita mi stringe il culo quali fosse un frutto da spolpare.
“direi che la mia bambolina è davvero abituata ad essere allargata” e sostituisce il pollice direttamente con tre dita aggiungendo solo un po’ di altra saliva
“avevano ragione a dire che sei una troia, ora ci pensa lo zio Carlo a farti divertire un bel po”
Le sue dita mi titillano l’interno stimolandomi la prostata e quello che era solo un abbozzo diventa un’erezione completa.
Sento il rumore di una zip che si abbassa ed infine il cazzo di Carlo che si conficca in me al posto delle sue dita. Un colpo unico e secco che me lo infila tutto dentro fino in fondo.
Ha quello che definisco il tipico cazzo da inculatore, cappella piccola, ma tronco del cazzo che via via si allarga verso la base quasi fosse un dildo fatto di carne ed in questo caso la sua base è davvero molto larga.
“allora alla bambolina gli piace il cazzone dello zio?” mi chiede mentre lo tiene ben piantato dentro di me “avanti voglio sentirti dire che ti piace”
“sì… mi piace” gemo già eccitato da prima e ora ancor di più con quel grosso palo che mi riempie
“vuoi che lo zio ti fotta come si deve?” mi domanda nuovamente giocando con me e continuando a rimanere fermo con un’eccitazione così forte che mi sembra di sentire le pulsazioni del suo cazzo
“sì.. fottimi… ti prego fottimi” gli grido ormai posseduto dalla mia anima più troia
“bravo bambolina, era questo che volevo sentirmi dire” e quasi avessi schiacciato un stato power nascosto inizia a fottermi con irruenza. Il suo cazzo è durissimo e quando nella foga esce dal mio culo rientra subito senza problemi.
Lo stronzo mi fotte alcuni minuti continuando a tenermi la mano dietro la schiena, poi mi libera, ma solo per potersi slacciare i pantaloni.
Continuando a sfondarmi il culo apre la fibbia della sua grossa cintura ed infine lascia scivolare i jeans fin sotto le ginocchia ed ora molto più libero di dare sfogo alla sua forza, mi afferra saldamente per il bacino e ad ogni affondo mi tira a se per piantarmelo dentro più che può.
Sento ogni suo affondo arrivarmi quasi in gola per la forza che ci mette ed una nuova forma di orgasmo che non pensavo di poter provare mi sta incendiando la mente.
“avanti bambolina, godi per lo zio”
Mi sento quasi mancare il respiro, vorrei prendere fiato fra un affondo e il successivo, ma il suo ritmo è veloce e violento e non posso fare a meno di gemere rumorosamente in un misto di dolore e piacere, mentre dalla mia cappella cola vistosamente del pre-cum.
“era da tanto che non trovavo un bel culo da fottere in questo modo” e continua a spingermi il suo cazzo sempre più in profondità
Mi fotte in quel modo animalesco e selvaggio, quasi fosse un cinghiale o un’altra bestia selvatica per almeno 10 minuti, infine, uscendo dal mio culo mi gira con violenza facendomi cadere per terra.
Seduto sul pavimento del furgone mi sovrasta con la sua stazza e con il cazzo in mano inizia a incordarmi il viso e il corpo con la sua sborra, densa, calda ed abbondante, 10 schizzate che mi ricoprono.
“bambolina è stato meraviglioso …. avanti pulisci che devo tirarmi su i pantaloni” e afferrandomi per la testa mi spinge contro il suo cazzo, che prendo in bocca con goduria bevendo quanto è rimasto del suo seme.
Soddisfatto Carlo riprende fiato e mi dice “ok, direi che adesso possiamo passare alla seconda parte del piano”
Solo in quel momento mi accorgo che il furgone è fermo e mentre si tira su i pantaloni Carlo bussa contro il portellone e grida “apri pure, qui abbiamo finito”
Il poliziotto apre quindi la porta del furgone e con violenza vengo spinto giù dal camion.
D’istinto porto le mani davanti per coprire i miei genitali e poi inizio a guardarmi intorno.
Siamo in uno dei quartieri più famosi della città, pieno di gente in cerca di puro divertimento, scommesse oppure sesso.
Mi è subito chiaro che il nostro arrivo non è passato inosservato e stuoli di persone hanno iniziato a raccogliersi intorno a noi per capire cosa sta succedendo.
“avanti bambolina, cammina pure alla tua destra che dobbiamo andare in un bel posto”
Incredulo guardo prima Carlo e poi il poliziotto incapace di fare alcunché, ma in risposta alla mia staticità il poliziotto mi tira una cinghiata.
“Ti abbiamo detto di camminare”
Mi volto quindi verso la folla alla mia destra.
Sono completamente nudo e ricoperto di sborra ed alla luce dei neon posso finalmente leggere la scritta sul mio petto
TROIA SUCCHIA CAZZI, ABUSATE DI ME
Davanti a me decine di curiosi che guardano divertiti e fanno foto e video con il proprio smartphone.
Un attimo di cedimento, poi, come in una sorta di anestesia della mente, sento la mia dignità sparire e come un automa muovo il primo passo a pieni nudi sul freddo marciapiede.
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