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Il premio di mamma


di leius06
17.01.2021    |    34.268    |    6 9.9
"Le uniche brevi pause erano dedicate ai pasti ed a qualche sega necessaria per sfogare gli ormoni..."
Non ero mai stato un secchione, anzi, ma l'ultimo anno di liceo studiavo davvero poco e male. Un pomeriggio di dicembre mamma tornò dal ricevimento per i genitori disperata. Avevo quattro insufficienze gravi e rischiavo seriamente di non essere ammesso all'esame di maturità. Lei però ovviamente mi conosceva molto bene e sapeva che rimproveri o punizioni non avrebbero sortito l'effetto sperato.

Quella sera stessa quindi decise di affrontarmi a tu per tu. Entrò nella mia stanza con l'aria seria, si accomodò sul letto e guardandomi negli occhi mi propose un patto: io dovevo mettermi sotto con lo studio, in cambio a diploma ottenuto avrei potuto chiederle un premio a mia scelta. Qualsiasi cosa e lei non mi avrebbe detto di no. Accettai subito sorprendendo mia madre, che forse non pensava sarebbe stato tanto facile convincermi a studiare. Non sapeva però qual era il premio che avevo in mente di chiederle.

Dopo le feste di Natale, come promesso a mamma, iniziai a trascorrere pomeriggi interi chiuso in camera a studiare. Lei ogni tanto veniva a controllare che studiassi davvero con la scusa di portarmi la merenda o sistemare qualcosa nella stanza, anche perché sapeva bene che spesso invece che i libri in mano tenevo il mio cazzo. Mamma mi aveva sorpreso spesso in piena sega ma con mio grande stupore non se n'era mai scandalizzata.

D'altronde ero un adolescente, non avevo una fidanzata e quindi dovevo di sfogare gli ormoni. Cosa che come milioni di coetanei facevo masturbandomi almeno una volta al giorno. Ogni volta che mi beccava in sega, mamma chiudeva rapidamente la porta non prima di avermi raccomandato di studiare e non sporcare in giro. A volte infatti capitava che qualche goccia cadesse sul pavimento oppure che lasciassi in giro per la camera i fazzoletti pieni di sborra. Fazzoletti che magari l'indomani mia madre trovava mentre rifaceva il letto e gettava nell'immondizia direttamente con le sue mani.

Per evitare troppe distrazioni dallo studio un giorno mamma mi consigliò di farmi una sega subito dopo pranzo, prima di sedermi alla scrivania per fare i compiti. Ma il solo fatto che mia madre parlasse così apertamente con me delle mie seghe mi provocò un ambivalente senso di imbarazzo ed allo stesso tempo di profonda eccitazione. Mi piaceva che mamma sapesse quando mi toccavo e nei mesi successivi facevo di tutto per farglielo sapere.

Così dopo pranzo, quasi ogni giorno, le annunciavo che sarei andato a farmi una sega e poi avrei iniziato a studiare. Quando nel pomeriggio entrava in camera per portarmi la merenda, le facevo trovare i fazzoletti sporchi in bella mostra sulla scrivania. Lei li raccoglieva per buttarli, mi sorrideva imbarazzata e mi diceva di cambiare l'aria prima di uscire per lasciarmi ai miei libri.

I voti finalmente iniziarono sensibilmente a migliorare per la gioia di mamma, che dopo il ricevimento di febbraio rientrò soddisfatta a casa facendomi i complimenti. La ringraziai e le dissi che il merito era anche suo, perché se stavo impegnandomi così tanto era soprattutto per poter avere il premio che mi aveva promesso.

Arrivò finalmente l'estate. Il giorno che appesero i quadri fu mamma la prima a vederli e comunicarmi la mia ammissione agli esami. L'obiettivo minimo era stato centrato. Ora non restava che l'ultimo sforzo, poi finalmente avrei ottenuto ciò che sognavo da mesi. Studiai giorni interi chiuso in camera. Le uniche brevi pause erano dedicate ai pasti ed a qualche sega necessaria per sfogare gli ormoni.

Superati gli scritti, il giorno degli orali mamma mi accompagnò per assistere all'esame. Era bellissima. Nonostante i suoi 47 anni quando voleva sapeva ancora come fare girare la testa agli uomini. Quella mattina, durante il tragitto in auto da casa a scuola, non riuscivo a staccare gli occhi dalle sue gambe nude. Mamma se ne accorse, mi guardò e sorrise imbarazzata. Mentre camminavamo per strada lo sguardo mi cadde sul suo culo ancora alto e sodo. In quel momento sentì crescere il cazzo nei pantaloni. Avevo bisogno di svuotarmi.

Seduti nel corridoio della scuola, mentre aspettavamo che arrivasse il mio turno, presi la mano di mamma e la posizionai sulla mia patta: "Ho bisogno del mio premio... aiutami". Mamma non mi sembrò sorpresa dalla richiesta. Probabilmente aveva capito l'effetto che mi faceva ormai da tempo. Certo non si aspettava che quella richiesta arrivasse proprio lì ed in quel momento. Per lei però la cosa più importante era il mio esame. Decise quindi di accontentarmi.

Mamma mi prese per mano e mi portò nei bagni. Per fortuna la scuola era semideserta. Chiudemmo la porta alle nostre spalle, mamma mi abbassò velocemente la cerniera dei jeans e me lo tirò fuori iniziando a massaggiarlo lentamente. La guardavo negli occhi mentre mi segava con la sua mano. Ma non mi bastava.

"Fammi un pompino, mamma". Guardò l'orologio, l'ora dell'esame era sempre più vicino. Si inginocchiò davanti a me. La sua faccia era a pochi centimetri dal mio cazzo che puntava in alto, durissimo. Mi guardò un'ultima volta negli occhi. Poi sentì la sua lingua sulla mia cappella. Scese lungo tutta l'asta. Mamma mi leccava il cazzo come fosse un gelato. Quindi iniziò a baciarlo finché non lo prese finalmente in bocca. Mamma mi stava succhiando il cazzo come la più abile delle pompinare. E lo stava facendo nei bagni della mia scuola. Non riuscì a resistere quanto avrei voluto a quel trattamento: il primo schizzo arrivò dritto in gola a mia madre, poi due, tre, quattro, cinque schizzi. Mentre venivo premevo leggermente entrambe le mie mani sulla sua nuca. Mamma fu di fatto costretta a prenderla tutto in bocca.

"Luca sei qui? Tocca a te". La voce fuori dal bagno era quella del mio migliore amico che mi chiamava per sostenere l'esame. Mamma si alzò di scatto, notai subito che aveva la bocca vuota....aveva mandato giù tutta la mia sborra. Mi fece cenno di uscire e così feci.

Proprio mentre mi sedevo davanti alla commissione, intravidi con la coda dell'occhio mamma entrare nell'aula e accomodarsi alle mie spalle. Affrontai la discussione in modo brillante, rispondendo a tutte le domande che mi venivano poste. Una volta finito, mamma venne verso di me abbracciandomi: "A casa riprendiamo il discorso...".
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