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Prime Esperienze

IL POMPINO AL SECCHIONE (parte II)


di leius06
23.02.2020    |    31.752    |    7 9.2
"Manuela iniziò a indossare gonne sempre più corte e appena poteva accavallava le gambe proprio nella mia direzione allargandole leggermente per farmi vedere il..."
Ero consapevole che quanto accaduto quel pomeriggio a casa mia non avrebbe cambiato il rapporto con Manuela. O almeno non come speravo. Lei d'altronde rimaneva la ragazza più figa della scuola e io il ragazzo più sfigato. Tra noi non ci sarebbe mai stato più nulla dopo quel pompino concluso con una copiosa sborrata nella sua bocca.

Nei mesi successivi però scoprì un lato di Manuela che non conoscevo. Se infatti pubblicamente continuava a trattarmi come sempre, quando eravamo soli il suo atteggiamento nei miei confronti era diverso. Manuela sapeva di essere la mia fantasia più ricorrente e la cosa invece che infastidirla sembrava lusingarla.

Così ogni volta in cui eravamo lontani da occhi indiscreti Manuela non perdeva occasione per stuzzicarmi con le parole o anche solo con i gesti. "Quante me ne hai dedicate ieri?", mi chiedeva spesso sogghignando compiaciuta. Oppure di ritorno dalla ricreazione, trascorsa come sempre insieme alle sue amiche stronze, si avvicinava al mio orecchio sussurrando: "Sei già andato in bagno a segarti per me?". Ma non solo.

Manuela iniziò a indossare gonne sempre più corte e appena poteva accavallava le gambe proprio nella mia direzione allargandole leggermente per farmi vedere il colore del suo perizoma. Poi con un cenno chiaro della mano Manuela simulava una sega per invitarmi ad andare in bagno e svuotarmi per lei, cosa che facevo regolarmente ma che dopo qualche settimana non le basto più.

Un giorno infatti prima di entrare a scuola Manuela si avvicinò, mi prese la mano e mi consegnò proprio un suo perizoma rosso: "Usalo più che puoi". Non potevo credere a quello che stava succedendo ma ovviamente non me lo feci ripetere due volte, anzi.

Già durante la prima ora andai in bagno con una scusa e venni su quel pezzo di stoffa dopo averlo odorato a lungo. Fu solo la prima di una lunga serie di volte. Arrivai a segarmi col perizoma di Manuela anche quattro volte in un solo giorno. Dopo una settimana Manuela mi mandò un sms: "Riportamelo domani".

Quella sera andai quindi a prenderlo nel cassetto dove lo avevo tenuto gelosamente nascosto per giorni ma non lo trovai. A quel punto mi misi a cercarlo per tutta la stanza ma del perizoma di Manuela non c'era più traccia. Ero disperato. Come avrebbe reagito se non avessi obbedito al suo ordine? In casa c'eravamo solo io e mia madre ma come avrei potuto chiederle se avesse trovato un perizoma femminile, perdipiù sporchissimo di sperma, in camera mia?

A questa domanda, purtroppo o per fortuna, non ci fu bisogno di dare una risposta perché quando andai in soggiorno per cenare trovai mia madre seduta sul divano che mi aspettava: "Dobbiamo parlare". Eccolo, era come temevo. Mia madre teneva in mano il perizoma di Manuela che dopo una settimana di sborrate aveva ormai quasi cambiato colore ed emanava un fortissimo odore di sesso.

"L'ho trovato stamattina sotto il tuo cuscino". Cavolo! Ero convinto di averlo conservato come sempre nel solito cassetto, invece la sera prima dopo l'ennesima sega avevo distrattamente infilato il perizoma di Manuela proprio lì pensando di metterlo al sicuro la mattina successiva. Cosa che puntualmente mi ero scordato di fare.

Ero mortificato. Per la seconda volta in poche settimane avevo costretto mia madre a fare i conti con l'ormone del figlio adolescente nel modo più diretto ed allo stesso tempo più imbarazzante possibile. Non riuscivo neppure a guardarla in faccia e non avevo idea di come uscire da quella situazione, ma per mia fortuna la donna che mi aveva generato oltre ad essere ancora bellissima nonostante i 50 anni ormai prossimi era soprattutto intelligentissima e molto comprensiva.

"Stai più attento la prossima volta", disse sorridendo mentre mi porgeva il perizoma di Manuela. Senza guardarla li afferrai e corsi in camera. Infilai il perizoma nello zaino, pronto a riportarlo alla legittima proprietaria la mattina dopo mentre mia madre da dietro la porta mi invitava a raggiungerla a tavola: "Vieni a cenare...ma prima lavati le mani".

Mi piaceva il modo in cui affrontava le mie pulsioni da adolescente arrapato. Mia madre d'altronde era consapevole che proibire a un ragazzo di sfogarsi con la masturbazione non aveva alcun senso. Fu quello il motivo per cui non fece una piega quando aveva sorpreso Manuela sotto la mia scrivania a farmi un pompino. Ed allo stesso modo accettò che tenessi sotto il cuscino il perizoma di una ragazza con evidenti tracce di sperma.

Durante la cena l'imbarazzo tra noi era evidente ma nessuno dei due affrontò l'argomento. Una volta tornato in camera però, nonostante avessi fatto di tutto per pensare ad altro, durante la mia tradizionale ultima sega del giorno prima di prendere sonno nella mia testa insieme a Manuela apparve anche la figura di mia madre che teneva in mano il perizoma sporco della mia sborra.

L'idea che la sua mano fosse venuta in contatto col mio seme mi suscitava una strana sensazione. Una sensazione a cui non avevo il coraggio di dare un nome ma che mi portò a venire se possibile più copiosamente del solito.

La mattina dopo Manuela mi aspettava a un centinaio di metri dall'ingresso della scuola. Quando le consegnai il suo perizoma mi guardò e scoppiò in una fragorosa risata: "Guarda come li hai ridotti...sei proprio uno sfigato segaiolo". Poi li mise nel suo zaino e scappò via.

In classe il mio pensiero era ancora fermo alla sera precedente: mia madre col perizoma sporco in mano, il nostro scambio di sguardi durante la cena e poi la sega che mi aveva sconvolto. La vera sorpresa però mi aspettava a casa al mio ritorno.
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