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Regalo di compleanno- parte I


di leius06
12.04.2012    |    101.620    |    5 9.0
"In realtà, da quella fatidica sera, non passò giorno in cui non ripensassi a lei, al suo viso, ai suoi occhi, al suo sorriso, alle sue mani che si..."
Consiglio di leggere i primi due racconti: ‘La mia prima erezione’ e ‘Imparando con lei’, questo è il seguito.Dopo l’indimenticabile doccia durante la quale, con l’aiuto materiale di mia madre, raggiunsi per la prima volta l’orgasmo, assistendo alla fuoriuscita di quel curioso liquido biancastro di cui, con il tempo, avrei imparato nomi e nomignoli ( sperma, sborra, ecc…), avevo sperato che la mia attrazione, quasi ossessiva, verso la donna che mi aveva generato potesse quantomeno affievolirsi. In realtà, da quella fatidica sera, non passò giorno in cui non ripensassi a lei, al suo viso, ai suoi occhi, al suo sorriso, alle sue mani che si muovevano sul mio cazzetto, alle sue forme generosamente mostrate dalla vestaglietta mentre, seduta fuori dalla vasca, mi regalava la prima, completa, venuta della mia vita. Non passò giorno senza che dedicassi a lei, a questi pensieri, almeno una delle molte sedute di autoerotismo a cui mi dedicavo nei più svariati momenti della giornata e nelle più svariate situazioni. Non passò giorno che non mi masturbassi, a volte dolcemente e lentamente, altre volte in modo furioso fin quasi a farmi male, sognando quella donna, la donna che mi aveva regalato la prima vera sega della mia vita. Non passò giorno fino al fatidico giorno, al giorno che avevo aspettato con pari ansie e speranze, il giorno in cui lei sarebbe venuta nella mia cameretta a chiedermi, come sempre alla vigilia di ogni compleanno da quando ero entrato nell’età della ragione, quale regalo desiderassi da lei. Avevo preparato quel momento per settimane, forse per mesi, eppure, quando la mamma fece ingresso nella stanza, un freddo pomeriggio di fine novembre, il cuore sembrò esplodermi fino a scoppiare e fuoriuscire dal petto. Dove avrei trovato il coraggio di chiedere a mia madre, come regalo per il mio undicesimo compleanno, proprio se stessa? Sì, ormai avevo deciso, l’unico regalo che davvero desideravo era ripetere, almeno in parte, il meraviglioso pomeriggio della sega in doccia di qualche mese prima! Dove avrei trovato il coraggio di farlo davvero però? Quando lei entrò nella mia stanza trovai tutte le risposte a questa fatidica domanda: avrei trovato il coraggio spegnendo la mia testa e lasciandomi guidare dal sommovimento che avvenne dentro i miei slip quando me la ritrovai incollata sulla schiena, con me seduto alla scrivania a fare i compiti e lei, chinata con i seni aderenti alla mia nuca mentre mi stampava un dolce bacio materno sulla guancia.-Ti disturbo Marcolino?- mi chiese dolcemente. Io, a stento, con la salivazione azzerata per il mix di paura, emozione ed eccitazione le risposi – No, mami, figurati!- lei a quel punto voltò la sedia girevole in modo da potermi guardare in viso mentre mi parlava, e fortuna che i jeans larghi che indossavo riuscivano a camuffare perfettamente la paurosa erezione che il minimo contatto con il suo corpo ed un castissimo bacio sulla guancia aveva scatenato. Mamma si sedette sul mio letto, di fronte alla scrivania, con il solito accavallo di gambe che mi mandava sempre più in tiro, anche se indossava solamente un semplicissimo paio di fuseaux neri.-Ecco tesoro, penso che immaginerai perché sono qui. Tra meno di una settimana ormai, compirai undici anni, sei un ometto e credo avrai ben chiaro il regalo che più desideri per il tuo compleanno. Per un attimo il suo sorriso dolcissimo mi fece titubare, come potevo chiedere a questa così tenera mamma di mostrarsi totalmente nuda al suo bambino in modo che egli potesse masturbarsi guardandola? Fu un attimo però, il solo pensiero di vedere i suoi seni, il suo culo e la sua fica da me tanto agognata cancellò in un solo colpo ogni titubanza – Vedi mamma, io veramente ci ho pensato molto, lo ammetto, ed ho trovato un regalo che potrebbe rendermi il ragazzo più felice della terra. Un regalo che, al momento, solo tu puoi farmi…Il volto della mamma si illuminò, non immaginando neppure lontanamente la soluzione che stavo per prospettarle- Bene- esordì lei, ma io la interruppi bruscamente- Aspetta, fammi finire, quello che sto per dirti non è facile neppure per me…Ricordi quello che è successo qualche tempo fa tra noi due?- Cosa? A che ti riferisci?- Quel pomeriggio, in doccia…-Ah, sìsì, ma perché me ne parli Marco? E perché adesso? Avevamo promesso di dimenticare tutto, è stato un incidente…- Io non ci riesco…- In cosa non riesci, tesoro?- Non riesco a dimenticarlo. A dimenticarti! A dimenticare le sensazioni che ho provato allora…- Tesoro, è normale, era la tua prima volta- No, mamma, non è solo per quello! E’ stata la cosa più bella che mi sia mai capitata, mi hai regalato delle emozioni uniche che purtroppo, da allora, non sono più riuscito a provare.- Oh tesoro, anche questo è normalissimo, fare ciò che abbiamo fatto è una cosa molto speciale, intima. E per un ragazzino della tua età, farlo con una donna, deve essere stato ancora più speciale, per questo ero così restia a farlo…- Ma lo hai fatto…- Sì, perché ho capito quanto ne avessi bisogno in quel momento…- Ho ancora bisogno del tuo aiuto! Ho ancora bisogno di te, mamma! Lei si alzò dal letto, si portò le mani sul volto e impallidì. – Di cosa stai parlando, Marco?- Del compleanno…- Non puoi chiedermelo davvero…- Fammi spiegare mamma. Mi alzai anch’io dalla sedia girevole e la raggiunsi da dietro, mentre le lacrime cominciavano a rigarle il viso,e la feci voltare guardandola negli occhi- Non devi piangere, non voglio forzarti a fare nulla, ma devo essere sincero con te che sei mia madre, tu mi hai chiesto cosa desideri da te per il mio compleanno ed io devo dirtelo, anche se questo non ti piacerà. Se dirai di no, capirò, te lo prometto, ma lasciami spiegare. Fammi un bel sorriso ora. Le asciugai le lacrime con le mie dita e l’abbracciai, poi ci sedemmo uno accanto all’altra sul letto e cominciai, tenendole la mano tra le mie.- Vedi, dal pomeriggio in cui le tue meravigliose mani mi hanno donato quell’immenso attimo di gioia io, spesso, davvero molto spesso, ho ripensato a quell’attimo ed ogni volta le sensazioni erano le medesime di quell’attimo. L’unica cosa che ho sognato in tutte queste settimane è stata il rivivere un’esperienza simile ed ho pensato e ripensato al modo in cui potere ottenere questo. Ecco, per me quello che sto per proporti è l’unico modo: ti chiedo di regalarmi la possibilità di provare le medesime emozioni di quel pomeriggio, ma per renderti tutto un po’ più semplice e meno imbarazzante, mi basterebbe che tu mi permettessi di stare in bagno con te durante una tua doccia, di poter ammirare appieno il tuo splendido corpo e di goderne facendo da me ciò che l’altra volta tu stessa mi hai aiutato a fare. Ti prometto che avrò il massimo rispetto per te, non cadrò in volgarità e scurrilità, non mi avvicinerò a te, non ti sfiorerò neppure. Voglio solo vederti nuda e potermi masturbare davanti a te! Ecco, l’ho detto!- la mamma mi guardò con uno sguardo smarrito ma dolcissimo, come sempre- Tesoro,ma perché vuoi questo da me? E’ innaturale, io sono tua madre, tu sei mio figlio!- Lo so, mamma. Ma vedi, vorrei che tu fossi la prima donna che io riesca ad ammirare totalmente nuda, come sei stata la prima a farmi scoprire come raggiungere le vette del piacere. Tutto qui, so che ti chiedo molto ma non pretendo una risposta immediata, mancano ancora cinque giorni al mio compleanno, prenditi tutto il tempo che vuoi. Se non potrai accontentarmi lo capirò, ma non voglio nient’altro da te, solo questo.- la mamma mi accarezzò il viso e mi stampò un bacio sulla fronte, si alzò e , sulla porta della stanza, mi disse- Ci penserò ma non posso prometterti nulla. Ora vado a fare la spesa…Appena sentì chiudersi la porta di casa non potei fare a meno di abbassare jeans e slip, impugnando il mio cazzo eretto come un palo e masturbandomi furiosamente con le stesse mani che, poco prima, tenevano strette la mano della prima donna che mi aveva portato all’orgasmo, la donna che più desiderassi in assoluto, mia madre!
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