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LA PRIMA VOLTA (parte quinta de IL CAZZO DI MIO FIGLIO)


di leius06
28.03.2019    |    42.420    |    9 9.7
"L'avevo capito, ne ero pienamente consapevole..."
Avevo aspettato la data fissata da mio figlio per la nostra prima volta due lunghissime settimane. I giorni sembravano non passare mai anche perché Luca, in quei quindici giorni, interruppe qualsiasi contatto di tipo sessuale tra noi e tornò a essere semplicemente mio figlio.

Niente più sperma nei miei slip, mai una masturbazione sfacciata sotto i miei occhi, stop alle colazioni condite col suo sapore di maschio. L'obiettivo di mio figlio era chiaro: portare la mia voglia del suo cazzo sopra ogni livello di guardia. L'avevo capito, ne ero pienamente consapevole.

Quella di Luca era solo una provocazione ma saperlo non bastò a frenare i miei istinti. Le voglie di femmina bollente con mio figlio prendevano sempre il sopravvento sulla saggezza della donna matura.

Quelle due settimane mi servirono a capire che il cazzo di mio figlio per me era diventato davvero una droga di cui non potevo più fare a meno.

Mi mancava tremendamente guardarlo mentre si masturbava in soggiorno e schizzava sul pavimento. Mi mancava sentire il suo seme tra le mie gambe. Mi mancava talmente tanto che tornai a spiarlo da dietro la porta della sua stanza per guardarlo raggiungere il piacere e ogni volta, puntualmente, raggiungevo l'orgasmo. Sempre più forte, sempre più sconvolgente.

La mattina della nostra prima volta mi alzai all'alba dopo una notte insonne a rigirarmi tra le lenzuola mentre mio marito dormiva profondamente accanto a me. Il mio pensiero fisso era Luca, il suo cazzo e quello che sarebbe successo qualche ora dopo nella nostra casa di campagna.

Era un sabato e questo mi aiutò a trovare una scusa per saltare la cena di compleanno organizzata dai suoi colleghi per mio marito. La mia anziana madre abitava a 100 chilometri di distanza e quel week-end era rimasta sola perché la sua badante era malata. Mio marito non oppose troppe resistenze e non sembrò neppure troppo dispiaciuto. Chissà, magari poteva portarsi alla festa una delle tante troiette che si scopava regolarmente. Io per una volta però ero più felice di lui.

Appena alzata mi infilai velocemente una tuta e uscì di casa ancora struccata. Alle 9 avevo appuntamento con l'estetista. Non ci andavo da mesi ma quello era un giorno speciale. Era il giorno che aspettavo da tanto, troppo tempo. Volevo essere perfetta per Luca. Volevo che la sua prima volta, la nostra prima volta, fosse indimenticabile.

Maschere di bellezza, crema per il corpo, smalto rosso scuro su mani e piedi e perfino una leggera sforbiciata ai peli sul pube. Non sapevo se a Luca piacesse la figa pelosa o rasata e così optai per una via di mezzo. Il mio unico pensiero durante il trattamento era lui, mio figlio. E il suo piacere.

Quando rientrai la casa era vuota. Mio marito era andato a sbrigare gli ultimi preparativi della festa mentre Luca, dopo due settimane di silenzio, mi fece trovare un biglietto sul suo letto: "Ti aspetto alle 19".

Mio figlio non pranzò con noi e così mentre eravamo soli a tavola mio marito dopo mesi, forse risvegliato dagli odori del trattamento estetico di qualche ora prima, provò un approccio sessuale che io respinsi fermamente. Il mio corpo era solo per Luca. L'unico cazzo che poteva violarmi era quello di mio figlio. Nostro figlio.

Mio marito alle 17 era già fuori di casa e questo mi permise di prepararmi con calma alla serata che mi avrebbe cambiato la vita per sempre. Scelsi un trucco leggero, due gocce di profumo dietro le orecchie ed evitai i gioielli. L'unico anello che portavo era la fede.

Poi indossai i capi scelti da mio figlio: un perizoma di pizzo nero, l'abito lungo con scollo profondo senza reggiseno e con spacco vertiginoso su entrambe le cosce. Ai piedi un paio di decollete nere tacco 12.

Durante il breve viaggio in auto la mia testa era completamente vuota.Guidai come un automa fino alla nostra villetta. Era isolata, intorno solo campagna e qualche casolare disabitato per tutto il periodo invernale. Il posto ideale per liberare il mio piacere e fare sfogare mio figlio. In ogni modo.

Avevo pensato per giorni se fossi davvero pronta a concedermi completamente a Luca e ogni volta la risposta era solo una: sì, a mio figlio avrei regalato tutta me stessa.

A mio figlio avrei concesso anche quello che non avevo mai permesso a nessun di violare. Luca aveva scelto me per la sua prima volta e io scelsi lui per sverginare il mio lato B. Sarebbe stato il primo uomo ad avere il mio culo. E l'unico.

La casa era completamente al buio ma quando varcai il cancello vidi lo scivolo illuminato da tante fiaccole poste lateralmente. Mio figlio mi aspettava seduto a terra nel salottino, davanti al camino accesso. Nessun uomo aveva mai organizzato una cosa del genere per portarmi a letto. Ma Luca non era solo il mio uomo. Era mio figlio.

"Siediti, mamma". Per la prima volta Luca mi ordinò di fare qualcosa per lui a voce e ciò bastò per sentire una scossa elettrica partire dal mio cervello e scendere giù fino alla punta dei piedi. Mio figlio aveva posto una sedia di fronte a lui. Mi sedetti sopra, lo guardai e percepì perfettamente la sua voglia di me. A quel punto accavallai le gambe nel modo più provocante in cui possa farlo una donna. I suoi occhi non si staccavano mai da me e vidi che mio figlio iniziò a massaggiarsi il cazzo duro da sopra i jeans.

Luca allora prese in mano il telecomando dello stereo da cui partì una musica latina: "Spogliati per me". Mio figlio voleva godersi lo spettacolo e io volevo renderlo felice. Non avevo mai effettuato uno striptease per un uomo in vita mia ma quella sera per mio figlio lo feci come la più consumata delle sexy star.

Vedevo Luca sbavare per me a ogni mio ancheggiamento, ogni mio sguardo, ogni mio gesto. Dopo essermi tolta le scarpe mi sfilai lentamente l'abito e rimasi in perizoma a ballare davanti a mio figlio per qualche minuto.

Sentivo il suo sguardo di maschio percorrere tutto il mio corpo. Centimetro per centimetro. Vedevo mio figlio fissare voluttuosamente il mio seno e questo bastò per farmi bagnare.

Quindi tornai a sedermi, mi sfilai anche il perizoma e strinsi le gambe negando ancora a mio figlio la vista dell'oggetto del suo desiderio. Ma non resistevo più. Non resistevamo più. Mentre mio figlio si abbassava la cerniera e tirava fuori il suo cazzo già in piena erezione, io allargai finalmente le gambe e cominciai a masturbarmi di fronte a lui a cosce spalancate.

Era tutto vero, mi stavo tirando un ditalino davanti a mio figlio e anche questo per me era una prima volta. Mai avevo permesso a un uomo di guardarmi mentre mi regalavo piacere da sola. Mai a nessuno prima di Luca.

Mio figlio si avvicinò lentamente a me, si inginocchiò e cominciò a leccarmi partendo dai piedi e salendo lentamente fino alla mia figa bollente. Il tutto senza mai staccare i suoi occhi dai miei. La sua lingua si muoveva inesperta tra le mie labbra ma tanto bastò per farmi raggiungere il primo orgasmo della serata durante cui strinsi leggermente la testa di mio figlio tra le mie gambe.

Luca a quel punto salì ancora e raggiunse il mio seno. Lo baciava, lo leccava e lo succhiava come aveva fatto solo 18 anni prima per avere il mio latte. Stavolta invece ero io a volere il suo seme. Non resistevo più e glielo feci capire in modo chiaro. Nel modo più diretto che può usare una donna: "Mettimelo in bocca".

Mio figlio mi guardò per un attimo forse sorpreso da tanto ardore ma non se lo fece ripetere due volte. In pochi secondi avevo il suo cazzo tra le labbra. Io seduta e lui in piedi davanti a me che mi scopava la bocca. Era più duro e più largo di quanto mi era sembrato.

Il cazzo di mio figlio mi riempiva completamente la bocca quasi fino a soffocarmi ma non lo mollai per un attimo finché non sentì il primo schizzò arrivarmi dritto in gola. Luca mi teneva leggermente per la nuca mentre eruttava tutto il suo sperma nella mia bocca. Era il suo primo pompino. Ma era anche la prima volta che ingoiavo il seme di un uomo direttamente dal suo cazzo. Era talmente tanto che rischiai di affogarmi ma stranamente non provai mai disgusto, anzi. Il sapore di Luca mi piaceva, quello lo sapevo già. Però mi piaceva ancora di più guardarlo negli occhi mentre mi riempiva la bocca.

Quando anche l'ultimo schizzo era finito nella mia gola continuai a succhiare e leccare il cazzo di mio figlio per parecchi minuti mentre Luca mi guardava e accarezzava dolcemente. Per qualche istante era di nuovo solo un figlio che amava sua madre ma bastò poco per sentire il suo cazzo tornare a crescere, pronto a prendersi il resto.

Luca allora mi prese per mano e come due amanti mi condusse in camera da letto. Luca per la sua prima volta, la nostra prima volta, aveva scelto il letto matrimoniale su cui avevo dormito per anni con mio marito. Luca voleva possedermi sul letto in cui e suo padre lo avevamo concepito diciotto anni prima in una calda notte di agosto.

Mio figlio mi fece sdraiare e si posizionò sopra di me abbracciandomi. Sentivo il suo cazzo semi duro vicino alla mia figa. Luca mi guardò negli occhi, mi baciò in bocca per la prima volta e mi penetrò con tutta la sua mascolinità prorompente di diciottenne.

I colpi di mio figlio erano forti come quelli di un maschio che aspettava da troppo tempo di montare la sua femmina. Io gemevo sotto di lui a gambe larghe e avvinghiata al suo corpo. Lo stringevo con le braccia e con le cosce mentre mi scopava con foga, ma Luca a un certo punto si fermò e capì subito cosa voleva.

Gli bastò uno sguardo, mi prese per i fianchi e mi girò posizionandomi a 90 gradi sul bordo del letto. Scelsi di non dire a Luca che era la mia prima volta. Non volevo condizionarlo in alcun modo. Sentì il suo cazzo duro premere sul mio ano, poi un colpo secco.

Il dolore fu lancinante e non riuscì a trattenere un urlo belluino. Luca si fermò ma solo un secondo. Troppa era la sua voglia di prendersi anche il mio culo, troppa la mia voglia di sentirmi posseduta da mio figlio in ogni modo possibile.

Luca continuò per qualche minuto affondando sempre di più i colpi mentre io mordevo le lenzuola per il dolore e allo stesso tempo grondavo di piacere. Mio figlio mi inculava e nel frattempo mi tirava leggermente i capelli come se fossi la sua cavalla da monta e lui il mio stallone. Raggiunsi il secondo orgasmo.

Ero ormai stravolta quando Luca mi girò ancora e tornò a penetrarmi. Mio figlio era instancabile. Mi scopava e continuava a leccarmi tra il collo e le orecchie.

Capì che stava per venire di nuovo dal suo sguardo ma nonostante non avessi preso alcun tipo di contraccettivo e fossi ancora fertile non feci nulla per evitare che mio figlio scaricasse il suo sperma dentro di me. L'idea che il suo seme tornasse nel mio utero era troppo eccitante e prese il sopravvento su tutto il resto.

Mentre Luca veniva nella mia figa per la prima volta ci scambiammo un lunghissimo bacio e le nostre mani si intrecciarono come quelle di due amanti travolti dalla passione. Guardai la fede sulla mia mano sinistra stretta nella mano destra di mio figlio e raggiunsi il terzo orgasmo.

Passammo la notte completamente nudi sul letto. A scaldarci erano solo i nostri corpi ancora bollenti. L'indomani mattina non trovai Luca al mio fianco e per un attimo ebbi paura che mi avesse abbandonato, pentito di quanto era successo tra noi.

Poco dopo però mio figlio entrò in camera col vassoio della colazione. Si avvicinò e ci scambiammo un altro lunghissimo bacio. No, Luca non ci aveva ripensato. Mangiammo imboccandoci a vicenda e leccando la marmellata l'uno dalle dita dell'altra.

Sotto la doccia facemmo l'amore per la seconda volta e mentre Luca veniva di nuovo dentro di me pronunciò due parole che arrivarono dritte come un pugno nello stomaco: "Ti amo".
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