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La mamma non sta più a guardare


di leius06
14.01.2021    |    38.602    |    5 9.7
"Sapevo che aveva una certa esperienza in fatto di pompini ma la realtà superò qualsiasi aspettativa..."
La sega dopo pranzo, seduto sulla poltrona a pochi metri da mia madre, era ormai diventato un rituale che si ripeteva quasi ogni giorno dal lunedì al venerdì da quasi vent'anni. Il coronavirus col conseguente lockdown però cambiò molte cose anche per noi.

Mentre papà continuava regolarmente ad uscire per motivi di lavoro, mamma si chiuse praticamente in casa, dato che teneva le lezioni con i suoi alunni in smart working. Di fatto quindi eravamo almeno per 12 ore al giorno tra quattro mura: io e lei, lei e io.

Una reclusione forzata che mi impediva di sfogare la sessualità con incontri occasionali e fece aumentare a dismisura le occasioni in cui cercavo il contatto con lei. Oltre alle classiche seghe, anche più volte al giorno, cercavo spesso di farle sentire la mia erezione strofinandomi leggermente sul suo lato b mentre passavo dietro di lei in cucina oppure portando i suoi piedi all'altezza della mia patta mentre li massaggiavo sul divano davanti alla tv.

Mamma era diventata l'unico oggetto delle mie attenzioni sessuali. L'unica donna della mia vita. L'unica femmina che potesse appagare le mie voglie. Lei anche stavolta fu molto comprensiva e mi lasciò fare, permettendomi sempre maggiori libertà.

Ad esempio non si scostava quando mi posizionavo dietro di lei, strofinandomi fino a venirmi addosso, mentre cucinava. E lasciava che di fatto raggiungessi il piacere strofinando i suoi piedi sul mio cazzo, seppure da sopra i pantaloni. Ero un uomo di 35 anni, single, chiuso in una casa con una donna per la quale impazzivo da sempre. Entrambi sapevamo che sarebbe stata solo questione di tempo. Entrambi sapevamo che avremmo presto superato quel limite che resisteva da vent'anni.

Il nostro avvicinamento fu lento e graduale, ma inesorabile. I pomeriggi sul divano adesso li trascorrevamo abbracciati l'uno all'altra. Io spesso solo in boxer, lei in vestaglia senza intimo sotto. Trascorrevamo ore intere a baciarci come due fidanzatini, mentre le mie mani palpavano il suo seno e le sue scendevano a massaggiare il mio cazzo sopra la stoffa. Finché un pomeriggio mamma non abbassò il boxer e lo prese per la prima volta in mano. Fu una sensazione indescrivibile che purtroppo durò pochissimi minuti, ovvero il tempo necessario per farmi venire copiosamente sul pavimento del soggiorno.

Il giorno dopo ricambiai infilando le mia mani sotto la vestaglia portandola all'orgasmo. Era la prima volta che vedevo godere mamma. Uno spettacolo meraviglioso. Dopo una settimana riuscì finalmente a convincerla a farmela assaggiare. Lei seduta sul divano, io in ginocchio tra le sue gambe a leccare. Prima dolcemente, poi furiosamente finché non mi riempì la bocca col suo gustoso piacere di femmina. Leccare la figa da cui ero uscito tanti anni prima mi provocava un'eccitazione unica. Nulla di paragonabile a leccare la figa di qualsiasi altra donna.

Quindi fu il turno di mamma usare la bocca sul mio cazzo. Sapevo che aveva una certa esperienza in fatto di pompini ma la realtà superò qualsiasi aspettativa. Mamma era un'esperta pompinara. Alternava alla perfezione labbra e lingua, dolci baci e profonde succhiate fino a ingoiare tutto il mio seme senza perderne neppure una goccia.

Continuammo a praticarci reciprocamente sesso orale per giorni finché, mentre la leccavo per l'ennesima volta, non fu lei a chiedermi di penetrarla nel modo più diretto: "Adesso scopami". Entrare dentro di lei per la prima volta fu una scarica di adrenalina pazzesca. Avevo per sempre varcato quello che sembrava un limite invalicabile. Il tempio della sua femminilità. La scopai con la dolcezza di un figlio e la passione di un uomo innamorato fino a riempirle la figa bollente col mio sperma caldo. Uno, due, tre, quattro schizzi.

Restammo sul suo letto matrimoniale a coccolarci per un bel po', quindi mamma risvegliò il mio cazzo a colpi di lingua prima di mettersi a cavalcioni per cavalcarmi come un'amazzone. Raggiungemmo per la seconda volta l'orgasmo, insieme.

Nei giorni successivi ogni occasione era buona per scopare. Mamma mi confessò che non aveva mai tenuto quei ritmi, neppure da giovane sposina. Ora però volevo anche l'unica cosa che non avevo ancora avuto. E me lo presi.

Quella mattina, appena sveglio, la stavo scopando a pecorina sul tavolo della cucina quando iniziai a massaggiarle con insistenza l'ano. Mamma capì subito: "Ho paura...". La rassicurai: "Non ti farò male". Entrai leggermente la punta e sentì il suo corpo irrigidirsi.

"Rilassati, mamma". Quando affondai emise un urlo di dolore, ma non mi fermai. Sapevo che non potevo fermarmi. Ero dentro il culo di mamma e iniziai a muovermi lentamente. Lei ansimava e gemeva,: "Fai piano...". Presi il ritmo e adesso mamma sembrava iniziava a godere...quindi accelerai leggermente. Poi sempre di più.

Affondavo i colpi, mamma era piegata a 90 davanti a me. La tenevo col petto sul tavolo per evitare che muovendosi troppo sentisse ancora più male. Lei soffocava le urla, un mix di dolore e perverso piacere. Scaricai tutto il mio piacere dentro di lei, quindi sfilai leggermente il cazzo e la baciai.

Mamma era sfinita. Sudata. L'avevo appena inculata ma i suoi occhi erano pieni di amore e di voglia. "Sei stata bravissima", le dissi. A spiazzarmi fu la sua risposta: "Lo rifaremo, vero?".
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