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La mia sorellina: la regina del pompino (capitolo II)


di leius06
17.02.2020    |    33.027    |    2 9.3
"La sorellina voleva la mia sborra tutta per lei e il mio unico desiderio era quello di soddisfarla..."
I pompini di mia sorella nei mesi successivi diventarono una piacevole abitudine. A decidere quando e come però era sempre e solo lei. Poteva succedere due volte nello stesso giorno o una volta al mese. Tutto dipendeva esclusivamente dalla sua sete di sperma. Martina inoltre mi ordinò di non toccarmi. La sorellina voleva la mia sborra tutta per lei e il mio unico desiderio era quello di soddisfarla.

Martina era diventata la mia ossessione. Non facevo che pensare a lei e alla sua bocca in qualsiasi momento della giornata. E lei faceva di tutto per farmi impazzire succhiandomelo nei posti e nei momenti più strani.

Un pomeriggio, appena uscita da scuola, si presentò nella redazione in cui lavoravo. Quando la vidi capì subito cosa voleva e un brivido mi corse lungo la schiena. Ero spaventato ed eccitatissimo allo stesso tempo.

Mia sorella indossava una minigonna, calze velate e sneakers. Quando passò nel corridoio notai gli sguardi dei miei colleghi sul suo culetto sodo. "Hai visto quanto mi vogliono?", mi sussurrò Martina all'orecchio dopo essersi seduta accanto a me dietro la scrivania e allungando la mano sul mio cazzo già duro mentre si leccava le labbra.

Il segnale era inequivocabile. La mia sorellina a quel punto si alzò dirigendosi verso il bagno. Io la seguì subito dopo con un'erezione difficile da nascondere dentro i pantaloni aderenti.

Martina mi tirò dentro insieme a lei e chiuse la porta alle sue spalle col passetto. Quindi mi slacciò rapidamente i pantaloni e tirò giù i boxer. Era inginocchiata a pochi centimetri da me e il cazzo svettò imperioso davanti al suo viso. La guardai negli occhi. Mi sorrise e iniziò a riempirlo di baci lungo tutta la lunghezza dell'asta. Non venivo da due settimane e mia sorella lo sapeva. Non avrei resistito a lungo.

"Segati". Martina spalancò la sua bocca fissandomi negli occhi mentre io completavo l'opera che aveva iniziato con le sue labbra. Dopo pochi secondi il primo schizzo di sborra le arrivò dritto sulla lingua. Mia sorella fu come sempre attentissima a raccogliere tutto il mio sperma nella sua bocca accogliente e lo ingoiò in un solo colpo mentre qualcuno faceva il suo ingresso nel bagno. Quando uscimmo mi ritrovai davanti il direttore.

Io avevo ancora lo sguardo stravolto dal piacere appena provato e sulle labbra di Martina c'era l'ultima traccia del piacere che le avevo scaricato in bocca pochi minuti prima. Il direttore ci guardò senza proferire parola, mentre mia sorella faceva le presentazioni di rito come se nulla fosse successo.

La sua naturalezza nell'essere così meravigliosamente disinibita mi sorprendeva ogni giorno di più. La mia sorellina era una splendida troia ma nel senso più alto del termine. Quello che aveva col mio cazzo era un rapporto simbiotico. Lei non poteva fare a meno di lui almeno quanto lui non poteva fare a meno di lei.

Una volta tornati nel mio ufficio Martina raccolse lo zaino da terra ma prima di dirigersi verso casa mi sussurrò ancora qualcosa all'orecchio: "Stasera ne voglio ancora". Mia sorella sapeva che da quel momento in poi non avrei pensato ad altro per ore. Martina sapeva che vivevo per soddisfare la sua sete di sborra perché ormai glielo dimostravo da mesi.

Un paio di volte la mia sorellina mi svegliò perfino nel cuore della notte per avere la sua razione di sperma. Entrava nel buio della mia stanza mentre i nostri genitori dormivano nella camera accanto, scostava le coperte, mi abbassava quanto bastava pantaloni e boxer. Poi iniziava a succhiare come un'idrovora finché io in dormiveglia non le riempivo la bocca di sborra che lei mandava giù ingorda. Quindi mi lasciava seminudo e andava finalmente a dormire appagata. Almeno per qualche ora.
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