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DANCING BEAR


di meridiana90
16.07.2013    |    18.490    |    0 7.9
"Intanto l'effetto dello stupefacente stava crescendo e noi non stavamo capendo più niente..."
Durante una festa in famiglia Clara ci ha invitate tutte ad una rappresentanza di biancheria intima a casa sua. Eravamo otto donne il giorno che ci comunicò della riunione femminile e ne venimmo sei.
La riunione fù piuttosto piacevole, osservando la lingerie bevemmo diversi drink alocolici e non, mangiammo dolcetti ed ovviamente parlammo di linea. Discutendo sulla comodità o sulla bellezza di un capo intimo o dell'altro i discorsi non poterono non scendere sul piano sessuale. I commenti si fecero piaccanti e discutemmo di cosa poteva piacere ad un marito od all'altro o cosa ci saremmo mai messe per provocarli; si finì ovviamente col parlare delle piccole grandi ingiustizie che noi donne subiamo sul piano della moralità sessuale: -"Puntualmente, se siamo donne riservate, veniamo giudicate come cozze, moraliste senza esperienza; se abbiamo un carattere piccante e trasgressivo automaticamente gli uomini ci guardano come troie, stradali che la danno a destra e a manca"- dicevamo alzando la voce. -"Agli uomini naturalmente tutto e concesso"- disse zia Giorgia.
Parlammo a lungo di questo, poi ad Elena venne un'idea. Elena è una mi cugina tedesca di 34 anni, molto bella, alta mora con due labbra da fare invidia alle dive di Holliwood. Avendo già organizzato in passato diversi addii al celibato femminili, ci propose di organizzarci una festa tutta "rosa" per sfogarci un pò. Zia Giorgia, di 45 anni, si chiese se già quella che stavamo facendo non era abbastanza per sfogarsi, ma Elena, che ci conosceva tutte benissimo non ci avrebbe mai chiesto una cosa simile se non avesse saputo che infondo, infondo tutte tutte le donne sono quasi uguali e quelle presenti avevano giusto bisogno di un puro e sano sfogo sessuale alla maschile, con tanto alcol e bellissimi spogliarellisti da sognare tra le gambe.
Così la lasciammo fare e Giovedì 30 dicembre, durante le feste Natalizie ci organizzò un festino a casa sua. Telefonò una settimana prima all'Agenzia Forti&Duri per far venire sette stupendi aitanti giovani tra i 25 e i 36 anni.
Mi venne a prendere alle otto Zia Lea, di 38 anni, con sua figlia Beata di 21, poi andammo da Maria, l'amica di zia Giorgia e sua coetanea, ed infine caricammo in macchina proprio zia Giorgia, mia cugina Clara non venne per un forte raffreddore. Durante la strada ci chiedemmo ancora una volta se non stavamo facendo una sciocchezza a fare questa cosa e cosa sarebbe successo se i nostri mariti lo avessero saputo! Ufficialmente stavamo facendo solo un'altra delle nostre stupide e noiose riunioni, mentre loro andavano puntualmente al night a farsi sventolare le fighe delle spogliarelliste in faccia.
Comunque sia arrivammo là tutte esaltate, Elena ci accolse alla grande, facendoci rilassare prima dello spettacolino veramente bene; pensò a tutto lei. Per sdrammatizzare e farci capire che quello che stavamo facendo non era poi un peccato mortale, appese diversi festoni a forma di falli e vagine al muro, con una scritta in mezzo: "il sesso è uguale per tutti!".
Non ci aspettavamo minimamente un centesimo di quello che succederà.
Parlammo per un buon quarto d'ora bevendo diversi drink dal gusto caldo ed esotico; si sentiva deciso il sapore dell'ananas e del mango misto a spezie profumate e piccanti, erano molto buoni ma nonostante non si notasse dovevano essere piuttosto alcolici, visto che tutte e cinque sentimmo già dopo pochi sorsi una strana sensazione di vuoto, leggerezza ed euforia con la testa che girava leggermente. Elena aveva mischiato alle bibite un'estratto in gocce di sostanze stupefacenti come l'ecstasi per aiutarci a scioglierci ancora di più, noi naturalmente se l'avessimo saputo non avremmo mai assunto questo tipo di roba, ma anche se non lo sapevamo e non lo sospettavamo, l'effetto ci piacque e pure molto.
Alle nove meno dieci arrivò finalmente l'intrattenimento.
Li accolse Elena senza farceli vedere, poi preparò lo stereo mentre loro si andarono a cambiare.
Play.
1 Mentre noi battevamo le mani a ritmo di musica entrò il primo scolpito, eccitante uomo tra l'entusiasmo generale.
Facevamo versi di approvazione e complimenti lusinganti all'abile ballerino vestito da cowboy, che si stava esibendo per noi in uno spogliarello sotto le note di Lady Marmalade e ci stava facendo impazzire.
Arrivò alle mutande che eravamo già quasi esaurite ma non appena fece per togliersele stavamo tutte andando in fibrillazione, poi via,... mentre alzavamo le braccia e sbraitavamo divertitissime ecco davanti ai nostri occhi un batacchio ciondolande di oltre venti centimetri, grosso e corposo.
Noi eravamo disposte a semicerchio e lui ci ballava in mezzo avvicinandosi a turno e sventolandolo sorridendo a destra e a sinistra, così cominciò il gioco vero e proprio. Elena li aveva preparati spiegandogli che non sapevamo in cosa consisteva, ma che avrebbero lo stesso tranquillamente potuto divertirsi insistendo perchè tanto non avremmo reagito male; ovviamente loro rimasero, pur spinti ad essere audaci, sempre nel limite del legale e del rispetto perchè si trattava comunque di prestazioni professionali.
Si fermò girando difronte a zia Lea che stava seduta alla mia destra, il ballerino di spalle gli mostrava ancheggiando il culo sodo e polposo poi giratosi dinuovo davanti si chinò su di lei facendogli correre il cuore all'impazzata ed ecco, mentre battevamo i piedi esaltatissime gli prese la mano destra e gliela accompagnò sul suo arnese, facendole fare una sega, mentre sua figlia guardava la scena con gli occhi sgranati e la bocca aperta, incredula e visibilmente divertita. Muovendo quella mano il viso della zia diventò rosso come il fuoco e la sotto, sicuramente, la sua figa si inturgidì, come successe persino a me che guardavo soltanto. Poco dopo lo lasciò facendo un urlo di stupore e ridendo come una matta. Lo spogliarellista andò avanti. Ballando faceva lo slalom tra le poltroncine e si andò a fermare dietro di Maria per coinvolgerla, prima sbattendogli la mazza sulla schiena e facendola morire dalle risate, poi scivolandogli davanti ed invitandola a segarlo anche lei. Inizialmente insicura, pensando a suo marito gli disse di no, poi lui glielo strofinò sul braccio e anche lei si lasciò andare segandolo da manuale. Dopo qualche minuto però intervenne Elena -"Ragazze, vi mostro come si fà..."-; si piazzò in ginocchio davanti a lui mentre Maria aveva ancora lì la mano, si fece un pò di largo e cominciò a spompinarlo. Reagimmo gridando esaltate e battendo le mani ancora più forte, finchè il ritmo della sua bocca carnosa non divenne sempre più serrato e lui non gli esplose estasiato sulle labbra. Quando lui se ne andò salutandoci galantemente lei si raccolse lo sperma sparso con le mani e lo ingoiò tutto.
2 Ne arrivò un'altro, supermuscoloso, in uno stupendo vestito da pompiere.
Ballava in modo più "soft" lasciandosi spogliare da noi: zia Giorgia gli tolse il giubbotto strofinandogli con l'altra mano gli addominali d'acciaio, zia Lea i pantaloni e poi si avvicinò in mutande a Beata. Il senso di proibito con lei era forte perchè aveva soltanto 21 anni e quindi non era poi così normale che da parenti gli lasciassimo spompinare un'estraneo davanti ai nostri occhi, perchè fù proprio quello che fece. Aprì quegli slip piano piano, e con la dolcezza e la delicatezza dell'adolescenza che ancora era in lei lo prese in mano guardandolo con gli occhi brillanti di eccitazione; poi li chiuse e lo accompagnò tra le sue labbra candide, senza rossetto. Beata muoveva la sua testa lentamente su e giù assaggiandolo immersa nei suoi pensieri. Quel bastone affusolato di medie dimensioni lungo al massimo quindici centimetri si presentava perfetto per la bocca piccola di una ragazzina come lei. La lentezza provocante del suo pompino fu estenuante al punto che lo spogliarellista gli esplose come un dannato sulla bocca. Urlammo di gioia tutte insieme. Intanto l'effetto dello stupefacente stava crescendo e noi non stavamo capendo più niente. Quindi Maria si avvicinò a Beata e gli leccò gli schizzi che aveva sul mento, finendo per baciarla alla francese con la sborra filante tra la lingua. Eravamo solo all'inizio e già ci stavamo divertendo un mondo.
3 Con le braccia conserte, guardandoci come per rimproverarci arrivò un'uomo di colore in giacca e cravatta, più snello e alto degli altri, almeno un metro e novanta di puro fascino. Fece il suo show spogliandosi lentamente mentre ogni tanto qualcuna di noi lo palpeggiava e così rimase solo con la cravatta ed il gilet. Quello che aveva tra le gambe risvegliava i nostri istinti sessuali più selvaggi. Si avvicinò a me, ballando. Da vicino desideravo quella cosa ancora di più. Presi quella mostruosità in mano e lo masturbai diversi minuti, l'eccitazione mi salì al punto che avevo la fica che sbrodava da tutte le parti. Passò a Maria che lo afferrò voracemente e cercò di infilarselo in bocca. Mentre lo spompinava pensai che al mio ragazzo non sarei dispiaciuta un pò più troia e mi decisi anche io; messami in ginocchio accanto a lei tirai fuori le tette ed accompagnai il suo pompino con la mia lingua, poi lo ingoiai per metà. Il ballerino sembrva piuttosto eccitato ed oltre a guardare me e Maria ed a tenermi pressata sul suo cazzone con la mano sulla mia testa, guardava con gli occhi sgranati dietro di noi: Beata stava leccando la fica di sua madre.
4-5 Eravamo completamente drogate, zia Giorgia ed Elena si stavano lavorando uno spogliarellista a testa ed appena Beata se ne accorse staccò la sua lingua da quella fica ed andò a chiamare tutti gli altri uomini, compresi quelli che erano già usciti. In quel salotto avevamo quindi 7 macchine da sesso...
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