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Il Male Minore 2


di meridiana90
21.05.2020    |    7.382    |    2 9.3
"Mi invitò a scendere per appoggiarmi a gambe aperte, con il petto sul cofano anteriore..."
Basato sulla storia di una mia ex amica intima. Ricostruzione.

Finito il rapporto ci sentimmo al telefono, non mi lasciava parlare, non voleva spiegazioni nè scuse, solo, insistette per venirmi a prendere.

Quando arrivò mi diede un colpo di telefono, "scendi" disse. Salutai Angela ed i suoi amici, Alvaro, molto caloroso, mi abbracciò e nel suo accento sudamericano "se avessi avuto bisogno" mi incoraggiò a chiamarlo. Scesi le scale un pò intimorita, salii in macchina.

Non avevo avuto il tempo di lavarmi per bene ed emanavo un forte odore di sesso. Mario mi guardò, si avvicinò per annusarmi meglio, l'odore del cazzo e del seme degli altri due uomini gli penetrava le narici, scendendogli giù, fin dentro le mutande, provocandogli una forte erezione. Accese muto. Sgommò e si diresse verso la campagna.

Alla nostra destra un carciofeto. Si fermò vicino un pozzo in pietra. Spense la macchina. Mi invitò a scendere per appoggiarmi a gambe aperte, con il petto sul cofano anteriore. Lì, senza vergogna, ai quattro venti mi tirò giù, jeans e mutande, imbrattate di umori a causa di una fica che trivellata per bene per quasi due ore, non si era ancora richiusa completamente. Mario si godette quello scempio, proferendo volgarità guardava la fica di sua moglie slabbrata come mai in vita sua l'aveva vista. Non che adesso fosse quella di una "pornostar", ma abbituato a vedermela chiusa come quella di una monaca adesso, che era decisamente più "aperta" gli sembrava completamente un'altra cosa... Annusava il mio culo e la mia schiena, dove stavano ancora le crosticine del seme mal'asciugato dello stallone cubano, le accarezzò.

Mi infilò due dita dentro, raccoglieva e annusava. Era estasiato. Odore di cazzo nella mia fica. Durissimo si tirò giù i calzoni e me lo infilò dentro anche lui. Durò poco. Fresco della masturbazione casalinga davanti al pc, scaricò presto il suo liquido sul mio culo. Andammo a casa. Quella sera a letto, mi confidò che voleva vedermi in azione. Contento lui. Accettai.

Tre giorni dopo, dentro le coperte, ci mettemmo d'accordo. Avevamo finito di scopare ed io gli dissi che dovevo sentire Angela ed i suoi amici, mi frenò, ci penso io disse. Non credevo alle mie orecchie. Sarà il pensiero di una bigotta, pensavo che riconcedermi agli stessi uomini fosse "il male minore" ed invece... lui mi voleva "zoccola", punto.

Organizzammo al magazzino edile, dove mio marito tenva l'attrezzatura ed il materiale. Un posto ovviamente polveroso, ma isolato, lontano da occhi indiscreti.
Invitò un tipo, Gaetano, a cui doveva un rimborso a causa di un lavoro sbagliato. Mario gli aveva buttato giù la parete del bagno e adesso poteva risarcirlo solo parzialmente, le cose non ci andavano economicamente molto bene. Con lui arrivarono altri due tizi: Maikol e Orazio. Maikol era il nipote, Orazio il cugino. C'era confidenza in quanto durante i lavori discutevano spesso degli argomenti in questione e delle loro avventure sessuali con mio marito. A detta delle mie amiche in ambito edile gli uomini parlano più di "cazzo" che di "cazzuola". Dopo presentazioni e convenevoli ci sedemmo in "ufficio". Un ripostiglio claustrofobico senza finestre dove c'erano un tavolo, due sedie, un vecchissimo pc ed una montagna di documenti.

Mario mi fece sedere su una delle due sedie, venne dietro di me e davanti agli occhi dei tre spettatori appoggiati al tavolo, mi spogliò con le sue mani. Per l'occasione mi fece indossare un completino da puttana che aveva acquistato dai "cinesi" vicino casa. Una cosa indecente che mi faceva sentire a disagio. Quello doveva essere il mio solo intimo, senza reggiseno, nè slip, tipo il vestito da carnevale di una bambola gonfiabile, pensai. Era una tutina a rete che lasciava scoperti solo i capezzoli, la spacca della fica e...un pò di culo... essendo taglia unica mi stringeva un pò sopra i fianchi, strizzandomi culo e tette. In faccia solo un pò di matita e del mascara, nient'altro, non amo truccarmi.. Mi tirò via il maglioncino, che scoprì la sorpresa, con i tre tizi che fecero un espressione di meraviglia alla vista delle mie tette generose sballonzolare coperte solo dalla volgare maglina a rete. Mentre sfilava il jeans dalle gambe fece una cosa che mai mi aveva fatto prima. Mario prese il mio piede destro e cominciò a leccarlo, ciucciandomi le dita a lungo. Orazio, decisamente "porco", si avvicinò e mi mise subito la lingua sul collo, così, aprendo la spacca sulla tutina cominciò a palparmi la fica pelosa da dietro, mentre gli altri due mi guardavano con i piselli in mano. Maikol, il più giovane (trent'anni forse) prima di mettersi il preservativo me lo infilò in bocca, godendosi un bocchino inesperto e confuso, ma che comunque aveva il suo perchè. Mentre Orazio strappando la tutina me la apriva con le mani, Gaetano mi esplorava la vagina, con il dito medio, grosso e calloso, sputando sulla mia patata cercava di scaldarla. Mario continuava a leccarmi i piedi, dito per dito, non so perchè mi rilassava. La situazione seppure, squallida e volgare, mi stava eccitando parecchio, forse infondo infondo c'è un pò di troiaggine dentro ognuna di noi. Oraziò passò davanti e venne a ciucciarmi e schiaffeggiarmi le poppe, coi capezzoli sensibilissimi che si rizarono in segno d'approvazione. "Tua moglie ha una gran bella mercanzia", disse mentre mi palpava maniaco le grosse bocce strappando il fragile tessuto a rete. Poi i tre, dopo avermi toccata ovunque, baciata, leccata, sputata e tastata come un'oggetto per sfogare le proprio depravazioni, mi stesero sul tavolo e quando la mia fica fù talmente gonfia e goduriosa da dire "prendimi-prendimi" presero a chiavarmi tutti e tre a turno. "Tre" perchè Mario non partecipò direttamente, o meglio, si godette lo spettacolo masturbandosi come un indemoniato, osservava avido mangiandosi le oscenità con gli occhi. I tre tizi non erano molto dotati, almeno per quello che ne capissi io non erano dotati come i due cubani. C'era Orazio che lo aveva stretto e lungo, tanto che riuscì furbamente a chiavarmi dietro per primo. Non mi piacque in se la penetrazione anale, ma lo lasciai fare più che altro eccitata dalla cosa, concentrata sul piacere nella fica regalatomi dal puledro trentenne, non mi dava fastidio più di tanto. Maikol mi chiavava alla grande, insaziabile affondava il suo pisello, avido, giovane, voglioso di possedermi fino alla cervice, o perlomeno dove poteva arrivare.

Cioè lo avessi raccontato alle mie amche non mi avrebbero creduto: stavo in un posto di lavoro "per uomini", chiavata da tre maschi alla volta, perdipiù in culo, di cui uno, Orazio, senza preservativo, con mio marito che si masturbava guardandomi. Io mai, mai, mai ci avrei giurato e non me lo sarei nemmeno immaginato.

Mentre io ancora non capivo cosa stesse succedendo Gaetano mi girò di schiena e curioso volle provare anche lui l'altro buco. Mario mi afferrò le natiche strappandomi il completino osceno, eccitatissimo, aprì per bene le mie gran belle chiappe di ed invitò il sessantenne a "bucarmi" il culo. Godetti. Ma non per la chiavata via anale. Mario si pose sotto di me, attaccato alle gambe del tavolo a leccarmi la fica da gran maestro, cosa che aveva imparato a fare durante tutte le sue scappatelle, certamente non con me, mi fece venire in maniera violenta e goduriosa mentre Gaetano, sbattendo ad ogni colpo le sue palle sulla faccia di Mario veniva copioso dentro le mie viscere. Finito Gaetano, anche Maikol si tolse il preservativo e decise di fare la stessa cosa. Fiotti di sperma finivano abbondanti dentro il mio intestino, il liquido mi scrosciava dentro. Riuscii a venire due volte, un pò per la leccata, un pò stimolata dalla sensazione "aliena", strana del liquido seminale che mi scrosciava nelle viscere, cosa che mai avevo provato prima . Poi dovetti correre al "bagno di fortuna" che si trovava dietro all'ufficio e così finimmo lì, scaricai sul cesso alla turca una abbondante quantità di seme marroncino, sporcato sicuramente dal contenuto dell'intestino.. Mi sciacquai malamente e dopo che mi porse i vestiti tornai sotto sua indicazione in macchina. Ripeto che fu parecchio squallido ma mi ero divertita.

Il debito però non era ancora colmato... ma questo fù il "male minore".




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