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Prime Esperienze

La cugina "cozza" 3 - L'imprevisto


di meridiana90
12.03.2021    |    8.498    |    1 9.6
""Quella volta che ti dissi quelle parole volevo solo dissuaderti a stare con un uomo e ti ho insultata per farti allontanare dall'idea..."
Continuo di La cugina "cozza" 2 - Umiliata.

Sapevo per logica che il ragazzo non avrebbe detto niente a mia cugina di quell'appuntamento e quindi ne approfittai per un doppio incontro, solo che per contattare Annamaria dovetti inventarmi una scusa per dirgli di vederci in quel bagno, magari anonimamente. Non avevo idea di come, se gli avessi telefonato mi avrebbe riconosciuta subito e magari mi avrebbe pure rifiutata, mandando per aria tutto. Così quella mattina gli lasciai una lettera indirizzata solo a lei, nella casella della posta, cercando di scriverla col rossetto, nella maniera più lontana dalla mia grafia possibile, gli scrissi di andare in quel bar alle 19:30 ed entrare pure oltre la porta del bagno delle donne, avrebbe trovato una bella sorpresa. Dovevo solo sperare lo leggesse in tempo.
Ragionando che al secondo incontro Luigi avrebbe sicuramente potuto mettere a fuoco meglio i miei tratti questa volta mi truccai in modo ancora più pesante, ma io non ero brava, per niente, era forse la terza o la quarta volta che lo facevo e più che altro avevo osservato Annamaria farlo, ma seguendo quello che appunto mi aveva spiegato la truccatrice riuscii a combinare qualcosa, sembrando oltretutto molto troia, anzi proprio una prostituta. A questo punto decisi di evitare di incrociare i miei genitori, era meglio andassi a piedi, seguendo stradine secondarie.
Arrivai al bar del biliardo cinque minuti in anticipo ma lui era già li che mi aspettava, stavolta seduto dentro in fondo da solo, voleva fare le cose per bene e da come teneva le chiavi in mano scommetto pensasse anche di portarmi via da qualche altra parte. Dovevo evitarlo. Quando arrivai lui per non dare nell'occhio ed evitare che la gente parlasse rimase seduto, io andai, squadrata da tutti, direttamente al bagno. Mi seguì tutto rosso in viso un minuto dopo. I vestiti che avevo comprato mi stavano già più larghi, di una taglia. In queste settimane di preparazione avevo mangiato poco o niente, un pò per l'angoscia di quelle parole orrende, un pò per asciugarmi e buttare via tutti i liquidi superflui. Anche il viso mi era diventato più sottile. Dentro c'erano due uomini, io entrai nella porta dedicata alle donne, lui aspettò uscissero e mi bussò. Lo lasciai entrare, ma lasciando la porta volutamente senza fermone. Cominciammo una pomiciata da videocassetta porno, mi toccava e strizzava ovunque, voleva strapparmi via tutto, così accennò a quello che avevo pensato, voleva portarmi in un posticino tranquillo... Lo dissuasi aprendo la cerniera dei suoi jeans. Solo che non potevo fargli un pompino, nonostante i capelli rossi ed il trucco pesante, avevo paura che la prospettiva gli riportasse alla memoria i miei lineamenti, facendogli capire chi ero. Nonostante fossi straeccitata ed avevo voglia, non volevo neanche scopare, facendo così che fosse il suo, il primo vero membro a penetrarmi. Era palese non fossi più completamente vergine nel vero senso della parola, ma non volevo neanche perdere quella "morale" con un porco depravato come lui. Temporeggiai dicendogli di leccarmela ancora come aveva fatto il giorno prima ed alzai la gonna, spostando il tanga ma lui anzichè abbassarsi prese a menarmela forte e veloce con le dita, leccandomi tutto il collo. Stava contro di me, non voleva proprio andar giù a leccarla, voleva lo lasciassi entrare a tutti i costi. Annamaria non arrivava... Io ero strabagnata ed eccitatissima dalla stimolazione meccanica delle sue dita, stavo per cedere, poi un'idea... voglio provare a farti entrare dietro gli dissi. Dissi che ero curiosa di provarlo. Certamente non avevo idea del guaio nella quale stavo per andarmi a ficcare. Del dolore che avrei provato di li a poco. E dell'imbarazzo che avrei provato, sporcandolo di... Si alzò con gli occhi sgranati dall'eccitazione per quello che gli avevo appena proposto, sapevo che ad Annamaria l'aveva più volte chiesto ma lei si era assolutamente rifiutata. Mi girai mettendo le gambe ben divaricate, tirai su bene la gonna di jeans, ed allargai le natiche con una mano, con l'altra mi tappai la fica, per evitare che lo stronzo mi giocasse brutti scherzi... di fatti tentò di metterlo tra le mie dita ma feci la porca dicendo, "no, no, prima nel culo". Cominciò a sputare sul mio ano ed a cercare di penetrarlo con un dito, sempre più dentro, ovviamente non mi piaceva... qualcuno finalmente entrò nel bagno principale... non era lei... speravo non fosse una ragazza. Lui sputava sul culo e girava quel dito, ancora e ancora. L'indice entrò tutto dentro. Sobbalzai ma feci finta di godere dicendo, "oh, si, ancora"... lui godendo mi accontentò spingendo quel dito dentro a più non posso, poi lo tolse e vide il dito un pò sporco... il mio cuore cominciò a battere a tremila pensando mandasse tutto per aria, ed invece... lo asciugò malamente con la carta alla sua destra e provò col pisello. Dietro ero stretta, molto stretta ed ero anche molto preoccupata. Poggiò la punta e con una spinta decisa delle dita la premette dentro. Sentii una secca fitta, al punto che mi scappò una piccola lacrima di dolore ed ancora finsi di godere...pregando arrivasse al più presto quella stronza. Poi ecco. La porta si aprì, lentamente e dopo... la tempesta. Lei riconoscendolo subito l'afferrò per i capelli, urlando. Luigi cercò di ricomporsi alla meno peggio, col pisello ancora duro, lei lo prese a menare come poteva. Alzai il tanga velocissima e provai a scappare ma Annamaria riuscì ad afferrarmi per un braccio mentre urlava parolacce quasi incomprensibili. "Chi sei, lurida puttana" disse, "Cosa vuoi da me?" Urlava, poi mentre lui la teneva, per evitare picchiasse anche me, le dissi: "Ma come?! Dicevi che non ero buona neanche come puttana!", i due restarono di ghiaccio, finalmente mi riconobbero. Andai via da lì per risentirla quasi un mese dopo... loro due intanto si erano lasciati.

Stavolta venne a scusarsi. Non so, forse, per la solitudine. Quando scesi le scale e mi rivide, nonostante stavo tornando di nuovo "un pò me", rimase nuovamente stupita. "Ma come diavolo hai fatto?"..., "Con i miei risparmi, li ho spesi tutti..." dissi con aria scocciata, "ma, cavolo sei cambiata completamente... sei...", non riusciva a dirlo, non voleva dire la verità, poi capì che doveva smettere di fingere e mi rivelò tutto. "Sei bellissima", disse abbassando la testa "In realtà mi piacevi anche prima". L'abbracciai. Non so come, non so perchè, mi commosse, sentirmi dire che gli piacevo anche prima mi sciolse come un budino, così, mi baciò. Non so perchè, mi baciò... intensamente e profondamente, accarezzandomi i capelli rossi che stavano tornando un pò più ricci ed avevano anche un pò di ricrescita scura. I baffi non li tenevo più ed ora usavo sempre un pò di lucida labbra. Così, mentre si godeva la nuova me, pomiciavamo dentro il portone delle scale. "Scusami" sussurrò al mio orecchio destro. "Io sono sempre stata lesbica e con lui volevo provare a perdere qusto problema"..."non ci sono riuscita, io ti voglio"...."Quella volta che ti dissi quelle parole volevo solo dissuaderti a stare con un uomo e ti ho insultata per farti allontanare dall'idea..." poi mentre il suo cuore batteva quasi fuori dal suo petto mi disse "Ti amo"... io giuro che non sapevo cosa fare.
Mi chiese di andare su. La portai in camera mia, in casa c'era solo mia madre. Si scambiarono quattro parole, diversi convenevoli poi la lasciammo. Mi portò mano nella mano nella mia stanza, la chiuse a chiave. Ricominciammo a limonare passionevolmente. Mi spinse contro il muro arancione mentre mi spogliava. La mia fica era ancora bella liscia, c'erano solo i puntini neri della rinascita del bulbo, quando la vide ne fù così attratta che, stavolta fu lei a mettersi in ginocchio a succhiarmela tutta. Lo ricordo come fosse ieri, me la leccò così avidamente che sembrava volermela mangiare. Nel frattempo si masturbava. "Non era che prima non volevo leccartela" ammise "Perdonami, ma era una questione di igiene" disse. Adesso leccava e succhiava i miei umori come avesse sete. Io facevo fatica a non ansimare per evitare che mia madre mi sentisse. Ma dopo qualche minuto l'orgasmo che mi arrivò fu così forte che non riuscii a star completamente in silenzio. Fosse stato solo quello il problema, poco male, spruzzai qualcosa, sulla sua faccia, per terra. Mia madre bussò alla porta e risalendomi la tuta, feci appena in tempo per buttarci sopra i vestiti sporchi che avevo sulla sedia accanto a me. Annamaria si aciugò il viso con la coperta del mio letto. Andai ad aprire...
Continua.
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