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Educazione sessuale con lo zio


di meridiana90
16.07.2013    |    60.695    |    6 9.3
"Nel frattempo arrivarono gli altri, mi ricomposi e scappai..."
Non sono fidanzata per chè non mi fila nessuno. Porto grossi occhiali, magliette molto coprenti, scarpe basse perchè sono alta e pantaloni e jeans a vita alta e fuori moda. Appunto per questo, mi snobbano pure le altre ragazze.
Mio padre è troppo severo per farmi uscire dopo le dieci e con le uniche amiche che ho, ho poco dialogo. Sono stata troppo tempo fuori dal mondo, chiusa in un forziere con catene e catenacci e mentre le altre assaporavano già da tempo con i primi veri amori i piaceri del corpo, la natura mi fece necessariamente seguire una strada diversa.
Io avevo solo avuto qualche orgasmo fuggiasco nella notte, strofinandomi col cuscino, ma maturai sognando l'unico corpo maschile nudo che avessi mai visto, quello di mio zio Armando.
Lo vidi nudo per caso l'anno prima. Era Pasqua, festeggiavamo tutti insieme a casa nostra e mangiammo in abbondanza, i maschi bevvero a dismisura e le donne stanche di servirli avevano bisogno di svagarsi un pò. Infatti papà e mamma brilli, allegri ma eccitati da quell'armonia andarono a scopare al piano di sopra e mentre le mie zie si riposavano parlottando e mio zio Vincenzo si rilassava davanti alla tv, io ero in bagno a fare la lavatrice alla tovaglia sporca.
Zio Armando era ubriaco fradicio, entrò in bagno e stonato com'era non si accorse che io ero nello stanzino della lavanderia che è proprio dentro. Mia zia aveva la gamba ingessata e si curava poco di lui. Qunado entrò chiuse subito a chiave e si sedette sul water, non mi lasciò neanche il tempo di avvisarlo e uscire che mi dovetti nascondere per l'imbarazzo.
Mi accucciai di spalle dietro il cestone dei vestiti sporchi e aspettai per diversi minuti che avesse finito, poi lo sentii mugulare. Cominciai a pensare che stesse male. La curiosità fù troppa e notai che potevo vederlo attraverso la sottile stoffa. Diventai rossa come un peperone.
Per la prima volta vedevo un fallo maschile. Non conoscevo le dimensioni standard, ma mi fece effetto vederlo e con la mente immaginai se davvero sarebbe potuto entrare nella vagina come mi diceva mamma. Non era enorme, ma comunque mi sembrava gigante.
Si stava masturbando e sborrò copiosamente sulla sua pancia che pulì alla buona con della carta igienica che buttò nel cestino.
Appena lui finì io scivolai malamente a terra. Vedendomi cominciò ad emettere strani suoni dovuti alla vergogna, così si ricompose in un istante e sgusciò via senza dire niente.
Spinta dalla voglia di sapere che odore avesse, presi i fazzoletti e li esaminai. Lì per lì fui schifata da quel liquido che sembrava muco del naso bianco-trasparente. Poi invece nel sogno mi vidi appunto completamente ricoperta di questo liquido mentre un fallo gigante mi spruzzava.
Col tempo la curiosità crebbe finchè appunto mentre frequentavo il secondo anno di superiori, iniziai a fare ricerche sull'argomento in internet. Nelle mie ricerche andai progressivamente. Cominciando con "fare sesso". La parola era talmente generica che mi comparivano una valanga di pagine di incontri online e chat erotiche ma anche cose oscene, che inizialmente mi scuotevano un pò, così cambiai parola. Provai con "pene". Sulla sezione immagini mi comparvero una valanga di cazzi duri di tutte le misure, da grossi a piccoli, sborrati e non. Lì ci persi diverso tempo, mi attiravano molto. Passai da "amplesso" a "cazzi" a "vagina"..ecc ecc. Ma più di tutti mi attiravano gli uomini sopra i quaranta.
Visto che l'inconscio mi stimolava sempre di più il piacere facendomi vibrare durante la notte il bottoncino, iniziai a masturbarmi, con un wurstel, finchè non cominciai a desiderare cose strane: volevo rivedere quello che avevo visto. Impazzii.

Le possibilità di rivederlo nudo erano pari a zero, finchè non si presentò un'occasione incredibile.
Decidemmo di andare in villeggiatura insieme ai miei zii.
Sarà stata l'estate o comunque l'atmosfera, la vacanza fece schizzare i miei ormoni alle stelle, tanto che diventai più audace del solito e cominciai ad avere l'impressione che il mio seno crebbe di una taglia abbondante.
La zona in cui avevamo la villa in affitto era meravigliosa, ricca di negozi ed opportunità di divertimento. Questo comportò che le donne non stettero un'attimo ferme a casa e non essendoci nessun altro tra i piedi, i figli dei miei zii erano tutti adulti ed indipendenti e non stavano più con noi ormai da diversi anni, ebbi diverse occasioni di stare da solo con lui.
Però non fù facile ed appunto, non potevo mica dirgli in faccia spogliati e fammelo vedere, ma dovetti inventarmi qualcosa.
Mi balenò in mente un idea.
La doccia era in uno stanzino fuori dalla casa e frontalmente, in alto, aveva un buco coperto da una fitta rete metallica nera, che consentiva al vapore di uscire. Il buco era raggiungibile da un muretto di un metro proprio sotto di esso.
Aspettai una settimana affinchè capitasse che lui la usasse in un momento in cui non si trovassero tra i piedi gli altri.
Eravamo in spiaggia da oltre 4 ore e lui stanco del sole aveva deciso di risalire in casa per riposarsi un pò, io, riflettendo che la prima cosa che si fà dopo il "mare" è appunto la doccia, con una scusa lo accompagnai. Aspettai che si prendesse la tovaglia pulita, poi appena entrò, come un gatto salii sul muretto e mentre l'acqua correva io spiavo dal buco.
Già vederlo nudo mi fece tremare dall'eccitazione. Dal suo corpo, rude e peloso, ciondolava quel notevole batacchio moscio. Una ventina di centimetri arrotolati che si inturgidirono non appena se lo insaponò, era proprio come me lo ricordavo. Mentre lo lavava scappellandolo, io tenevo contemporaneamente le dita sulla cosina, strofinandola. Trasportata dal piacere, mentre le mie mani si inzuppavano di umori aprivo e chiudevo gli occhi immaginando oscenità ma trascurando una cosa fondamentale. La rete dall'interno verso l'esterno perdeva tutta la sua opacità e solo dopo cinque minuti mio zio mi notò e i nostri occhi si incontrarono.
Scesi dal muretto col cuore a mille e mi rifugiai di corsa in camera mia. Mio zio si asciugò, si rivestì e mi seguì. Bussò alla mia porta chiedendomi, sdrammatizzando se dovevo farmi la doccia. Spaventata non sapevo che rispondergli.
Capì che doveva tranquillizarmi e così andò al dunque dicendomi che gli faceva piacere di essere ancora guardato a quell'età dimostrandomi che i maschi alla fine pensano tutti solo a quello. Mi rilassai e venni fuori chiedendogli se si era arrabbiato.
Non mi fece nessuna ramanzina, anzi, gli spiegai la verità facendo allusioni a quel giorno di Pasqua e ricevetti conferma che anche lui se lo ricordava benissimo. Mi chiese con mia grande felicità se volevo rivederlo.
Tornammo nella doccia insieme così in caso gli altri fossero tornati io ero pronta a schizzare fuori.
C'era una sedia. Io mi misi sul wc, lui scese i pantaloncini e si sedette di fronte a me. Ci masturbammo infoiati. Io entravo ed uscivo dalla fica due dita, fino alle nocche piegate, lui si sputo sul palmo della mano e se lo menò con gran foga. L'eccitazione era davvero troppa, tanto che trovammo il coraggio di scambiarci le mani, provando una sensazione incredibile. Le sue dita, molto più grosse delle mie mi facevano sentire aperta in due, la mia mano, esile e delicata lo fece andare in estasi. Esausto, prima che venissi io, si sborro sulla pancia come un indemoniato, lo seguii.
Volevo ricordare quell'odore, così raccolsi lo sperma tra due dita e lo portai al naso, non sò come mi venne in mente, lo assaggiai. Zio Armando, col cazzo di lato fù colpito dal mio gesto, glielo fece tornare duro. Come mosso da una forza invisibile mi prese allora la testa e la portò sul suo cazzo. Lo ripulii per bene con la lingua e lo imboccai. Avevo dinuovo le dita in fica, ma dopo aver preso quelle sue mi sembravano piccole, non mi bastavano, ne dovetti infilare tre. Nel frattempo arrivarono gli altri, mi ricomposi e scappai.
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