Lui & Lei
Il Sussurro nel Chiostro

07.05.2025 |
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"Il contrasto tra il marmo freddo e la lingua calda che iniziò a esplorarla la fece sussultare..."
L’afa di luglio avvolgeva ogni pietra dell’antico chiostro come una carezza umida e insistente. Anna era arrivata da poco come restauratrice del complesso medievale, un incarico prestigioso e solitario, che l’aveva condotta lontano dalla città. Il silenzio era interrotto solo dal ronzio delle cicale e dal lieve gocciolare di una fontana nel centro del cortile interno.Quel pomeriggio, mentre sistemava una statua in marmo raffigurante un angelo, notò per la prima volta lo sguardo di Lorenzo, il giovane custode del luogo. Alto, capelli corvini, occhi scuri come la pece, la pelle lievemente dorata. Sembrava appartenere più a una leggenda che a un elenco del personale.
“Serve aiuto con le impalcature?” chiese con un sorriso che odorava di resina e sudore.
Anna annuì, cogliendo in quell’offerta qualcosa di più sottile.
Nel tardo pomeriggio, quando il chiostro si svuotò e l’ultima voce umana lasciò spazio all’eco degli uccelli tra le colonne romaniche, Lorenzo tornò con una bottiglia di vino bianco e due bicchieri. Si sedettero sotto l’arco più fresco, bevendo in silenzio. L’aria vibrava di tensione, non solo per il caldo.
Fu lui a toccarle per primo il braccio, casualmente, sfiorandole la pelle sudata con le dita callose. Lei non ritrasse il gesto. Anzi, gli occhi di Anna si posarono sulle sue mani con curiosità quasi scientifica. Le mani di un uomo che sapeva fare, reggere, trattenere. Con lentezza consapevole, lui le slacciò la camicia in lino, senza fretta, rivelando il seno piccolo ma sodo, i capezzoli già induriti, sfiorati dall’aria e dallo sguardo.
Anna si lasciò condurre. Seduta sul bordo della fontana, allargò lentamente le gambe sotto la lunga gonna di cotone. Lorenzo si inginocchiò, sollevò il lembo e trovò la sorpresa: niente slip. Anna lo fissava senza dire una parola. Il contrasto tra il marmo freddo e la lingua calda che iniziò a esplorarla la fece sussultare. I suoi gemiti, inizialmente contenuti, si fecero via via più audaci, amplificati dalla volta in pietra sopra di loro.
Lorenzo la sollevò di peso, la portò fino a un piano in legno allestito per il restauro. Anna, nuda dalla vita in giù, si appoggiò con la schiena al tavolo. Il custode si abbassò i pantaloni, rivelando un membro duro e imponente. Nessuna esitazione. La penetrò con forza e lentezza, come se volesse incidere quel momento nella pietra, come le epigrafi secolari intorno a loro.
I corpi si muovevano al ritmo delle loro voglie, in un crescendo che pareva orchestrato dalla natura stessa. I capelli di Anna le coprivano il viso, i seni si alzavano a ogni colpo. Le mani di lui la afferravano con decisione: fianchi, natiche, collo. La fece girare, la piegò sul tavolo. Lei si offrì con totale abbandono, e mentre lui la possedeva da dietro, una mano esplorava la sua intimità anteriore, strappandole gemiti sempre più rotti, profondi, selvaggi.
Quando venne, urlò il nome di lui come fosse una preghiera. Lorenzo le baciò la schiena, la girò ancora, le fece assaporare il suo sapore e poi venne sul suo ventre, con uno scatto di pura energia. Il fiato di entrambi tremava ancora mentre si rivestivano lentamente, senza parlare.
Il sole calava dietro il campanile. Anna gli sorrise: “Domani inizierò il restauro della cappella. C’è una cripta sotto, sai?”
Lorenzo rispose senza parole. Ma il suo sguardo già prometteva un altro sussurro.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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