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Lui & Lei

Il Sussurro nel Chiostro:La Cripta


di Bluedeep
07.05.2025    |    7    |    0 6.0
"» disse Anna con un sorriso pigro..."
Il giorno seguente, il caldo sembrava ancora più opprimente, ma Anna lo accolse con uno strano fremito sotto la pelle. Durante la notte, si era rigirata nel letto del piccolo alloggio a fianco del chiostro, il corpo ancora segnato dalla presa di Lorenzo, il profumo della pietra e del sesso ancora impresso nella sua memoria olfattiva.

Alle dieci in punto si presentò all’ingresso della cripta, chiavi in mano. La botola era coperta da una grata arrugginita. Lorenzo era già lì, appoggiato al muro con la stessa disinvoltura che il giorno prima l’aveva condotta all’estasi. Non parlava molto, ma sapeva quando guardare. E come.

«Pronta per scendere negli inferi?» sussurrò, con un mezzo sorriso.

Anna sollevò la grata. Un odore di umidità e muschio si levò dalla scala stretta che portava nel buio. Accese la torcia e iniziò la discesa, sentendo i suoi passi rimbombare sulle pareti. I muri, affrescati con motivi ormai consunti, sembravano osservare la sua avanzata. Lorenzo la seguiva a distanza di pochi gradini, il suo respiro caldo che le sfiorava la nuca.

Appena arrivati sul fondo, la luce della torcia rivelò una piccola abside semicircolare con un altare in pietra nuda. Il silenzio era irreale. Anna si avvicinò all’altare, poggiò la torcia e accarezzò con la punta delle dita le incisioni che ornavano il bordo: motivi floreali, ghirlande, simboli arcaici.

«Immagina cosa avrà visto questo posto nei secoli... sacrifici, preghiere, forse peccati mai confessati.»

Lorenzo si avvicinò alle sue spalle. Le sue mani risalirono la vita di Anna, sfiorando la camicetta leggera, poi si fermarono sotto i seni. Anna chiuse gli occhi, lasciandosi inarcare all’indietro contro di lui. La sua bocca era calda sulla sua nuca, poi sulla spalla, poi più giù.

«Voglio che tu resti vestita...» le mormorò all’orecchio, e Anna sentì un brivido percorrerle la spina dorsale.

Lui la fece girare, la spinse delicatamente contro l’altare. Il freddo della pietra sotto le cosce nude mentre lei sollevava lentamente la gonna. Lorenzo si inginocchiò davanti a lei, senza fretta, come se stesse per pregare. Ma le sue mani non giunsero in preghiera: si posarono sulle sue ginocchia e le separarono lentamente.

Anna trattenne il fiato.

Le labbra di Lorenzo arrivarono prima, umide, insistenti, scavando traiettorie languide che la fecero fremere. Poi la lingua. Ogni movimento era calcolato, come un rituale antico. Anna si aggrappò all’altare con le dita, cercando di non urlare nel silenzio profondo di quella tomba sacra, mentre il piacere la travolgeva in ondate calde, sempre più violente.

Quando venne, il corpo si contrasse e si aprì nello stesso tempo, come se la cripta l’avesse posseduta insieme a lui.

Ma Lorenzo non aveva finito.

Si alzò, si abbassò i pantaloni, prese il proprio sesso ormai rigido e glielo mostrò, lucido e gonfio. Anna non esitò: si inginocchiò, prese l’asta tra le mani e la fece scivolare nella bocca, sentendone il peso, il sapore, la tensione. Lo guardava negli occhi mentre lo succhiava con movimenti lenti, intensi, giocando con la lingua, stringendo con le labbra, godendo del tremito che vedeva salire nel corpo di lui.

Quando Lorenzo la tirò su, la girò di spalle, la fece piegare sull’altare. Senza una parola, la prese da dietro con un affondo lento, profondo, che la fece gemere. I suoi fianchi sbattevano contro di lei con un ritmo primitivo, carnale, amplificato dall’eco delle pareti antiche.

Anna si sentiva come un’offerta, un corpo donato alla pietra e al desiderio, una reliquia di carne. I colpi aumentavano di intensità, e mentre lui affondava, le sue mani le stringevano i seni, la bocca sulla sua spalla la mordicchiava, come a marchiarla.

Vennero insieme, ansimando, sudati e tremanti. Il seme caldo di lui scivolava tra le cosce di lei, mescolato al suo godimento, mentre si abbandonavano sul marmo, esausti e appagati.

Restarono lì, nudi e silenziosi, solo il suono del loro respiro a rompere il silenzio sacro della cripta.

«Mi sa che oggi non restaureremo molto...» disse Anna con un sorriso pigro.

Lorenzo la guardò e rispose: «Dipende... potrei iniziare a restaurarti ogni giorno, pezzo dopo pezzo.»
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