LA MUCCA UMANA

La cosa più bella del mondo è il seno di una donna. Io amo il mio da morire e non era molto grande fino a quando non ho conosciuto Luca. Luca lo incontrai per caso in chat, mi contattò lui, e da lì a conoscerci il passo è stato breve.
Non bello, alto, colto, intelligente, simpatico e piacevolmente stronzo, quel poco che basta. Dal parlare del più e del meno si passò, inevitabilmente con il tempo, a parlare di sesso. Scopro che vorrebbe trovare una donna che sia tanto porca da sperimentare nuove cose con lui. Decidiamo di incontraci, viene lui da me per tre giorni. Con la giusta cortesia per gli ospiti gli chiedo se preferisce qualcosa in particolare per la colazione e la risposta mi spiazza: basta che ci sia il latte va benissimo, ancora meglio se è il tuo. Senza pensarci rispondo che se ne avessi di mio, sarebbe un gran risparmio e lui dice che questo non è assolutamente un problema e che avrei capito il giorno dopo.
Vado a prenderlo alla stazione, emozionata e, con mio stupore, eccitata. Il primo incontro, un bacio sulla guancia e dritti a casa. Lo accompagno in camera mia per fargli posare la valigia, un po' grandina per tre giorni, e ci sediamo sul letto per parlare. Senza accorgermene ero sdraiata e lui accanto a me. Un attimo e la sua mano era sotto la maglia.
“Mmmmm... Ci possiamo lavorare bene” disse, mentre stringeva il mio capezzolo destro turgido ed eccitato.
“In che senso?” dissi curiosa.
Mi sfilò la maglia, il reggiseno e mi montò sopra. Prese i miei seni (una prima fatta bene ai tempi) tra le sue mani e guardandoli disse: “Hai dei capezzoli bellissimi, sono fatti per essere succhiati”. Prese quello sinistro in bocca e iniziò a succhiarlo: non era la prima volta che un uomo giocasse con i miei capezzoli, ma lui sapeva come fare... Succhiava avidamente tenendo tutta la grande areola in bocca, come fosse una ventosa, ed in pochi secondi la mia fighetta era fradicia.
“Tu sei quella giusta, perchè sei una gran porca ma ancora non lo sai. Possiamo fare una cosa che porterà piacere e benifici ad entrambi”
“Dimmi tutto”
“Voglio farti venire il latte”
Sollevai la testa mentre lui mi guardava furbescamente senza smettere di massaggiare le mie tette.
“E come si fa? Come è possibile? E perchè dovrebbe portare piacere e benefici?”
“Con i massaggi giusti e il succhiare costante si può. Sai, io adoro il latte e il mio sogno è avere una donna che ne produca come una mucca, che si faccia mungere e che mi allatti e si allatti. Ed in più ti aumenterebbe anche il seno. Ti va?”
Non esitai un attimo. Aveva ragione ero una porca e presto sarei diventata anche la sua mucca. “Si”.
Sorrise, si alzò ed andò verso la borsa. “Ti ho portato dei regali”.
Appoggiò sul letto un pacco. Lo scartai e c'era dentro un tiralatte.
“Vedrai questo ti sarà molto utile in mia assenza. Adesso sdraiati, che dobbiamo cominciare. Ho tre giorni e ti devo lasciare con i capezzoli che gocciolano”
Si rimise nella stessa posizione e mi spiegò cosa doveva fare.“Il modo migliore e succhiarli come ho fatto io prima. Prendere tutto il tuo capezzolone e tirarlo come una ventosa. Bastano dieci minuti per tetta, e poi si rifà dopo un'ora.”
Cominciò col primo, lo prese e lo succhiò per dieci minuti mentre con la mano massaggiava il secondo. Poi fece cambio. Finito prese due mollette per i panni e me le mise ai capezzoli facendomi fare un sussulto.
Mi sfilò i jeans e le mutandine, mi mise un dito tra le grandi labbra e se lo leccò.
“Mmmmm, buonissima...” Si alzò e tirò fuori dai pantaloni il suo membro. Bello liscio, duro, perfetto. Tenendolo in mano mi disse “Vuoi prima succhiarlo o vuoi che onori la tua fica?”
“Sbattilo nella fica, perchè voglio assaggiare i miei umori dal tuo cazzo”
“Avevo ragione, sei proprio una porca.”
Me lo mise dentro, per come ero bagnata scivolò facilmente. Mi stantuffò per qualche secondo con forza e capì che ero prontissima per venire. Lo tolse fuori fradicio.
“Mi spiace ma non puoi venire adesso, quindi rilassati e vieni a succhiarlo.”
Mi avvicinai al suo pene e lo presi in bocca. Il misto tra i miei e i suoi umori era favoloso e non vedevo l'ora di assaggiare la sua calda sborra. Iniziai ad andare su è giù con la testa.
“Non hai fatto molti pompini nella tua vita, eh? Non ti preoccupare, imparerai anche questo”.
Continuai a succhiarlo e ad aiutarmi con la mano e lo sentivo gonfiarsi, pronto ad esplodere.
“Fermati.”
Si alzò in piedi, mi fece sedere, tenendomi la testa. “Apri la bocca” Qualche colpo di mano e riversò nella mia bocca il suo bianco caldo. “Ingoia”. Era buonissimo.
“E quando tocca venire a me?”
“Più tardi, ora dobbiamo fare i nostri massaggi”. Tornò a dedicarsi a loro.
Furono tre giorni intensissimi. Non uscimmo mai di casa, ci dedicammo con cura al nostro scopo, mangiavamo solo una volta al giorno (a colazione) e io mi saziai anche con tutta la sborra che mi fece bere. La mattina del terzo giorno, dal capezzolo destro uscì la prima goccia di latte. La leccò e sorrise. Succhiò per farne uscire di più, si avvicinò e mi diede il primo bacio “Ora meriti il tuo orgasmo” Me lo mise dentro e mi sbattè per bene, fino a farmi godere con un urlo liberatorio.
Mancavano 10 minuti alla partenza del treno.
“Ripetimi cosa devi fare”
“Attacco più volte al giorno il tiralatte così più ne tiro, più inizierò a produrne. E ti mando tutti i video.”
“Brava la mia mucchina. Ci vediamo tra 10 giorni”
Mi baciò, salì sul treno. Mentre il treno andava via, sentivo le gocce di latte uscire dai capezzoli.