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Lui & Lei

La doccia


di giadastefano
04.11.2016    |    4.361    |    5 9.9
"Si muove con più decisione, se possibile ancora più in profondità di prima..."
L'acqua della doccia è calda, lava via la stanchezza della giornata, rilassa i muscoli. Sollevo il volto verso il getto, lascio che porti via il poco trucco rimasto, mi godo i brividi di piacere che mi provoca e sento il freddo accumulato abbandonare le ossa.
Sospiro, le braccia rilassate lungo il corpo, e rimango così a lungo. Prendo il sapone, me ne verso un bel po' sulla mano e comincio a massaggiarmi: collo, braccia, addome, seno. Quest'ultimo lo insapono a lungo, lascio che una lieve schiuma cominci a scivolare dalle clavicole sino ai capezzoli che sfrego con il palmo della mano. Continuo a insaponare gambe, cosce e, lentamente, passo nell'intimità. Mi tocco senza malizia ma indugiando il più possibile sul monte di Venere, sulle labbra, sino a che con un dito non vado a cercare il clitoride.
Sento una lieve scossa di piacere e mi fermo, indecisa se continuare o meno. In tutta risposta, mi tocco di nuovo. Lo sento inturgidirsi immediatamente al tatto e con movimenti concentrici lo stimolo.
Svuoto la mente, cancello ogni pensiero negativo, mi lascio andare. Subito mi si parano davanti immagini di due sere prima, le parole, i baci, gli ansiti e mugolii di piacere, la dolcezza e violenza di alcuni istanti. Nonostante l'acqua che si insinua a rivoli fra le mie cosce, sento chiaramente la consistenza dei miei umori. Continuo, mi lascio sfuggire qualche gemito soffocato dal suono dell'acqua sulla mia pelle e mi appoggio con la fronte sulla parete davanti a me, gli occhi chiusi a cogliere ogni aspetto del ricordo.
Son troppo presa, mi rendo conto di nulla sino a che non avverto un braccio stringermi la vita e una mano raggiungere la mia.
Sollevo la testa e la volto, spaventata, per incontrare subito le sue labbra.
Faccio per bloccarmi e ribattere, ma non me lo permette.
«Ste...», sussurro come a chiedere spiegazioni.
«Non ti fermare».
Mi bacia ancora, i capelli già bagnati dal getto caldo. Muove la mano sulla mia per incitarmi a continuare e mi bastano pochi secondi per riprendere.
Mi ritrovo più eccitata di prima e torno a muovermi con più forza, sempre più vicina all'orgasmo. Ma le sue labbra mi distraggono e il mio corpo vuole di più.
Gli chiedo di toccarmi, quasi con vergogna, e senza dire niente scosta la mano da sopra la mia. Sento una, due dita, insinuarmisi dentro con facilità. Si muove con il mio stesso ritmo, mi bacia lentamente, concentrandosi sulla lingua.
Riesco a sentire l'orgasmo montare sempre di più, la sensazione di piacere farsi sempre più grande nel basso ventre, e inconsciamente mi muovo più forte e lui con me, tanto da farmi gemere senza ritegno. Non lo bacio più, ho gli occhi chiusi, la bocca aperta a cercare aria.
Gli sussurro che sto per venire poco prima dell'esplosione di piacere. Mugolo, getto la testa all'indietro, cerco di districarmi dalla sua morsa, ma lui non si ferma e continua a muovere le dita dentro di me fino a che non lo imploro di smetterla.
E lo fa, ma per poco.
Mi fa voltare e finalmente riesco a vederlo bene, lo sguardo eccitato, i capelli pregni d'acqua appena portati indietro, la barba leggermente sfatta dopo la giornata di lavoro. Mi stringe a sé per i fianchi, mi bacia senza dir nulla. Ma presto sento una mano scendere verso la coscia, afferrarla. La solleva, mi fa arretrare un poco e subito capisco cosa vuole.
Entra dentro scivolando senza difficoltà, mozzandomi il fiato. Lo sento sospirare di piacere e non si muove, godendosi la sensazione del mio calore, degli ultimi spasmi dell'orgasmo che stringono l'erezione. Gli cingo il collo con le braccia e lo bacio con dolcezza quando finalmente comincia a muoversi. Riesco a sentirlo completamente dentro di me e gli sussurro in un orecchio quanto ami questa sensazione, e in tutta risposta lui cambia ritmo. Si muove con più decisione, se possibile ancora più in profondità di prima.
Mi domanda se mi piace e la mia risposta è un gemito e una supplica.
Voglio che continui, voglio sentirlo ancora di più dentro di me, voglio ogni centimetro del mio corpo percorso da brividi di piacere.
Mi stringe con forza, il suo corpo contro il mio, l'acqua calda che ricade principalmente su di lui e, Dio, come può renderlo ancora più bello?
Andiamo avanti per quelli che sembrano pochi minuti ma non è così, già lo so.
Morsi, baci, fronte contro fronte.
«Sto per venire...»
«Vienimi dentro, ti prego. Voglio sentirti».
Mi stringe più forte, mi solleva un poco fino a mettermi in punta di piede, la gamba sinistra ancora in alto. Mi sento cadere ma c'è lui a reggermi.
Diventa più brutale, mi conficca le unghie nella pelle e io non sono da meno. Mi sento urlare per il piacere e lo imploro di continuare così, lo supplico. Mi spingd la testa contro il muro nel baciarmi con forza e lo sento: mi viene dentro, mi riempie del suo seme e riesco a sentirlo fremere di piacere dentro di me. Amo questa sensazione, gli ultimi colpi lenti e la sua espressione.
Lo bacio di nuovo, questa volta con dolcezza, mentre lascio che accompagni a terra la mia gamba.
È rilassato, sorride e mi ritrovo subito sotto il getto bollente, stretta fra le sue braccia.
«Buonasera».
«Buonasera a lei».
Mi lascio baciare il collo.
«Da quanto mi stavi guardando?»
«Cinque minuti abbondanti. Non volevo disturbarti».
«Certo».
«Va bene, forse mi stavo godendo la scena di te che ti tocchi sotto da doccia».
«Sei un maniaco».
«Io? Quella che stava gemendo eri tu».
«E quello che non è riuscito a resistere e si è infilato dentro rischiando di farmi morire per lo spavento eri tu».
«Ti è dispiaciuto?»
Mi zittisco qualche istante. Non sopporto di dargliela sempre vinta. Però ha ragione.
«Affatto».
Sorride e mi bacia di nuovo, tornando però subito a godersi il getto.
«Amo la doccia».
«Lo so».
«Stiamo ancora sotto un'oretta?»
«Tutto il tempo che vuoi».
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