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Lui & Lei

La T-shirt della lussuria.


di Clelia_Rocco_coppia
25.06.2025    |    1.631    |    0 8.0
"Mi inginocchio, salendo sul letto e affiancandoti, continuando a bagnarti e facendo aderire il tessuto come una seconda pelle..."
- Lena -
Fa caldo e il letto sembra una fornace; ho tra le mani la tua maglietta bianca. L’ho trovata in mezzo alla mia biancheria, profumava ancora di te. Me l’avevi regalata un po’ di tempo fa, per tenermi addosso il tuo odore, quel profumo legnoso che adoro, profondo, caldo, maschile. Le mie narici si riempiono, e con esse anche la mia mente. Ogni volta che la stringo a me, è come se mi abbracciassi da dietro, in silenzio, con la forza dolce che hai solo tu.
La indosso. Nuda sotto, è troppo grande per me, ma è così che mi piace, perché così mi sento avvolta, come se fossi qui con me. Mi stendo sul letto, le lenzuola fredde contrastano con il calore che sento dentro.
Chiudo gli occhi. Lascio che l’immagine di te entri piano, che le tue mani mi raggiungano, accendendo i miei pensieri, che la tua bocca scivoli lenta sulla mia pelle. E lì, nel buio sotto le palpebre, tu arrivi. Non cammini, non parli. Semplicemente appari.
Le tue dita mi sfiorano come piume cariche di intenzione. Salgo con la mano lungo la mia coscia, e ogni gesto è come guidato dal tuo sguardo. Sento le mie "labbra" bagnarsi, il respiro farsi corto, la tua lingua….oh, la tua lingua che mi sfiora tra le gambe come un’eco del piacere che mi invade.
La maglietta scivola un po’, lasciando un lembo di seno scoperto e immagino che tu lo morda, piano, senza fretta.
Il mio corpo si scioglie. Si muove autonomamente al ritmo di te che lo manipoli, anche se non ci sei. Anche se sei solo nella mia testa, o forse sei ovunque. Il piacere sale e mi travolge come un’onda lenta e rovente.
Mi perdo in questo mare di lussuria, le mie dita artigliano il mio monte di venere e si insinuano fino a pressare sulla mia fonte di piacere. Sfrego e stringo le cosce attorno ad esse, sempre più forte, e alla fine vengo, con un gemito che è più un rantolo di piacere, breve e profondo, ma in quel silenzio sembra un urlo.
Poi, un rumore. La porta che cigola appena, dei passi, socchiudo gli occhi e sei lì, in piedi davanti al letto, mi osservi con quello sguardo che sa come sciogliermi.
Il silenzio tra noi è carico di tutto. Tu lo sai e io lo so.
-“Mi stavi sognando?”
La tua voce è roca ma reale, vera. Eppure… non sono del tutto certa che sei qui, vero, ma sorrido. Sollevo lentamente la T-shirt, e con due dita allargo e ti mostro ciò che ancora pulsa e rispondo alla tua domanda.
-“Sì, ma adesso… voglio svegliarmi del tutto.”
E mentre ti avvicini, il tuo corpo si fa carne e calore, le tue labbra mi cercano davvero, non importa più se sei sogno o realtà.
Perché adesso…sei con me, su di me, dentro di me...
E io non vorrei svegliarmi mai!

- Piero -
Sono proprio lì, invece davanti alla porta, ti osservo con ancora il respiro affannato. Hai una gamba distesa e l’altra oscenamente aperta e la tua t-shirt non copre neanche la fica fradicia di umori. Una mano massaggia i seni, tortura i capezzoli e l’altra lascivamente si attarda sul pube appena sopra il clitoride. Mi guardi sorridi e mi avvicino ai piedi del letto. Batto appena le mani sulla pediera in ferro battuto e lentamente ti alzi e in ginocchio mi raggiungi, sostenendoti con le mani sulla traversa in metallo.
Ti accarezzo il viso, il collo, ti stringo le dita alla gola, il tuo respiro ridiventa pesante, adori quel gesto, lo senti direttamente in fica. Gioco con le dita sulle tue labbra, le baci, poi provocatoriamente tiri fuori la lingua e lecchi i miei polpastrelli, il dorso, ti offro il palmo e lo lappi come una vera cagna. È questo che inizi a sentirti.
Dal comodino prendo la tua borraccia con l’acqua e la porto alle tue labbra per versarne un sorso. Apri la bocca e gusti il liquido che scivola in gola, rinfrescandoti. Ne aumento il flusso e inizia a scivolarti lungo il collo, tra i i tuoi boccioli; poi sposto la mano e bagno la t-shirt all’altezza dei seni. Sei già eccitata di tuo e i capezzoli sono già belli duri e dritti sembrano voler bucare il tessuto. Mi inginocchio, salendo sul letto e affiancandoti, continuando a bagnarti e facendo aderire il tessuto come una seconda pelle. Posso vedere in trasparenza il tuo monte di venere che sembra già gonfio di eccitazione. Adesso non c’è una parte della tua mise che non sia fradicia. Con due dita catturo un capezzolo da sopra il tessuto e lo stringo un po’. ti sento gemere e chiudi gli occhi, sollevi la testa e mi offri il collo da leccare, baciare e mordere. Lo faccio, succhiando alcuni centimetri di pelle e faccio in modo che si vedano, domani, i segni di questa lussuriosa suzione. Mi piace che tutti sappiano che ieri notte hai fatto la troia. Poi con la bocca mi avvento su un seno, lo mordo, poi afferro il capezzolo e i miei denti ne fanno banchetto. Urli, godendoti dolore e piacere. Aggredisco anche l’altro e, nonostante la piccola violenza subita, sei tu stessa ad offrirmelo. Non ti deludo e riservo lo stesso trattamento, facendoti urlare. Una mano scivola tra le tue natiche, si insinua tra i tuoi polposi glutei e raggiunge la parte più nascosta di te, ma anche la più lussuriosa.
Massaggio il tuo buchino e in pochi secondi mi vieni incontro, assecondando i miei movimenti, in realtà, vorresti essere penetrata. Ma ti deludo, faccio scivolare le dita lungo la fessura fino a catturare il lembo di tessuto della t-shirt che ti copre appena la fica. Senza preavviso, lo tiro indietro e parte del tessuto ti si infila tra le grandi labbra, separando in due la tua fica. Gemi forte perché l’attrito che la maglia produce sulla vulva e sul clitoride è una forma di masturbazione di reminiscenza adolescenziale; di quando per godere ti strusciavi sul cuscino o sullo spigolo del tavolo o sul bracciolo della poltrona. Vado avanti così per quasi un minuto e dal tuo respiro capisco che stai per godere, ma non è ancora giunto il momento. Anche se questa sera sono lì per te, per il tuo piacere, per far godere la mia meravigliosa femmina e voglio farlo nel modo che lei adora in maniera straordinaria. Ti faccio allargare le gambe e, sempre sorreggendoti con le mani sulla pediera, infilo la testa tra le tue cosce in modo che il mio viso, la mia bocca e la mia lingua siano a strettissimo contatto con la tua fica. Lo hai sempre desiderato e adesso puoi fare di me ciò che vuoi, inizio a leccare e succhiare e i tuoi gemiti ben presto diventano piccole urla. Con le mani mi blocchi la testa e lasci andare i fianchi avanti e indietro. Ora sei tu la padrona e ti comporti come tale.
-“Lecca porco, leccati questa troia; fai la cagna per me stasera, succhiami l’anima”.
Non aspetti e non accetti nessuna replica e continui nel tuo delirio di piacere.
-“Fammi sentire la lingua, porco bastardo, infilala tutta dentro, scopati questa puttana con quella lunga lingua che amoooooooooo… Ahahahahaaaaa...”
Non riesci più a controllarti. Attraverso il movimento ampio dei tuoi fianchi e con la mia bocca, oltre alla fica, riesco a leccarti anche il culo e tu non hai più il controllo. Urli, ti agiti, gemi e mi insulti.
-“Porco, bastardo, uomo perverso, essere depravato, leccami, leccami tutta e fai godere questa troia, adesso!”
So che stai per godere e aumento il mio impegno, assecondando i tuoi movimenti convulsi e finalmente ti sento esplodere.
-“Ahaaaaaaa. Godo, amore, la tua troia sta sborrando, sììììììì…. Adesso, non fermarti…. Ahaaaaaaaa!”
Un fiotto denso di sborra mi invade la bocca e il viso, ma non smetti di ancheggiare sulla mia faccia. Le tue mani mi bloccano e continui a urlare e godere senza sosta.
Cerco di resistere e la mia lingua insieme alle mie labbra ormai è un tutt’uno con la tua fica. Ancora un movimento rapido dei fianchi e un altro orgasmo ti devasta di piacere e ancora un altro fiotto del tuo miele mi riempie bocca, narici, viso, collo…
Rimani così ancora un po’ e io guido il movimento dei tuoi fianchi che adesso è diventato più dolce e cadenzato. Non smetto di leccarti e tu non smetti di eccitarti.
-“Amore se continui io godo ancora.”
Ma non ti fermi e non lo faccio nemmeno io e per circa tre minuti non smetto di leccarti e succhiarti il clitoride. Il terzo orgasmo arriva lento, ma inesorabile e intenso, ti fa tremare in ogni fibra. E hai solo il tempo di sussurrare:
-“Cazzo quanto sono puttana, amore mio. La tua femmina è proprio una cagna sempre in calore e ti suggerisco di non farle mai mancare mai questi momenti di intenso piacere.”
Poi ti stendi accanto a me e inizi a baciarmi e leccarmi, condividendo i tuoi umori e i tuoi sapori.
-“Ti amo!” Lo dico, quasi sussurrando. Ma tu lo senti, sorridi e mi rispondi "anche io!
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