Lui & Lei
La professoressa e l'alunno


22.05.2024 |
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"Lei, la professoressa, era già lì che ci aspettava, o forse, aspettava solo me..."
Il liceo, quel maledettissimo, ma instancabile liceo, che non dava mai tregua ai trasgressori come me. I miei occhi e il mio desiderio sessuale non avevano mai pace: troppe minigonne, troppi sguardi indiscreti, insomma, troppe ragazze stupende. Ogni giorno, come da consuetudine, mi atteggiavo, con fare da bad boy, tra i corridoi scolastici, con una sola intenzione: avere tutti i loro occhi su di me.
Non ero certo il tipo che correva dietro ad una ragazzina, ero ben consapevole di essere il loro ragazzo ideale, ma non so per quale mia assurda, ed egocentrica perversione, mi eccitava sapere che non potevano avermi. Forse era il mio ego a dettare ciò, forse era il piacere di sentirsi desiderato, ma una sola certezza nacque in quel periodo: ero nei chiacchiericci dell'intero Liceo.
Ma come diceva il grande De Andrè: una notizia un po' originale, non ha bisogno di alcun giornale, come una freccia dall'arco scocca, vola veloce di bocca in bocca.
E fu così che un semplice Sabato cambiò la mia vita sessuale: finita la ricreazione, mi accingo verso l'aula d'arte per affrontare le ultime due, noiosissime, ore di lezione. Lei, la professoressa, era già lì che ci aspettava, o forse, aspettava solo me. Entrai, non perse tempo, ed esclamò:
- Eccolo, il top boy dell'istituto, ma che fai a tutte ste ragazzine che parlano solo di te nelle mie ore ?
Così, scoppiammo tutti a ridere e, in un momento così goliardico dissi:
- Prof, sa benissimo che io amo solo lei.
Ebbene, non era solo goliardia, era puro desiderio sessuale, un po' confondibile con l'amore, ero molto giovane.
Sono sicuro che vi starete chiedendo che tipa fosse, beh, ora ve lo spiego: alta circa 1.85 m, fisico slanciato e curve da mozzafiato, ma non finiva qui. Era una Dea dai capelli rossi e ricci, una Venere. Sapeva di essere bella e le piaceva sfoggiare quelle lunghe e sensuali gambe davanti ai suoi studenti, ma quel che ci mandava in estasi, erano le sue scollature. I miei occhi guardavano in un'unica direzione, desideravano di più, sempre di più. E fu così che, forse, lei si accorse di questo mio sguardo incessante, così mi chiamò alla cattedra, interrogato !!
Iniziai ad esporre l'argomento, ma con un solo ed unico pensiero in testa: Lei.
Continuai a guardarle il seno per tutta l'interrogazione, iniziavo a pensare che le stesse piacendo, più la osservavo, più lei si toccava. Ma poi accadde l'inaspettato: un occhiolino, oddio, stavo al settimo cielo. Avevo finalmente capito tutto, non aspettava altro che un mio passo, ma lei prese per prima:
- Senti, pomeriggio ho i corsi di recupero con alcuni alunni, ti va di venire?
- Ma certo prof !!!
Tornai a casa di corsa, mi lavai e tornai subito a scuola, mai così volenteroso.
- Eccomi prof, dove sono gli altri?
- Loro vengono tra mezz'ora.
- A saperlo avrei tardato un po', avrei fatto tutto con calma...
- Perché? Non ti va di stare in mia compagnia? Ho 35 anni, mica 90, anch'io so essere divertente.
- Ah sì ? Non pensavo che anche voi prof foste divertenti.
- Che succede? Ti vedo in imbarazzo, non sei più il ragazzo che mi osservava continuamente il seno oggi !
Restai a bocca aperta, non riuscivo a dire più nulla, ma non ci fu bisogno di farlo, pensò a tutto lei.
Inizio a tirare giù la zip del vestitino, lentamente, con delicatezza, molta delicatezza. Io avevo già il cazzo pronto all'uso, lo sentivo scoppiare, lei lo notò, mise subito una mano lì, a mò di carezza. Nel frattempo, la zip andava sempre più giù, fin quando quel seno, prigioniero dell'abito, riuscì ad uscire fuori. Ero alle stelle, non aspettai altro, mi ci fiondai con la faccia, avevo bisogno di sentirlo, di toccarlo. All'improvviso, l'imbarazzo, lasciò il posto all'eccitazione, così le tolsi il vestitino di dosso: era una favola, corpo lentigginoso, una figa tutta bagnata, colava. Le misi subito qualche dito dentro, lei ansimò, la baciai, la palpeggiai, con le dita andai sempre più forte fin quando lei non mi tolse la mano. Mi fece sdraiare nella scrivania, poggiò la sua figa sulla mia faccia e si chinò verso il mio cazzo in tiro, lo mise subito in gola: io leccavo il frutto della sua passione, lei succhiava forte il mio cazzo. Venne, sulla mia faccia !! Sentivo quel liquido scorrere tra le mie labbra, ma non mi fermai, continuai, ne volevo ancora, sempre di più.
Cambiamo posizione, non sapevo da dove iniziare, era tutta da scoprire, e da scopare, così, la girai, la misi a 90 e iniziai a darci dentro. Voleva urlare, ma non poteva, ci avrebbero sentiti i bidelli.
Stavo godendo, lei continuava ad essere sempre più bagnata, cambiammo posizione, e via di missionario!! Raggiunse l'orgasmo, io più di lei, le riempii il seno di passione, lei iniziò ad accarezzarsi e a leccarsi le dita, ma non finì qui. Si chinò, lo riprese subito in gola, ma la magia era finita, stavano arrivando gli alunni. Ci sistemammo, io cambiai aula, aspettai l'ingresso di tutti per poi entrare per ultimo.
- Buon pomeriggio a tutti !! Prof, ma non poteva farci rimanere a casa a rilassarci ?? Esclamai.
Rise, e con le sue risate, iniziò pure la lezione.
Sapevamo che non era finita lì, ci saremmo dovuti rivedere, ancora, ancora una volta.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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