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Lui & Lei

La trasferta


di landers80
12.08.2019    |    483    |    0 9.5
"Alloggiavo in un residence a 10 min a piedi dal ristorante, preferivo i residences alle camere d’albergo per evitare occhi indiscreti in occasioni come questa..."
Doveva essere una trasferta lavorativa come tante altre, 3-4 giorni a fare assistenza post vendita in cui lavori come un mulo per finire il prima possibile perché l’azienda ti dice che c’è, il taglio del budget e i bla bla vari. Pause pranzo quasi inesistenti perché mi tenevo il budget giornaliero per la cena, sia per mangiare con calma, sia perché sono una buona forchetta, meglio spendere 50 mangiando bene, che 25 e 25 di corsa e da schifo.
Quella volta fu diverso, l’azienda aveva la mensa interna ed avevano il pasto per gli ospiti.

La mattinata era stata impegnativa gli operai a cui dovevo fare training non erano stati molto molto collaborativi non vedevo l’ora di finire e di tornarmene a casa.
Arrivata la pausa pranzo un responsabile mi guida verso la mensa, non ne avevo voglia, volevo starmene da solo, alla fine pensai che fosse l’occasione per fare due chiacchiere e capire le ragioni della poca collaborazione.

Entrai in mensa e c’era lei vestita tutta di bianco e cappellino da operaia da fast food a servire. Mi colpì subito nonostante l’abbigliamento, occhi color nocciola,
capelli nerissimi, lunghi e legati dietro, aveva dei bellissimi tratti mediterranei, mani affusolate e bellissime. Venni presentato come l’ospite, mi servì e mi disse che lei gli ospiti li tratta benissimo, come se fossero invitati a casa sua, ebbi la prontezza di rispondere che io quando sono invitato porto sempre un regalo e che mi dispiaceva non averlo ma che avrei provveduto prima di ripartire e che avevo ancora 3 giorni.

Il pomeriggio cominciai a fare mille domande agli operai sulla ragazza della mensa, era lì da poco perché in sostituzione maternità della collega precedente, era più grande di quanto sembrasse, capirono dovevo volevo arrivare e mi dissero di lasciar perdere senza altre spiegazioni. Non riuscivo a togliermela dalla testa, per me era stato un colpo di fulmine. Il giorno dopo mi presentai in mensa con una confezione di cioccolatini per ringraziarla della gentilezza e cercare un approccio, ma con grande dispiacere quel giorno non era presente. Passai tutto il pomeriggio a pensando a lei e se avrei avuto l’occasione di rivederla e mi rodeva il fatto che il giorno prima avevo perso l’occasione per andare oltre a quella semplice battuta.

Il terzo giorno fortunatamente c’era, era lì bella, sorridente e cordiale con tutti, cominciò a prendermi l’ansia, non ero pronto, le avrei voluto chiedere di tutto e di più, ma l’unica cosa che mi uscì dalla bocca fu “ciao”. Per fortuna che durante il pranzo ho resettato il cervello e sono tornato lucido, appena finito di mangiare sono andato in macchina ho preso un biglietto e le ho scritto che era per ringraziarla dell’ospitalità dato che era l’ultima sera in città avrei avuto il piacere di invitarla a cena, numero di telefono e messo dentro la scatola di cioccolatini. Sono tornato in mensa e consegnato, dicendo solo “grazie, questo è per te”.

Sono stato tutto il pomeriggio in ansia a guardare il telefono ogni 30 secondi nell’attesa di uno squillo o di un messaggio ma niente. Ho atteso parecchio prima di uscire per andare a cena e niente, a fine cena finalmente mi arriva un messaggio, “mi sono liberata ora, dimmi dove sei che ti raggiungo”, non ci volvevo credere. Nel giro di 15 minuti mi ha raggiunto fuori dal ristorante, era bellissima in abiti civili, jeans slavati e attillati, una camicetta verde acqua e giubbino di pelle nera e questi capelli mossi che finalmente vedevo sciolti. Scende dalla macchina con in mano una bottiglia di vino, sapeva cosa voleva e soprattutto quello che volevo io e senza troppi convenevoli mi dice che la bottiglia era per scusarsi per il ritardo.

Alloggiavo in un residence a 10 min a piedi dal ristorante, preferivo i residences alle camere d’albergo per evitare occhi indiscreti in occasioni come questa. Passeggiammo e parlammo del più e del meno, lei era tutto, bella, ironica, intelligente con una vita super incasinata mi piacque, non dovetti neanche fare giri pitagorici di parole per convincerla a salire. Arrivati su aprì la bottiglia e mi dice brindiamo alla vita che scappa via e a quelli che riescono ad acchiapparla, al secondo bicchiere mi chiede dove sta il bagno, nel frattempo io ero ancora incredulo che lei fosse li e più passava il tempo invece di farmi coraggio mi imbarazzavo perché mi piaceva davvero tanto.
Senza rendermene conto esce dal bagno completamente nuda, viene verso di me e mi bacia, si stacca e mi dice, visto che tu non hai il coraggio prendo io l’iniziativa, non ci stavo capendo più niente, nel giro di poco mi sono trovato nudo nella doccia con lei che mi insaponava. Era una sensazione bellissima, delicata e passionale allo stesso momento, lei me lo accarezzava e me lo manovrava con una maestria tale che nel giro di breve ho terminato.
Usciamo dalla doccia ci spostiamo in camera ed è il mio turno, la bacio ovunque da tutte le parti, aveva una pelle morbida e vellutata, il seno piccolo e stupendo, piano piano con la lingua arrivai al suo frutto, a lei piaceva e piano piano il suo sapore cambiava, un po’ dolce e un po’ astro e poco dopo mi tornò l’erezione. Talmente ero eccitato ed euforico che mi sembrava di avere un pezzo di marmo tra le gambe, non so come riuscì a tirare fuori un preservativo e a mettermelo, facemmo del sesso stupendo a volte comandava lei e a volte comandavo io, un’esperienza unica. Alla fine crollai dalla stanchezza e felice come non lo ero da tempo e mi addormentai.
La mattina dopo al mio risveglio lei era sparita, provai a chiamarla ma il telefono era staccato, non si presentò al lavoro quel giorno. Il pomeriggio finito il mio compito tornai a casa e per diversi mesi provai a contattarla di nuovo senza alcun successo, alla fine mi arresi e smisi di provarci, mi rimarrà per sempre il bellissimo ricordo della notte passato con una donna stupenda che in quel momento mi ha dato tutta se stessa, e lei lo sapeva che sarebbe stata la prima ed unica volta insieme
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