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Lui & Lei

Storia di esibizionismo


di doriana
08.10.2023    |    223    |    0 8.0
"Glielo struscio sopra e le metto la lingua in bocca..."
Racconti di esibizionismo
Annamaria
La 1° parte è storia vera e reale
La 2° parte è di fantasia

Con Annamaria l'occasione di esibirmi nudo si è presentata in modo imprevisto ma molto raffinato. Era mia cara amica fin dal Liceo. Frequentavamo entrambi il corso di medicina all'Università di Parma. Eravamo assai in sintonia per cui si era offerta di venire a casa mia, nella quale vivevo solo dopo la separazione dalla mia prima moglie, per approfondire la conoscenza degli argomenti relativi al primo esame universitario. Erano circa le 17:30 del pomeriggio, mi ero appena alzato dal mio sonnellino pomeridiano. Ero nudo quindi ho indossato l'accappatoio, le ho aperto, l'ho fatta accomodare sul divano in soggiorno e le ho detto “Anna, ti spiace se faccio una doccia per svegliarmi?” “Affatto Dodi, fai pure” Il bagno si trova in fondo al corridoio dove, a lato, c'è una sorta di sgabuzzino spogliatoio. Faccio la doccia, mi rimetto l'accappatoio, mi asciugo poi vado nello spogliatoio per rivestirmi. Con mia sorpresa, Annamaria me la trovo alla porta scorrevole dello sgabuzzino mentre mi sto togliendo l'accappatoio. Mi vede completamente nudo col pisello molle. Con apparente indifferenza mi accenna qualche tema di istologia poi torna in soggiorno. Tale intrusione mi fa pensare che probabilmente ha una curiosità leggermente perversa da guardona carica di erotismo. Allora decido di dare sfogo alla mia radicata perversione, l'esibizionismo. Mi do due menotti all'uccello che diventa subito duro. Mi reco in soggiorno e mi posto davanti a lei seduta sul divano. Senza scomporsi, lo ammira con interesse, “però Dodi, sei davvero ben dotato” “grazie Anna, senti quanto è duro.” con atteggiamento famelico, me lo afferra con entrambe le mani, me lo stringe e poi, soddisfatta, mi chiede di rivestirmi poiché ora dobbiamo dedicarci allo studio. Ho constatato che la mia cara amica non è solo guardona ma pure velatamente porcella.
Il secondo episodio avviene molti anni dopo. Annamaria si era laureata e specializzata in cardiologia. Aveva fatto l'esame di stato ed era diventata a tutti gli effetti la dottoressa Caleffi. Come medico di base, era stata assegnata all'Ospedale di Pavullo nel Frignano, una popolosa cittadina inerpicata tra le montagne ed i boschi dell'Appenino Tosco-Emiliano. Eravamo rimasti in contatto telefonico o con sms. Finché un giorno, al telefono, le ho chiesto se potevo andare a trovarla dato che dovevo, l'indomani, recarmi in zona Modena per lavoro. Rispose che le avrebbe fatto molto piacere e che mi avrebbe ospitato, anche per la notte, nel suo appartamento. Ne rimasi molto soddisfatto perché, di certo, avrei potuto esibirmi di nuovo completamente nudo davanti ad una donna, Annamaria, da radicata ed intricata esibizionista quale sono. L'indomani, sbrigate le faccende di lavoro al mattino, mi sono fermata in un bar a mangiare qualcosa ed a bermi una birra bella fresca. Eravamo ai primi di ottobre ma non faceva ancora freddo. Quindi mi sono avviato verso l'Appenino. Giunto a Pavullo, ho trovato facilmente il condominio dove abita Anna, ho parcheggiato in un vasto parcheggio nei pressi. Si trattava di un palazzo di edilizia popolare però tenuto bene. Salii al secondo piano e suonai il campanello della Dott. Annamaria Caleffi. Mi apre, mi saluta affettuosamente con un bacio sulla guancia e mi fa accomodare su di un divanetto postato contro al muro del soggiorno, di fronte al quale ce né un altro ed in mezzo un tavolino sul quale Anna aveva posto una bottiglia di wisky. Anna indossa un paio di pantaloncini ed una canotta nera semitrasparente dai bordi a merletto e che lascia intravedere il sottostante reggiseno. L'appartamento è costituito da un ingresso lungo e largo che da accesso, con un'apertura a volto, all'ampio soggiorno che fungeva anche da camera da letto, infatti in fondo si trovava il letto ad una piazza dove la mia amica dorme. Però contro la parete del bagno si trovava anche un buon lettone matrimoniale a catafalco. Sul lato destro, procedendo dall'ingresso, c'era il bagno. Ampio, pulito e coi soliti sanitari, solo che invece del vano doccia c'era la vasca da bagno con stesa all'interno una tenda in plastica trasparente agganciata al soffitto e da cui sporgeva il rubinetto ad imbuto traforato.
Il mobilio era di basso livello ma solido, diciamo che era vintage. “Dodi, vuoi farti la doccia? Penso che sarai accaldato.” Esordisce Anna, “ma si, buona idea.” rispondo. Entro in bagno e mi spoglio nudo. Annamaria entra disinvolta con in braccio asciugamani puliti, dicendo con mia sorpresa, “ecco gli asciugamani lavati di fresco, non vorrai asciugarti con i miei che uso per lavarmi il culo?” Nella mente già mi frullava l'emozione di spogliarmi nudo di nuovo davanti ad Annamaria dando sfogo così alla mia brama di esibizionista. Così mi spoglio sotto lo sguardo avido di Anna. Faccio la doccia intanto che Anna mi osserva, mi scruta da capo a piedi seduta sul water. Poi, ha dell'incredibile, si cala i pantaloncini e le mutande e riesco a vederle, attraverso la tenda, la figa coperta da una fitta matassa di pelo nero che si spande fin sul lato interno delle cosce. Fa la pipi quindi si lava la prugna nel bidè, se l'asciuga indifferente al fatto che possa vederla. Dunque pure lei è esibizionista ed io sono guardone. Ottimo connubio. Annamaria mi attende seduta sul divanetto addossato al muro, io, nudo, mi siedo di fronte a lei. “ti va un goccio di wisky? Lo beviamo a collo così non dovrò lavare i bicchieri.” “va benissimo, mia cara” Chiacchierando del più e del meno, ci scoliamo metà bottiglia, a collo passandocela l'una con l' altro. Siamo ormai entrambi brilli quando, con non chalance, comincio a menarmi l'uccello finché diventa ben duro. Non per vantarmi, ho effettivamente un grosso cazzo dalle dimensioni superiori alla media. Annamaria mi guarda compiaciuta e non riesce a farne a meno di dirmi “ sai Dodi che hai un pisello notevole? Io ne ho visti pochi di cazzi duri ma nessuno era grosso come il tuo. Complimenti, non me lo aspettavo.” “grazie tesoro” Come la bottiglia è vuota, eccitato ed ubriaco, mi prende un raptus. Le prendo la mano e la trascino, barcollante, sul letto ad una piazza, la faccio sdraiare supina e le monto addosso. Le faccio sentire il cazzo duro postandolo sulla figa come per montarla. Glielo struscio sopra e le metto la lingua in bocca. Lei, inebetita, soggiace per qualche minuto poi mi scosta e dice “dai, andiamo a letto” Acconsento e mi stendo sotto le lenzuola, sempre nudo. Lei si toglie i pantaloncini e la canotta restando in mutande, ai lati delle quali sporgevano ciuffetti di pelo nero, ed in reggiseno, entrambi bianchi. Annamaria non porta mutandine sfiziose e ridotte, bensì mutande alte tipo nonna. Il reggiseno, pure quello tipo nonna, lascia però intuire che dentro ci sono un paio di tette piuttosto grosse. Entra nel letto accanto a me, le palpo le tette infilando una mano dentro al reggiseno e mi viene di farle una richiesta “Anna, fammi provare le tue mutande, sono curioso di vedere come mi stanno” “ok” Se le sfila lasciando in mostra il figone peloso. Le indosso e la sagoma del pisello rigonfia il sottile cotone delle mutande. “dai Anna, accarezza le tue mutande.” Allunga una mano e massaggia per bene la emergente proboscide. “su Dodi, ora dormiamo che siamo entrambi ubriachi.” “ok cara, buonanotte” “buonanotte” ribadisce e ci addormentiamo in un sonno profondo.
Il mattino seguente Anna si sveglia prima di me. Si alza ed in quel preciso istante, ancora inebriato dalla solenne bevuta di ieri sera, ho la visione del suo bel culotto nudo e formoso. Va in bagno si lava prima i denti e poi la passera sul bidè. Io, da buon guardone, la spio attraverso il buco della serratura. Mi godo il lavaggio col sapone intimo del sontuoso prugnone peloso. Poi pure le splendide tette, ben sode anche se leggermente cadenti proprio come piacciono a me. Mi tolgo le mutande ed entro in bagno mentre si sta asciugando la bernarda e le dico porgendole “tieni, mettile a lavare” “si ok, ponile nel cesto dei panni sporchi” Stamane Anna non doveva andare al lavoro, era il suo turno di riposo. Mi lavo i denti pure io mentre lei esce dal bagno nuda, splendida, preleva da un cassetto un paio di mutande ed un reggiseno freschi e puliti e li indossa. Prepara il caffè e mette sul tavolo di legno rettangolare che si trova al centro del soggiorno, un paio di piattini, qualche fetta di pane ed un vasetto di Nutella. Mi accomodo a tavola, ovviamente nudo, lei versa il caffè in mutande e reggiseno e facciamo colazione. Infine mi rivesto, mi accommiato, la saluto con un bacio sulle labbra e me ne vado. Fine 1° parte.
2° parte.
Dopo mangiato le faccio una proposta indecente. “Che dici tesoro se andiamo a fare una passeggiata per il paese, però devi indossare una gonna ed una maglietta con sotto niente, né mutande né reggiseno. Ti va?” “una proposta un po' stramba ma eccitante, si può fare. Però non ho minigonne, solo una gonna tipo kilt scozzese che arriva appena sopra le ginocchia” “va benissimo e se, seduta a tavolino in una pasticceria, sgalloni un po', quella si apre sul davanti e magari lasci intravedere a qualche avventore la tua magnifica gnocca” “ beh, adesso non esageriamo” “mai dire mai” concludo. Così facciamo, ci rechiamo in centro camminando lungo un viale alberato e la stuzzico “che effetto ti fa, tesoro, a camminare all'aria aperta con la bernarda al vento?” “veramente gradevole ed eccitante sentire l'aria fresca che mi accarezza la passera” Bene, scelta azzeccata. Entriamo in una luminosa gelateria nella piazza centrale, ci sediamo ad un tavolino da due persone accanto alla vetrata opposta al bancone. Ordiniamo due bomboloni, due spremute d'arance ed attendiamo di venire serviti. Anna, da porcella esibizionista quale è, accavalla le gambe e lascia intravedere le cosce fin oltre la metà. Una volta serviti, ci gustiamo i due dolci ed intanto Anna, con naturalezza e come per mettersi più comoda, apre le gambe e pure il kilt si apre mettendo in mostra velatamente il pelo della susina. Io non vedo ma me ne accorgo in quanto osservo gli occhi spalancati e strabiliati del commesso al bancone e di un signore seduto, un po' più in là ma di fronte a noi. Ammiravano la frondosa foresta di pelo della mia compagna. “Anna, hai le gambe aperte? Ti stanno ammirando la figa credo.” “si, credi bene, ho le gambe aperte e lascia che guardino, se no che gusto c'è uscire in pubblico senza mutande e senza mostrarla con spudoratezza. Non penso di fare loro del male, anzi!” ero allibito ed incredulo ma era tutto vero. La mia cara amica è un'autentica porcella esibizionista. Terminato lo spettacolo, pago ed usciamo intanto che ci salutano calorosamente con uno speranzoso arrivederci. Rientrati nell'appartamento, è quasi mezzogiorno, ci spogliamo e stavolta restiamo entrambi completamente nudi. “Dodi ti va se preparo una buona pasta pomodoro e basilico?” “ottimo Anna.” Si mette ai fornelli per preparare il sugo ed intanto ammiro quel bel culotto. Non mi trattengo, le afferro con entrambe le mani le carnose chiappe e gliele stringo. “dai porcello, va là, renditi utile e metti a bollire l'acqua anziché palparmi il culo. Il culo te lo do quando lo dico io” “agli ordini mia signora.” Eseguo poi preparo la tavola. Finita la cottura, Anna impiatta la pasta asciutta, si siede a tavola e mangiamo, bevendo uno squisito Chianti Gallo Nero, entrambi nudi. Terminato il lauto pranzo, mi rivolgo all'amica e le sbatto in faccia una richiesta di sesso orale, “verificato che sei una porca, li saprai fare i pompini? Dunque vai sotto al tavolo e fammi il bocchino” Anna, la porca, senza nemmeno rispondere, esegue e la cannella si erge e si ingrossa tutta dentro alla sua bocca ampia e calda. Quando sto per venire, la scosto dicendo “aspetta troia, la sborra te la riverso tutta in culo perché il tuo non è più vergine, vero?” “no mio caro, non è più vergine. Me l'ha sverginato un bruto con la forza violentandomi ed ormai è fatta e fatto sta che il mio buco del culo è rotto” “bene rotta in culo, stenditi sul tavolo a tette e faccia in giù.” Immediatamente la maiala esegue, le vado da terga, le divarico le cosce e le apro le culatte. Mi appare, appena sopra al figone già bagnato, un roseo orifizio circondato da increspature marroncine che sono gli sfinteri e da ciuffi di pelo nero. Gli passo la lingua per inumidirlo e vi introduco due dita, poi tre, poi quattro ed infine tutta la mano. Si, decisamente non è vergine, figuriamoci, ci passerebbe un T.I.R. “cagna, lo vuoi in culo il mio cazzone?” “si, siiiiiiiiiii dai, sfondamelo” Appoggio la turgida cappella al buco sgranato e boccheggiante, spingo deciso e la cappella scivola dentro all'antro oscuro; spingo ancora e tutto l'arnese si introduce in quella caverna dalle pareti morbide, lisce e scorrevoli. Il mio cazzo è uno stantuffo che pompa avanti e indietro, ritmicamente, affondando una serie di colpi ben assestati. Ad ogni colpo, il culo si solleva e come un rinculo, lo para indietro. Ad ogni colpo la cagna gemeva, emetteva mugolii, gridolini fino ad esilaranti urla di piacere. Colpita e affondata. Gliene ho assestati almeno un ventina di magistrali colpi finché, quando stavo per venire, ho sfilato lo stantuffo dal buco superiore e l'ho infilato nel buco inferiore riempiendolo di calda sborra. La vacca ha goduto in una maniera così smodata che nemmeno una cagna in calore saprebbe fare. La porca pompinara succhia cazzi si è tolta anche lo sfizio di lavarmi la cappella con la lingua gustandosi il sapore acidulo della sborra. Diverse altre volte andai a trovarla quell'anno. Quanti pompini mi ha fatto, quante inculate e quante trombate le ho affibbiato. Quante porcate le ho fatto fare. Le ho comprato un vestitino giallo il cui tessuto era costellato da tanti forellini romboidali da renderlo semitrasparente, cortissimo appena sotto al giro passera e pure un paio di scarpe rosse tacco 10. Le ho detto di indossarli senza portare né reggiseno, né mutande. L'ho portata così una notte in una birreria fuori città che resta aperta fino alle cinque del mattino. Il locale era affollato da ragazzi e da ragazze piuttosto discinte. Era il posto giusto. La musica era alta ma non assordante, l'illuminazione era soffusa da taverna. Ci sediamo ad un tavolino su di un piano rialzato di 50 o 60 cm ed ordiniamo due birre rosse medie. Anna, la porca esibizionista si trovava a suo perfetto agio. Un capezzolo faceva capolino da uno dei rombicini. Un ragazzotto si avvicina, lo accarezza con le dita ed esulta “wuaooohhhhh che bella performance, brava” La mia amica è talmente presa dall'esibizionismo che accavalla più volte le gambe e nel passare da una posizione all'altra delle cosce, lascia intravedere il batuffolo nero. Quattro ragazzi, seduti su sgabelli al bancone, osservano e restano esterefatti. Signore e signori, lo spettacolo continua. Anna apre le cosce e le chiude più volte finché si stende all'indietro sulla sedia, divarica le gambe e così le tiene per un paio minuti. Per aumentare il livello di porcaggine, con le dita scosta la matassa di pelo, afferra le grandi labbra della figa e la mette in mostra completamente aperta così come una cozza che si dischiude. Resto meravigliato da tale estremo esibizionismo. I 4 ragazzi ammirano golosi lo spettacolo ed applaudono. Lei, come una diva, fa un inchino e mostra le tettone poi si gira, si china e mostra loro il culo, “brava porcella, la tua susina è spettacolare. Vieni con noi in bagno che ti facciamo assaggiare il biscotto” “èhh no miei cari, guardare ma non toccare” I ragazzotti non desistono, l'afferrano per i capelli e la trascinano nel bagno degli uomini. Io li seguo curioso di assistere ad un vero e proprio atto di violenza. Si calano pantaloni e mutande e le tolgono il vestitino lasciandola completamente nuda ed a totale loro disposizione. La mettono in ginocchio, le sbattono il cazzo in bocca a turno intanto che un altro la incula. Uno di loro si corica supino sul pavimento e la cagna viene postata sul cazzo duro e glielo fanno infilare in figa, un altro le spinge schiena e testa verso il basso e le sbatte la nerchia in culo, gli altri due, in ginocchio a lato, si fanno menare il pisello. Così la mia cara amica si ritrova con un uccello in vagina, uno in culo e due in mano. Servizio completo. Un'autentica violenza di gruppo. I violentatori se la sbattono per diversi minuti fino a che le riempiono orifizi, tette e bocca di calda sborra. Si tirano su mutande e pantaloni e se ne vanno dicendole “ciao troia, se vuoi essere violentata di nuovo, torna domani sera.” Anna si pulisce alla bell e meglio con la carta per asciugarsi le mani, esce e mi sussurra “andiamo a casa, di violenza ne ho avuta abbastanza, figa e buco del culo mi bruciano. Però assai goduriosa la storia, quasi quasi vengo a farmi violentare anche domani sera.” Un'altra porcata si è svolta al supermercato. Le avevo comprato un gonnellino in jeans, cortissimo proprio giro passera ed una canotta bianca in cotone leggero, larga e soffice con una scollatura a V che appena le copriva le tette. Un bel giorno, di pomeriggio, le dico di indossare gli indumenti testé descritti ma senza mutande e reggiseno. Giunti a destinazione, parcheggio, prendiamo il carrello, entriamo al supermercato e ci aggiriamo tra le varie corsie. Gli avventori maschi sgranano gli occhi alla vista di un gran pezzo di prugna seminuda, le donne la guardano e si limitano ad espressioni di disgusto. Anna si china a pecora per prendere prodotti sulla scansia raso terra mentre un ometto sosta davanti a lei ed un altro alle terga. Con assoluta tranquillità mette chiaramente in mostra le tette all'ometto anteriore, il culotto e la coltre di pelo della bernarda a quello posteriore. Si dilunga nella scelta facendo sbavare dal desiderio i due ometti. Quello dietro osa, si avvicina e con entrambe le mani le afferra le chiappe e gliele palpa con vigore. Anna, di tutta risposta, scuote le culatte ed ancheggia. Dopodiché, si porta in una corsia di prodotti poco ricercati e quindi poco frequentata e, senza indugio, si solleva la canotta ed il gonnelino e resta praticamente nuda. Arriva una coppia di anziani e la moglie, allibita l'apostrofa “non ti vergogni schifosa?” “affatto e tu fatti i cazzi tuoi” Il marito, con lo sguardo incollato a quel magnifico corpo di donna nudo, interviene “ha ragione, che te frega? Lascia perdere” “ah certo, tu la guardi volentieri porco” Si allontanano ed Anna, con una risatina di soddisfazione, si ricompone. Ci portiamo alla cassa, pago ed usciamo. Anna mi sorprende di nuovo. Appena all'esterno mentre ci portiamo alla macchina si toglie canotta e gonna e resta completamente nuda. Scarichiamo gli acquisti nel baule e con una disinvoltura disarmante, nuda come mamma l'ha fatta, riporta il carrello nella postazione ad hoc e poi, indifferente agli sguardi sorpresi degli avventori, torna e si siede in macchina. Mi avvio ed arrivati a destinazione, parcheggio. Prendiamo le borse della spesa, percorriamo il breve percorso verso l'ingresso e saliamo le scale sino al secondo piano. Detta così sembra una cosa del tutto normale ma non dimentichiamo che Anna resta completamente nuda con indosso solo le sneaker. Le persone che incontriamo restano a bocca aperta e non proferiscono parola. La maggio parte degli inquilini sono stranieri. Negri, marocchini o sudamericani abituati a scene strane di questo genere. Entriamo nell'appartamento e la mia cara amica si lascia andare “sai Dodi che mi sono proprio divertita oggi? Dai, dimmelo che non ti aspettavi che godessi così tanto a fare esibizionismo in pubblico” “si Anna, mi hai veramente e piacevolmente sorpreso” “bene, ora l'eccitazione mi ha fatta venir voglia di cazzo. Spogliati e mettimi il grillo in bocca, la spesa la sistemeremo dopo” Lei si siede sul divanetto, io mi denudo e le sbatto l'asta in bocca. Mi fa un favoloso pompino per un paio di minuti poi si scosta, si gira e si mette a 90°suggerendomi” “inculami e fottimi alternativamente, un affondo al buco del culo ed uno alla passera e così di seguito ma ricordati, prima di venire mettimelo in bocca poiché desidero proprio assaggiare anche la tua di sborra dopo quella dei violentatori” Così faccio con sommo piacere fino ad eiaculare prepotentemente invadendole la bocca di calda sborra. Anna la ingerisce e se la gusta, tanto che mi lava la cappella con la lingua onde deglutire le ultime gocce. Fine 2° parte.
Conclusione:
Purtroppo le cose belle non durano mai a lungo ed infatti, a primavera, fu trasferita ed assegnata al sud, alla A.S.L. Di Benevento. Decisamente lontano, ci siamo sentiti ancora un po' di volte al telefono o con messaggi poi più niente ed al momento non ne so più nulla.
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