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Essere femmina - parte 3°


di doriana
24.05.2021    |    544    |    2 9.2
"Decine e decine, qualche centinaio, forse..."
Nella parte 2° ho raccontato come, per la prima volta, ho provato la sensazione di essere femmina indossando indumenti intimi femminili fornitimi dalla mia amica Lucia. Una sensazione gradevole ed eccitante che ha accentuato in me, nel prosieguo delle mie esperienze erotiche, il desiderio sempre più forte di poter esprimere liberamente la mia femminilità. Così, sempre più frequenti divenivano le fantasie che mi facevano sognare una vita normale da donna, trasparente, evidente, che si comporta, nel privato così come in pubblico, da signora impegnata nelle normali mansioni femminili come sbrigare le faccende di domestiche, fare la spesa, fare shopping, ecc. Andare al bar, al ristorante, fare un po' la sciocchina provocante, fare amicizia con altre donne con le quali conoscere uomini, maschi, farsi corteggiare e mostrare loro quel pizzico di erotismo che si esprime col vedo non vedo. Sognavo ad occhi aperti di vivere in un grazioso appartamento, arredato col mio gusto femminile, indossando costantemente indumenti intimi, pigiamini, vestagliette ed abiti da casalinga o da elegante signora a seconda delle occasioni. Essere vista e mostrarmi tranquillamente ai condomini per quello che sono, una donna a tutti gli effetti anche se ho, solo fisicamente, l'attributo maschile. Queste erano le mie fantasie preponderanti, i miei sogni proibiti. Allora li consideravo veramente proibiti, irrealizzabili. La mia vita scorreva su binari del tutto normali, casa, lavoro, famiglia, mancava solo la chiesa perché sono atea. La mia essenza femminile si esprimeva solo saltuariamente e più spesso in estate nelle frequentazioni sulle rive del grande fiume Padano che continuavo a coltivare. Facevo il gay passivo femminile e donavo la mia figa anale a chiunque me la chiedesse, a volte la proponevo pure. Per anni la mia vita reale è stata questa, sognando continuamente la vita proibita ed impossibile delle mie fantasie. Quanti pompini a cazzi di ogni dimensione, quanti spruzzi di sperma caldo in faccia ed in bocca, quanti cazzi mi hanno sfondato la figa che diventava sempre più ampia, sempre più aperta, sempre più slabbrata. Decine e decine, qualche centinaio, forse. Ero sempre più passiva, sempre più vacca, sempre più puttana, ma non potevo essere donna. Mi tornano alla mente episodi unici che ho vissuto in quel periodo, la prima sborrata in bocca. Spompinavo avidamente un bel membro quando costui mi disse "dai troia continua così che ti sborro in bocca" Mi ritrassi ed, allibita, gli risposi " no, questo no, non mi piace" "ti piacerà vacca" rispose lui afferrandomi la testa spingendola vigorosamente verso il suo cazzo turgido facendomelo ingoiare fino alla gola quasi a soffocarmi. Sentii un getto caldo di viscido liquido riempirmi la bocca, poi sfilò la verga dalla bocca e mi cosparse il viso di bianco sperma con l'abbondante eiaculazione conclusiva. Non l'avrei mai detto, godevo come una cagna tanto che ebbi un orgasmo senza masturbazione. Un'altra piacevolissima prima volta. Altro episodio. In un folto bosco fluviale composto da alti alberi ricchi di abbondante fogliame, il che attutiva non poco la calura estiva, e da un sottobosco di bassa vegetazione e cespugli, interrotta da stretti sentieri e piccole radure qua e là, in una di queste, mi sono spogliata completamente nuda in attesa di sorprese. Sentii un fruscio proveniente dal sentiero, qualcuno si stava avvicinando alla radura. Trepidazione e forte eccitazione irrigidirono il mio corpo nudo ben in vista. Comparve all'imbocco della radura un uomo di bell'aspetto sulla quarantina vestito solo di un paio di calzoncini. Come mi vide sguainò il suo discreto e già rigido arnese ed iniziò a masturbarsi. Il mio corpo nudo si sbloccò ed iniziai a muoverlo sinuosamente mostrandogli spudoratamente da troia la figa. Lui non ci pensò un attimo, entrò nella radura, mi afferrò i fianchi e senza preamboli mi mise a pecora e mi infilò in culo la cappella turgida spingendo dentro fino in fondo il suo discreto cazzo. Mentre, inebriata dal piacere profuso dalla potente montata del mio toro, mi godevo una serie di orgasmi anali, intravidi dietro ad un cespuglio un uomo, un guardone, che col cazzo in mano si masturbava. Sentendomi puttana a più non posso, sotto l'effetto dei vigorosi colpi che mi assestava il mio toro, feci un chiaro cenno con la mano al guardone di avvicinarsi. Così mi trovai con un cazzo in bocca ed uno nel culo. Iniziò una danza speciale ritmata da un affondo in culo che si propagava ad un affondo in gola. Poi la danza ritmica, col passare dei minuti, aumentò d'intensità, divenne spasmodica tanto che si trasformò in una sontuosa scopata ed in un voluttuoso pompino fino ad una goduriosissima doppia sborrata, una in culo ed una in bocca. Ero in pieno orgasmo orgiastico. Questa era la mia condizione di femmina in quel periodo. L'agognata aspirazione di una realistica vita da donna in tutto e per tutto restava una fantasia , un sogno.
To be continued ......
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