Lui & Lei
The Shape of My Heart

11.08.2024 |
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"Le sborro tra le labbra, senza chiedere ma senza neppure forzare, non sono certo che abbia gradito perché va in bagno e sputa lo sperma, ma non protesta, con lei è stato tutto naturale dal primo..."
Nel file audio si sente lei che ansima e viene. In sottofondo, quella chitarra. La volta che quasi finiamo nei guai, io e quella che per me era, ed è, una delle donne più desiderate di quel sito: l'aura di alcune sweet va oltre la bellezza, va oltre l'eleganza.
Dopo i primi scambi durante i quali è facile idealizzare l'altro, può accadere che il mondo si combini in uno di quegli strani percorsi che culminano in una sua mail: "sono a Milano, hai tempo nel pomeriggio?". Avevo tempo.
Al semaforo in San Babila sale in auto questa donna elegante, mora, snella, vestita di bianco: il corpo lo conoscevo, il viso non era da meno.
Parto, andiamo a caso verso sud e arriviamo in zona Piazzale Susa, cerco un parcheggio un po' defilato tra le auto in sosta di fronte alla fitta siepe di un giardinetto, conto sui vetri posteriori oscurati e sulla luce piena del giorno che rende più difficile vedere dentro.
Non so bene come succede ma mi ritrovo a baciarla con le mani, a sollevare, a scansare e togliere... e ogni indumento tolto finisce sul cruscotto a creare barriere alla vista. La tocco, la esploro e mentre lo faccio lei non si ritrae, fino a ritrovarci mezzi nudi in un bagno di sole e voglia ad assaggiare ed esplorare. Quando poi ad un certo punto alzo gli occhi oltre la barriera posticcia dei suoi vestiti sparsi sul cruscotto mi ritrovo questa tizia, penso fosse una zingara, una signora, in piedi di fronte all'auto: è sbucata non si sa come da quella folta siepe e ci sta guardando sbalordita.
Non ci sono spiegazioni possibili, non c'è nulla di difendibile, siamo noi tre in un istante fermo di un'estate milanese, con il mondo che apre la botola e scopre un bull e una sweet che fanno, sotto il cielo e dentro la città, le cose che di solito si fanno al chiuso e di notte.
Tra me e lei non so chi avrebbe più da perdere in caso di guai. Ma quel giorno ci dice bene, la tizia se ne va, noi ci rivestiamo con gli ormoni che ancora ci orbitano in corpo.
Non so se è stato quello a convincerla, ma quando io dico troviamo una camera, lei dice "c'è il mio albergo: mio marito è in centro per lavoro, lo avviso che andiamo lì".
E così eccomi, in zona Corvetto, a parcheggiare nel garage di un albergo di lusso e a prendere la via per i piani della camere, con lei che mi fa cenno di non fare nulla nei corridoi perché ci sono le telecamere di sorveglianza.
Entriamo in camera e siamo liberi e comodi, la spoglio sul letto e io le scatto delle foto che non mostrerò mai a nessuno, ricordo dei dettagli, la sua bellezza, il suo profumo, la sua figa perfettamente curata, il suo culo esposto con grande naturalezza.
Succedono le cose che succedono tra amanti, ma succedono sempre nel modo "un po' più": lei un po' più bella, un po' più troia, un po' più disponibile, un po' più predisposta all'orgasmo, il mio cazzo un po' più della media, la camera un po' più lussuosa (molto più, a dire il vero) di una normale camera d'Hotel.
Mi ritrovo in mano il dono di questo corpo e lo faccio mio. Sul letto, in bagno, a terra, poi di nuovo sul letto.
E' quando si impala sul mio cazzo in una reverse anale che le chiedo di scattare una foto che sia porno, foto che lei sbaglia e inquadra il suo seno e poco di più, ma poi la giro sul letto e le entro in culo con tutto il mio vigore.
Ed è allora che lei comincia a venire, ed è stato lì che ho avviato la registrazione: si sente il suo piacere che prende quota, si sente il pianerottolo che prelude all'orgasmo. I ricordi sono confusi.
Quando alla fine vengo lo faccio dopo aver levato il profilattico. Le sborro tra le labbra, senza chiedere ma senza neppure forzare, non sono certo che abbia gradito perché va in bagno e sputa lo sperma, ma non protesta, con lei è stato tutto naturale dal primo sguardo.
Poi vengono gli istanti della confidenza, della dolcezza, delle sincerità, imparo alcune cose di lei ma il tempo non è molto, e mi preoccupo di scrivere un messaggio al marito, ringraziandolo.
Una volta a casa ho preso quel file e ci ho suonato sopra quel pezzo, perché quell'orgasmo aveva bisogno di una cornice, e quella musica quel giorno aveva bisogno di parole diverse da quelle di Sting.
Oggi posso scriverle come si può scrivere ad una amica, non è più accaduto, forse perché il mondo deve fare ancora mezza rivoluzione.
Rifarei tutto? sì, ma forse farei foto migliori.
ciao S. chissà se mai mi leggerai.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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