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Lui & Lei

Una giornata in Harley


di silti
30.11.2013    |    4.880    |    6 8.5
"Mi aggiro comunque fra di loro con jeans e giubbotto di pelle ben saldi al loro posto; non tanto per un senso del pudore che non mi appartiene, quanto per far..."
Era una delle solite giornate nelle quali il veleno del cattivo umore mi aveva intossicato fino al midollo e dovevo trovare una soluzione rapida, efficace e non degradante; si oggi non avrei cercato ne' un massaggio con happy end di qualche cinese dalle dita rese callose dai tripli turni ne' sarei tornato a quegli incontri di sesso tanto fugaci quanto pieni di vuoto esistenziale nei quali speravo che la rabbia sarebbe fluita con il mio sperma.

No! Oggi sarei saltato sulla mia Harley che si e' rivelata una grande terapeuta, capace di portarmi in pochi minuti in uno stato di rumorosa euforia e poi, si, non avrei neanche optato per qualcosa di rapido ma mi sarei concesso il lusso di una giornata on the road: niente route 66 per me ma tante curve in riviera e poi sul Bracco con il vento negato ai miei capelli dalla necessaria costrizione del casco.
Cosi' d'impulso, ho deciso di andare a vedere una spiaggia, anzi, "quella" spiaggia che Lucia mi ha descritto in una delle mail che sono diventate compagne fedeli delle mie fantasie.
Gia',Lucia, una conosciuta sconosciuta intercettata per via di un annuncio intrigante, troppo intrigante per essere ignorato, in un sito internet dove un bestiario variegato e spesso confuso millanta inesistenti qualita' fisiche o sessuali alla ricerca di improbabili incontri nel corso dei quali essere fedeli a cliche' ed etichette "etero, scambio parziale, sesso soft, lei bisex lui bi-curioso". Come se il sesso, quello vero, quello che parte e arriva da quel bistrattato organo che sta sotto il cappello accettasse etichette o limitazioni.....

Dunque Lucia che mi ha sfidato con un'impertinenza che trasudava dalle sue parole, dalle sue foto e, perfino, dalle sue didascalie "eros e psiche" chi l'uno, chi l'altro, uno, tutti, nessuno?, mi ha parlato di Cala Violina, della sua spiaggia che, immagino, sia stata teatro di struggenti tramonti con Lei attrice di piccole e grandi provocazioni e di letture sulla battigia.
Guardando la spiaggia avrei cercato di capire qualcosa di piu' di Lei, dolce, recente tormento delle mie notti insonni, avrei provato a guardare le cose con i Suoi occhi e di sentire gli odori, magari anche il Suo profumo e i Suoi odori partendo da quello del Suo profumo, cosi' speziato, per arrivare, piano, piano a quelli piu' intimi, quelli provocati dalle emozioni, e quelli ancora piu' intimi racchiusi nelle cavita' del Suo corpo che io, cosi' intensamente, quotidianamente, sto iniziando a desiderare.

Ed eccomi arrivato!
Pensieri e ricordi e fantasie mi hanno accompagnato in un batter d'occhio fino a Follonica da dove mi manca di capire come arrivare alla mia meta: chissa' se riusciro' a sentire sotto i miei piedi il famoso "suono" della spiaggia ma forse mi spetta altro.

Mi si apre davanti agli occhi lo spettacolo di una baia disegnata da una spiaggia ora frequentata da uno sparuto gruppo di nudisti. Mi aggiro comunque fra di loro con jeans e giubbotto di pelle ben saldi al loro posto; non tanto per un senso del pudore che non mi appartiene, quanto per far sciogliere piu' rapidamente quel poco di freddo che in questa stagione, dopo quasi tre ore di moto, spesso tarda a lasciare entrare il tepore di un sole ancora un po' velato.

Mentre cerco di immaginare come sarebbe la Sua schiena esposta alla brezza marina, ecco che vedo La bellissima schiena, appena indorata da qualche esposizione al sole primaverile, che si prolunga verso due glutei ( ho detto glutei, ma ho pensato culo) appoggiati su un pareo colorato che mi ricorda il quadro di un pittore impressionista, forse Van Gogh?

Provo immediatamente un desiderio irresistibile di avvicinarmi e di vedere il viso e il resto della nudita' di quella creatura che pur a distanza e senza neppure avermi visto ha già creato un circuito magnetico che arriva ai miei piedi, nel frattempo liberi da calze e stivali, attraverso quella particolarissima "sabbia musicale".
Al contempo mi sembra di tradire Lucia che, a distanza, mi ha guidato verso questa spiaggia magica a guardare con i miei occhi cose e paesaggi a Lei noti per permettermi di seguire l'usta della Sua anima come un cane da tartufi.
Frugando nei miei ricordi ho la sensazione di ricordare di avere gia' visto La schiena: una foto, a lume di candela, una chitarra, no, non puo' essere ! Fantasia, desiderio e memoria mi stanno giocando uno scherzo crudele.

Poi con la grande capacita' di autoassoluzione che contraddistingue ogni mia scorribanda fuori dal seminato penso che, in fondo, Lucia e' solo un' entita' virtuale che, magari, non avro' mai il piacere di conoscere ( piccola fitta al cuore n.d.r.) mentre quella bellissima schiena e' li' e mi lancia messaggi come un faro nella notte ad una piccola barca con la bussola in avaria.

Mi avvicino e guardo Lei: ha gli occhi chiusi, la pelle umida e i capezzoli, sul suo piccolo seno quasi adolescenziale, sono turgidi e impertinenti.
Sembra accorgersi della mia presenza in effetti, con il sole alle spalle, devo averle fatto ombra e fatto scudo con la Sua mano, mi ha guardato.

Mi sono stupito nel trovarmi, dopo un istante, seduto al Suo fianco, mi sono sorpreso a cingerla, consenziente, con il mio braccio e sono rimasto esterefatto nel sentire la mia voce che le chiedeva, senza mezzi termini e guardando la Sua intimita' glabra e leggermente arrossata da una depilazione recente, di toccarsi per me.
Poi per via di un certo imbarazzo per aver saltato qualsiasi passaggio intermedio ho iniziato a parlarle nel tentativo di ubriacarla di parole e di portarla a qualcosa di piu' rispetto ad essere spettatore di un piccolo quanto conturbante spettacolo saffico.

Lei, senza una parola mi ha invitato a mettere le mie dita sopra e poi dentro il Suo sesso ora turgido e bagnato di desiderio. Io penso che potrei regalarle quello che Paola chiama "specialita' della casa e che consiste in una masturbazione a due mani che io regalo con parsimonia e che prevede una mano dedicata ad accarezzare il clitoride e le labbra esterne e l'altra, o meglio un dito dell'altra, inserito a cercare quella deliziosa spugnetta che qualcuno ha voluto chiamare "punto G" massaggiandola ritmicamente e poi spostando.... (non vogliamo mica svelare i trucchi del mestiere per una cosa che piu' che descritta va provata... ndr.) ma decido che sarebbe voler dedicare troppa attenzione ad un' estranea e, sopratutto, nella spiaggia di Lucia.

Il gioco continua e si fa duro, non solo lui ovviamente! Questa ragazza conosciuta, anzi, sconosciuta sulla spiaggia non puo' sapere che non sono abituato e tirarmi indietro e che, per innata cavalleria, non lascerei mai insoddisfatta una signora ( an easy exercise, direbbe un mio amico).
Lei sembra aver letto i miei pensieri e, dopo essersi sottratta alle mie carezze intime, si e' seduta sopra di me e mi ha messo la Sua fica, bagnata, glabra, dilatata ma al contempo deliziosamente mignon sulla faccia. La mia lingua che, fino a pochi attimi prima aveva giocato con la Sua in un susseguirsi di guizzi, piccoli succhi, morsi ha iniziato a giocare fra il suo clitoride che,piano piano, aumentava in volume e consistenza e le sue labbra che si dischiudevano in un invitante sorriso.
Nel frattempo, poco signorilmente, avevo liberato il mio cazzo ( si puo' dire, vero?) dall'imbarazzo dello stare prigioniero nei jeans e , per fortuna avevo constatato che il freddo era passato e che, come spesso mi accade, il passaggio freddo-caldo mi aveva provocato un'erezione particolarmente generosa, poi, i giochi con la sconosciuta avevano fatto il resto....(si sa noi maschietti abbiamo sempre la preoccupazione che il nostro preziosissimo pisello sia all'altezza della situazione e di dimensioni adeguate o, possibilmente ragguardevoli n.d.r.)
Quando la sconosciuta si e' messa in ginocchio esponendo i suoi lombi al mio desiderio io, impudicamente, indecentemente, ho immerso le dita nel miele che scendeva perlaceo dal Suo sesso che era stato scosso da alcuni fremiti che ho interpretato come sommessi orgasmi, le ho lubrificato il "secondo canale" e ho iniziato a sodomizzarla con lenta fermezza, sentendo il mio desiderio farsi irrefrenabile e la mia cappella espandersi nel Suo fiore di carne. Le mie dita cercavano i Suoi capezzoli e il Suo clitoride sfiorandoli e pizzicandoli come un folle suonatore d'arpa e la imploravo nell'orecchio, impastato dalla mia saliva e scaldato dal mio fiato, di venire, con me, urlando tutto il nostro piacere. E cosi' fu!
Una voce, ammiccante ma decisa mi ha strappato dal sonno/sogno. Alberto ma cosa combini, ti fai le seghe come i ragazzini!? Ma a cosa pensavi! Se proprio hai voglia perché' non vieni un po' qui con me?
Sapevo che mi avrebbero aspettato momenti di grande soddisfazione e in cuor mio era contento di non avere profanata la spiaggia di Lucia. Mi rimaneva solo un dubbio, La schiena, chi era la proprietaria di "quella" schiena?.....
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