Lui & Lei

l'orto 2


di spanio220
20.01.2024    |    43    |    1 8.0
"Devo dire che non sapevo come vestirmi, visto che era la prima volta che mi concedevo un week and con un uomo, quindi misi un tubino nero che poteva servire..."
Qualcosa mi diceva dentro di me che il racconto di Silvana dovesse ancora decollare, da quando l’avevo vista per la prima volta avevo notato qualcosa di particolare nel suo sguardo e, l’inizio della sua narrazione non mi aveva deluso finora. Poi quel suo linguaggio esplicito non faceva che confermare la mia prima impressione. Mentre mangiavamo gli spaghetti, volle riprendere a raccontare le sue esperienze con il nuovo compagno.
“Il venerdì pomeriggio Giorgio mi passò a prendere sotto casa, io ero già pronta con una borsa da viaggio ed un vestito per la bisogna. Devo dire che non sapevo come vestirmi, visto che era la prima volta che mi concedevo un week and con un uomo, quindi misi un tubino nero che poteva servire anche per occasioni eleganti, un paio di jeans e molta biancheria intima, più le cose che indossavo alla partenza, una gonna con camicetta bianca ed un golfino molto scollato. Appena scesa, mi aprì lo sportello della sua auto e partimmo. Non facemmo molta strada, all’inizio della Pontina si fermo in un deposito di camper e scese, un uomo arrivò subito e gli disse che avrebbe subito portato il camper e che era tutto pronto. Arrivò questo camper che era un sogno, tutto lucido, appresi poi che era un motorhome e non un camper. Salimmo e lui mi disse, lo ricordo ancora, “Benvenuta nel mio rifugio segreto” Mi spiegò che a lui piaceva molto viaggiare, ma non i soliti itinerari turistici, voleva osservare le cose da un punto di vista diverso e mi lanciò uno sguardo allusivo. Non immaginavo cosa potesse esserci all’interno, mi fece fare un breve giro esplorativo mentre mi spiegava tutte le diavolerie tecnologiche che c’erano, quella di cui andava più fiero era una tendina che se tirata giù lasciava vedere l’esterno, ma non l’interno posizionata proprio in corrispondenza del lettone matrimoniale. Detto ciò partimm, io felice come una bambina e lui compiaciuto come mai. Iniziammo a parlare, anzi iniziai a fargli mille domande, no, non sul caravan, ma su di lui, volevo sapere di più di quest’uomo meraviglioso, come mai era single, perché non aveva una compagna, quante donne aveva portato su quel mezzo “nessuna, sei la prima, in altre occasioni ho affittato un camper, ma su questo sei la prima donna che ho voluto far salire” , rimasi senza fiato, l’unica cosa che gli chiesi ancora fu dove eravamo diretti, al che mi rispose che eravamo dei vagabondi e i vagabondi non hanno una meta, dove ci sarebbe piaciuto di più ci saremmo fermati. Per metterlo alla prova indicai un cartello sull’autostrada che indicava un parcheggio e dissi che mi sarei voluta fermare lì. Immediatamente mise la freccia ed entrò nel parcheggio. Appena fermo gli saltai addosso, iniziai a baciarlo e subito sentii qualcosa che si muoveva all’altezza del suo inguine, stavolta non persi tempo tirai fuori quel cazzo per cui avevo perso la testa ed inizia a leccarlo tutto, non gli diedi neanche il tempo di sfilare i pantaloni, iniziai un pompino da professionista. Giusto il tempo perché arrivassimo sul letto, azionasse la tendina e già mi ero spogliata restando con le sole mutandine. Volevo essere porca, ma non mi sentivo sporca, stavo compiacendo la libidine del mio compagno, di quello che ormai lo sapevo sarebbe stato il mio compagno per la vita, lui aveva trovato quella parte di me che avevo sempre represso ed ora non dovevo più nascondere. Mi sostò le mutandine ed entrò in me con una forza devastante, un ciclone inarrestabile, mi sentii di nuovo in paradiso con quel membro che mi squassava dalla testa ai piedi, alternava spinte profonde a colpi rapidi in sequenza, lo estraeva e lo immergeva fino alle palle che sentivo sbattere sulle natiche, mi girò in mille posizioni ed ogni volta aumentava il piacere, puntò poi la cappella sul mio culetto vergine e sentii un po’ di dolore, da esperto qual era, si fermò subito e prese un tubetto di crema chiedendomi “vuoi?””Non fara male?””Un po’ forse all’inizio, ma superato ilprio momento vedrai ti piacerà sopra ogni cosa” “E allora che aspetti?” mi unse per bene ilbuchino inserandoanche le dita, non so quante ne entrarono, però la cosa iniziava piacermi, si avvicino con la punta al mio buchino vergine ed iniziò a spinger, ilmio istinto mi faceva scappare in avanti, ma lui mi tratteneva per i fianchi, sentii un po’ di bruciore e sentii lui dire” la punte è dentro” mi concentrai su quella sensazione nuova e passò anche il bruciore, pian pianino sentii che qualcosa entrava sempre di più nel mio intestino, mi sentivo riempire poco alla volta, quando sentti il suo pube sbattere sulle chiappe capii che era tutto dentro, dopo un po’ inizio il classico movimento avanti e indietro e ogni volta andava un po’ più indietro finchè lo estrasse del tutto per reinserirlo immediatamente, in quel momento esplosi in un orgasmo fantastico, dalla fica uscì un getto di liquidi che inzuppoò tutto, le lie e le sue cosce, il letto e quanto si trovava nei paraggi, subito dopo un urlo roco uscì dalla sua bocca, e sentii che la cappella si allargava riempiendomi sempre più il culo sentii poi del liquido che mi entrava nell’intestino provocandomi lo stimolo di andare in bagna. Resistetti e ci accasciammo così attaccati sul letto bagnato aspettando di recuperare un po’ le forze. Dopo qualche minuto inizia a sentire un certo bruciore e pregai Giorgio di togliere il suo cazzo dal mio buchetto, fu come una cascata che si apriva, non riuscivo più a fermare la fuoriuscita di liquido e pensai che mi aveva rotto il culo e non sarei più stata in grado di contenere nulle. Quando glielo dissi, lui rise di gusto per la mia ingenuità e mi disse che la prima volta era normale e poi stava solo uscendo lo sperma che aveva depositato all’interno, che stessi pur tranquilla il mio culo era sì rotto, ma non come intendevo io, solamente potevo introdurre qualcosa di più grande di una supposta senza provare grande dolore. Andai nel bagno mi sciacquai e vidi che era vero, ilm io ano era tornato alle sua dimensioni, ma un dito entrava tranquillamente. Quando ebbi finito sul comodino trovai un tubetto di crema lenitiva, la misi e il bruciore quasi per incanto passò. Riprendemmo la marcia verso l’ignoto che iniziò con uno dei più bei tramonti che avessi mai visto.

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