Prime Esperienze

l'orto 3


di spanio220
08.02.2024    |    41    |    0 6.0
"Fatte le opportune presentazioni, mi presentò come la sua compagna, decidemmo di andare tutti insieme sulla spiaggia..."
“Ti sto annoiando?” ”Assolutamente no” “Sai, sono sempre sola e quando ho voglia di raccontare le mie storie non ho mai nessuno, poi capirai alle figlie e ai nipoti, certe cose non si possono raccontare, tu mi sembri una persona seria, che sai tenere dei segreti” “posso però scrivere quanto mi stai raccontando? Certo cambierò un po’ di cose tipo i nomi le date, ma il succo rimarrà quello” “Se non mi si riconosce, puoi farne quel che vuoi, quando un ricordo si condivide diventa della persona che lo riceve” “Allora d’accordo” “Dove eravamo?” “All’apertura del secondo canale” “ Ah bene. Dopo che ebbi ricevuto il mio battesimo del culo, ripartimmo ed arrivammo ad una piazzola attrezzata per i camper vicino Paestum. Andammo a cena in uno splendido ristorante ed io ogni tanto chiedevo a Giorgio “Si vede qualcosa?” “Sai che hai un bel didietro ed era un peccato non usarlo per il piacere” mi sembrava che le mutande mi entrassero dentro e che tutti guardassero il risultato della sodomia pomeridiana. Che scema! Finito che avemmo di cenare una bella gita vicino alle rovine e poi una rapida passeggiata sulla spiaggia. Alle fine tornammo nel nostro motorhome. Appena dentro mi tolsi le mutandine per sincerarmi che non ci fossero residui, ed in effetti non c’era niente più della mia eccitazione, da dietro non usciva niente. Ugo….” “Come Ugo, ma non si chiamava Giorgio?” “Questo era il nomignolo che gli avevo affibbiato, perché m’insegnò che per fare un pompino perfetto, bisogna dire ugo, perché si allungano le labbra e non si corre il rischio di graffiare con i denti, così in alcuni momenti lo chiamavo Ugo” “Ah ho capito” “ Giorgio mi spogliò, mi portò sul letto ed inizio un massaggio partendo dai piedi, quando arrivò alle cosce aggiunse alle dita favolose anche la sua lingua, ma non subito alla mia farfallina, iniziò dall’inguine per poi passare al retro coscia ed alle natiche, mentre con le dita stuzzicava le labbra della fica passandoci piano piano un po’ fuori e un po’ dentro, quando decise che fossi pronta prese il mio clitoride fra pollice e indice ed iniziò a strapazzarlo per bene, inutile dire che sentivo brividi per tutto il corpo, girava tutto sembrava che il camper viaggiasse, uscì un’altra volta una colata che non si fermava, né io avevo alcuna voglia che smettesse, iniziò poi a lappare il mio buchino dolorante, ma era meglio di un balsamo, mi passarono tutti i bruciori, in men che non si dica inizia di nuovo ad apprezzare la cosa, quando introdusse due dita sentii un brivido lungo tutta la schiena, ma contrariamente alle aspettative nessun dolore, un po’ di bruciore. Lavorò con le dita per qualche minuto quando le estrasse sentii che c’era qualcos altro che spingeva per entrare, mi stava di nuovo inculando, lo sentii entrare centimetro per centimetro e più entrava, più mi piaceva finche ebbi la sensazione dei suoi peli sulle natiche. Iniziò un vai e vieni martellante, un po’ di colpi lenti un po’ velocissimi, quando andava lento arriva quasi a far uscire tutto il suo pene dal mio ano per poi ripiombare in profondità. Non avevo mai provato sensazioni simili, stavo godendo col culo e che godimento. Dopo una buona mezz’ora sentii il suo cazzo allargarsi nel mio intestino e sentii distintamente tutti gli schizzi che eruttava, neanche a dirlo io ero un lago di umori. Ci riposammo un pochino e poi decidemmo di andarcene a spasso. Doccia, separati altrimenti non saremmo più usciti, vestiti leggeri, da turisti ed aprimmo la porta del van. Sorpresa, trovammo altri tre camper parcheggiati vicino a noi in modo tale da creare un piccolo cortile riparato. Capii subito che erano persone che Giorgio conosceva, dal modo in cui lo salutarono, ed iniziarono subito a ridere mimando il gesto di come oscillava il nostro van. Fatte le opportune presentazioni, mi presentò come la sua compagna, decidemmo di andare tutti insieme sulla spiaggia. Sulla spiaggia non c’era molta gente ed a parte il nostro gruppetto di otto non c’erano altri gruppi numerosi. Le signore senza alcuna esitazione tolsero la parte superiore del costume rimanendo con le tette all’aria. Tre donne, tre seni diversi, una, Nadia con due tette che sembravano due meloni talmente grandi però ben dritti con i capezzoli già in fuori contornati da un’areola marrone scuro, Lucia aveva il seno appena accennato però anche lei con i capezzoli che svettavano allegramente di un rosa appena più scuro della pelle, l’ultima Giulia con una terza ben proporzionata al resto, i capezzoli ancora in posizione di riposo però ben evidenti al centro di una zona più scura della pelle. Sinceramente non sapevo che fare, per me indossare un due pezzi era già un po’ spinto, figurarsi espormi così agli sguardi di quelli che allora per erano degli estranei. Guardai Giorgio e lui con aria rilassata mi rispose “A Roma si fa come i romani” Ah si? E allora via il pezzo sopra del costume!!! Credo diventai di tutti i colori, ma un applauso degli altri del nostro gruppo accolse questo mio strip tease, contribuendo non poco a sciogliere la tensione che mi aveva attanagliato. Subito dopo iniziammo a parlare fra noi donne, prima in generale, poi con storie sempre più personali ed intime. Alla fine arrivai a spiegare il perché ed il percome ero lì con Giorgio. Iniziarono subito a dirmi che si vedeva che Giorgio era innamorato di me, che era sereno e contento, che si conoscevano da tempo e che tra tutti era il più attento ai desideri delle donne. E giù risatine, mi sentivo in sintonia con queste nuove amiche come se anch’io le conoscessi da anni. Anche gli uomini parlavano fra loro ed ogni tanto ammiccavano nella nostra direzione. Verso sera, ci fu chi propose di andare a cena in un ristorantino a due passi da lì, dove erano conosciuti. Detto fatto cena e vino in quantità industriale, non nascondo che alla fine ero un po’ brilla, ma non mi dispiaceva, anzi riuscivo a tirare fuori tutta la troiaggine in me, anche spalleggiata dalle nuove amiche che continuavano con allusioni alle dimensioni dei cazzi che avevano preso e poi tutta una serie di “Ti ricordi?” “Hai visto quello?” ”Ma quanto sarà lungo?” e giù risate a crepapelle. Arrivati al nostro piccolo accampamento uscirono bottiglie di liquori ben ghiacciati e continuammo a bere e scherzare, finché Pino, uno degli uomini si avvicinò a Nadia, non era il compagno abituale e iniziò a giocare con i seni prorompenti pizzicando e tirando i capezzoli che si vedevano dalla maglietta, li tirava e li lasciava in continuazione, poi alzò la maglietta ed inizio un lavoro di lingua e denti, Nadia ad occhi chiusi si godeva quel trattamento sospirando e gemendo, finché allungò una mano verso il cazzo di Pino e lo tirò fuori iniziando una lenta sega mentre in silenzio tutti guardavano ammirati, fu come un segnale, Giorgio mi prese per un braccio e mi sussurrò all’orecchio “Noi ci incontriamo un paio di volte l’anno e ci divertiamo così, senza coppie fisse, senza gelosie, sappiamo che è un gioco fra noi, ma se non ti va di partecipare possiamo tranquillamente tornarcene a casa nostra, chiudere la porta e nessuno se ne dispiacerà. Se accetti di partecipare, ricordati che tutto è lecito e consentito purché il partner del momento sia d’accordo . Ti va?” dopo un attimo di esitazione risposi aiutata anche dall’alcol ingerito “Perché no? Dai proviamo” mi tolsi la maglietta e mi lanciai prima su Giorgio per poi essere avvicinata da Piero infilò la sua lingua nella mia bocca ed una mano nel mio slip iniziando un lento ditalino prima sulle labbra esterne per poi penetrarmi con un dito, poi due poi con il pollice iniziò un massaggio sul clitoride che intanto si gonfiava. Io afferrai il cazzo e lo tirai fuori dal costume iniziando un movimento di su e giù alternando movimenti enti con scariche di colpi velocissimi, toccai anche le palle che sentii gonfie e dure. In men che non si dica ci trovammo in posizione di 69 sopra le stuoie che erano stese a terra, sentivo la lingua a spatola che passava su tutti i miei buchi e non capivo più la provenienza di quell’umido che mi pervadeva, ma non mi importava, volevo quel randello, lo leccavo e lo infilavo in bocca il più possibile. Guardandolo da vicino vedevo tutte le vene in rilievo e la cappella era quasi divisa in due, infilavo la lingua dappertutto, dalla punta fin oltre le palle quasi a leccare il suo culo. Improvvisamente sentii qualcosa che si faceva strada nel mio culetto non più vergine, ma ancora non totalmente aperto, era il cazzo di Giorgio che voleva entrare di nuovo. Sentirmi leccata, avere un cazzo in bocca ed averne un altro che mi entrava nel culo, sensazioni mai neanche immaginate, mi fecero godere di nuovo una fontana iniziò ad eruttare dalla mia fica, con Piero sotto di me che bevevo quel che poteva ed il resto gli colava sul mento, sulle guance, più squartavo, ho saputo che questo era il nome, più Giorgio spingeva in profondità finchè Piero non mi schizzò in bocca quattro cinque schizzi di sperma e quasi subito dopo Giorgio non venne nel mio culo, un po’ dello sperma uscì dal mio buchetto e scese fino alla faccia di Piero dove non restò per molto che arrivò Giulia ed iniziò a leccare lo sperma ed i miei umori ripulendo tutto. Anche lei mi fece una leccata di fica che non finiva più che quasi mi portò ad un altro orgasmo. Quando riuscii ad alzarmi vidi Nadia da una parte che guidava Pino e Dario nella doppia su Lucia . Dario sdraiato a terra che infilava il suo cazzo, non molto grosso in verità, nel culo di Lucia che sdraiata su di lui si faceva aprire la fica da Pino mentre Nadia si alternava tra la bocca di Lucia e quella di Dario facendosi leccare entrambi gli orifizi. Vennero quasi in contemporanea tutti e quattro con un rumore simile ad un ringhio prolungato nel tempo e che cambiava di intensità a seconda di chi lo produceva. Ci riavvicinammo al tavolo dei liquori ed iniziammo a ridere, con tutti che si complimentavano con me per la mia bravura e assicurandomi che la cosa non finiva lì. Mi dissero anche che loro quattro o cinque volte l’anno si davano appuntamento in posti molto particolari per dare sfogo alla loro libido senza freni e senza censure e che se volevo c’erano anche altri maschi pronti per me, ma prima dovevo provare gli altri presenti. Ormai ero diventata una del loro gruppo”
“Scusami Silvana, il tuo racconto mi ha eccitato tantissimo, ma avrei bisogno di andare a fare pipì” “Se vuoi il bagno è quella porta di fronte oppure se preferisci vai pure a casa tua”
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