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Inaspettatamente schiavo di lei e di... (parte 1)


di MarcoSussurro
12.03.2017    |    12.074    |    4 8.8
"Passarono un paio di giorni e decisi di rispondere loro prendendo il toro per le corna: "Sono veramente lusingato di essere stato con voi anche se in..."
Era un po' di tempo che con Giada e Mauro ci scambiavamo le nostre fantasie. Ci siamo conosciuti in una chat; in quella occasione mi divertii a stuzzicarli ma, considerata la differenza di età (loro trentenni, io cinquantenne) non avrei mai immaginato di riuscire ad incontrarli!
Al primo incontro non successe nulla ma è stata una serata piacevole e molto stuzzicante. Ci salutammo con la promessa che loro avrebbero fantasticato su di me mentre lo facevano e io avrei contraccambiato... E così fu: non riuscii neanche ad arrivare a casa, ero troppo eccitato e iniziai a masturbarmi in autostrada mentre guidavo. Con in pantaloni calati, una mano sul volante e l'altra sul cazzo, fantasticavo su Giada che mi aveva stuzzicato per tutta la serata e non mi preoccupavo di smettere di segarmi neanche quando altri automobilisti potevano vedermi. Anzi, notai che il navigatore della mia macchina illuminava molto bene l'abitacolo,ma questo fece leva sulla mia indole da esibizionista e mi eccitai ancora di più fino a schizzare tutta la macchia con la mia sborra.
Il giorno successivo ricevetti un loro messaggio che da un lato mi riempì di orgoglio ma dall'altro mi fece un po' preoccupare. Diceva: "ciao Marco, ieri sera nel nostro letto c'eri anche tu ed è stato molto eccitante.Tu eri il nostro schiavo/giocattolo...". La prima parte del messaggio era molto lusinghiera e prometteva bene per gli sviluppi futuri, ma la seconda parte mi lasciava capire che mi avevano appioppato un ruolo che non avevo mai contemplato e che,non sapendo bene di cosa si trattasse, mi spaventava.
Passai la giornata ad analizzare quelle parole, a cercare di comprenderne i significati reconditi e quale mio comportamento li avesse portati a pensare per me il ruolo di sottomesso, di schiavo e di giocattolo. Certo che il singolo ha quest'ultima funzione: è il giocattolo della coppia ed io ne sono perfettamente cosciente, anzi, mi piace molto l'idea di dover soddisfare i desideri della coppia in cambio di un ingresso nella loro intimità. Mi ricordai che dell'idea che fra il singolo e la coppia ci sia uno scambio, un "do ut des", dove il singolo deve dare qualcosa di sé per ricevere in cambio l'intimità della coppia, ne parlai in occasione del nostro incontro conoscitivo e che loro ne rimasero favorevolmente colpiti.
Mi ricordai anche altri dettagli, come ad esempio che mi chiesero se ero bisex ed io liquidai subito l'argomento dicendo che ero assolutamente etero. A quel punto la mia preoccupazione aumentò ulteriormente: perché avrei dovuto essere il "LORO schiavo/giocattolo"?? Quel plurale mi preoccupò molto, ma dopo averci riflettuto tanto pensai che stavo arrovellandomi troppo nell'interpretazione di un messaggino che probabilmente non aveva nessun significato particolare.
Passarono un paio di giorni e decisi di rispondere loro prendendo il toro per le corna: "Sono veramente lusingato di essere stato con voi anche se in forma virtuale... Vorrei esserlo nella realtà e sono curioso di scoprire quale prezzo dovrò pagare (in natura) per trovarmi nudo sul vostro letto assieme alla bellissima Giada". La risposta fu tanto immediata quanto sintetica, ma anche preoccupante e allo stesso tempo eccitante: "LO SCOPRIRAI". Nient'altro.
Che fare? Li chiamai e cercai di capire... Nulla, molto cordiali e rassicuranti come sempre ma non riuscii a capire niente della loro fantasia. Si trattava di prendere o lasciare. Decisi di prendere (non fraintendiamo!) e di accettare il loro invito a cena, questa volta a casa loro.
Fu una cena molto piacevole, ma la conversazione non sfiorò neanche per un momento argomenti di sesso ed il tempo volò a parlare del più e del meno. Fu lei a rompere il ghiaccio - lo fece in modo piuttosto brusco - e interrompendo la conversazione mi disse: "allora vuoi essere il nostro schiavetto?". Mi vide un po' preoccupato, quindi cercò di tranquillizzarmi dicendo che non mi avrebbero fatto del male né forzato a fare cose che non volevo, ma che per godere della sua presenza in camera da letto avrei dovuto accettare qualche piccolo compromesso soprattutto per un uomo come me che risulta sicuro di sé ed affermato nel mondo del lavoro e nella vita di tutti i giorni. In effetti era evidente un certo divario di posizione sociale fra noi; questa era dovuta non solo al mio successo nel lavoro, ma anche alla differenza di età che necessariamente mi poneva, rispetto a loro molto più giovani, in una posizione "dominante" nella conversazione. Fu chiaro che là, nella camera da letto, i ruoli si sarebbero ribaltati e che il meno esperto ed autorevole sarei stato certamente io.
Mi convinse a seguirlo, mi indicò dove trovare il bagno e la camera da letto. Mi disse che lei mi avrebbe raggiunto dopo 15 minuti dopo essersi cambiata. Io dovevo farmi una doccia e mettermi sul letto, ma (e qui capii l'umiliazione...) non dovevo stare in una posizione qualunque, dovevo mettermi completamente nudo "a pecorina" con il viso rivolto verso la spalliera del letto. La guardai con aria interrogativa, lei mi sorrise maliziosa e mi spinse dentro al bagno esortandomi ad eseguire gli ordini. Mi ritrovai da solo, eccitato da quello sguardo e molto preoccupato per il copione che avrei dovuto osservare, ma procedetti senza esitazione e in poco tempo mi ritrovai nudo a pecorina sul letto di una stanza semibuia, illuminata da un paio di candele messe dietro di me, agli angoli delle pareti. Sono stati minuti interminabili: ero nudo e vulnerabile in una casa che non conoscevo; vedevo la mia ombra proiettata su di una parete con il cazzo a ciondoloni per niente eccitato anzi, sembrava voler scomparire dalla paura! Mi stavo domandando in che cavolo di guaio mi ero cacciato quando sentii un suono di tacchi avvicinarsi alle mie spalle e all'ombra del mio corpo a pecorina si sovrappose quella slanciata e sinuosa di Giada che si avvicinava al letto. Sentii una mano calda che mi avvolgeva lo scroto, stringeva e rilasciava mentre con l'altra mano faceva la stessa cosa con il mio cazzo fino a farmelo diventare duro come il marmo! Avvertii una esclamazione di compiacimento per le dimensioni e la durezza del mio strumento e a quel punto, eccitatissimo, provai a girarmi verso di lei ma fui subito bloccato con la minaccia di rimandarmi subito a casa se non obbedivo ai suoi ordini.
Obbedii e rimasi in quella scomoda e umiliante posizione. Lei si alzò, spense la candela che mi permetteva di vedere la sua ombra e continuò a massaggiarmi come non mi era mai capitato; mi sembrava di avere le sue mani ovunque, erano calde e sentivo la sua saliva scendere sul mio ano e colare sullo scroto per essere ripresa e spalmata sulla punta del mio cazzo!! Che bravura! Altroché umiliazione! Questo è un trattamento da re! Pensai.
Continuando a massaggiarmi me la ritrovai sotto di me e finalmente mi fu possibile vedere il suo bellissimo viso eccitato ed il suo seno raccolto da un body scollatissimo. Fu solo quando mi prese la testa con due mani per portare la mia bocca verso la sua, aperta e con mezza lingua di fuori, che mi resi conto che quel meraviglioso massaggio nelle mie parti intime non poteva essere opera sua ma di qualcun altro nella stanza.
Cosa stava succedendo?? Lei mi stringeva a sé e mi leccava le labbra ansimando mentre il mio cazzo, le mie palle ed anche il mio culo erano nelle mani sapienti e inaspettate di Mauro che a quel punto sentivo ansimare dietro di me con il suo fiato che mi scaldava le parti intime e la sua bocca che bagnava il mio culo. Non sapevo più se reagire a questo assedio o lasciare che il mio corpo sfogasse quell'inaspettato desiderio di continuare ad essere il giocattolo e lo schiavo di una coppia che con l'inganno mi aveva portato in quel paradiso dei sensi...

Se vorrete, il seguito nella seconda parte...
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