bdsm

buio


di unhinged87
15.06.2022    |    2.744    |    2 9.2
"Annusa con avidità le mie palle per assaporarne l'odore, poi stimolandomi con la lingua nel culo segandomi energicamente..."
Con Angela avevamo già stabilito un piano quando ha deciso di venirmi a trovare.

L'interesse era scaturito dai miei racconti precedenti, nè io nè lei ci siamo mai incontrati nè visti fino a quel momento.

La mia camera da letto è completamente buia, e io sono in attesa.
Sento che ha varcato la soglia di casa. ho predisposto per lei alcune piccole candele sul pavimento: una subito a sinistra dell'ingresso, e un'altra nel piccolo corridoio che conduce alla camera con la porta aperta, dove la sto aspettando.
La sento avvicinarsi, per poi spegnere le candele, secondo le istruzioni.
Nell'anticamera chiude la porta dietro di sé prima di iniziare a spogliarsi, sa che non dovrà avere niente addosso prima di varcare la soglia della mia stanza.
la terza candela è sul pavimento davanti al letto. Una volta spenta, quello sarà il segnale per consentirmi di fare dei lei ciò che voglio, il punto di non ritorno.

I vestiti e le scarpe sono ormai ai suoi piedi quando si avvicina alla soglia.
Forse tentenna, cerca forse con lo sguardo qualche indizio, e io immagino dentro la sua testa come stia lottando contro il suo istinto di sopravvivenza, sapendo che io abbia avuto tempo per abituare la vista al buio molto prima di lei.

La scorgo nella penombra della fiamma, ma non è titubante. Entra nella stanza con l'idea di godersi la sensazione di paura e vulnerabilità che la aspetta.

Si inginocchia davanti alla fiamma dandomi le spalle. poi lentamente si abbassa fino a poggiare il mento sul pavimento di marmo freddo, fissando la fiammella a pochi centimetri. Che disinvoltura.

L'attenzione nell'eseguire le mie indicazioni, andando pure oltre mi colpisce: vuole imprimersi quella luce negli occhi per poter poi rimanere completamente cieca quando la spegnerà e io sarò partito.
Mi sembra di vedere una condannata che salendo al patibolo collabora con il suo carnefice, esponendo diligentemente il collo prima del colpo affinché tutto vada bene.

Il suo culo è proteso verso l'alto. Può sentire il calore del fuoco sul viso tanto è vicina. Anche i suoi piedi, si sollevano leggermente da terra contorcendosi tra loro nell'attesa, ed è in quell'istante che mi rendo conto di aver già realizzato un momento che non mi scorderò.

Non so quanto e come possa essere la sensazione di vulnerabilità nell'atto di farsi scopare da un essere che non si conosce fisicamente.
Ci siamo visti qualcosa l'uno dell'altra in foto, lei più di quanto non abbia visto io. Ma quello che rimane di mistero tra noi è adesso tutto quello che emerge prepotentemente in quel buio e quel silenzio, come se i mille pensieri, pulsioni deliberate e interrogativi che in quel momento stanno vorticando nelle nostre menti riecheggiassero all'unisono in qualcosa di indescrivibile.

Il buio è una forza liberatoria.

Come possa essere non lo sapeva neanche lei, ed è per questo che abbiamo deciso di sperimentarlo. Devo quindi resistere all'impulso di non cercare di scorgere indizi il suo viso, in quell'istante così perfetto. Anche io che voglio scoparmi una persona ignota senza neanche averci mai parlato direttamente né averla mai vista in faccia.

Passa ancora qualche istante, la fiamma viene spenta con un soffio.

mi avvicino alla sua schiena, i nostri respiri sono tutto quello che si sente. Il calore della mia presenza è già sufficiente ad impattare; la sento reagire e ansimare ancora prima di averla toccata. La lascio così, gustandomi la sensazione di perdita di controllo immaginato, che è nella sua testa in questo momento.

Non mi controllo più. Il mio impulso è quello di prenderla per i piedi: Il suo punto di contatto con il mondo è ora nelle mani. lei sussulta, ma non può fare altro che rimanere con le ginocchia piantate e il viso contro il marmo senza poter andare da nessuna parte. La sento ansimare più forte.

Il messaggio impartito è chiaro, ma non c'è ragione di essere ambigui al riguardo.
le mie dita si avventano in una presa salda sulle caviglie e poi i polpacci, esercito pressione sempre più intensamente fino a che sento i muscoli tendersi per resistere al dolore. ecco che inizio a conoscere la sua voce, e sento il mio cazzo iniziare a muoversi, prima di quanto avrei immaginato.

Mi avvento con la faccia e la mandibola spalancati sul suo culo rimasto in alto.

Non ho ancora un'identità per lei e non voglio averla. Non voglio essere una persona. In quel momento sono un animale che ha solo voglia di soddisfare la sua fame di carne ed è così che voglio che mi concepisca.

La sua faccia è contro il pavimento mentre la sento gemere sotto i miei colpi. I miei denti raschiano sulle chiappe e l'interno coscia, la mia lingua scorre lungo la fessura della figa e nel culo, ma è più corretto dire che in quel momento è tutta la mia faccia a spingere in ogni dove, nel buio di un incontro tanto sciagurato quanto così ben orchestrato .

L'altra mia anima sadica reclama la sua parte e le mie mani si infrangono sulle sue chiappe. Il fragore e il formicolio sui miei palmi che ne segue è come una sensazione di liberazione attesa per me. I gemiti danno spazio alle grida, colpo su colpo, mescolate al piacere.

Del tutto assente qualsiasi procedimento protocollare. Normalmente dovrei procedere con i colpi prima a impatto di striscio e poi serrato, con una buona dose di stropiccio tra un momento e l'altro per farle rilasciare endorfine e montare adrenalina fino a farla abituare progressivamente.

Al diavolo. Credevo in partenza che sarebbe stato velleitario prospettarsi una dinamica strutturata rimanendo al buio, ma non pensavo che mi ci sarei trovato in maniera così... scardinata.

Lei se ne avvede. Dopo pochi minuti di colpi, manate, morsi e lingua impazzita nel suo sfintere, pressioni forsennate delle dita tra le cosce, si sta rendendo conto troppo tardi che non me n'è mai fregato un cazzo di infliggere nulla di ciò per compiacere lei, che non esiste nemmeno: Io le faccio male perchè mi va e basta.
Capisce che non mi servo di strumenti o altro che possa facilitarmi il lavoro. voglio assaporare la sua carne sulla mia e nient'altro. Il piacere è tutto mio.

Dopo questa presentazione mi accorgo in quel buio che sta tremando. neanche le viene in mente di cambiare posizione, e sentendo i suoi gemiti strozzati nel silenzio della tregua penso averle fatto troppo male, non posso saperlo con certezza, però è ancora lì.
Passa qualche istante e il suo respiro si fa progressivamente piu continuo e rilassato.
Non le ho fatto troppo male. Del resto non mi ha detto di fermarmi.

Nessuna intenzione di cambiare attitudine. Manteniamo un rigoroso distacco nel contatto del un nostro paradosso.

le faccio alzare la testa, la faccio rimanere in ginocchio. con un nastro rapido che ho lasciato a portata di mano le lego i polsi dietro la schiena.
non serve che dica nulla, la sua testa già si muove verso di me, cercandomi e ansimando come una cagnetta mentre mi sente slacciare la cintura.

Devo tenerla per la nuca. Non ho idea di che colore siano i capelli che sto stringendo tra le dita, ma il mio cazzo è già duro mentre le attraversa la bocca dentro e fuori.

Lei si fa concitata muovendo la testa avanti e indietro energicamente per far scorrere le labbra lungo tutta la lunghezza. Non perde tempo per spingerselo in gola, scuotendo la testa per farlo penetrare più che può. Subito dopo è già ricoperto di bava viscosa mentre passa con la lingua di lato e sotto le palle. Nella mia testa la immagino con le guance deformate dalla mia cappella mentre lo prende di lato e non mi sembra vero di scoparle la bocca senza neanche poterla vedere né avere idea di come sia il suo viso. Eppure, la mia conoscenza sensoriale di lei è già consistente così, nell'atto di sentirla fare l'amore con il mio cazzo, e il mio cazzo altrettanto con il suo esofago.
Passa qualche minuto ancora e mi rendo conto che il fatto di non conoscermi la sta facilitando molto. Potrei già sborrare al buio e non mi pare vero, sento che anche lei in quel momento lo vorrebbe, ma mi infilo un profilattico per continuare.

la prendo per quel suo collo esile e la faccio alzare, per poi sbatterla sul letto a faccia in giù.
la penetro di nuovo la lingua in culo, forse per farle credere che me la voglia inculare davvero.

Lei si contorce come se volesse testare la resistenza contro di me, constatando di essere sostanzialmente inerme, decido di punirla premendole la nuca contro il materasso, e poi ho voglia di affondare il cazzo dentro, e lo faccio serrandole il culo con le mani.

Un'altro istante e me la sto scopando in ogni modo; questo essere di carne misterioso fatto di sapori, odori, rumori, gemiti e carne calda sotto le mie mani.

mi sfogo come non mai vorticando in quel delirio dove mille immagini di carne fottuta in ogni modo mi tempestano la mente e si alternano alle sensazioni che mi provoca con gioia.
La sento ansimare di paura e eccitazione, e quando decido di sentirla guiaire più forte la afferro per il collo e le tiro un paio di sberle in faccia mentre mi spingo con tutto il corpo dentro di lei, per poi tirarle giù la mandibola con due dita per sputarle dentro la bocca.
Lei non è più in sé.

Non ne ho mai abbastanza. Liberando le sue mani le sento affondare sulle mie chiappe mentre le pompo il cazzo dentro. La sento gemere come una bestia mentre la fotto, da davanti, dietro, in gola, o quando è lei a fottermi nel culo con la lingua, cercandolo nell'oscurità mentre mi sega tra un inculata e l'altra.

Lei non ne ha mai abbastanza. Tutto quel buio, tutta quella anonimità le consente di essere troia e di esprimerlo con ogni impulso vitale che ha in corpo, è un paradiso.

Non so dire se a sentirla languire soddisfatta sia veramente lei o è sia solo la mia immaginazione, ma in quel momento nessuno dei due vuole un riscontro nell'altro.
Siamo due animali che scopano al buio con l'ignoto assaporandolo, se l'idea stessa del nostro piacere trasposta su uno sconosciuto può definirsi tale. E mentre ci penso i suoi gemiti si fanno sempre più intensi fino a sentirla venire con un urlo. Angela nell'oscurità.

Non le do neanche il tempo di riprendersi, lo schiocco del profilattico elastico che mi sfilo è sufficiente per anticipare le mie intenzioni e farle cercare il cazzo che le sto per dare da succhiare.
Non le ci vuole molto a localizzarlo, e quindi procede a pompare come se non avesse fatto altro nella vita. Annusa con avidità le mie palle per assaporarne l'odore, poi stimolandomi con la lingua nel culo segandomi energicamente.
Mi sente salire con le labbra già serrate sulla la mia cappella e da quell'oscurità più assoluta una prima drenata di sborra si libera nella sua bocca che lei risucchia pronta e manda giù ad ogni scarica.

Le ordino di chiudere gli occhi. E' ora di svelarla a me e voglio farlo prima di lei.

lei obbedisce con il respiro ancora in affanno mentre io accendo la luce.

Quasi non riesco a credere a quello che ho davanti: corpo sinuoso, collo esile, viso angelico stupendo.
Potrebbe guardarmi, ma si trattiene. Un rivolo di sperma ancora caldo sul mento che non ha alcuna intenzione di togliersi di dosso e un accenno di sorriso tradiscono la sfacciataggine e impazienza di questa creatura mentre io le giro intorno con lo sguardo.
Le copro lo sguardo con una benda.

Mi godo ancora quella vista mentre tiro fuori polsiere e cavigliere per lei. Non ho intenzione di dirle nulla, e sento che il suo respiro e il suo battito tornano ad accelerare.

Le blocco gli arti alle estremità del letto con delle catene. Così immobilizzata torno a gustarmi la sua fica che ho appena fottuto con il cazzo poco prima. Stavolta posso vedere il suo clitoride gonfiarsi mentre sono sono intento a scorrerlo con la lingua.

Comincio a penetrarla con due dita, le faccio andare avanti e indietro a più riprese con intensità sempre più forte mentre lei oppone resistenza adagiandosi alla sensazione di non potersi liberare dalle catene del letto e dalla cecità. I muscoli del suo corpo emergono sotto la pelle, Mentre lei si inarca e si tende come una corda sotto il mio fervore, finchè tra urla sempre più crescenti una fontana calda mi irrora finendo sul mio ventre e sul letto sotto di lei.
Le faccio gustare le mie dita gocciolanti del suo brodo salato.

L'aria si riempie del suo profumo, dopo quello del nostro sudore e delle candele ancora prima, e il mio cazzo si è già ripreso. Non aspetto certo che si asciughi niente di quello che si è appena sparso un po' ovunque e la sto già fottendo con il corpo ancora bagnato dei suoi umori.

Stavolta si sente di liberarsi in una cantilena agonizzante più forte di prima. Squirtare deve averla sensibilizzata, ma sicuramente è altrettanto la sensazione di costrizione più forte ad agevolarla.

Come prima, anche ora nessuno dei due vuole pronunciare alcunchè in alcun modo e mi piace così. Snobbiamo il linguaggio, solo i versi fanno per noi. E io mi rendo conto in quel momento di riuscire a sentire lo stato esatto delle sue sensazioni, tanto quanto lei sia in grado di leggermi nelle intenzioni.
E' come se l'oscurità dei sensi e del reciproco mistero del momento prima ci avesse conferito una sorta di telepatia. Buio sobillatore.

Se ne viene anche più in fretta di prima sotto i colpi del mio cazzo e delle mie dita che affondano nella sua carne.

Mi sfilo il secondo preservativo e subito lei cerca il mio cazzo roteando fuori la lingua appena sotto la benda che le è rimasta addosso chissà come.

Mi diverto a scorrere su quelle labbra magnifiche ancora un po' prima di sganciarla dalle catene.

Lei riprende subito dopo a succhiarmi dimenando bocca in ogni dove, ora che è libera di spingere sua testa avanti e indietro con foga.
la sua lingua si protende fuori mentre mi sega energicamente, significando una cosa sola, e io decido che è ora di farla contenta.
le faccio succhiare le palle mentre comincio a slegarle la benda.

Sento il suo battito accelerare, il nostro primo momento di conoscenza diretta sta per arrivare e questo la inquieta, perchè non sarò piu un entità astratta che l'ha scopata ma un individuo e lei altrettanto. La sento ansimare mentre mi succhia le palle e il culo, qualche gemito di paura ancora quanto la protezione anonimizzante della benda sta per cedere, ma all'ultimo istante è la carica del mio orgasmo ad animarla contro i suoi timori, alzandosi sulle ginocchia in posizione da cagnetta con la lingua fuori. E infatti quando la benda viene via i suoi occhi sono già spalancati, fissi su di me, impaziente di potermi finalmente guardare.

E così è. Soffre per abituarsi alla luce e per la sfrontatezza a cui si sottopone, e quel senso di lberazione le piace e lo assapora: Finalmente io e Angela ci vediamo per la prima volta, nel momento in cui il mio carico di sperma fiotta abbondante su di lei che gemendo entusiasta continua a segarmi implorante di averne ancora. Sborra in faccia, sborra sulla lingua, quasi sembra venire con me.

Il suo viso si completa con la fisionomia del suo sguardo sfacciato e nel complesso riesce ad essere ancora più bello di prima, e non solo perché è ricoperto di dense striature bianche.

"ciao" mi risponde ammiccando, prima di ingoiare ancora.
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