Diario di N.

Finalmente un diario tutto mio.
Posso scrivere tutto quello che non ho mai osato dire a nessuno.
Sono sposato, ho dei figli. Ho avuto anche parecchie ragazze, nessuno potrebbe immaginare cosa si nasconde nei miei più nascosti pensieri.

Iniziamo dai miei 13 anni, quando scoprii quanto mi piaceva il sesso, e, più specificatamente, il cazzo.
In terza media, io e G. Ci appartavamo spesso nei boschetti antistanti la scuola: “io ti mostro il mio, se tu mi mostri il tuo” …

Di lì a succhiarglielo, fu un attimo.. ma ancora non sapevo bene come si facesse… e nemmeno lui.
Un pomeriggio, rivelai al mio migliore amico F., che abitava a due portoni di distanza, questo nuovo divertimento.
“Sono geloso” mi disse. “Perché non le fai con me queste cose”.
Era un po’ serio e un po’ scherzava. C’era una specie di sfida sotto….
“Tu avresti il coraggio?” In fondo, avevamo la stessa età (anche se andava in una scuola diversa) “certo” mi disse, con uno sguardo assatanato.
Capii che mi desiderava e che stava progettando qualcosa di particolarmente stimolante.
Ci dirigemmo senza parlare verso il suo garage.
Entrammo dalla porta posteriore, che lui richiuse subito a chiave.
La luce filtrava dai fori di areazione del portone principale di metallo, mostrando abbastanza chiaramente le nostre sagome.
Si aprí la patta e, tirando fuori l’’uccello disse: “ecco, fammi vedere come si fa, poi lo faccio io a te”
Mi inginocchiai e lo presi in bocca. Era già abbastanza duro, ma non appena lo ingoiai divenne di marmo.
Dopo qualche succhiata, lo scappellai e leccai il glande come fosse stato un gelato.
“Adesso tocca a te” gli dissi dopo un po’.
Prontamente mi restituì il favore, ripetendo la mia procedura. Credo però che, tra i due, io fossi il più bravo, perché non mi piacque molto.
Eravamo inesperti e dopo un po’ smettemmo, e tornammo a giocare con il pallone.

Qualche giorno dopo mi ripropose di fare ancora un giochino coi nostri piselli imberbi…accettai con gioia, ma stavolta decisi di andare più a fondo e non gli chiesi di farmi lui il bocchino… visto come mugolava mentre succhiavo, non penso che avrebbe fatto a cambio.
Finimmo il pomeriggio segandoci a vicenda.

Fu solo dopo un’altra settimana che capii quanto il gioco era andato avanti.

Ero rimasto a casa da solo perché mio padre era stato operato, e mia madre era andata da lui. Sapevo che non sarebbe rientrata per alcune ore….lo chiamai e lui venne subito.

Mi feci trovare in tuta da ginnastica, senza nulla sotto, e cosa strana, stessa cosa aveva fatto lui.

Due corpi nudi, il mio ed il suo, sopra al tappeto dell’ingresso, due cazzi duri, piccoli magari, ma caldi…
Mi infiló la lingua in bocca, cosa che non apprezzai.., per un po’ giocammo come fanno i lottatori, fino a quando non mi capitò il duo cazzo a portata di bocca.
Lo ingoiai avidamente e succhiai… gli dissi solo: “sborami in bocca”… e lui prontamente finì col segarsi e riversare una bella quantità di sborra calda e salata sulla mia lingua.

Provó anche ad appoggiarmelo tra le natiche, ma l’inesperienza fece finire tutto lì.

Qualche settimana dopo, ancora nel suo garage, mi propose una pecorina… mai provato, chissà cos’è…questa volta, lui era preparato, con dell’olio si unse l’asta. “Togliti i pantaloni della tuta e mettiti giù, come un cane” lo feci, ubbidii, curioso..,

Sentii che con le dita mi ungeva il buco del culo e con un dito anche dentro… “Che fai?” Ansimai… “tranquillo, vedrai che ti piacerà “
Sentivo il suo glande spingere sull’orifizio, piccolo da ragazzino… così decisi di agevolarlo, e con le mani cercai di allargare le chiappe… funzionò. Con una botta micidiale lo sentii entrare di botto.
Mi ritrassi per il dolore e non ci provammo più… cosa che oggi rimpiango.