Gay & Bisex
Antonio - seconda parte

29.05.2025 |
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"Istintivamente lo guardai, di lato, in faccia e come se volessi ripulirmi da un gelato, portai fuori la lingua facendola roteare sulle labbra..."
PROSEGUE…Non avevo molta esperienza con i cazzi, il suo era solo il quarto con il quale in qualche modo avevo giocato, però sapevo bene come mi piaceva essere succhiato e mi comportai di conseguenza. Non mi avventai subito sulla cappella cercando di metterlo in bocca il più possibile ma, dopo quelle prime leccatine, ritornai alle palle dalle quali ero partito.
Una buona fellatrice sa che deve guardare negli occhi con malizia il proprio partner mentre gli dà piacere; questo amplifica l’eccitazione del maschio e gli dà ancor più l’impressione di essere colui che conduce il gioco. Non tutte le ragazze che avevo frequentato fino ad allora erano state così disinibite ma io cercai di immedesimarmi il più possibile nel ruolo agendo di conseguenza.
Lo guardai negli occhi e accarezzandolo sulle cosce gli feci cenno di allargare più le gambe portandosi inoltre un po’ più avanti rispetto alla seduta del divano. In quella posizione, inginocchiato davanti a lui, abbassai la testa e con la punta della lingua frugai tra le pieghe che le palle formano con le cosce. Nonostante in viso fossi ancora visibilmente emozionato, ormai avevo superato le inibizioni iniziali: descrissi con la punta della lingua, più volte, un ideale arco alla base dello scroto. Non proferì parola ma i suoi gemiti mi rincuoravano sul fatto che stessi facendo un ottimo lavoro. Volli allora sperimentare qualcosa mai messo in pratica con un uomo. Durante uno di quegli ideali archi del piacere, fatti di sapienti leccatine e di altrettanto gratificanti pause, abbassai la zona di azione della mia lingua spostandomi ancora più in basso nella zona tra la base delle palle e il buchetto. Antonio era pulito e si sentiva; vinto ormai ogni accenno di pudore, con la punta della lingua gli lambii il contorno del buchetto, senza nessuna fretta. “Caaaazzzzo…se stai imparando presto!” mormorò tra i gemiti.
Un attimo di pausa e poi ripresi mimando un cunnilingus che ben conoscevo, ma questa volta al culo di un uomo! Un paio di secondi soli e poi afferrando alla base il cazzo turgido per portarlo più comodamente alla mia bocca, dischiusi leggermente le labbra umide e puntai alla cappella accogliendola completamente. Aprii ancora di più le mascelle e accolsi il suo cazzo nella mia bocca arrivando a lambire le palle con la lingua.
“Brava pompinara…”, disse, “ora non parlo più…”, gemette ancora, “...succhiami come preferisci ti avviserò prima di venire…ma se vuoi sappi che sono sano certifi…”. Non lo lasciai nemmeno finire di parlare e partii con un succulento pompino muovendo su e giù la testa. Era grosso per le mie modeste capacità ed esperienza, quindi alternai il cazzo completamente in bocca al piacere di avviluppare la cappella con la lingua. In quel turbinio di sensazioni avevo quasi del tutto trascurato i miei sensi. Antonio era visibilmente eccitato e il gusto leggermente salato che stavo iniziando a percepire era certamente dovuto al liquido preseminale.
Capì che anche a me stava piacendo quella situazione e, mettendomi una mano sulla testa, me la spinse in basso facendomi ingoiare tutto il suo spesso cazzo fino alle palle. Mi ritrassi qualche istante perché non ero ancora così bravo, rischiavo il riflesso che mi avrebbe portato ai conati di vomito. Gli feci capire che non ero ancora pronto per quei giochi e proseguii accogliendo la sua cappella tra le labbra leccando contemporaneamente l’asta con la lingua. Alternavo ritmi più serrati a istanti di pausa; era evidente che avrei dovuto fare ancora molta esperienza per diventare pompinaro provetto. Avevo totalmente perso la cognizione del tempo ma certamente, da quando gli iniziai a leccare il culo, erano passati almeno dieci/quindici minuti. Aumentai leggermente il ritmo sentendo il suo respiro sempre più affannoso.
Gridò: “Sto per veniii…”, feci appena in tempo ad aprire la bocca e portare fuori la lingua che il primo fiotto di sborra schizzò impetuoso verso la mia ugola facendomi quasi soffocare. Mi ritrassi leggermente e altri due schizzi mi invasero la bocca scivolando parzialmente dalla lingua fino alla sua asta e al pube.
Era calda, un po’ salata e piuttosto densa. Avevo già fatto dei pompini ma per me quella era la prima volta in cui sperimentassi la sborra in bocca. Tutto sommato la situazione e il gusto del suo sperma mi piacevano così decisi di riprendere, a ritmo leggero, il pompino per potergli ripulire il cazzo. Si sa, noi uomini una volta arrivati all’orgasmo tendiamo a essere molto più sensibili e sovente desideriamo esser lasciati stare. Io invece proseguii procurandogli immensi gemiti. Uscirono ancora le ultime gocce di sperma quando, esausto, mi afferrò la testa con due mani allontanandola dal suo cazzo.
Dovetti lasciarlo un paio di minuti tranquillo e in silenzio per fargli riprendere fiato. Nel frattempo mi sedetti vicino a lui sul divano; avevo le ginocchia rosse e il cazzetto duro, le labbra ancora bagnate e la bocca con il gusto della sua sborra. Istintivamente lo guardai, di lato, in faccia e come se volessi ripulirmi da un gelato, portai fuori la lingua facendola roteare sulle labbra. Raccolsi ancora le ultime tracce di sperma che non avevo già assaporato prima.
“Ti piace proprio la sborra, vero?” disse con un tono autoritario. Non riuscii nemmeno a rispondere che mi afferrò un braccio e mi fece alzare con lui. Si mise dietro di me stringendomi forte e facendomi sentire il cazzo ormai molle sulla schiena. Con la mano sinistra si porto all’altezza del mio capezzolo destro schiacciandolo leggermente. Notato che stavo gradendo la situazione strinse ancora più forte mentre con la mano destra iniziò a farmi una sega veloce.
Non mi era mai capitata una situazione del genere, sentivo che da lì a poco sarei venuto; con le donne normalmente duravo molto di più. La mia eccitazione doveva essere palese perché, continuando a segarmi con impeto e a palparmi il capezzolo, mi sussurro all’orecchio con voce risoluta: “Hai già leccato e scopato fighe, succhiato cazzi ma vedrai…oggi per te questo sarà un nuovo inizio! Diventerai la troia che tutti desiderano”. La situazione, le sue parole, la stretta al capezzolo e la sega impetuosa non mi fecero più resistere e gemendo venni copiosamente nella sua mano, chiusa nel frattempo per non sprecare quasi nulla.
Mi allontanò di scatto e con voce decisa mi ordinò “Ora puttana abbassati e puliscimi la mano… Se hai ingoiato tutta la mia sborra non vedo perché tu non debba fare lo stesso con la tua!”.
Senza farmelo ripetere feci come ordinato e, accovacciandomi davanti a lui, gli ripulii la mano con la lingua.
All’inizio tentennai ma dopo un suo rimprovero portai a compimento quel compito un po’ imbarazzante con devozione ricevendo alla fine una carezza sui capelli.
Da quell’istante Antonio pareva di nuovo esser tornato il piacevole uomo garbato e distinto della sera prima. Il tono autoritario di poco prima lasciò il posto alla pacatezza e alla cordialità. Con gentilezza mi indicò il bagno e mi suggerì di fare una bella doccia rilassante.
NON VI È ALCUNA CERTEZZA CHE I FATTI NARRATI SIANO FRUTTO DELLA FANTASIA DELL’AUTORE, SIANO IL RACCONTO DI FATTI REALMENTE ACCADUTI OPPURE UNA LORO RIELABORAZIONE. PERTANTO IL RIFERIMENTO A LUOGHI, FATTI O PERSONE POTREBBE ANCHE NON ESSERE PURAMENTE CASUALE.
IL LETTORE APPASSIONATO PERCIÒ PRENDA LA NARRAZIONE TAL QUALE SENZA DOVER NECESSARIAMENTE SCOVARE PARTICOLARI CORRELAZIONI E SENZA RICERCARE UNA LINEA TEMPORALE TRA QUESTO E ALTRI RACCONTI DA ME PUBBLICATI.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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