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Gay & Bisex

IN DUE PER ME


di caos_calmo88
10.07.2015    |    18.696    |    13 9.2
"Giovanni, visibilmente impacciato e nervoso, se ne stava seduto in disparte, rifiutò il vino in quanto astemio..."
Dario e Giovanni, due amici così diversi, eppure così simili. Due giovani mariti uniti dalla passione per i ragazzi giovani.
Dario aveva 50 anni molto ben portati. Professione: allenatore di calcio.
Aveva un fisico robusto ma al contempo atletico. Pelo giusto, volto virile, aspetto da macho. Aveva dei modi gentili e raffinati. Un uomo abituato a frequentare il bel mondo, tra viaggi, macchine di lusso e una moglie bellissima con cui, diceva, aveva un rapporto idilliaco.
Giovanni aveva 46 anni. Professione: bancario. Anche lui sposato, ma a differenza dell’amico, il rapporto con sua moglie non era dei migliori. Un ragazzo taciturno, a volte impassibile, un po’ misterioso e sempre timoroso di tutto. Bell’uomo anche lui, ma l’opposto di Dario.
Giovanni aveva un viso dai lineamenti delicati, fisico normale, ricordo che portava sempre i mocassini.
I due si conoscevano da anni, e da buoni amici condividevano un desiderio: conoscere un giovane ragazzo da mettere al centro dei loro giochi.
Trovarono me.
Dario aveva una splendida casa sul mare, ci saremmo trovati tutti e 3 a quell’indirizzo.
Giovanni arrivò un po’ in ritardo, così ebbi modo di conoscere meglio Dario, il padrone di casa.
Fu molto accogliente e gentile, quando finalmente Giovanni arrivò, Dario e io ci eravamo già baciati… e palpati a lungo.
Giovanni non mi fece una grande impressione, sembrava indifferente a tutto e che fosse capitato lì per caso. Penso che in cuor suo invidiasse la spigliatezza del suo amico.
Dario a quel punto stappò una bottiglia di ottimo vino rosso, e propose un brindisi.
Giovanni, visibilmente impacciato e nervoso, se ne stava seduto in disparte, rifiutò il vino in quanto astemio.
Dario dunque si sedette vicino a me. Cominciò ad accarezzarmi le gambe, poi il volto, e mi baciò di nuovo con trasposto.
Misi ancora una mano sul suo pacco, aveva sempre il cazzo duro. Era il momento di cominciare, con o senza Giovanni.
Mi inginocchiai davanti al cazzo di Dario, e glielo tirai fuori. Aveva una nerchia grossa e venosa, una cappella tornita e due grossi coglioni carichi di crema. Lo presi in bocca che era già umido, Dario mi carezzava la testa mentre io mi infilavo in gola il suo bastone, tenendolo per le palle.
Senza togliermi il cazzo dalla bocca mi spogliai, via la camicia, scarpe, jeans, ero completamente nudo e a pecorina.
Dopo un po sentì una lingua stuzzicarmi il buchetto. Giovanni finalmente si era svegliato! Lo invitai a mettersi vicino a Dario.
Quel timidone aveva una gran bel cazzo, lungo e massiccio. Li afferrai entrambi slinguazzando e ciucciando le loro cappelle. Incastrarono i loro cazzi nella mia fauce, se avessero sborrato insieme mi avrebbero certamente affogato.
Dario mi teneva per i capelli, Giovanni per il mento. Ero il loro giocattolo.
Avevo le lacrime agli occhi, dalla mia bocca colava tantissima saliva. Giovanni tolse il suo uccello, poiché stava per venire.
A quel punto Dario mi fece stendere supino sul divano, e montò sulla mia faccia, strusciando i suoi coglioni pelosi sul mio viso. Giovanni prese a succhiarmi il cazzo, che era durissimo.
Dal cazzo Giovanni riprese a leccarmi il buco, giocandoci con le dita.
Mentre Dario continuava a sbattermi la nerchia e le palle sul viso, Giovanni mi infilò la cappella nel culo…
Godevo come una troia in calore. Cominciò ad aprirmi per bene il culetto, spanandomi a dovere.
Dario si accorse della scopata in atto, e quasi con stizza mi infilò il suo cazzone fino in gola.
Poi si mise in piedi sul divano, e cerco di infilare il cazzo in bocca a Giovanni che mi scopava duro, ma l’amico lo scacciò.
“Toccava a me per primo”, disse Dario. Il povero Giovanni, piuttosto remissivo, sfilò il suo uccellone dal mio culo. Dario si infilò il preservativo, e mi entrò dentro tutto di un colpo. Fino alle palle.
Giovanni non ce la faceva più, avvicinò la cappella alla mia bocca per farsela succhiare… quando partì il primo schizzo. Sborrò sulla mia faccia, dentro la mia bocca, persino sui capelli. Ma da quanto tempo non scopava questo pover’uomo?
Nel frattempo Dario continuava imperterrito a fottermi il culo, poi, con la faccia piena di sborra colante mi girai. A pecora Dario mi sfondava tenendomi per i fianchi.
D’improvviso lo stappò dal mio buchetto aperto e rovente, e si mise di fronte a me.
“Leccami le palle”, mi ordinò Dario mentre si masturbava.
Era in arrivo altra sborra calda tutta per me. Anche lui annaffiò la mia faccia, mentre Giovanni mi teneva ferma la testa.
Il suo schizzo caldo si depositò sulla mia pelle, sopra quello ormai secco di Giovanni.
Mentre Dario si buttò esausto sul divano,
Giovanni mi regalò una bella sorpresa. Aveva di nuovo il cazzo durissimo e pronto all’uso. Me lo infilò di nuovo in bocca e in culo, davanti agli occhi stanchi di Dario.
Giovanni non riuscì a sborrare, ma fece venire me per la seconda volta.
Poi si accasciò sul tappeto, riuscivo a sentire i battiti impazziti del suo cuore. Dopo poco si addormentò.
Decisi di lasciare riposare quei due tori spossati.
Sembravano morti. Dario russava sul divano, con il cazzo moscio che li gocciolava sulle cosce muscolose.
E Giovanni, rannicchiato sul tappeto, aveva il cazzo in fiamme.
Mi rivestì e me ne andai senza svegliarli. Circa un’ora dopo ricevetti una loro chiamata, mi ringraziarono per tutto… e mi chiesero quando potevamo organizzare nuovamente.
Molti giorni dopo mi chiamò Giovanni, che mi chiedeva di vederci tète à tète. I due amici erano entrati in contrasto, quindi un incontro a tre era ormai da escludere.
Ma Giovanni non sapeva che avevo già cominciato a frequentare Dario a sua insaputa…
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