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Gay & Bisex

L'ACCAMPAMENTO dei NOMADI in CALORE


di caesarfn
04.03.2012    |    24.611    |    2 6.4
"Oggi dopo tutto questo tempo quando faccio sesso ricerco pattern e atteggiamenti come quelli che ho avuto in quella comunità, come per esempio una scarpa in..."
Seguito del: Forte abbandonato


Era il mio secondo risveglio ero stato scopato a fondo dentro il forte abbandonato, ero andato ad ispezionarlo ed invece di trovare dei cimeli di guerra avevo trovato una nerchia enorme che mi aveva sfondato ed una donna che aveva fatto con le sue scarpe odorose armi da usare sulla mia faccia e sulla testa. Ora al secondo risveglio mi trovavo sdraiato in terra in un ambiente vuoto di grandezza tre metri per quattro, in fondo alla stanza si trovavano due sedie ed una panca ed al lato opposto vi era una porta oltre cui si sentiva un brusio sia di uomini che di donne. Pensai ormai di mettermi l’animo in pace e che quello che era accaduto forse si sarebbe ripetuto, ma questa volta ero eccitato ed ansioso di conoscere il menù che stavano preparando per il mio ano e la mia bocca. Non passò molto tempo che vidi aprire la porta ed entrarono furtivamente due donne molto più giovani di quella che mi aveva cercato di spaccarmi la testa, queste appena entrate chiusero delicatamente la porta con un fare che mi fece pensare che la loro entrata era clandestina e di pura curiosità, infatti mi si avvicinarono ed anche la stanza era in penombra vidi che erano vestite con la solita gonna larga con dei corpetti molto attillati uno di color celeste e l’altro verde acceso, ai piedi avevano entrambi un paio di scarpe di vernice nera con tacchi di dieci centimetri, questo mi preoccupò non poco, perché se avessero avuto lo stesso vizietto della donna di prima con quei tacchi sarebbe stata la mia fine. Nell’avvicinarsi camminavano quasi in punta di piedi come per non rivelare la loro presenza e senza fare soste si misero a girarmi intorno ed a testa china si rivolsero a me con voce bassa, allora sei tu la troia che hanno catturato al forte e che stava rovinando tutta la nostra fungaia, io risposi che quella non era mai stata la mia intenzione, ma loro continuavano a sussurrare, puttana di la vi sono una quindicina di uomini che stanno mettendosi d’accordo su chi per prima he,he,he diciamo meglio su chi sarà il secondo e cosi via fino all’ultimo che ti fotterà. A queste parole pensai subito che da li non sarei uscito con le mie gambe e che il mio culo in un giorno non poteva essere sverginato e poi sopportare altre quindici inculate. Comunque! continuo a dire una delle due donne, noi siamo magnanime e ti abbiamo portato da bere, e così dicendo una mi blocco la testa e l’altra si mise a cavalcioni sopra la mia faccia si tirò su i bordi della gonna e vidi che non portava le mutande e con la fica che non aveva mai conosciuto ceretta si avvicino al mio viso così vicino che sentivo il suo odore naturale forte ed acre tipico di un orina fermentata fatta molto tempo prima, nonostante tutto io aprii la bocca e mentre cercavo con la lingua di arrivare alle grandi labbra mi arrivò in bocca un fiume di piscio caldo che dovetti per buona parte inghiottire per non rimanere soffocato, dopo aver eseguito i suoi bisogni la donna dal corpetto celeste si fece slinguazzare la vagina confermando che oltre alla ceretta aveva conosciuto anche poco il sapone, ed una volta sentitasi pulita si alzò per lasciare il posto alla sua amica che mi disse se hai bevuto ora è arrivato il momento di mangiare e così dicendo sulla mia bocca questa volta mi trovai l’ano della seconda donna notai subito un bel buco giovane e turgido che stava deformandosi per la pressione delle feci sullo sfintere, e proprio per essere sicura di cagarmi in bocca si fece aiutare dalla sua amica che comincio a farmi pressione con l’indice ed il pollice ai lati della mia bocca serrata fino a che cedetti, giusto in tempo per accogliere una discreta quantità di merda poltosa nella mia bocca. La loro successiva premura fu quella di farmi ingoiare tutto in maniera di non lasciare tracce del loro passaggio infatti una mi tappò il naso e l’altra mi forzava ad ingoiare l’impiastro flautolente dal sapore dolciastro con un odore di broccolo fermentato che andò ad unirsi nella mia pancia con quell’urina gialla intensa dall’odore ammoniacale che poco prima avevo bevuto e dopo aver fatto da water per il loro sesso per finire ambedue prima di eclissarsi completarono l’opera con un calcio ai testicoli dato ferocemente. Certo di aver ricevuto solo un piccolo anticipo della cordialità di questa comunità ospitale, cercai di fare attenzione ai discorsi che stavano facendo fuori. Cercai di trascinarmi verso la porta per sentire meglio quando improvvisamente il ciarlare esterno terminò improvvisamente, la porta si spalancò ed entrarono due persone una molto anziana di età sicuramente over ottanta, aveva il mento sfuggente che muoveva ritmicamente in alto fin quasi a toccare il naso ed in basso ad indicare che i denti per lui erano solo un lontano ricordo, i suoi occhi erano penetranti, sicuramente era il capo della comunità fra le labbra potevo sentire lo sciaquio della saliva fra quelle gengive lisce e ritirate dalla piorrea in quanto vedendomi nudo già pregustava il momento di quando mi avrebbe fottuto, l’altro invece era un colosso somigliante a quello che la nostra fantasia potrebbe immaginare come una chimera o incrocio tra polifemo e mangiafuoco, era alto quasi due metri un bicipite era largo quanto tutte e due le mie cosce adolescenziali, sicuramente era lui che la donna del mio primo incontro aveva nominato,sicuramente era…. Orco! rabbrividii, ma inconsapevolmente il mio vermetto inguinale al pensiero di quello che stava per avvenire si era drizzato e fui percorso da un brivido di paura e di piacere allo stesso tempo. I due mi guardarono intensamente poi raggiunsero la panca in fondo alla piccola stanza e cominciarono a spogliarsi, poggiarono tutti gli abiti sulle sedie e rimasero con scarpe e calzini, orco era statuario e quando si giro mostrò un pene spaventoso che si stava inturgidendo era lungo come il mio avambraccio, anche il vecchio sdentato era equipaggiato in modo non disprezzabile il suo pene sembrava non essere dell’età del corpo che era pieno di rughe. Il primo a parlare fu il vecchio e disse, orco togli a quella troia i legacci e fallo venire a pecoroni verso di me. Orco mi si avvicinò mi girò a pancia sotto e cominciò a slegarmi, per fare questo si inginocchio e sentii il suo pene caldo e voglioso strusciami un fianco, ero trasecolato e solo la voce del vecchio mi riportò alla realtà vieni qua frocetto e toglimi le scarpe, a pecoroni avanzai verso il vecchio le slacciai le scarpe gliele sfilai e lui con la mano mi forzò il viso sul piede dalle unghie poco curate e mi disse di leccarlo per bene, io feci come mi era stato comandato e con la lingua cercavo spasmodicamente di pulire il piede e tutte le dita una ad una facendo incetta di pellicine e cellule sfaldate ed accumulatesi fra un dito e l’altro, riservai lo stesso trattamento anche all’altro piede fino a che non risalii con la lingua umida lungo le gambe fino ad arrivare sullo scroto e cercai di risucchiare pelle e palle nella mia bocca, il vecchio era ormai eccitato si alzo mi disse che ero meglio di una donna, e quindi mi fece sdraiare sulla panca supino a faccia in su mi allargò le gambe e con il cazzo turgido come una quercia lo affondò nel mio culo ancora dolorante. La pancia del vecchio era sopra la mia il suo viso vicino al mio e mentre mi fotteva violentemente con una mano mi aprì la bocca ed avvicino la sua bocca l’aprì e riversò nella mia gola un lago di saliva che bevvi avidamente potei scorgere per un attimo le gengive prive di denti lisce prima che le sue labbra si unissero alle mie in un bacio profondo sentivo la sua lingua ed il suo fiato dentro di me anche io allungai la lingua nella sua bocca fino ad accarezzargli le sue gengive ed il suo palato, questo lo fece sussultare di piacere ed affondò il pene in maniera bestiale, mi stava fottendo come una donna e io stavo godendo come un porco. Dopo alcuni minuti in cui il vecchio mi stava inculando e contestualmente riversando nella mia gola una marea di saliva, tolse rapidamente la verga dal mio ano e me la ficcò in gola e dopo alcuni spasmi mi inondò l’esofago di sborra al punto tale che rimasi quasi soffocato il sapore dolciastro e la quantità di quella sborrata solo molto più tardi nel tempo capii perché, il vecchio possedeva quel volume enorme di sborra, faceva uso forse inconsapevole di alcune erbe, e di alcuni amminoacidi che sicuramente acquisiva con una alimentazione studiata al punto di realizzare una produzione di sperma enormemente superiore al normale, nel gergo di chi pratica ambienti e set di film porno questo fenomeno è chiamato “money shot”, comunque, stetti bene attento a non sprecare nemmeno una goccia di quel nettare, anzi con sorpresa rantolavo dal piacere e con la bocca ancora sbavata di sborra calda gli dissi di voler prenderne ancora. Non ebbi nemmeno il tempo di sentire la risposta del vecchio che fui preso alle spalle con furia da orco, era in preda ad un esaltazione eccitatoria incontrollata, mi sbattè per terra e mentre mi trovavo pancia a terra vidi che erano entrate altre quattro persone e che già si erano spogliate per avere i miei servizi, ma ero nelle mani di orco, quindi stavano in piedi ad aspettare ed avevano iniziato una sorte di premasturbazione aspettando il momento propizio e dietro loro intravidi anche la donna che mi aveva catturato a suon di scarpate sulla mia testa, stava guardando la scena e i suoi occhi brillavano di piacere e soddisfazione, infatti sicuramente quel giorno sarebbe stato un giorno di riposo per le donne del villaggio. Il ciclope mi mise a pecorina con le sue mani enormi mi allargò le cosce e con il suo corpo possente vi si infilò in mezzo, con la sua mano sinistra mi afferrò i capelli tirandomi la testa verso il suo petto con la mano destra prese il suo enorme cazzo dritto e lo abbassò verso il mio povero ano spampanato. Sentii la pressione del suo glande che scalciava per entrare ma era una cosa fisicamente impossibile, nel vedere i tentativi falliti di orco nello scoparmi la donna dalla scarpa facile mi si avvicinò, mamma mia pensai speriamo che non ripeta quello che aveva fatto con il suo compagno, infatti fui risparmiato, lei cominciò a sputare sul mio buco rosso e gonfio finche sentii un dolore tremendo orco con l’aiuto degli sputazzi della signora era riuscito a penetrarmi e il suo cazzo ben lubrificato dalla bava avanzava come un treno nel mio sfintere, urlai come finora non avevo mai fatto, addirittura per far spazio a quella massa muscolosa che mi aveva invaso l’intestino vomitai, intanto ero scosso da tremiti e sentendomi ancora strillare la donna chiamò i quattro che erano appena entrati e gli disse di fottermi la gola così la troia che sarei stata io avrei smesso di gridare, e così fu, l’uno dietro l’altro mi ficcarono il cazzo in gola e mentre ero impalato come un involtino primavera e sconquassato dall’ anaconda che mi aveva infilata al culo orcone, gli altri man mano che entravano nella stanza uno ad uno mi infilavano il cazzo in bocca fino alle palle e mi tenevano la testa premuta contro il loro addome fino al momento di riversare la loro sborra nella mia gola. L’aria nella stanza era irrespirabile l’odore di orina di sperma di sudore era un olezzo che eccitava i corpi a svuotarsi nella mia gola ormai la quantità di quello che avevo ingerito era enorme ma ero diventato insaziabile e le mie grida di dolore e di piacere erano possibili solo nel piccolo lasso di tempo del passaggio nella mia gola da un cazzo ad un altro. L’idea fissa era come orco avesse ridotto il mio buco, ormai la sua mazza era completamente dentro di me e ogni movimento sussultorio ed ondulatorio del suo poderoso cazzo provocava sconquasso nel mio intestino. Era ormai più di mezza ora che orco stava facendo i suoi porci comodi ormai erano passati tutti gli altri interessati che per non disturbare il mio inculatore si erano accontentati di sborrarmi in bocca e poi di pisciarmi in gola e fare toletta con la mia lingua, la donna dalla scarpa facile, lubrificava con gli sputi il mio culo infuocato ed ogni tanto avvicinava il suo viso al mio per catturare e godere dei miei spasmi. Sentivo che Orco stava per eruttare, io ero sfinito, la mia pancia era gravida di tutto lo sperma ed il piscio di quella comunità, volevo ora far venire Orco, per cui con la mano sinistra andai a cercare i suoi cojoni e con delicatezza li accarezzai con un massaggio delicato li tirai verso di me fino a toccare le mie palle, Ed ecco che finalmente sentii un brivido che percorreva le gambe dell’uomo che mi aveva impalato sentii fra le mani lo scroto risalire e finalmente nel mio sfintere si riversò un rio delle amazzoni di sperma, il suo enorme glande nel mio intestino stava liberando sperma come un idrante, ormai quel pistone che mi aveva stantuffato il culo per un tempo incalcolabile stava uscendo dal mio culo, io ero allo stremo le mie gambe si muovevano come quelle di un ciclista, era stato veramente troppo e dopo una serie di rutti dovuti allo sperma ed al piscio che mi avevamo fatto ingerire, ed altrettanta aria che usciva dall’ano stantuffato per tutto il giorno caddi inesorabilmente in uno stato catatonico, tutto intorno divenne nero, questa volta svenni e non per causa di una serie di scarpate ma per sfinimento organico. Mi svegliai e subito capii che mi avevano adagiato all’esterno di quella porta che portava alla fungaia maledetta, o meglio a ripensarci benedetta perché grazie a quella esperienza il mio approccio alla vita è cambiato come pure le etichette che fin da quando sei in fasce ti costringono a seguire, questo è sbagliato e questo è giusto tutto una presa in giro che solo quando ce ne accorgiamo che siamo stati strumentalizzati è troppo tardi e ci siamo fottuti armai gran parte della nostra vita. Oggi dopo tutto questo tempo quando faccio sesso ricerco pattern e atteggiamenti come quelli che ho avuto in quella comunità, come per esempio una scarpa in faccia che sia maschile o femminile non importa, essere legato, ecc… Una cosa è certa il destino a voluto che io per lavoro ogni mattina passo davanti a quel luogo ora vi è una comunità forse di marocchini o comunque di nord africani, uno di questi giorni ci faccio una scappata nella speranza di trovare un accampamento in calore come quello di tanti anni fa, magari anche con una donna come quella che ho conosciuto e che senza eufemismo mi è entrata in testa e non mi ha mai più lasciato

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