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Gay & Bisex

La bella Estate


di Maurice53
18.12.2024    |    107    |    2 8.7
"Mi avvicinai e per uno strano e imprevisto trasporto cominciai a menargli le chiappe con il mio cazzo durissimo, e poi a farlo andare su giù fra le sue natiche..."
Avevo 18 anni e nel mese di luglio ero solito andare in vacanza a casa dei miei nonni sull'Appennino modenese. Non che ci fosse una gran vita: passeggiate con gli amici, pomeriggi e serate al bar, juke box a manetta. Gli altri miei amici si divertivano anche ad andare dietro alle ragazze. Per non dare nell'occhio mi accodavo anch'io, ma non ero interessato all'articolo e quindi a parte delle lunghe chiacchierate con una tal Silvia, a cui evidentemente piacevo, non succedeva altro. Mi è sempre dispiaciuto per Silvia, che non sospettava le mie tendenze (peraltro poco chiare anche a me stesso) e che si attendeva un primo passo da me, che non avveniva mai. Si sposò malamente a 24 anni, con un grezzo contadino del luogo, mentre lei era sensibile, colta, raffinata. Io arrivavo dalla città, facevo studi classici, le raccontavo della vita di noi studenti politicizzati, delle assemblee, delle manifestazioni; e lei rimaneva affascinata. Ma tant'è.
Io invece qualche anno prima ero stato irretito sessualmente, guarda te, da un prete! Non c'era stato altro che delle seghe fatte reciprocamente: niente baci, niente pompini, niente anale. La storia finì in pochi mesi: quel prete fu trasferito, forse perchè la Curia sapeva di quello che combinava con i ragazzi dell'oratorio. Ma io ogni volta che mi masturbavo, ripensavo a quei pomeriggi nella sua abitazione, al suo cazzo enorme e a come menava bene il mio.
In quei caldi pomeriggi di luglio mi capitava di camminare per i boschi che lambivano terreni coltivati. Mi piaceva stare nella penombra che gli alberi creavano, ascoltare il frinire delle cicale, guardare i ramarri e le lucertole che scattavano veloci appena io mi avvicinavo. Ma ci fu un giorno quell'anno, che passando per un sentiero la mia attenzione fu attratta dai rumori che provenivano da un avvallamento sotto il sentiero su cui camminavo. Mi fermai e ascoltando meglio capii che erano mugolii di piacere. Facendo attenzione a rimanere ben coperto mi avvicinai e vidi una scena che mai avrei potuto immaginare: due uomini quasi completamente nudi stavano baciandosi e toccandosi. Ebbi subito un'erezione e il mio cuore cominciò a battere a mille. Guardai meglio e, sorpresa, riconobbi Giulio, uno dei ragazzi con cui passavo le giornate oziose di quell'estate. Giulio veniva considerato come un vero "tombeur de femme" per cui rimasi sorpreso che invece...L'altro era un contadino del posto, un uomo sulla trentina, massiccio e muscoloso. Rimasi lì ad osservare come procedeva e nel frattempo mi lisciavo la patta dei pantaloni per solleticare il mio cazzo. Giulio si abbassò i jeans e gli slip; l'altro lo girò per avere il culo di Giulio vicino al suo viso. Si umettò le dita e le infilò nell'ano di Giulio: prima una, poi due, poi tre...Poi mise Giulio a 90° e cominciò a leccargli l'ano e a sputargli dentro. Io ero sempre più eccitato e decisi di prendere il mio cazzo in mano e iniziai a giocare con le dita sulla cappella che era già filamentosa di sperma. Improvvisamente accadde qualcosa che non avevo ancora mai visto: Giulio si girò e si mise in bocca il membro grosso e duro del suo amante e cominciò a spompinarlo. Durò poco, perchè il contadino lo girò di nuovo, lo fece appoggiare ad un albero, e lo penetrò nell'ano. Giulio diede un gemito che sembrava di dolore, ma abbastanza presto il suo volto si rasserenò e anzi cominciava a essere stravolto dal piacere. Il contadino stantuffava di brutto e in poco tempo venne, gettando un urlo di godimento. Si distacco da Giulio, tirò fuori dalla tasca un fazzoletto e pulii l'ano del suo amante, delicatamente e amorevolmente. Si baciarono di nuovo, più volte. e poi ognuno andò per la sua strada. Io finii di masturbarmi e mi sembrò essere l'orgasmo più potente che avessi mai avuto.
La sera stessa vidi Giulio nella nostra solita compagnia, alle prese con le ragazze, con il suo modo di fare seduttivo e piacione. Ad una certa ora la compagnia decise di andare in una balera, proprio di quelle da ballo "lissio", come dicevano da quelle parti. Anche se non era il mio genere, stranamente decisi di andarci anch'io. Feci "tappezzeria", poiché non sapevo ballare e non potevo distaccare lo sguardo da cosa Giulio facesse. Bravo ballerino era richiestissimo dalle ragazze e lui si dava a loro con entusiasmo e grande ilarità. Man mano la balera si svuotò e verso le 2 del mattino ce ne andammo via tutti. Il caso volle (o forse feci di tutto perchè accadesse) che fu Giulio a darmi il passaggio e che fossimo in auto solo noi due. Lo osservavo mentre guidava e mi piaceva sempre di più: avrei voluto essere io al posto del contadino. Non so come, ma ad un certo punto me ne uscii con:"Ti ho visto oggi pomeriggio nel bosco". Lui ebbe un sussulto di sorpresa che quasi faceva sbandare l'auto. Si fermò e guardandomi, mi disse: "Non vorrai dirlo in giro, spero?"
"No - dissi - tranquillo. Anche a me piacciono gli uomini" Fu sollevato e scoppiò in una squillante e liberatoria risata.
"Che sorpresa - poi esclamò - Il timido ragazzo di città è un busone come me! E hai molta esperienza?"
"No - dissi - per nulla" E gli raccontai delle mie avventure masturbatorie con il prete.
"Quindi sei un verginello!" mi sussurro avvicinando il suo viso al mio. Mi baciò, infilando la sua lingua nella mia bocca che forse non aspettava altro, tanto si dischiuse facilmente. Ben presto la sua mano si posò sulla patta dei miei pantaloni e cominciò ad accarezzare in modo sempre più frenetico. Il mio cazzo era duro e chiuso nei miei jeans mi faceva male. Giulio si ravvide e disse: "Spostiamoci da qui, andiamo in un posto isolato". Dopo cinque minuti eravamo in camporella. Riprendemmo a baciarci.Per me era una novità, ma quella lingua scattante dentro la mia bocca mi piaceva e rispondevo a mia volta con giravolte nel suo palato, poi mi staccavo e baciavo le sue labbra, le succhiavo avidamente. Giulio mi tirò giù la lampo dei pantaloni e ravanando nei miei slip tirò fuori il mio cazzo che finalmente potè svettare liberamente. Anche Giulio tirò fuori il suo: non era grosso come il mio, ma di certo era duro. Mi chiese di baciarglielo. Io ribattei che non avevo esperienza. "Importante è che non mi fai sentire i denti: sarebbe sgradevole" Titubante, cominciai e me lo misi in bocca, ma non sapevo come fare. Giulio mi guidò passo passo: "lecca l'asta...prendi in bocca la cappella e lecca come se fosse un gelato" Io ubbidii e mi sorprendevo come fosse semplice e naturale. "Adesso succhialo come fosse un ghiacciolo" Dopo un po che succhiavo il suo glande, lui mi chiese: "Posso venirti in bocca, che sto per scoppiare?" Non feci tempo a capire cosa volesse dire, che la mia bocca fu riempita dello sperma di Giulio. Io la trattenni, non sapevo che fare. Mi venne in soccorso Giulio, baciandomi e prendendola nella sua bocca la ingoiò.
"Sei stato bravo per essere un novellino. E adesso voglio premiarti. Si tolse i pantaloni e lo slip. Uscì dall'auto e mi invitò a seguirlo. "Ora ti faccio un regalo: ti do il mio culo...a me piace così e spero che anche a te piaccia" Rise. Si succhio le dita della mano e se le infilò nel suo ano, proprio come aveva fatto il contadino. Mi disse di sputarmi sul mio cazzo e di lubrificarlo . Così feci, anche se per inesperienza lo mancai per ben due volte!! Poi Giulio si distese sul cofano della sua auto e mi disse di penetrarlo. Mi avvicinai e per uno strano e imprevisto trasporto cominciai a menargli le chiappe con il mio cazzo durissimo, e poi a farlo andare su giù fra le sue natiche. Lui mi disse di non perdere tempo e di entrargli dentro. Allargai le sue natiche e puntai la mia cappella sul suo ano. Cominciai a spingere, ma non sembrava avanzare più di tanto. Capendo le mie difficoltà, Giulio spingeva verso me a sua volta. Poi, d'improvviso, il mio cazzo scivolò dentro e fu avvolto da carne, viscere, muscoli. Cominciai a muovermi avanti/indietro, lentamente poiché faceva un po' di male anche a me, ma quando quel poco di dolore fu superato cominciai a muovermi sempre più velocemente. Sentivo le gote del mio viso avvampare e un senso di piacere tranquillo risalire lungo le mie cosce fino al perineo. Ma ben presto salii una forte sensazione, sempre più forte. Sentii Giulio gemere e dirmi: "Scopami così, bravo, dagli dentro, rompimi il culo...ti voglio...dammelo tutto...tutto in fondo" Alle sue frasi io mi eccitavo sempre più e ci davo dentro sempre più velocemente e sempre pini profondità, fino a quando sentii il piacere che provavo al culmine di una sega, ma amplificato per mille. Venni, sospirando, gemendo, e imprecai urlando che era la mia prima grande, bellissima scopata. Quando ogni stilla del mio sperma fu uscita, presi Giulio e lo baciai furiosamente. Lui di rimando mi baciava con trasporto e passione. Ci staccammo, ansimando, ridendo e guaendo di piacere.
Quel luglio continuò all'insegna del sesso goduto ferocemente e liberamente.
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