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Gay & Bisex

Racconti [parte quarta]


di paspartout69
16.05.2008    |    11.700    |    0 7.8
"Una sera in chat trovai una persona, il nick era di donna e cominciai a chattare con lei..."
[parte quarta]

Da quella volta un senso di nausea e vergogna sempre più forte si alternava ad una voglia pazzesca di trasgressione. Continuavo ad avere un ottimo feeling con la mia donna e la mia voglia di fare sesso non si arrestava e quando ciò succedeva ci pensava lei a farmela rinascere; eppure la mia esigenza di trasgressione aumentava. Sinceramente, a parte qualche dubbio di qualche anno precedente, non mi ponevo domande sui miei gusti sessuali e neppure sulla mia natura; non ho mai invidiato le donne e sono sempre stato felice di essere maschio e uomo. Mi rendevo conto che il sesso e il corpo femminili mi piacevano da impazzire, eppure non sapevo resistere alle mie fantasticherie; alle volte quando fottevo la mia donna (non mi dava spesso il culo perché le faceva male, diceva) immaginavo che la sua figa fosse un bel culo stretto di qualche trans visto sulle riviste. Pensavo spesso ai trans perché mi sentivo maschio e uomo e loro parevano femmine col solo difetto di avere un clitoride molto sviluppato (che a me piaceva moltissimo) mentre pensavo poco ai gay perché erano poco femminili e rischiavo di sentirmi gay anch’io e questo non mi andava proprio giù; eppure nelle poche occasioni che ho avuto è sempre successo che facevo io la parte della femmina (o parte passiva). Una volta, mi ricordo, io e la mia lei eravamo talmente infoiati che ci lasciammo andare ad un giochetto molto bello per entrambi; posizionammo il letto davanti allo specchio e cominciammo a toccarci; in seguito ci leccammo in un bel 69 e fu lì che le chiesi di leccarmi il buco del culo, avrei fatto altrettanto io con lei. Mi piaceva che me lo leccava e, pare, piacesse anche a lei dato che provò ad infilarmi un dito; di li a poco (su mia richiesta) mi penetrò con un oggettino da bazar di vetro trasparente, lungo e fino. Mi piacque quella penetrazione, fui sodomizzato dalla mia donna; era talmente eccitata da questa novità che in cambio mi concesse il suo buchetto da aprire e lo feci con molto piacere.
Sembrano cose da poco ma per me erano delle grandi cose. Eravamo perversi.

Una sera in chat trovai una persona, il nick era di donna e cominciai a chattare con lei. Dalla semplice chiacchierata passammo subito ai fatti, fece tutto lei; mi venne voglia di masturbarmi, allora feci partecipe la mia compagna della cosa, a lei sembrava piacesse perché dopo un po’ facevamo all’amore in tre tramite un video; io, lei e la sconosciuta..tutto ciò che scrivevo io l’altra lo faceva (o così credevo) e io lo vedevo tramite video (scritto), anche la mia lei lo vedeva (inizialmente) e soddisfaceva dal vero le mie richieste fatte all’altra. Alla fine di quella che fu un’altra bella scopata mi vennero dei dubbi: doveva essere davvero troia per fare tutto e subito ciò che le chiedevo e, soprattutto, aveva una voglia enorme di sditalinarsi dato che iniziò lei; e se non era una donna? Se era un uomo con un nick da donna? Se il buco che ha accolto in se (sempre se è vero, non potrò mai saperlo) la bottiglia, su mia richiesta, fosse stato di un uomo invece che di una donna?
Dubbi, dubbi e sempre dubbi.

In chat non era facile fare amicizie, con un nick maschile. Una volta cambiai nick e ne scelsi uno femminile. Venni riempito di richieste di chat private. Così mi venne un’idea: perché non assecondare e continuare il gioco? Ero anche da solo in casa. Cominciai a chattare con uno che mi pareva molto spregiudicato; mi piaceva assecondarlo ed essere trattato da troia come lui credeva. Però tutto ciò che mi diceva di fare io tentavo di farlo; certo, non avevo indumenti intimi femminili indosso come gli avevo detto e neanche avevo voglia di cambiarmi con quelli della mia donna, avrei perso troppo tempo e avevo il cazzo duro e le palle piene, però gli promisi che mi sarei infilato qualcosa dentro: lo feci. Su suo ordine andai a prendere qualcosa di duro, non avendo altro aprii il frigo e presi una zucchina (chissà perché quelle non mancavano mai nel mio frigo), scelsi una delle più grosse ma era fredda, allora gli scrissi che prima volevo fargli un pompino e così cominciai a leccare la zucchina con la lingua (in quel modo si scaldava un po’)...lui scriveva dicendo di pomparlo per bene e io lo facevo, mi ficcavo la zucchina il più possibile in gola, poi mi disse di sedermi sopra di lui, io gli dissi “lo faccio, mi sto sedendo” e allora cominciò a scrivere un sacco di porcate; non digitai più e continuai a leggere e a tentare di sedermi sulla zucchina, non era facile, la zucchina non ne voleva sapere di entrare ma quello che leggevo mi infoiava sempre più fino a quando mi sedetti con forza su di essa. Mi sfondai da solo, che dolore. Ma menandomi l’uccello sborrai come un matto. Ancora pieno dalla zucchina e dall’eccitazione chiusi la chat e mi tirai su le mutande, senza togliere la zucchina, era parecchio dentro; come un matto pervaso dalla libidine girai per casa, senza sapere bene cosa fare con gli slip e i calzoni tirati su, la cinta stretta e con la zucchina che era sempre piantata nel mio culo, ben ferma grazie alle mutande e ai pantaloni ben stretti sulle mie chiappe. Provai a camminare ma non era facile, il cazzo ancora sporco di sborra era di nuovo duro dentro gli slip, come il marmo, sedermi era un dramma perché sentivo dolore ma mi piaceva da morire, una sensazione indescrivibilmente bella, mi riempivo da solo. Avevo voglia di sesso dal vero e decisi di uscire. Mi tolsi la zucchina dal culo con un po’ di dolore (la lavai e la rimisi in frigo) e andai in giro per la città. Ormai era sera tardi. Da poco possedevo una macchina e così potevo andare dove mi pareva. Arrivai al parco dei marinai e li trovai un sacco di trans sudamericani che battevano. Avevo troppa voglia di scopare e così mi avvicinai al primo libero e cominciai a contattare il prezzo, gli diedi 20.000 per un bocchino e me lo caricai. Era una stanga, alto e troppo muscoloso, però aveva le tette. Una volta nel luogo dove compiere il fatto magicamente il mio uccello si ammosciò; fino ad allora era sempre stato durissimo e anche il trans se ne accorse dato che durante il tragitto me lo tastava per bene da sopra i jeans. Ci fermammo e me lo prese in bocca; niente, non ne voleva sapere di ritornare duro, ma il suo era duro eccome, ormai c’eravamo e qualche cosa si doveva pur fare. Immaginate la gioia di un trans che batte quando sa che non deve prenderlo nel culo ma ha la possibilità di poterlo dare lui. Mi abbassai i pantaloni, però prima volli succhiarlo io; era un cazzetto piccolo, fino e molto scuro, inversamente proporzionale al suo fisico..insomma, era minidotato ma a me andava più che bene, ero troppo infoiato. Eppure una volta sdraiato a pancia in giù sul seggiolino quel cazzetto mi fece davvero male, troppo, la zucchina (molto più grossa) di poco prima non era servita a niente e lui non sapeva pompare come si doveva. Risultato, una grande delusione, il culo dolorante e le palle ancora piene. Me ne ritornai a casa con la convinzione di non voler più trasgredire e di ritornare ad essere maschio in tutti i sensi.
Una volta a casa riguardai il video con un sospiro e mi accorsi che era ancora sporco della mia sborra. Come al solito dovetti pulire tutto.
[CONTINUA]
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