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Gay & Bisex

Racconti [parte prima]


di paspartout69
03.05.2008    |    16.167    |    0 7.2
"Inizio col dire che sono felicemente sposato (da poco) e che spero di poter continuare su questa strada, cioè continuare ad essere felice con mia moglie e..."
Questo racconto lo scrissi nell'Aprile 2003...non l'ho modificato perchè mi piace così com'è!!



Ciao a tutti voi lettori; quello che sto per raccontare fa parte della mia vita passata…un po’ me ne vergogno, un po’ lo ricordo con piacere.
Inizio col dire che sono felicemente sposato (da poco) e che spero di poter continuare su questa strada, cioè continuare ad essere felice con mia moglie e magari oltre che con lei anche con qualche mio/a erede futuro…
Ciò non toglie che ho -come dire- una doppia personalità!?! Dei desideri sessuali nascosti? Voglia di scoprire e vivere il sesso nel modo più completo? Un passato che mi vergogno a rivelare e che dico qui per la prima volta?

Sono figlio di emigranti, nato in una città diversa dal paesello del sud dei miei genitori, una città non italiana; in questa città ho cominciato a scoprire la vita e devo dire che questa vita mi piaceva…due volte l’anno però, con i miei, andavo al paesello a trovare i parenti e a togliere le ragnatele alla vecchia casa. A Natale stavo sempre in casa, anche perché non avevo molti amici al paese…d’estate le ferie duravano molto di più e uscivo fuori a giocare…avevo intorno agli 8-10 anni (non ricordo bene) e i miei amici-conoscenti erano quasi tutti più grandi di me…giocavo con loro nei campi e boschi, stavo bene…ma loro ne sapevano più di me di certe cose, o meglio, le sentivano. Io ancora non sapevo…
Il loro gioco preferito ero io…giocavamo a fare tarzan con le liane, a nascondino, a moscacieca, a palla, ma alle volte il gioco stancava e allora per passare il tempo si concentravano su di me, concentravano la loro frustrazione di adolescenti su di me…in gruppo mi prendevano e mi bloccavano e così cominciava il mio dramma….mi abbassavano i pantaloni e mi sdraiavano per terra…sentivo qualcosa (che non conoscevo) su di me, sul mio sedere, tentare di fare qualcosa, non sapevo cosa, ma il mio istinto mi portava a ribellarmi, a dimenarmi, a fare tante cose per non farmi fare una cosa…ero ingenuo e non sapevo cos’era questa cosa…questa cosa però mi ha un po’ segnato, per tutta la vita…comunque, alla fine non succedeva niente perché mi dibattevo in modo tale da far male gli altri, tutti…ho sempre fatto male per difendermi, questo l’ho imparato bene!!!
Dopo tanta paura (senza sapere il perché) continuavo a giocare con loro e poi, a sera, a casa, come se niente fosse successo…i giorni a venire passavano più o meno allo stesso modo.
Però mi rispettavano e mi temevano (soprattutto negli anni a venire).

Finite le vacanze estive al paesello ritornavo nella mia città, più congeniale a me, dove potevo vivere, fare le mie avventure e crescere in modo naturale.
Grazie ai giornaletti porno di mio fratello più grande ho cominciato a conoscere la differenza tra maschio e femmina (ai tempi definivo in questo modo le differenze tra le persone dei due sessi).

Crescevo e cominciavo a scoprire davvero il sesso, mi piacevano molto le ragazzine, soprattutto quelle più grandi di me…quante cose s’imparano alle scuole medie (non parlo delle materie scolastiche)…con i compagni di scuola facevamo la doccia assieme, alle volte (superate le prime vergogne) facevamo le gare di masturbazione, alle volte ci masturbavamo nella doccia della scuola senza fare gare…durante i tre mesi di ferie estivi la vita cambiava…un po’ al paesello (ma ormai ero grandicello e non ero più il giochetto degli altri perché se no gli costava abbastanza caro a livello di occhi neri) e un po’ nella mia città…un giorno andai a trovare un mio amico a casa sua…avevamo un appuntamento con un altro amico e con tre ragazze…lui stava facendo il bagno e io, con naturalezza, così come c’eravamo abituati, mi spogliai ed entrai nella vasca da bagno…parlavamo e pensavamo alle tre ragazze e dove saremmo andati a far danni dopo, magari avremmo potuto giocare col trenino oppure mettere un vinile, magari “Words” oppure “Je t’aime, moi non plus”..nel frattempo l’acqua calda aveva riscaldato anche noi e i nostri uccelletti (ormai non più tanto uccelletti ma abbastanza formati)…cominciavano ad uscire dall’acqua, belli duri e, come al solito, abbiamo cominciato a menarceli (non ricordo se abbiamo fatto la gara a chi veniva prima, mi pare di no)…non so come, in modo naturale, siamo finiti a masturbarceli a vicenda (nelle nostre teste c’era molta pulizia e ingenuità e pochissime cose losche)…mi ricordo che mi piaceva avere in mano un cazzo che non era mio, molto più che mettere nelle mani altrui il mio cazzo.
Per provare nuove esperienze abbiamo fatto i turni, il primo a finire in ginocchio sono stato io…ho sentito questo cazzo tra le mie chiappe, tentare di farsi strada…ho sentito una fitta di dolore lancinante e mi sono ritratto. Allora è toccato a me provare…anche il mio amico ha sentito dolore…allora abbiamo continuato a masturbarci…sono stato più bravo io perché poco dopo lui ha cominciato ad agitarsi e ansimare sempre più…la mia mano continuava sul suo bastone duro, sempre più veloce fino a quando non è uscita la crema bianca…lui era esausto mentre io ero ancora pieno…ora toccava a me ma, purtroppo suonò il campanello.
Non so dire cosa provai, ma fu bellissimo…considero gli anni adolescenziali come i più belli nella vita di una persona.

Un giorno portai a casa un mio compagno di scuola (da quel giorno venne molte volte)…il classico alunno considerato un po’ deficiente dagli insegnanti e di conseguenza dagli altri alunni…invece era un ragazzo in gamba…però, approfittando della sua “deficienza” ci giocavo….lo facevo spogliare, mi spogliavo anche io, lo facevo coricare a pancia in giù sul tappeto e poi cominciavo a toccarlo…le mie dita passavano tra le sue natiche e lui era lì, che aspettava, forse inconsapevole per questo nuovo gioco…non gli veniva duro, era un gioco, neanche a me veniva duro, era un gioco…però avevo una spazzola per capelli, col manico fino ma rotondo, di quelle che ai tempi erano considerate di design moderno…in modo alquanto rozzo ed inesperto tentavo gi infilargli il manico della spazzola nel culo, ma lui gridava per il dolore e allora mi dovevo fermare…un giorno l’ho legato con le mani dietro la schiena, sempre a pancia in giù…ma le sue urla mi hanno fatto desistere lo stesso, più di un centimetro non entrava. Il più delle volte, dopo esserci lasciati, mi incontravo con la mia ragazza e facevo le cose che si definiscono normali…eh si, sono stato molto precoce e lei, più grande di me, mi ha svezzato bene…avevo 12-13 anni ed ero molto carino, una preda ambita per le ragazze.
Eppure il tutto non aveva un senso chiaro e ben definito…ero ancora un adolescente...era tutto un mondo da scoprire, giorno per giorno. Sapevo già cosa era il sesso femminile e il suo calore, ma il sesso lo vivevo con la stessa intensità e sullo stesso piano di una partita a biglie.
Non sapevo che la crema bianca e densa che usciva dal mio uccello potesse piacere a molte persone e che, soprattutto, fosse fonte di vita, in tutti i sensi. Quello che sapevo era che mi creava un sacco di piacere, il più delle volte inaspettato. Era bellissimo.

La vita continua e gli anni passano…a 23 anni mi trovavo a Roma, in giro col sacco a pelo e zaino…era fine estate del ’92…dormivo dove capitava…avevo un forte mal di denti ed era piena notte, così decisi di andare in ospedale per farmi dare qualcosa…non mi ricordo che ospedale era, ricordo solo che aveva il nome di un santo…comunque, una volta lì, l’infermiere di turno decise che era molto meglio il ricovero…per un mal di denti…a me andava bene perché era parecchio tempo che non dormivo in un letto...a lui andava bene perché…prima di ricoverarmi sono stato portato in un uno stanzino di servizio e mi sono dovuto spogliare per la visita…avevo un semplice mal di denti! Inutile dire che la visita (nudo) me l’ha fatta l’infermiere. Finita la visita e prese le medicine sono andato a letto. Al mattino dopo ho fatto colazione e volevo andare via ma prima di firmare il solito infermiere mi ha rifatto una nuova visita…io sempre nudo…ho cominciato ad insospettirmi…dentro di me pensavo “che cazzo vuole questo”…semplicemente voleva il mio cazzo. Era adulto, intorno alla cinquantina, quasi calvo, un po’ troppo brutto…ho capito cosa voleva, dopo un po’ di contatti strani sul mio di dietro, sono stato al gioco…ha cominciato a toccarmi, quasi delle carezze…poi è andato sodo sull’uccello…non so perché ma mi è diventato duro…lui si è dichiarato, lo voleva…si è inginocchiato e me lo ha preso in bocca!! Allora ho giocato al rialzo, mi ha dato 50.000 lire e si è abbassato i pantaloni…mi faceva un po’ schifo ma le 50.000 mi piacevano e così gliel’ho appoggiato sulle chiappe bianche (il latte era più scuro)…appena arrivato al buco è entrato da solo, tutto, non ho dovuto fare nessuna fatica…se l’è risucchiato tutto col culo…era sfondato ma caldo…non ha fatto niente, ha lasciato che facessi tutto io, ho cominciato a pomparlo da subito…certe botte…mi sembrava dovessero entrare pure le palle…lui aveva le sue mani sulle sue chiappe, in modo da allargarle il più possibile…eravamo in piedi e lui era appoggiato al lavabo…non provavo un gran piacere ma dopo un po’ ho sentito i suoi gemiti e allora il piacere fisico è aumentato, credo che in quel momento davvero le palle gli siano entrate dalla foia che avevamo entrambi…lui mi esortava e chiedeva la mia sborra…io lo fottevo come una macchinetta…l’istinto ha portato la mia mano sul suo uccello, era moscio e piccolo…poi è diventato duro ma sempre piccolo…le sue mani allargavano sempre di più le chiappe e le mie mani, una appoggiata sulla sua natica e l’altra gli faceva una sega…stavo per venire e lui se n’è accorto per le botte che gli davo…voleva tutto in bocca e stava per ritrarsi ma l’ho afferrato per le natiche e l’ho tirato verso di me, forte, molto forte, una, due, tre volte…e gli sono venuto dentro…da come si dimenava ad ogni schizzo di sborra credo che gli siano arrivati in gola…ma in gola voleva un’altra cosa; si è tolto (mentre si toglieva ho visto le sue chiappe, sempre bianche, e il suo buco del culo rosso, un bel contrasto) e si è inginocchiato…con la bocca mi ha pulito per bene il cazzo…nel frattempo mi stava tornando di nuovo duro ma l’ho fatto alzare e l’ho sollevato (col suo aiuto) sul bordo del lavabo…ora era di fronte a me seduto sul lavabo e con la schiena appoggiata alle piastrelle, io l’avevo di nuovo duro e gliel’ho rimesso nel culo, fino in fondo, ma non l’ho pompato, spingevo a più non posso senza ritrarmi e intanto gliel’ho menato…in questo modo il suo cazzetto piccolo e brutto ha tirato fuori un po’ di sborra trasparente che gli scorreva lungo l’asta…questa scena mi ha eccitato all’inverosimile e così, in quella posizione, col cazzo già dentro tutto, l’ho fottuto ancora…ci ho messo poco a riempirlo di nuovo.
Poi ha preteso un bacio, io gliel’ho dato…mi ha infilato la lingua in bocca…credo che sapesse del mio sperma…si è tirato su pantaloni e mutande ed è andato via…dopo un po’ è ritornato con altre 50.000 chiedendomi se ritornavo, mi diede anche l’orario dei suoi turni…il mal di denti non mi è ritornato più!
[CONTINUA]
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