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Gay & Bisex

Racconti [parte terza]


di paspartout69
13.05.2008    |    15.572    |    0 8.4
"Era un ragazzo giovane e piccolo di statura; dopo un po’ di controversie e dibattiti con il travestito si convinse; eravamo entrambi a cazzo e culo nudo, ..."
[parte terza]

La mia vita continuava tranquilla e anche quella sessuale era molto soddisfacente…oltre alla mia ragazza frequentavo quasi quotidianamente un’altra donna. Dopo qualche mese fui costretto ad una scelta: non potevo stare contemporaneamente con due donne. Lasciai la ragazza e mi misi seriamente con l’altra donna, più grande e, quindi, più matura, soprattutto sessualmente.
Dal lato sessuale ero molto soddisfatto. Facevo sesso fatto bene quotidianamente e per più volte al giorno, ci fermavamo solo quando lei non poteva proprio (marchese), eppure alle volte ero scontento; volevo di più. Non sapevo bene cosa fosse questo di più, ma quello che sapevo era che volevo trasgredire; questa mia voglia mi portava a pensieri diversi dal solito; in quel periodo avevo una vera e propria fissa per i transessuali. Comperavo giornaletti porno e tra essi ne infilavo anche uno di transex. La mia donna non se ne accorse mai, credo. Alle volte mi beccava in camera a farmi una sega e lei, gelosa perfino di un giornale, s’incazzava dicendo che non era giusto che la mettessi da parte per un giornale e insisteva per assistere alla mia sega; per me era un po’ complicato farla dato che all’interno del giornale aperto ne avevo un altro (quello dei transex) e non potevo sfogliarlo. Comunque riuscivo a farla eccitare lo stesso in modo tale che poi me la continuava lei la sega lasciandomi le mani libere per sfogliare il giornaletto interno a sua insaputa; devo dire che erano delle splendide seghe con quei culi maschili così ben fatti da far invidia a una donna, sebbene la mia lei fosse una splendida donna, per me, con delle mani speciali, una bocca da favola e una voglia fuori dal normale.

Questa mia voglia di transex mi fece fare una cosa che non avevo mai fatto in vita mia: andare a pagare per fare sesso.
Era una notte di fine estate del ‘95, uscii lasciando a casa la mia donna che dormiva e andai al giardinetto frequentato dai transessuali e lì trovai lo stesso trans con cui avevo passato diverse ore a chiacchierare qualche mese prima. Contrattammo il prezzo; avevo solo 30.000 lire e così decidemmo per una pompa; dato che ero in motorino mi portò nel suo appartamentino di incontri, in una via adiacente al parco. Salendo le scale cominciai a toccargli il culo, era duro e mi piaceva, però la mia mano andava anche sul pacco, da sola e mi piaceva ancora di più. Una volta su mi fece mettere a mio agio, offrendomi anche da bere; accettai anche se non era il caso dato che avevo già bevuto abbastanza a casa. Comunque ero sempre lucido. Purtroppo, scoprii poi, era solo la mia testa lucida e non il mio uccello. Ci furono anche dei preliminari; mi fece spogliare e mi baciò, si spogliò anche lui, non aveva i seni e sinceramente non era una gran figona, solo gli indumenti intimi lo rendevano arrapante; si sentiva anche la barba rasata. Però ormai c’ero. Me lo prese in bocca; stranamente il mio uccello non reagiva come sempre, come avrebbe dovuto, s’induriva ma non del tutto ed era difficile per me mantenere quella specie di erezione a lungo; quel travestito (perché tale era) non mi eccitava abbastanza per la sua femminilità. Comunque si mise in ginocchio davanti a me e provai a penetrarlo; un bel culo, sodo, tondo e liscio e la mia cappella si appoggiò al suo buco; cominciai a spingere ma non entrava bene, non ero troppo duro e il suo culo sembrava fare resistenza; ma voleva fare sesso con me, addirittura mi aveva abbuonato gli extra (tanto non ne avevo di soldi oltre alle 30.000) pur di farlo e si vedeva che era eccitato; aveva un cazzo brutto come lui ma duro e un po’ grosso, provammo a fare un 69 eppure non mi s’induriva, forse era l’alcool, ma ero lo stesso molto eccitato, avevo un cazzo in bocca e le palle che pendevano sui miei occhi; lui continuava a ciucciarmelo mentre io mi accanivo sempre di più con la bocca sul suo coso. Allora si decise, mi chiese se volevo provare io, gli dissi di si. Mi leccò per bene il buchetto e poi mi diede uno dei cazzi finti che aveva sulla mensola con cui cominciare a provare a sfondarmi, il cazzo che aveva scelto era piccolino e entrava bene, senza sentire dolore; poi mi fece mettere in ginocchio e continuò a leccarmi il buco, prese un vasetto di crema e lo spalmò un po’ a me e poi anche sul suo uccello, come un rituale. Avevo un po’ paura ma voglia, tanta; aveva un cazzo non lungo ma un po’ grosso. Mi appoggiò la cappella sul buco vergine (a parte qualche zucchina) e cominciò a spingere, non mi fece male ma si preoccupò lo stesso. I miei ricordi su quella scopata sono un po’ offuscati; ricordo solo che mi presi un cazzo nel culo, allo stesso modo come io lo mettevo alla mia donna. Ero stato sodomizzato alla pecorina. Poi mi fece girare a pancia all’insù, mi sollevò le gambe e me lo rimise dentro al budello; cominciò a fottermi più forte di prima dicendomi un sacco di oscenità (non ricordo bene cosa) e solo in questo modo il mio uccello diventò duro, talmente duro che non so come ma sborrai da solo, senza toccarmi, talmente era il piacere che provavo; mi sborrai sulla pancia degli schizzi caldissimi e violenti; a questa vista il travestito andò in delirio e mi chiese se poteva sborrarmi in bocca, ma gli dissi di no; mi diede altre due-tre botte violente e lo tirò fuori, tolse il preservativo e schizzò anche lui su di me la sua sborra; poche gocce ma calde. Si accasciò su di me, io a gambe larghe, col cervello in estasi e col culo rotto.
Dopo esserci ripresi mi fece le lodi e lodava il mio corpo; mi chiese se volevo travestirmi anch’io e cominciò a raccontarmi un po’ di quella vita; mi spiegò che era dura farla, dato che non tutti erano gentili e carini ma molti erano solo depravati e rozzi e anche se avevano un cazzo piccolo facevano male perché non sapevano come usarlo e soprattutto non sapevano fare all’amore e mi disse anche altre cose di questo genere. Durante questo discorso suonò il campanello, era un suo cliente abituale, lo fece entrare con me dentro; alla reciproca vista ci imbarazzammo entrambi ma per fortuna non ci conoscevamo. Era un ragazzo giovane e piccolo di statura; dopo un po’ di controversie e dibattiti con il travestito si convinse; eravamo entrambi a cazzo e culo nudo, mancava solo sui. Si spogliò e così cominciammo a giocare a tre; il trans succhiava l’uccello al ragazzo e io lo succhiavo a lui; il cazzo del ragazzo era un po’ piccolo ma era molto duro e caldo (lo scoprii in seguito) mentre quello del trans era più grosso ma un po’ molliccio e bianco; comunque finì che io ero in ginocchio e mi beccavo l’uccello del trans mentre lui aveva dentro di se il cazzo del ragazzo. Il trans stava fermo e non pompava eppure mi sbatteva, grazie alle botte che gli dava da dietro il ragazzo. Io ero fottuto per due volte in una notte e da due cazzi diversi perché ad un certo punto mi ritrovai nel culo il cazzo del ragazzo. Lo sentivo meno in grandezza ma pompava di più ed era più caldo e spingeva, mi piaceva prenderlo da lui, ma a lui non piaceva il mio caldo culo, voleva quello liscio del trans. Mi fermai un attimo e li guardai scopare; il ragazzo sbatteva come un forsennato e il trans, in ginocchio, mi fissava negli occhi. Cominciai a menarmelo a quella vista, mi si fece duro, ma parecchio, le mie palle erano di nuovo piene, mi piaceva vedere quei due davanti a me che scopavano, non mi era mai successo di assistere ad una scopata e menarmelo, anzi, non mi era mai successo di farlo in tre; il trans continuava a fissarmi negli occhi, poi cominciò a fissarmi l’uccello; il ragazzo gli godette dentro (ormai i preservativi erano andati a farsi fottere), pagò e se ne andò (ha vissuto un’esperienza che anche lui potrà raccontare). Al travestito questo non fregava minimamente, vedeva solo il mio cazzo, ora davvero bello duro (anche se non sono un superdotato il mio cazzo piace). Non era stanco, mi voleva, lo voleva e così fu; finalmente riuscì a prenderlo, sdraiato a pancia in su e con le cosce larghe, così come aveva preso me ora lo prendeva lui; mi ricordo molto bene il bacio che ci demmo mentre lo sbattevo, un lingua in bocca infinito e stupendo e più stupenda fu la mia sborrata nel suo sfintere, senza uscire, tutto dentro, mi accasciai su di lui e cominciai ad accarezzarlo in viso così come fece lui con me, come due amanti. Ormai ero moscio ma non voleva che uscissi da lui, non voleva che mi staccassi dal suo corpo, non lo volevo neanch’io ma dovevo farlo, avevo lasciato a casa una donna che dormiva (almeno così speravo) e poi quel solito senso di nausea che mi veniva. Mi stavo lavando nel bagno quando sentii suonare di nuovo il campanello; un altro cliente abituale. Il trans mi disse che non lo sopportava, aveva un cazzo enorme ed era troppo rozzo ma gli portava soldi; mi propose di dividere il guadagno e la finta scopata, era stanco e schifato ma rifiutai, era la vita che si era scelto/a. Me ne andai senza pagare le mie 30.000 e con un regalo: un bel cazzone finto da usare quando avevo voglia. Scendendo le scale vidi il tipo e non biasimai il travestito.
Mi misi sul motorino a fatica e cominciai ad andare fino a che non avevo la darsena del naviglio vicino, presi il cazzo finto e lo buttai dentro (30 cm di cazzo annegati). Andai per la mia strada, col culo dolorante sul sellino del motorino per colpa della pavimentazione di Milano (o per colpa di qualcos'altro?), fino ad arrivare a casa. Mi misi a fianco della mia amata; dormiva ancora (per fortuna), e mi addormentai anch’io.
Ancora oggi rimpiango quel cazzo finto.
:-(
[CONTINUA]
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