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Gay & Bisex

Sottomesso


di ivrea69
21.02.2018    |    7.048    |    5 9.0
"La mise sul mio cazzo e dopo averlo spalmato con dolcezza lo sego’..."
Ci scambiammo qualche messaggio e capimmo che ci poteva essere una certa attrazione tra noi.

Lui voleva provare a dominare qualcuno ed io volevo provare ad essere sottomesso.

Pochi comandi ma molto semplici: obbedienza, se qualcosa dava fastidio o non piaceva di dirlo subito e comunque parlare il meno possibile e sempre a bassa voce.

Ci eravamo incontrati mesi prima per una cosa veloce, tra l’altro scomoda; in macchina, faceva freddo ed il posto in cui ci eravamo appartati non era così sicuro.

Ma questa volta tutto diverso, avevamo tempo e soprattutto aveva attrezzato un luogo in cui potevamo giocare in tranquillità.

Arrivai davanti al suo portone di casa e lui era già li ad aspettarmi. Una felpa, un paio di jeans, scarpe da ginnastica ed un mazzo di chiavi in mano. Mi chiese di seguirlo. Mi posizionai al suo fianco per fare quel tragitto di strada che portava al garage e lui mi disse di camminare dietro di lui. Obbedii. Mentre camminava lo osservavo, un bel culo tondo, avrei voluto palparlo o dargli una botta sul culo. Ma non potevo. Potevo fare solo quello che mi diceva lui, non dovevo prendere iniziative.

Aprì la porta del garage, entrammo ed era buio. Chiuse la porta e non si vedeva nulla. Accese la luce e finalmente vidi il posto nel quale avrei trascorso e provato quelle emozioni tanto attese. C’erano un paio di sedie, una poltrona, un lettino, su un tavolino una scatola e del materiale vario, alcune corde che pendono dal soffitto, un lavandino. Lui si sedette in poltrona e mi chiese di spogliarmi lentamente, mi osservava mentre mi spogliavo, toglievo le scarpe, sfilavo il maglione e mentre cercavo un posto dove appoggiarlo e lui mi disse di metterle per terra. Slacciai la cintura e sbottonai i jeans. Li sfilai, e le misi sulle scarpe e con sopra il maglione. Tolsi la maglietta e rimasi a petto nudo. Tolsi le calze e rimasi quindi in mutande. Mi disse di girarmi e quindi gli voltavo le spalle. Mi chiese di allargare le gambe e di guardare avanti. Lui da seduto infilò il piede tra le mie gambe e diede dei piccoli colpetti ai testicoli. Poi mi disse di sfilarmi le mutande portandole ai piedi. Infilai i pollici nell’elastico e le feci scivolare giù fino a piedi e così piegandomi in avanti gli mostrai il mio culo che piano si apriva. Una volta completamente nudo lui si alzò e mi controllò. Mi sentivo come uno schiavo al mercato. Guardava ogni centimetro del mio corpo, lo sfiorava, lo toccava, lo palpava. Mi disse di prendere i vestiti per terra, un pezzo per volta e appoggiarli sulla sedia. Lui mi osserva da seduto. Ora mi chiese di spogliarlo. Gli tolsi le scarpe, gli tolsi le calze, gli tolsi la felpa poi lui si alzò in piedi. Mi disse di inginocchiarmi davanti a lui e gli slacciai i pantaloni, glieli abbassai. Non indossava le mutande e così appena abbassati rimasi con il suo pene di fronte al mio viso. Avevo voglia di toccarlo, accarezzarlo, leccarlo e prenderlo in bocca mentre le mani lo afferravano per le natiche. Ma non potevo. Non mi era permesso. Dopo aver guardato a lungo il suo pene che pulsava a pochi centimetri dalla mia bocca feci per sollevare il viso per guardarlo in faccia, ma mi mise la mano sulla testa, pensavo avesse voglia che glielo assaggiassi ed aprii la bocca mentre invece non voleva che lo guardassi e rimasi così fermo con la bocca aperta e la lingua pronta per farlo scivolare dentro. Ma non potevo toccare a meno che lui me lo avesse chiesto. Indietreggio e mi chiese di alzarmi. Mi fece posizionare sul lettino dove le sue mani accarezzarono il mio corpo prima piano e poi più forte. Strinse parti del mio corpo. Mi girò il volto verso il suo sesso e mi aprì con le dita la bocca. ‘leccalo e succhialo’; ma era lui che decideva la quantità di carne che devo leccare e quanta ne doveva entrare in bocca perché mi teneva ferma la testa con le mani. E mentre il suo ventre si avvicinava e allontanava dal mio viso pressato sul lettino con una mano, l’altra accarezzava la pancia, dava dei piccoli pizzicotti ai capezzoli, scendeva verso la mia intimità, giocava con i peli , li tirava leggermente, cingeva le palle e le stringeva piano per poi accarezzarle. Risaliva con la mano aperta verso il cazzo, lo impugnava, lo stringeva forte forte e mi venne da sollevare la testa e guardare ma la sua mano mi spinse violentamene la testa sul letto ed il suo cazzo affondò violentamene in fondo alla gola. Lo tenne dentro fino a farmi mancare il fiato e far riversare della saliva. Estrasse il suo bel cazzo e con una mano lo pulì dalla saliva e raccolse quella che mi colava dalla bocca. La mise sul mio cazzo e dopo averlo spalmato con dolcezza lo sego’. Mentre una mano accarezzava il cazzo l’altra accarezzava le palle e poi le sue dita scesero alla ricerca del buco. Era chiuso ma appena lo toccò allargai un po’ le gambe per facilitargli l’accesso. Si staccò dal lettino e si diresse al tavolino. Mi volgeva le spalle e non vedevo quello che sta facendo. Sentivo un rumore come di accendino. Mi disse di chiudere gli occhi e così feci. Il mio corpo era in attesa di chissà che cosa e cercavo di capirlo dal rumore che stava facendo, dagli odori che si stanno sviluppando nel garage. Sentii un calore tiepido sul ventre, sul cazzo, sulle palle. Sentivo scivolare del liquido in mezzo alle gambe. Pensai fosse olio caldo. Accarezzava il cazzo scivoloso e poi passava a massaggiare le palle giocandoci. La mano scendeva in mezzo alle gambe e le sue dita accarezzavano il buco e piano infilava un dito, per poi passare a due dita che piano lo allargavano e roteavano al suo interno. Mentre una mano teneva ben saldo il mio cazzo le sue due dita erano dentro il mio culo ed il pollice accarezzava le palle. Le sue dita entravano ed uscivano piano e ogni volta andavano sempre più a fondo. Sentivo le dita ad uncino all’interno e quando le estraeva faceva forza lungo tutta la parete alta interna. Ad ogni uscita sulla punta del mio cazzo una goccia che colava. Smise di sditalinarmi il culo e mollò la presa del cazzo. Rimase fermo a guardare le pulsazione del mio ventre e del mio cazzo. Mi afferrò per le caviglie e mi tiro’ verso il bordo del letto. Mi fece piegare le gambe appoggiando i piedi sulle sue spalle. Ero in posizione pollo. Il mio culo era totalmente esposto così pure le palle…..
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