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Gay & Bisex

ancora in spiaggia


di cazzodilanciano
23.10.2015    |    2.945    |    3 9.6
"Senza esitazione, gli afferro anche le palle, grosse e colme di sborra, e comincio a sbocchinarlo..."
Come tutte le estate, anche questa, l’ho trascorsa nudo sulla spiaggia per nudisti. Un giorno come tanti, arrivo in spiaggia, mi spoglio nudo, sotto lo sguardo attento, di altri maschi e di un paio di ragazze presenti. Tolti i pantaloncini, mi tocco un pò il cazzetto turgido e piccolo, e mi sdraio sull’asciugamano. Dopo un pò, vedo avvicinarsi un gruppetto di signore mature, più o meno, sulla cinquantina. Venivano verso di me, camminando lungo il bagnasciuga. Tutte, indossavano il costume, e quindi, desumo, non erano nudiste. Sicuramente, venute appositamente per vedere un pò di bei cazzi, che non fossero quello dei loro mariti. Col cazzetto turgido e scappellato, resto impassibile al loro passaggio. Ero sdraiato, talmente vicino alla riva, che sono costrette, ad accavallare i miei piedi, e mentre lo fanno, mi sbirciano tra le gambe. Noto, subito sui loro volti, lo stupore, quasi l’imbarazzo di fronte alle mie dimensioni. Un cazzetto, di un paio di centimetri, con il glande scappellato. Poi, a due, o tre metri da me, si girano di nuovo a guardare, e scoppiano a ridere. Si allontanano, tra risolini e sghignazzi. Una ventina di minuti dopo, le vedo tornare indietro. Le loro facce sembravano soddisfatte. Sicuramente dell’aver goduto, di vedere, un bel pò, di cazzi grossi e degni di quel nome. Nel frattempo mi ero alzato per farmi una nuotata. Ma vedendole arrivare, resto lì, in piedi, in riva al mare. Mi passano intorno, mi guardano l’uccello con insistenza. Quasi con commiserazione. Le guardo anche io, poi si fanno serie, e le sento ridere a crepapelle. Non avevano tutti i torti, però. Il sole intanto era sceso, quindi decido di andare via. Eravamo rimasti in pochi, le due ragazze, ed a poca distanza da loro, un giovane tutto solo. Guardando quelle splendide ragazze, le loro tette morbide e grosse, le fighette rasate e le cosce bianche e lunghe, mi ero eccitato un pò, specialmente, quando spalancavano le gambe, lasciando intravvedere la vagina. Avrei voluto stare in mezzo a loro, per accarezzare quei bellissimi corpi nudi, quei culi rotondi e sodi, e per baciare quelle morbide e vellutate mammelle. Sogni a parte, mi alzo per andare via. Indosso la canotta e le scarpette da tennis, restando nudo sotto. Volevo passare, davanti alle ragazze, col pisellino di fuori. Appena passo, sento una che mi grida: “che ci fai con quel cosino”? “come fai scopare”? Un pò rosso in viso, continuo ad andare via. A meno di una decina di metri c’era il ragazzo, che sicuramente aveva sentito tutto. Quando gli passo davanti, lo vedo, alzarsi di scatto e prendersi in mano, cazzo e palle. Quasi per volermele far vedere. Aveva un vero cazzo, da maschio. Ho interpretato il suo gesto, come se avesse voluto umiliarmi. Imbarazzato, e soprattutto emozionato, passandogli davanti, tiro su la canotta fino a mezzo busto. Lasciando, totalmente nudo, il mio culetto rotondo, bianco e liscio, la mia pancia ed il cazzetto turgido e piccolo. Così, come prevedibile, il ragazzo, si incammina dietro di me. Mi tremano le gambe. Mi sentivo, TROIA. Mentre gli cammino davanti, mi tolgo tutto, restando completamente nudo. Non soddisfatto, inizio anche a sculettare. Lungo la stradina sterrata, tra i canneti, lo sento avvicinarsi sempre di più. Mi giro di scatto, e lo vedo dietro di me. Anche lui, tutto nudo, con il cazzo che gli ciondola a destra e sinistra. È già lungo e semi dritto. È enorme, molto largo. Il mio respiro si fa frequente ed accelerato, per l’emozione. Sono un pò spaventato. Non so cosa può succedere. Ma non resisto, lo desidero da impazzire. Percepisco l’odore del suo sudore. Sento l’odore del suo cazzo. Appena arrivati, sul vecchio tracciato ferroviario, mi afferra per un braccio, e mi gira con violenza. Tutto nudo e col cazzo dritto e grosso, mi costringe a prenderglielo, prima in mano, poi in bocca. Senza esitazione, gli afferro anche le palle, grosse e colme di sborra, e comincio a sbocchinarlo. Spingo le sue chiappe, sode e muscolose, verso la mia faccia, per potergli prendere tutto il cazzo in bocca. Quando il suo pene, è diventato duro come un palo, mi tira su come un fuscello, mi gira e bagnandomi con la saliva, il buco del culo, me lo sbatte dentro con violenza, e con una sola spinta. Tutto dentro, comincio ad ansimare, ed urlare come una puttanella. “Si, dai, inculami, sodomizzami, violentami, spaccami il culo”. Ho perso ogni inibizione. Mentre mi chiava come una troia, vedo, alcuni guardoni, avvicinarsi, ed a loro volta, iniziano a farsi le seghe. Essere chiavato, davanti ad altri, in pubblico, mi faceva impazzire. Avrei voluto, essere inculato violentemente da tutti. Avrei voluto quei cazzi, in culo ed in bocca. Sotto i suoi colpi duri nel culo, e con i guardoni che si menano il cazzo a loro volta, lo sento sborrarmi dentro, inondarmi, di sperma bollente. Sborrano, anche i setaioli che ci osservavano. Senza una sola parola, il giovane, mi spinge in avanti, tirando fuori il cazzo, dal mio culo, e, torna in spiaggia. Lasciandomi li, nudo, col culo che brucia e con lo sperma, che colava lungo le gambe. Non faccio in tempo a rialzarmi, che vedo arrivare le due ragazze. Avevano assistito, alla mia sodomizzazione. Si avvicinano, si fermano davanti a me. Sono ancora in ginocchio. Mi alzo, tutto nudo davanti a loro. Ho il cazzo piccolissimo. Mi guardano dalla testa ai piedi. Adesso sono visibilmente imbarazzato. Loro con aria spavalda, mi chiedono: "ti è piaciuto prenderlo nel culo”?, “Hai visto com’è un vero cazzo”? “tu invece, sei proprio un impotente”, “guarda che cazzo ridicolo che hai. Vergognati.” “Ti serve solo per pisciare”. Quelle loro parole, umilianti, mi davano però, un non so che di piacere, e stare lì, davanti a loro, completamente nudo, col mio pisellino piccolissimo e privo di vita, col culo rotto e lo sperma che mi colava lungo le gambe. Ha fatto sì, che ho sborrato, proprio davanti ai loro sguardi. Senza ne toccarmi e senza che il cazzo si drizzasse. Le ragazze dopo un primo saltello, all’indietro per non prendere il mio sperma addosso, scoppiano a ridere. Poi mi dicono: “domani, se torni, ti sodomizziamo noi. “Ci divertiremo un sacco”. Acconsento facendo cenno col capo, e si allontanano. Le amo
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