incesto
Elena boccuccia di rosa

27.06.2025 |
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"Mi abbassò la zip con lentezza, e le sue labbra si posarono sul mio arnese diventato bello duro , con naturalezza sorprendente..."
Era mezzogiorno, un altro sabato italiano, a pranzo da un caro collega. In casa aleggiava quell’atmosfera familiare, tra profumi di cucina e battute tra amici. Sua figlia Elena, vent’anni appena compiuti, gironzolava disinvolta per casa con una maglietta lunga e niente più. Suo padre, scherzando, la rimproverava:«Vai a vestirti, cialtrona!»
Io sorridevo, quasi con nostalgia — anche io, i vent’anni, li avevo avuti.
Elena era formosa, una bellezza acerba ma intensa, di quelle che colpiscono più per istinto che per estetica. Forse era il suo modo di muoversi, o quell’aria inconsapevolmente provocante… fatto sta che risvegliava in me fantasie proibite.
Verso le due del pomeriggio, il mio amico si allontanò per scendere in garage: doveva mostrarmi un trapano che aveva appena comprato.
«Vai pure, ti aspetto qui,» gli dissi. Poco dopo, sentii il bisogno urgente di andare in bagno.
Aprii la porta a vetri che separava la cucina dal corridoio, dove il bagno si trovava sulla sinistra. Senza pensare, spinsi la porta — e mi bloccai di colpo.
Seduta sulla tazza, c’era Elena. Ci fissammo un istante.
«Ops... scusa!» mormorai, imbarazzato, pronto a chiudere.
Ma lei, sorridendo, mi fece segno di restare. «No, vieni…» disse, con un tono che sfiorava il gioco.
Restai interdetto, ma attratto. Mi avvicinai. I suoi occhi, grandi e chiari, si sollevarono verso di me proprio all’altezza del mio bacino. E tutto accadde in un momento sospeso.
Mi abbassò la zip con lentezza, e le sue labbra si posarono sul mio arnese diventato bello duro , con naturalezza sorprendente. Il suo sguardo non si staccava dal mio, mentre mi prendeva con la bocca e le mani, decisa, affamata, maliziosa.
Il piacere era intenso, travolgente. Le accarezzavo i capelli, gemendo piano. Non volevo che finisse. Muovevo lentamente il bacino, assecondando quel ritmo perfetto che lei aveva trovato.
Poi la baciai, assaporando il suo sapore misto di rossetto, pelle e desiderio. Le mani mi scivolarono sul seno giovane, tondo, vivo.
Quando l’orgasmo arrivò, fu come un’esplosione. Lei accolse tutto, senza interrompere il contatto. Deglutiva, leccava, si lasciava penetrare fino in fondo mentre i miei spasmi si facevano più intensi.
Era un momento irreale, proibito, ma perfetto. Ero sconvolto, sopraffatto da quel gesto così audace e istintivo.
Il tempo sembrava essersi fermato, ma i passi del mio amico che tornava alla porta mi riportarono alla realtà. Mi ricomposi in fretta e uscii alla svelta, con il cuore in gola.
Lei mi salutò con un sorriso sporco di innocenza e malizia, i capelli ancora spettinati, le labbra gonfie.
Aveva appena vent’anni. E io quarantacinque.
In quella differenza c’era tutto: il rimpianto, il desiderio, la consapevolezza che a vent’anni il mondo ti appartiene.
Non c’è paura, non ci sono freni. Solo il gusto di vivere.
E mentre tornavo a casa con un mezzo sorriso sulle labbra, pensavo: certe fantasie, a volte, trovano davvero la via per diventare realtà.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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