incesto
L'amante di mio zio sbattuta sul tavolo

27.06.2025 |
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"I nostri respiri si mescolavano, i suoni della cucina sembravano lontani, come se il tempo si fosse fermato in quel momento di pura carnalità..."
Un sabato mattina diverso..Era da un po’ che non scrivevo delle mie avventure, né delle storie che ruotano attorno alla mia famiglia. Mio zio Berto, 76 anni e pensionato dopo una vita da assicuratore, ha sempre avuto un certo fascino e un’insospettabile passione per le donne. Come si dice? Tale zio, tale nipote.
Mi vuole bene come un figlio, e quando passo a trovarlo si diverte come un matto ad ascoltare i miei racconti un po’ piccanti. Qualche volta gliene regalo qualcuno fresco di giornata, altre volte ci ridiamo sopra ricordando le sue prodezze da giovane... o anche più recenti.
Quella mattina di sabato, mentre lui era intento a finire di tagliare l’erba con il trattorino, sua moglie – mia zia – era uscita per il mercato. Io avevo giusto una mezz’ora libera. In casa, intanto, Arianna – una donna sui sessanta, formosa e ancora piacente – stava pulendo i vetri. Lavorava spesso per mio zio, e mi era sempre sembrata più che disponibile.
Seduto sul divano, osservavo le sue curve mentre si muoveva sulla scala. A un certo punto, rompendo il silenzio con un pizzico di audacia, le dissi:
«Invece di far passare il tempo così, non preferiresti divertirti con uno un po’ più... energico di mio zio?»
Lei si voltò, sorpresa. «Ma cosa stai dicendo?»
«Scendi un attimo», insistetti.
Quando fu davanti a me, tirai fuori il telefono e le mostrai alcune foto un po’ compromettenti, scattate tempo prima per gioco: lei e mio zio in atteggiamenti piuttosto intimi.
Lei abbassò lo sguardo. Aveva capito che ormai era coinvolta.
«Allora, cosa vuoi?», mormorò.
Sorrisi, poggiai due biglietti da cento sul tavolo.
«Solo un po’ di complicità. Niente che tu non abbia già fatto...»
Con un gesto deciso le presi il polso e, scherzando, la girai come in una scena da film poliziesco.
«Ahi!», disse ridendo a metà.
In un attimo era piegata sul tavolo della cucina, i leggings aderenti che mettevano in risalto il suo lato B.
«Ora abbassali», le sussurrai. Lei eseguì con un misto di esitazione e desiderio.
Mi chinai, iniziando a baciarla tra le gambe, alternando carezze lente a movimenti più profondi con la lingua. Il suo respiro si fece affannoso, il corpo tremava sotto le mie mani.
«Oh Dio... così no...», gemeva. «Fabio, ti prego... prendimi, non resisto più...»
E così fu.
Con decisione ma senza violenza, entrai in lei con tutta la mia passione. Le mie mani si stringevano sulle sue anche, mentre il nostro ritmo cresceva, regolare e intenso. Lei urlava il mio nome, il suo corpo completamente abbandonato al piacere. I nostri respiri si mescolavano, i suoni della cucina sembravano lontani, come se il tempo si fosse fermato in quel momento di pura carnalità.
La presi per lunghi minuti, senza freni, fino all’inevitabile climax. Entrambi esplodemmo in un grido liberatorio, e restammo così, immobili, ancora legati in quell’abbraccio animalesco.
Quando mi tirai indietro, lei si voltò ansimante:
«Ho la pelle in fiamme...», sussurrò.
Mi prese in mano e iniziò a massaggiarmi di nuovo, quasi in segno di ringraziamento. Io mi stiracchiai come un soldato dopo la battaglia. Eravamo esausti, euforici, complici.
Poi si alzò:
«Vado a farmi una doccia. Tuo zio starà per rientrare.»
Io rimasi in salotto, la TV accesa, un sorriso ancora stampato sul viso.
Poco dopo, zio Berto entrò:
«Allora Fabio, ti fermi a pranzo? Vado a prendere un salame e una bottiglia in cantina.»
«Volentieri», risposi.
«E Arianna?»
«Sta finendo di sistemare le camere sopra.»
Così si concluse quell’avventura imprevista.
Un sabato mattina come pochi, ma che resterà a lungo nella memoria.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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